06-03-2007
DISMAL
"Miele Dal Salice"
(DreamCell 11/Audioglobe)
Time: (45:37)
Rating : 9
Se vale la regola non scritta per cui, nella maggior parte dei casi, un gruppo raggiunge la vera maturità artistica col terzo album, allora "Miele Dal Salice" - che è per l'appunto il terzo lavoro sulla lunga distanza dei piemontesi Dismal - ne è una delle più veritiere dimostrazioni pratiche. Bradac ed Afelio, fondatori del progetto, hanno saputo limare progressivamente ed efficacemente il proprio sound, smussando quegli spigoli e quei barocchismi di stampo gothic metal che erano ancora presenti nel precedente "Rubino Liquido" (del 2003) e che ne limitavano la riuscita complessiva, e siamo certi che l'ingresso in formazione della capace Rossana Landi (cantante professionista d'estrazione jazz, in vero molto dotata) sia stato un evento fondamentale per la 'rinascita artistica' della band. Con al loro fianco un'artista così abile ed estrosa (capace di esprimersi perfettamente anche col francese e col tedesco), i Dismal si sono potuti liberare definitivamente di quei limiti che finivano per imprigionarli in un contesto sin troppo definito, giungendo così ad un suono multiforme ma assolutamente coeso, impossibile da riassumere con una sterile e semplicistica etichetta. Mai come oggi il songwriting del gruppo era stato così vario ed ampio, ed in tal senso si è rivelato fondamentale il maggior uso dell'elettronica a tutti i livelli: a fianco dei trademarks che hanno cementato il suono-Dismal (su tutti l'inconfondibile verve malinconico/fiabesca del tastierista Bradac) troviamo un caleidoscopio di suoni che spaziano dalla musica indiana al trip-hop, passando per deliziosi passaggi chillout e possenti incursioni neoclassiche (doverosamente supportate da un violino sempre efficace), senza dimenticare qualche frangente più solido, evidenziato da una rocciosa chitarra opportunamente dosata col contagocce (che, rispetto al passato, svolge oggi una funzione di certo meno preponderante, ma sicuramente più calzante). Le atmosfere sognanti dei Dismal trovano la propria ragion d'essere tanto nelle fluide e multiformi trame musicali quanto nel lirismo poetico del quale sono intrisi i testi (per i quali stavolta è stato usato soprattutto l'italiano), che dipingono un mondo dove la Bellezza non è ancora stata soppiantata dalla quotidianità e dove i sentimenti sono ancora il fulcro attorno al quale ruota ogni cosa. I Dismal non hanno completamene rinunciato a quei barocchismi che ne hanno contraddistinto il sound in precedenza, ma sono riusciti nel difficile compito di sfruttarli al meglio, evitando accuratamente certi eccessi tecnici che in passato compromettevano l'effettiva riuscita dei singoli brani. Dal mantra iniziale "La Conversione Di Shani", che richiama l'India attraverso l'uso di sitar e percussioni, sino alla gemma conclusiva "Mandiàla", che avvolge col suo crescendo ed inquieta coi suoi teatrali sussurri, passando per l'eclettismo di "Mélisse", la solidità della solenne "Polvere D'Ireos", il toccante strumentale "Lana" (brevissimo, ma di rara emotività), il walzer onirico di "Shiva Li Néve", la spettrale "Niveàre" e la stupenda "Anima Sciolta" (con una grande prova di Rossana, che qui si esprime su livelli altissimi), vi sarà impossibile non lasciarvi sedurre dalla magnificenza di un lavoro così ispirato, intenso, ammaliante ed unico: un autentico incanto di musica e parole che parla il linguaggio universale dei sentimenti, da assaporare goccia dopo goccia.
Roberto Alessandro Filippozzi