22-03-2010
VISIONI GOTICHE
"Il Segreto Del Demone (The Secret Of The Demon)"
(Note Volanti)
Time: CD 1 (50:15) CD 2 (42:14)
Rating : 6
Progetto decisamente ambizioso quello dei Visioni Gotiche, gruppo che nasce nel 2007 dalla creatività di Mattia M e Roby Tav. Ensemble di diversa estrazione geografica (infatti i 4 elementi vivono in diverse zone dell'Italia e lavorano quindi principalmente a distanza, tralasciando il lato live del progetto) con all'attivo un album di colonne sonore e varie collaborazioni a cortometraggi fanta-horror, Visioni Gotiche approda all'etichetta Note Volanti con questo interessante doppio concept album basato su una storia scritta dallo stesso Mattia M (contenuta all'interno della confezione). "Il Segreto Del Demone" è infatti figlio di due lavori, uno del 2008 e l'altro del 2009, denominati, come nella migliore tradizione horror, "Il Segreto Del Demone 1 & 2". E la musica dei Visioni Gotiche ricalca decisamente i canoni dell'horror movie, in particolar modo quello degli anni settanta e ottanta, quando lunghe suite di effetti sonori e cavalcate progressive rock si alternavano nell'assecondarne le trame nei momenti più introspettivi e in quelli più votati all'azione. Una premessa è d'obbligo: il disco in questione non è sicuramente di facile ascolto, ma trasuda fascino e mistero per la maggior parte della sua durata. Gli appassionati del genere non faticheranno a farsi trasportare dalle atmosfere cupe e intriganti che vive in prima persona Loris, il protagonista della storia. L'inizio è decisamente positivo e destabilizzante per quelli che si immagina siano i continui cambi di scena dell'ipotetico film in cui siamo immersi. Le inquietanti voci dell'iniziale "La Casa Del Sogno", aprono le porte a una drammatica favola, interrotta (un po' bruscamente) dal cantato della brava Laura D., che si distende su un drumming quasi trip-hop, per poi tornare su un tipico riff gothic metal farcito di distorsori dove le note di pianoforte imbastiscono la linea principale della melodia; il tutto converge poi in un'atmosferica ambient d'attesa, fino a che un rintocco di campane introduce la traccia seguente. In sostanza basta il primo pezzo per farsi un'idea di quelle che sono le caratteristiche del sound dei Visioni Gotiche: un insieme di dark ambient, gothic metal ed elettronica al servizio di un horror progressivo (nel senso che varia in continuazione, non per l'eccessiva tecnica messa in mostra) che si ispira ai raffinati Goblin e alle suite di Devil Doll, passando per Malleus e Death SS ma anche per i più moderni Daemonia. Lo dimostra la successiva "Incubo", che, dopo lo stupendo fraseggio iniziale (ripreso peraltro nella conclusiva "Il Rituale Nero"), apre le porte a pesanti riff thrash metal e a un cantato gutturale. "Ipnosi" ha invece reminiscenze gothic metal anni novanta sullo stile di Decoryah ed As Divine Grace, ma pecca decisamente nelle melodie vocali, troppo soffocate da eccessivi effetti. C'è anche spazio per il dolce cullare dei violini de "L'Angelo Sofferente", anch'essa però bruscamente interrotta da un banale riff distorto sul quale si inerpica il cantato di Laura, che pare, per tutta la durata del disco, non riuscire a godere dello spazio che merita. La seguente "Visioni Da Un Funerale" si accosta invece a malinconici mood tanto cari agli Enigma. In sostanza un disco molto interessante, con buone idee e gradevoli melodie, ma che purtroppo appaiono spesso accatastate senza un filo conduttore. Ed è su questo punto che i Nostri dovrebbero fermarsi a riflettere. La capacità dei maestri del genere è proprio quella di riuscire a rendere interessanti e coinvolgenti anche i momenti meno espressivi, legando tra loro le parti della storia in un costante crescere di emozioni fino all'epilogo. Il secondo CD, rispetto al primo, appare leggermente più immediato nella struttura delle composizioni, che sferzano più sul gothic metal e si basano maggiormente sul cantato maschile. Pur mantenendo un costante alone di mistero, sembra tuttavia meno ispirato, appare stanco e privo di melodie accattivanti. Solo dalla metà in poi sembra riprendere le fila tracciate con il primo intrigante capitolo de "Il Segreto Del Demone". Spunti interessanti ce ne sono davvero molti, a volte troppi, tanto che viene da pensare che si sarebbero potuti sfruttare per un nuovo album. Ed è proprio questo il limite: si ha l'impressione che ci fossero sin troppi riff a disposizione e che li si sia 'buttati nella mischia' senza andare troppo per il sottile. Inoltre non convincono il ruvido suono delle chitarre ritmiche (che sembra uscire dal seminato, non amalgamandosi al resto della produzione) e neppure le parti vocali maschili, decisamente elementari e prive di pathos. Il voto è una media delle due parti: 7 al primo capitolo, 5 al secondo.
Silvio Oreste
http://www.myspace.com/visionigotiche