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Room 108

02-02-2009

MAV

"Enter"

Cover MAV

(Zorch Factory Records)

Time: (44:43)

Rating : 6.5

Parafrasando Guccini e il suo percorso dalla via Emilia al West, la sintesi dei Nostri potrebbe nascere sotto l'egida del motto "dalla via Emilia al goth". Tra Modena e Bologna i quattro s'incontrano, complice un quotidiano ed un annuncio inserito da Deneb, bassista e voce dei Mav con una vita parallela nel progetto Anima Virus. Legati dalla comune passione per la wave più o meno oscura, iniziano così il lavoro di progettazione del suono, collettivo e non influenzato da un leader ben preciso. Ciò si fa sentire nel computo del dischetto, sicuramente variegato ma a volte slegato. È pur sempre l'opera prima di una band nuova, che cerca la propria identità con coraggio e passione: la tecnica musicale non difetta loro e la buona liricità dei testi denota un senso poetico essenziale nell'esprimere, in modo possibilmente non banale, concetti che appartengono alla quotidianità come amore, morte, illusione. La caratteristica sonora dei MAV è la base elettronica, forte ossatura del sound, in cui drum-machine e basso compongono macchinazioni ben delineate in chiave quasi sempre coldwave; il richiamo ai Frozen Autumn (per non uscire dal Paese) è di rigore. In ciò si affiancano, come elemento distintivo, agli Infieri, per questi ed altri motivi recentemente elogiati su queste pagine. In "Crepuscolo Della Coscienza", in particolare, si evidenzia la volontà di rimanere sui connotati dell'estetica musicale fredda e distaccata, seppur propensa a voler infondere velleità dance; oltre a Deneb ed ai suoi giri di basso con vocalizzi ben intonati, i riff di chitarra avanzati da Federico (dal 'curiano' nick Faith) si frappongono alla struttura principale del synth, vivacemente suonato da Francesco con più soluzioni anche all'interno del medesimo concetto, mentre le percussioni di Biagio (ottime in questo contesto) infondono ulteriore spessore al suono nelle prerogative prima esposte. L'Emilia degli anni che furono viveva questi suoni con una band di Ferrara chiamata Camera, che si è però persa negli antri di troppe memorie, e sarebbe interessante un lavoro di ricerca in tal senso per riportare al quotidiano quei 'vecchi' suoni. Se così tante band odierne ancora li riscoprono ed elaborano, non si tratta di un'operazione in 'stile Jurassic-Park', ma semmai della volontà di dare spessore ad un suono che ha sempre tanti estimatori, anche tra chi non ha la carta d'identità usurata. Tornando al disco, se il sound prevalente è così ben espresso nella sopraccitata "Crepuscolo...", il piacere dell'ascolto si manifesta nell'apprezzare la personale rivisitazione di "The Kiss", cover dei Cure riproposta con pathos lento ed ossessivo, come lo fu "The Top" nelle sublimi paranoie di Robert Smith prima del declino. Chiude il lavoro "Diane's Dream", malinconica nel suo incedere delicato e strumentale. L'uso della lingua italiana è predominante, tranne solamente che nell'opener "Akynetic", cantata in inglese. Un debutto comunque positivo per una band ancora in parte vittima/preda di entusiasmi e istinti: andrà tutto convogliato in una progettazione più analitica del timbro sonoro. La pecca più grande? L'artwork: anche se non c'è un margine di budget tale da permettere l'impiego di un grafico affermato, un minimo di uso di photoshop servirebbe a catturare l'attenzione di chi, con il colpo d'occhio della copertina, decide poi di andare oltre e cercare il suono... nostro malgrado, siamo pur sempre nell'era dell'immagine.

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/bandmav

http://www.zorchfactoryrecords.com/