10-07-2009
ALIEN VAMPIRES
"Fuck Off And Die"
(BLC/Masterpiece)
Time: (79:05)
Rating : 7.5
Ad un anno e mezzo dal valido "No One Here Gets Out Alive", il duo italo-inglese torna con un terzo album (dal titolo più che esplicito) che suona come una netta scelta di campo: spingere sui bpm e sull'aspetto danceable sino a radere al suolo il dancefloor, in barba a quella diversificazione delle soluzioni che alcuni - noi compresi - auspicavano. Se da un lato può dispiacere che la creatura di Nysrok Infernalien non abbia inteso sviluppare soluzioni differenti, è altresì vero che i risultati ottenuti con questo terzo full-length danno ragione agli Alien Vampires: l'intera opera, ad eccezione di un paio di episodi, sfodera infatti un marcatissimo piglio danceable assolutamente poderoso al quale è impossibile resistere, specie se ci si lascia trascinare dalle incisive bassline e dall'incontenibile groove sprigionato, caratteristiche esaltate oltremodo dall'eccellente e corposa produzione (nuovamente affidata agli X-Fusion). L'album si apre con "Intro - 666", sulfurea e possente introduzione di stampo industrial/ambient curata interamente dal quotato progetto In Slaughter Natives, e subito dopo si scatena l'inferno di bpm con la title-track, ottimo esempio di EBM dinamica, solida e muscolare, puntualmente condita dalle vocals acidissime di Nysrok, oggi più che mai al limite del black metal (retaggio che infatti appartiene all'ex-Aborym). Ovviamente questi esponenti della 'evil body music' (come loro stessi amano definire il proprio sound) non hanno messo da parte la loro naturale propensione per le atmosfere da rave, puntualmente riviste in chiave 'infernale', ed a dimostrarlo ci sono le varie "Footjob Addiction", "Blood Bath" e "Kill The Authority", tutte molto efficaci. Il duo svela tutta la propria abilità anche quando integra le chitarre all'elettronica, come nel caso delle varie "Resistance Ain't Futile", "One Night Stand", "Death To Pigs" e "The Convent Burns", e con tale formula dà vita anche al riuscitissimo episodio 'di rottura' "BDSM": un brano cadenzato, sulfureo e granitico ad un passo dal metal, ottimamente congegnato. Il groove resta comunque l'arma in più nelle mani dei Nostri, che si producono con ottimi risultati in episodi squisitamente caotici e vorticosi quali "Death Cult Devotion" (dalle gradite influenze techno/trance), "Far From Humans" (devastante e con Johan Van Roy di Suicide Commando alla voce), "Lesbian Nuns Suck Me Dry" ed "Hell Descent"; chiude l'opera un bel remix della title-track firmato X-Fusion, come da copione perfetto per i club. Pur non toccando le vette del genere, gli Alien Vampires riescono nuovamente a non mostrare mai la corda (e su di una lunghezza prossima agli 80 minuti non è poca cosa), sfoggiando un songwriting solido e compatto la cui efficacia permette di sorvolare sulla mancanza di grandi varianti. Se a ciò aggiungiamo il fatto che questo manipolo di depravati provocatori (foto e titoli parlano chiaro in tal senso!) è riuscito a costruirsi in breve tempo un sound sufficientemente personale, dopo degli esordi non troppo incoraggianti, non possiamo che plaudire ai risultati ottenuti, caldeggiando anche stavolta l'ascolto della loro furiosa proposta artistica.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/alienvampires666