25-01-2010
LA MAMOYNIA
"A Melancholy Death"
(Die Kraft Durch Die Form)
Time: (33:31)
Rating : 6
Aggrovigliata e alquanto ordinaria la storia dei La Mamoynia, gruppo di Brescia in pista fin dal lontano 1999 e con all'attivo tre album e due EP, che ha dovuto far fronte, come moltissime band, a numerosi avvicendamenti nella formazione e, di conseguenza, a cambiamenti di stile e intenzioni. Il fulcro centrale della carriera dei La Mamoynia è l'incontro del gruppo (allora in fase sperimentale con tre bassisti e un batterista) con Dimitris Triantafyllou, cantante proveniente dalla Grecia con precedenti esperienze punk. Da lì in poi il suono diventa più aggressivo e minimale, si aggiungono un tocco di elettronica e una serie di percussioni basate su materiali di riciclo, in piena lezione Neubauten. Il disco in questione è però un side-project, lontano da quello che è solitamente l'approccio compositivo e il suono che propone la band. "A Melancholy Death", del 2008, è infatti la colonna sonora di una pièce teatrale alla quale i Nostri hanno collaborato (ispirata al libro "The Melancholy Death Of Oysterboy" di Tim Burton) nel momento in cui la formazione si era ridotta a tre elementi. "A Melancholy Death" si apre con la spensieratezza di "The Waiting... The Love... You", delicato affresco fiabesco in cui si narra della necessità dell'amore, di tutte le aspettative positive che ci si crea durante la sua lunga attesa. Una dolce trama di tastiera, che si espande leggiadra su un ripetitivo scrosciare di onde e un semplice pulsare ritmico, fa presagire al meglio, esterna sentimenti adolescenziali, nutre la mente di nostalgici ricordi. Ma ben presto ci si addentra in territori più oscuri e "The Born From A Nightmare" trasforma lo scrosciare delle onde in un momento introspettivo, sottolineato da una lugubre viola che sembra partorire strani pensieri. Poi si passa ai sequencer di "Cold Room, White Coat", dove il riferimento Kraftwerk fuoriesce prepotente, alternando un ritmo incalzante a un tenebroso organo. Purtroppo però, questa rimane la parte migliore dell'album, che si spegne poco alla volta alternando parti recitate a elementari fraseggi dall'indiscutibile sapore inquietante, ma poco curati nei dettagli e soffocati da un'eccessiva dose di suoni naturalistici di tuoni, vento e pioggia. La fase in cui il protagonista della storia, ormai alienato e conscio dell'illusione che si è sempre portato appresso, trova nel compimento di un sacrificio la sua catarsi, non porta con sé tutta la dose necessaria di disperazione che la scena impone. Peccato, perché i primi tre brani sono davvero coinvolgenti. Da sottolineare inoltre l'ottima produzione e la bellissima confezione del CD.
Silvio Oreste
http://www.myspace.com/diekraftdurchdieform