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Room 104

14-09-2013

SINE ARMISTITIO

TRIARII + L'Effet C'Est Moi + TSIDMZ + Corazzata Valdemone

Cover SINE ARMISTITIO

07/09/2013, The Theatre, Rozzano (MI)

di Roberto Alessandro Filippozzi

foto Max Firinu

Preceduto da spiacevoli beghe organizzative (sulle quali non ci pronunciamo, non conoscendo fino in fondo i termini della questione), l'atteso evento martial-industrial "Sine Armistitio" è infine andato in porto, pur tra mille difficoltà, ed una nostra delegazione non poteva certo farsi sfuggire la prima volta italiana per l'act di punta della scena europea, Triarii, supportato per l'occasione da tre nomi di spicco del sempre pulsante panorama italiano.

Ad aprire le danze, poco prima delle 22, troviamo CORAZZATA VALDEMONE, solo-project guidato dal siciliano Gabriele Fagnani, orientato verso sonorità più prettamente industriali. Col suo consueto look totalitario e l'adeguato corredo di videoproiezioni battagliere del secolo scorso, Gabriele dà vita ad una performance particolarmente austera che mette da parte l'ironia dietro alle forti provocazioni dei titoli e degli artwork del suo progetto, dove il rumore viene modulato in maniera ordinata ed efficace fra sporadiche comparsate vocali. Il set è breve ma non manca di strappare consensi fra i presenti (molti meno di quelli contati lo scorso inverno per il concerto che vedeva come headliner Death In June, purtroppo), ed alla fine l'impressione è quella di un act ormai maturo e sicuro dei propri mezzi, anche nella dimensione live.

Dopo un rapido cambio di palco (felice costante in tutta la serata a seguito di ogni esibizione, assieme ad una resa audio tutto sommato dignitosa) tocca al sempre più quotato act parmense TSIDMZ, guidato come di consueto dal mastermind Solimano. Rispetto ad un'esibizione dell'anno precedente, inserita in un contesto più propriamente industrial, tutto ciò che ruota attorno alla performance di ThuleSehnsucht In Der MaschinenZeit pare essere approdato al livello successivo: migliori i suoni (in bilico fra marzialità, elettronica, industrial e suggestioni etniche), la presenza scenica del Nostro (coadiuvato dall'affascinante Stefania Domizia, già nota per aver collaborato con gli Strydwolf) e l'apporto dei fondamentali visuals, che vertono con forza sull'appartenenza Eurasiatica del progetto (quell'Eurasian Artists Association che sta facendo proseliti nella scena martial-industrial), sui concetti sociopolitici che sono alla base di questa neonata unione e su quel cancro chiamato sionismo, che attraverso la 'creazione' di Israele ha martoriato la Palestina e distrutto gli equilibri del mondo mediorientale (e non solo). Una performance intensa e ricca di spunti che trova il suo culmine nel travolgente finale, in cui, oltre a Stefania, salgono sul palco per accompagnare Solimano anche Gabriele della Corazzata Valdemone (alla voce) ed Emanuele Buresta (L'Effet C'Est Moi) col suo batterista (entrambi alle percussioni). Un progetto in forte crescita che sta meritatamente destando interesse fra le etichette di settore e mettendo in cascina collaborazioni di peso.

L'ultimo act italiano a calcare il palco stasera è L'EFFET C'EST MOI, progetto fra i più interessanti della scena, guidato come sempre da Emanuele Buresta, artista proveniente da Recanati. Accompagnato sul palco da un batterista, da un chitarrista/bassista e da una particolarmente brava flautista, Emanuele (alle tastiere) sposta la marzialità del suono verso coordinate più tradizionali e antiche, intrise di un pathos secolare che si distacca dalle suggestioni belliche tipiche della scena. Tecnicamente parlando si tratta della performance più organica della serata, dove a svettare è la prova della brava flautista, mentre il drumming macina ritmiche accese che tengono alta l'intensità. A livello stilistico la scaletta si presenta piuttosto uniforme ed omogenea, ma la band riesce a mantenere vivo il coinvolgimento del pubblico grazie alle proprie capacità esecutive, ed alla fine strappa i meritati applausi.

Passata da poco la mezzanotte, arriva finalmente il turno dell'atteso headliner della serata: il solo-project tedesco TRIARII, massima espressione attuale del suono marziale in termini di raffinatezza, qualità e popolarità raggiunta. Il leader indiscusso Christian Erdmann si presenta sul palco assieme ad un percussionista, dividendosi fra l'ampio spazio che i brani riservano alla voce e qualche comparsata alle percussioni, onde rafforzare l'impeto dei colpi ritmici del collega. Le basi sono registrate ed i visuals in vero molto belli e suggestivi, perfetti per supportare le atmosfere evocate dalle splendide canzoni dell'act teutonico, ma l'impressione netta è che lo stesso Christian non sia particolarmente coinvolto dalla sua stessa performance, che appare fredda e distaccata come le sue algide spoken words. Non sapremmo dirvi se sia stato per via dei problemi organizzativi di cui sopra, oppure per la non particolarmente cospicua affluenza di pubblico, fatto sta che l'intero show (durato meno di un'ora) è stato tenuto in piedi quasi esclusivamente dalla bellezza intrinseca di canzoni come "Emperor Of The Sun", "Iron Fields", "Europa", "Ode To The Sun", "Heldentod", "Overkill", Roses 4 Rome", "Heaven & Hell" e "Mother Of Pain". Va bene che questo non è pop e nemmeno rock'n'roll, ma i favori del pubblico vanno comunque conquistati, magari evitando di stizzirsi se qualcuno fra il pubblico fa il saluto romano nell'accezione di duemila anni fa (non 70...), visto che proprio sulla gloria dell'Impero Romano il progetto di Herr Erdmann ha costruito le sue fortune e, soprattutto, visto che nel suo Paese neanche lo lasciano suonare dal vivo, grazie a quei paciosi 'antifa' che puntualmente vanno a minacciare i 'coraggiosissimi' borgomastri della città di turno... Da noi certa gentucola ha almeno il buon gusto di non vedere in un concerto dalle dimensioni ridotte la potenziale scintilla di rinascita del Terzo Reich, e il pubblico di questa sera, per quanto numericamente non imponente, meritava di più.

Conviene dunque, sulla strada del ritorno da un evento comunque riuscito, pensare a cose più allegre, come i piacevoli incontri coi diversi musicisti presenti fra il pubblico (i Porta Vittoria, J Orphic, Digamma Cottage, Manuel della Camerata Mediolanense...) ed il simpatico, geniale gadget targato Corazzata Valdemone: delle bandierine ad hoc che hanno letteralmente rallegrato la serata, a testimonianza di come, anche in una scena seriosa e satura di contenuti forti come quella martial-industrial, ci vuole una risata di tanto in tanto... se non altro, per lo sforzo di non soccombere!