04-05-2009
KOOLMORF WIDESEN
"Melodies Fork Now"
(Eves)
Time: (45:43)
Rating : 7.5
Dopo un primo album eponimo edito dalla ECG nel 2007, torna sulle scene il progetto di Leonardo Barbadoro, stavolta sotto l'egida della Eves. Il musicista fiorentino, dopo due anni di intensa attività live (anche e soprattutto all'estero) e di composizione, torna con un lavoro più maturo e completo, orientato verso sonorità jungle, break-core, electro-acid e dubstep, come lo stesso artista tiene a precisare nelle note ufficiali. Il follow-up si apre con i frenetici ritmi jungle di "My Arms Bend Back", e c'è appena il tempo per rifiatare prima che arrivi il primo picco dell'opera in esame: "The Bind Beam Fuck" mette da parte la frenesia rivelandosi comunque piacevolmente ritmata, ed alterna magistralmente passaggi più atmosferici ad altri di matrice industrial altamente abrasivi. Circoscrivere un songwriting come quello di Leonardo sotto la dicitura IDM, nonostante i molti possibili sbocchi ed i confini 'ampliabili' del filone stesso, suonerebbe in un certo qual modo riduttivo, tante sono le influenze attraverso le quali spazia il Nostro: lo testimoniano gli squisiti momenti basati sul piano come "Zuoel If Pick", "Oh! Scorn Krunds" e le conclusive "Fakir Pool Moon" e "Candlestick", ma i tasti d'avorio, uniti al violino dell'ospite Andrea L. Cito (riconfermato dopo l'apporto fornito al debut), si rivelano assoluti protagonisti anche nella gemma melodica "A Liar Saw It Tony + A Trial Swan I Toy". L'archetto di Andrea conduce le danze anche nell'ottimo frangente "Doppelgänger", appena velato di leggera elettronica, mentre le influenze electro-acid fanno capolino soprattutto nella piacevole "The Cowboy"; la jungle più frenetica trova però diversi spazi nell'opera in questione, facendo la voce grossa anche nelle strabordanti "K21" e "7 Rockets", vere vette d'intensità dell'intero lotto. Come giustamente recitano le note ufficiali, si tratta di un lavoro ricco di influenze, contaminazioni e sperimentazione, e non possiamo che trovarci d'accordo con queste parole, sottolineando la bontà di un'opera compatta pur nel suo essere variegata, segno di una maturità artistica invidiabile che si somma a dei suoni davvero notevoli ed alla grande abilità in fase di arrangiamento. E fa piacere sapere che gli artisti validi e capaci in un settore difficile, dove la sperimentazione è spesso pretestuosa e fine a sé stessa, li abbiamo in casa, senza bisogno di guardare sempre all'estero: prendete nota e ponetevi fiduciosi all'ascolto della musica di Koolmorf Widesen.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/koolmorfwidesen