22-02-2010
FRANCIS AND THE PHANTOMS
"Francis And The Phantoms"
(Musiche Furlane Fuarte)
Time: (37:13)
Rating : 7
I Francis And The Phantoms sono un progetto parallelo del gruppo punk Soglia Del Dolore, allorché il cantante Francis Tami, dopo aver collaborato con un pezzo in friulano al disco "Lingua" degli In The Nursery, decide di intraprendere una nuova avventura basata sull'uso esclusivo del suddetto linguaggio. Una scommessa dai risvolti non semplici, e quindi apprezzabile qualunque dovesse essere il risultato raggiunto; se infatti la lingua italiana, come del resto tutte quelle latine, è già difficile da assemblare con la musica per metrica e melodia (e come conseguenza il testo deve spesso ripiegare su parole semplici e scontate), l'uso di una lingua a carattere regionale porta ad un lavoro ancor più complesso. In alcuni casi, però, può essere il vero punto di forza, perché oltre a un'inevitabile spunto di originalità, pone le basi per un nuovo approccio all'orecchio dell'ascoltatore. E i Francis And The Phantoms fanno sicuramente forza su questo concetto, e ciò appare chiaro fin dall'inizio. Infatti le atmosfere cupe dell'opener "Zombies" ci conducono in un paesaggio immobile e desolato, luogo ideale per la lunga narrazione introduttiva di Francis, che, coadiuvato da soffici trame di chitarre appena distorte e improvvise lacerazioni di uno schizofrenico sax, ci riconduce a sonorità accostabili a quelle dei brani più malinconici di "The Top" dei Cure. E il tributo alla celeberrima formazione inglese è chiaro anche nella traccia "Landri Neri", riproposta anche come bonus-track (formato video) in una versione dal vivo. Ma un'ottima impressione si era già avuta con la precedente "Ce Vino Fat?", dark-punk minimale al punto giusto: energica, semplice ed espressiva, ben dosata nella visceralità della voce di Francis e nei fraseggi di chitarra. Punk decisamente piacevole anche nella canzone "Ven Fur", schietta e onesta, disarmante in quel sapore adolescenziale che può ricordare gli anni migliori dei CCCP. Da segnalare anche l'ipnotica e soporifera "Pore" e l'intrigante "Oms", che ci porta, con uno sfondo tribale e un'accattivante arpeggio, alle sonorità di "There There" dei Radiohead. Il resto dell'album è decisamente inferiore come qualità e accuratezza dei particolari, a partire dalla cover di "Fade To Grey", esasperatamente punk nel ritornello e riarrangiata un po' alla buona. Se c'è un punto debole è proprio nelle parti più veloci e tirate, dove, a parte i due brani succitati, si capta un sentore di poca professionalità che si evince da una discutibile scelta dei suoni e da un cantato poco curato (alle volte l'effetto 'nudo e crudo' può essere originale, personale, autentico, sincero e onesto, altre volte risulta solo grezzo e mette in luce alcuni errori tecnici). Gli episodi più lenti sono invece i migliori: riescono a dare ai brani un'atmosfera greve e curiosa allo stesso tempo. I Francis And The Phantoms hanno in definitiva tutte le carte in regola per fare il salto di qualità sperato. Da sottolineare anche la bellissima confezione in digipack con tanto di libretto con i testi.
Silvio Oreste
http://www.myspace.com/francisandthephantoms
http://www.musichefurlanefuarte.com/