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Room 108

11-01-2010

BABYLONIA

"Motel La Solitude"

Cover BABYLONIA

(Halidon)

Time: (60:47)

Rating : 8.5

Con la ferma convinzione che "Later Tonight", album di debutto dei Babylonia pubblicato nella primavera del 2005, sia stato uno dei migliori lavori synthpop dell'intera scena italiana degli ultimi dieci anni (se non il migliore in assoluto), attendevamo con ansia il ritorno del duo milanese, che per dare un degno seguito ad un esordio importante si è davvero preso tutto il tempo necessario, rifuggendo quella fretta che spinge troppi gruppi ad inflazionare il mercato con una release dopo l'altra. Max Giunta e Robbie Rox hanno lavorato alacremente per circa tre anni alla composizione ed alla registrazione di questo secondo album, e dopo l'exposure internazionale avuto grazie alla ristampa del debut curata dalla tedesca Infacted approdano ora alla corte della milanese Halidon, forti di un lavoro che di certo frutterà loro consensi anche maggiori di quelli già riscossi negli anni scorsi. Il sound dei Nostri, sempre ben ancorato alla matrice synthpop ma rinnovato nello spirito, si muove nuovamente su binari appetibili anche per quel pubblico del pop più intelligente che magari non segue da vicino - o addirittura non conosce affatto - le vicissitudini dell'elettronica oscura più commercia(bi)le, ma che sa apprezzare tanto i pluricelebrati Depeche Mode quanto le produzioni più raffinate del filone electro che esulano dalla caterva di spazzatura usa-e-getta tutta immagine e zero sostanza imposta pedantemente da media commerciali prezzolati, il che prefigura un potenziale di gradimento altissimo che già era la grande prerogativa di "Later Tonight". Il nuovo album, meno immediato e più ricercato nelle soluzioni rispetto al succitato debut, ma sempre foriero di quella freschezza che non è mai mancata al Babylonia-sound, fa registrare enormi passi in avanti da parte del duo, oggi capace di una scrittura sicuramente più intimista, emozionale, introspettiva, raffinata ed elegante, ma non per questo meno avvincente ed incalzante in senso squisitamente pop, e lo splendido lavoro svolto nella fase di produzione, curata assieme ad un tecnico del suono esperto come Marco Barusso (Lacuna Coil, Cradle Of Filth...), si rivela l'arma in più che permette al suono dei Nostri di raggiungere nuove vette di eccellenza, evidente frutto della grande maturità artistica conseguita negli anni e della preziosa esperienza accumulata. La forza di questi artisti sta nella loro innata capacità di creare canzoni con la 'C' maiuscola che sprizzano freschezza attraverso melodie vincenti ed arrangiamenti sopraffini a supporto di ottimi cantati e ritornelli impeccabili, forti di un bilanciamento ritmico sempre ottimale, come dimostra da subito "A Feeling Without Feeling", ma non sono certo da meno l'eccellente primo singolo "By My Side", la ritmata e diretta "Beautiful Losers" (capace di break appassionati e di soluzioni sonore sempre intriganti), la superba "Ethereal Connection" (uno degli episodi migliori dell'intero lotto), una "Myself Into Myself" che sfoggia stile e classe e la solida traccia finale "Runner In The Night". Ma tutti i 14 brani inclusi funzionano a meraviglia: la forte passionalità è tangibile in più momenti, come svelano sia "Better Days" che una "Requiem For Me" che sa accendersi nel ritmo e muoversi agilmente attraverso soluzioni sempre notevoli, ma sono i frangenti più struggenti, come la drammatica "Enough Is Enough", il brevissimo ma intenso break strumentale "Camera Con Vista" o una "Waiting For A Sun" per soli piano e voce che travolge col suo innegabile pathos, a sottolineare a dovere la grande capacità dei nostri nel convogliare le emozioni all'interno dei propri brani. A far risaltare una produzione impeccabile (che ha reso possibile una migliore e più significativa integrazione della chitarra del collaboratore di sempre Livio Boccioni, oltre al brillante impiego del piano da parte dell'altro storico partner Alessandro Esposti e di altri interessanti strumenti in un contesto prevalentemente elettronico) ci sono inoltre gli eccellenti suoni della suadente "Soundtrack For An End", mentre le influenze depechemodiane, che come per qualsiasi altra band synthpop sono un punto fermo anche per i Babylonia (comunque mai eccessivi come troppi altri in questo senso), si limitano a soli due frangenti: una "The Corner" che sa comunque prendere le distanze dai troppi cloni della band di Martin Gore con un refrain azzeccatissimo e l'avvolgente e notturna "Love, Not For Me", anch'essa capace di distinguersi dalla sterile ripetizione degli schemi della leggenda inglese laddove troppi altri non riescono ad imprimere personalità, cosa che invece riesce oggi più che mai ai Nostri, ulteriore ineluttabile segno della grande maturità conseguita col duro lavoro. "Motel La Solitude" è il disco che fa alzare la testa all'Italia in ambito synthpop a livello mondiale: la sua forza sta in una produzione inappuntabile e di altissimo livello, in splendide canzoni curatissime sotto il profilo tecnico, arrangiate magistralmente e formalmente perfette, in una voce - quella di Max Giunta - indiscutibilmente bella, emozionante e versatile, in una maturità artistica che altri non saprebbero conseguire nel corso di un'intera carriera e in testi profondi, ispirati da sentimenti autentici. Se a ciò aggiungiamo una pregiata confezione digipak, impreziosita dal superbo lavoro fotografico di Jürgen Schwietering, non resta che dire che siamo di fronte al primo disco assolutamente da avere (non solo a livello di uscite nazionali) del 2010, e che di certo ritroveremo più che meritatamente nei bilanci conclusivi di questo nuovo anno di musica, aperto in modo memorabile per la scena italiana da questo grande, attesissimo ritorno.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.babyloniamusic.com/

http://www.halidon.it/