25-11-2009
OUTWORLD
"Inverse Polarity Soul"
(Autoproduzione)
Time: (65:13)
Rating : 5.5
Il fatto che nell'arrangiamento generale di un album sia coinvolta in larga parte l'elettronica derivante da synth non lo deve inquadrare obbligatoriamente nei campi elettronici oscuri, anche se velocità e voce growl lo possono surrogare come harsh-EBM: questo non è sempre detto, o è vero solo in parte. Gli Outworld, trio pugliese formatosi nel 2002, hanno origini metal, e da ciò ne deriva conseguente il suono. Giunti al loro terzo lavoro, si muovono musicalmente tra i confini del black sinfonico aggressivo e cybernauta, visto il gran dispendio elettrico tra macchine e synth, senza però attraversare la 'parete' del goth industriale, anche se d'acchito potrebbero derivare similitudini con il classico riferimento :Wumpscut:. Per svariati motivi questa non è la strada dei Nostri, sempre neurotici e su ritmi anarcoidi e power, pochi armonici rallentati e mirati alla pista, qualità che invece domina nel sound di Rudy Ratzinger. Suono nemmeno velato di quegli stereotipi gotici di fiaba sepolcrale che esprimono invece gli Spectrum-X nei loro lavori, tra black metal e dark-industrial. Metal, e ribadiamo: metal! Ronzante, veloce, con raddoppio di cassa percussiva e distorto anche nel basso; scream-voice per Lord Jian, maledetta e growl, e muri di power-sound nei synth. In gran parte "Inverse Polarity Soul" è tutto ciò, e diventa pesante nel non concedere mai respiro per oltre un'ora di ascolto. Quando si creano spazi sinfonici, come in "Omega Level" e "Grey Days, Light Hours", allora e solo in questi momenti di fascino macabro e sotterraneo la band lascia intravedere spiragli a noi comuni (nonostante la voce permanga nelle celle del metal estremo), e su ciò dovrebbe intervenire per 'ammorbidire' il tono. Ovviamente se a Lord Jian, Wolvie ed Hellrider interessa l'ambito cyber-goth che adora le aggressioni soniche, ma meno estreme e brutali, con ampi spazi dedicabili al dancefloor. Logico pensare che la scelta definitiva appartiene sempre e solo agli artisti; noi ci limitiamo a dare la nostra opinione, frutto di come i nostri occhi ed i nostri animi captino l'ottica di una band nel porgersi nell'universo sterminato dell'underground. "Inverse Polarity Soul" può catturare gli amanti del 'masochismo' strumentale, ascoltatori che amano l'aggressività tout-court, pubblico che noi rispettiamo, ma dagli Outworld del futuro, proprio per quelle due tracce prima citate, vorremo maggior ricerca negli equilibri tra voce, synth e idee. La tecnica, come spesso accade ai figli del metallo, non manca!
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/outworldimension