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Room 108

26-04-2009

YUMMA-RE

"Eden"

Cover YUMMA-RE

(My Kingdom Music/Masterpiece)

Time: (40:33)

Rating : 7

Con 13 anni di carriera, non sono certo poche le band che si trovano alle spalle magari già un 'best of' nella propria discografia. Ma per diverse realtà italiche non stupisce di certo l'idea di un esordio sulla lunga distanza così tardivo. Infatti gli Yumma-re sono già forti di una lunga gavetta per i palchi e stazioni radio di buona parte della penisola. Giunto dopo una elaborazione di ben 4 anni, questo disco rappresenta la fantasia creativa dei fratelli Nobile, approdati su quella My Kingdom Music già nota per la propria politica musicale 'open-minded'. Metaforicamente parlando, il disco potrebbe somigliare ad un dipinto espressionista. Carico, trasudante, di colore vivo. Nel pieno senso del termine. Infatti, nonostante lo scheletro e le venature ritmiche in stile trip hop (unico pezzo in cui prevalgono appieno le trame oscure è "Farewell In Blue"), la band nasconde un'anima di avvolgente groove esotico lasciando un gusto lisergico nelle proprie trame, che sembrano addentrarci in vere e proprie foreste sonore raggamuffin ("Kiss Of Ashes"), con melodie a spirale sotto l'incessante pulsione di un dub bass. Le vocals sono bagnate di un sensuale riverbero nella maggior parte dei casi, con tastiere che danno spazio ad uno space-rock tenue da trip, che raggiunge la sua massima ispirazione nei brani centrali del disco ("The Shallow Sea" e "Letters From A Coffin"), ove la sezione ritmica si fa terribilmente incalzante e ossessiva nel suo fare sempre languido e accogliente. Bagliori di varie sfumature - dovute probabilmente anche al lasso di tempo delle loro session - che passano anche per gli U2 degli sperimentali anni '90 e il lato più delicatamente soul dei Massive Attack, con l'ausilio persino di una tromba che evidenzia l'ottima produzione in un contesto decisamente ricco di strumenti, che restano a danzare senza ostacolarsi in nessun momento. Mai paghi di una libertà che, però, finisce per diventare paradossalmente prigione verso la fine del disco, lasciato ad un trittico di brani (nonostante la citazione al grande Battiato) decisamente più votati verso quell'ambient legata a soluzioni in feedback che, dopo diversi ascolti, incrina un po' la longevità di un prodotto che, comunque, si svela come un ottima oasi di pentagrammi su cui atterrare con udito attento e preoccupazioni sfrattate.

Federico Francesco Falco

 

http://www.myspace.com/yummare

http://www.mykingdommusic.net/