11-01-2010
LAETITIA IN HOLOCAUST
"The Tortoise Boat"
(Autoproduzione)
Time: (39:14)
Rating : 5.5
Dopo un lungo rodaggio nel circuito underground, contrassegnato dalla pubblicazione di due demo e dell'EP "Lacra Ebenei: 13-17", la band modenese sceglie la strada dell'autoproduzione per lanciare il suo primo album in studio. "The Tortoise Boat" è un lavoro inusuale, che sfugge alle facili etichette, anche se collocabile nelle frange più estreme del rock duro. La ricerca sonora dei Nostri è accostabile al black metal, soprattutto per il rifframa e le sfumature vocali, anche se interpretato, cosa assai insolita, senza alcuna distorsione applicata alla chitarra. Il background della band rivela inoltre una spiccata affezione per la darkwave più umbratile ed intimista e, in tono minore, il neofolk e la musica dark ambient. Il melange stilistico di "The Tortoise Boat", per quanto ambizioso e audace, denota però alcune pecche, le quali, almeno per il momento, impediscono al duo emiliano di elevarsi al di sopra della massa. Le trame strumentali sono poco chiare e nitide, complici la produzione ed il missaggio, poco esaltanti invero, che inficiano la qualità dell'album nei suoi momenti più concitati e movimentati. Le tracce di chitarra, frenetiche e nervose come nella più classica tradizione del black metal, risultano però poco assimilabili a causa dell'assenza di distorsione. Non mancano alcuni spiragli di lucidità, come in "Hair As The Salt Of Carthago" (probabilmente la migliore del lotto) e "The Gift Of Fury", dove l'assalto sonoro del gruppo, meglio organizzato ed articolato, risulta ben più avvincente. Gradevoli le atmosfere della quarta traccia, "Hissing Through The Veins Of The Gods", che, pur conservando quell'alone oscuro che permea l'intero lavoro, mette a nudo l'anima più riflessiva del gruppo. La proposta musicale dei Laetitia In Holocaust, per quanto interessante ed apprezzabile, presenta però alcuni angoli che ancora stridono, come la scelta dei suoni, che richiede maggior cura, ed il songwriting, per il momento poco coeso. Un plauso al coraggio è doveroso, ma siamo ancora lontani dall'eccellenza a cui il gruppo potrebbe ambire.
Paolo Sola
http://www.myspace.com/laetitiainholocaust