06-10-2009
LVCVS
"Semen Roris"
(Ars Aeterna)
Time: (50:51)
Rating : 7.5
Poco meno di un paio d'anni fa, ad inizio 2008, vi abbiamo parlato in termini più che positivi del debutto dei lombardi Lilium Aeris, sottolineando come alcuni dei suoi membri fossero anche coinvolti in progetti differenti quali Sepulcrum Spei e Lvcvs. Proprio questi ultimi, oggetto della nostra recensione, nascono un anno prima degli stessi Lilium Aeris (coi quali condividono praticamente tutta la line-up, con la sola eccezione della cantante Nicoletta Petrus) e debuttano nel 2006 per la Twilight con "Cantiones Filicatae". Se il suono di Lilium Aeris si rifà più propriamente alla tradizione medievale, andando a recuperare e riproporre spartiti tramandati nei secoli, quello di Lvcvs mescola tali radici al misticismo di quei suoni mediorientali che trasudano autentica magia: due strade differenti ma percorse con gli stessi mezzi (leggi: la strumentazione impiegata, anche stavolta comprendente pezzi antichi), ben sfruttati per giungere alle rispettive mete. Il quid in più è dato dalla voce della brava Nicoletta Petrus, che assieme alla rodata Serena Fiandro (autrice della calligrafia e degli acquerelli che adornano la calzante veste grafica) regala duetti mirabilmente congegnati. Ma quel che più distingue Lvcvs da Lilium Aeris è la volontà di recuperare determinate sonorità attraverso musica di nuova fattura, laddove gli autori di "Leys D'Amors" andavano invece a reinterpretare brani di secoli addietro, e di ciò si deve accreditare la penna dell'abile Andrea Tuffanelli, autore unico di testi (rigorosamente in latino), musiche ed arrangiamenti. La passionale musicalità di Lvcvs è avvolta da un velo di malinconia che emerge subito nelle iniziali "Nocte" e "Morum Gradus", dove sono i flauti dolci di Serena a prodursi in melodie più vicine alla tradizione medievale; si prosegue bene con la dolce "Alba Mora" (eccellente l'intreccio delle voci femminili), con la più ritmatamente etnica "Fabella" e con la più mistica e triste "Lux", fra i migliori momenti dell'intero lavoro, ma i Lvcvs convincono anche negli episodi strumentali grazie ad una produzione squisitamente genuina e non artefatta, come dimostra la fattura delle intense "Nox Hederata" e "Hieme". Menzione obbligatoria anche per la delicata e passionale "Vanae Imagines" (fra i pochi episodi che vantano l'intervento vocale di Fabio Brigidi) e per il solenne atto conclusivo "Ros". A musicisti di questo spessore, il cui più grande desiderio non è il mero ritorno economico, bensì il raggiungimento di mete sempre nuove nel proprio viaggio di ricerca compositiva e sonora, va tutta la nostra stima, ed a voi va il buon consiglio di seguire con attenzione importanti realtà nostrane come Lvcvs e Lilium Aeris (nonché l'etichetta Ars Aeterna da loro gestita, qui alla sua primissima uscita), la cui caratura artistica è fuori discussione.
Roberto Alessandro Filippozzi