08-03-2010
ACT NOIR
"Shape A New Start"
(Eibon Records)
Time: (54:53)
Rating : 8
Talvolta il titolo scelto da una band per un nuovo album in una determinata fase della propria carriera vuole essere emblematico del momento vissuto dagli stessi musicisti: questo è senza dubbio il caso degli emiliani Act Noir, che a poco meno di tre anni di distanza dal superlativo debut album "Automatisme Psychique" passano dalla My Kingdom Music alla più quotata Eibon e, con la nuova attesa fatica, danno letteralmente forma ad un nuovo inizio, come recita il titolo stesso dell'opera. Arruolato in pianta stabile il nuovo vocalist Gaetano Notarnicola, che lo scorso anno ha sostituito Mark Benoit (a sua volta sostituto del danese Nicholas Hill, che prestò il suo contributo per i brani di "Automatisme Psychique"), il quintetto abbandona in parte quelle trame liquide, avvolgenti e psicoattive che avevano caratterizzato il precedente opus per spingere con forza verso un dark-rock eclettico che, per dirla con le note ufficiali, è "il punto di congiunzione fra Depeche Mode, A Perfect Circle, Radiohead e Nine Inch Nails", breve lista di riferimenti per lo più condivisibili a cui ci sentiamo di aggiungere gli Anathema di "A Fine Day To Exit". Già al primo ascolto si nota la rinvigorita coesione fra i membri storici della band, con Gaetano subito perfettamente integrato nel gruppo ed autore di una prova convincente e matura - soprattutto all'altezza dei funzionali refrain - dalle sfaccettature intriganti, segno che i Nostri hanno visto giusto nel designarlo per il difficile compito. Un suono sicuramente meno 'cerebrale' rispetto al passato, meno legato alla componente elettronica ed oggi più energico e vibrante, vuoi per una sezione ritmica più smaccatamente rock-oriented che per una chitarra più graffiante ed importante nell'economia del sound, ma non certo a scapito delle emozioni: l'approccio dei Nostri le mette sempre in primissimo piano, e non sarebbe affatto sbagliato mettere il termine 'emotional' davanti alla parola 'rock', se non si corresse il rischio di fuorviare il lettore meno accorto (quello che gioca a fare il 'tenebroso' ascoltando i cosiddetti gruppetti 'emo') inducendolo a pensare di trovarsi di fronte all'ennesimo manipolo di smidollati coi capelli leccati sulla faccia che singhiozzano nenie per ragazzine in fregola... Niente di tutto ciò, ovviamente: fra le sferzate taglienti di "Shatterproof Beauty" e dell'eccellente "Set Fire" e frangenti in cui la passionalità detta i tempi ("2008", "Wrong Places", l'avvolgente e suadente "Redemption"), passando per l'irresistibile groove di "See The Truth", le reminescenze degli Anathema di cui sopra in "Taming Silence", una "Closed City" che spinge la pesantezza ai limiti del metal (prima di stemperare i toni con la sua innata dolcezza) e l'incontenibile intensità della superba title-track fino alle melodie delicate e notturne della conclusiva "The Higher I Went, The Deeper I Fell" (ghost-track inclusa, ossia un breve estratto per piano e voce dalla già citata "Wrong Places"), il viaggio nella musica degli Act Noir si rivela nuovamente un'esperienza d'introspezione importante e significativa, segno evidente dell'abilità compositiva e concettuale dei Nostri e della classe che permette loro di confezionare piccole gemme sonore prive di sbavature. Qualcuno probabilmente preferirà le sonorità del precedente album e non gradirà pienamente la direzione intrapresa col nuovo lavoro, ma è impossibile negare il valore di queste composizioni, e forse, a ben vedere, arroccarsi sulle posizioni di "Automatisme Psychique" non avrebbe giovato alla band: felici, dunque, di averla ritrovata più coraggiosa e determinata che mai, innegabilmente in piena forma, pronta a rimettersi in discussione ed a lasciare nuovamente il segno, non soltanto nella nostra scena.
Roberto Alessandro Filippozzi