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Room 108

11-09-2010

ATARAXIA

Musica dei giardini

Cover ATARAXIA

Villa Sorra, località Gaggio in Piano (Castelfranco Emilia), 24/07/2010

di Nicola Tenani

foto Valentina Bonisoli

SETLIST:

The Bay Is White On Silent Night
Aperlae
Oduarpa
Astimelusa
Elevazione
Etretat
May She Become
Ophélie
Kremasta Nera
Envyssien
Le Ore Rosa Di Mazenderan
Llyr

bis:

May She Become

Quando Francesca iniziò il canto le gazze intorno a noi, nel folto del bosco, iniziarono insieme a lei, e pensando alle deità celtiche, la gazza è una manifestazione di Morrigan, Dea combattiva e femminile: un auspicio, nulla da dire. Francesca Nicoli e Vittorio Vandelli, soli in acustico all'interno di un contesto semplicemente meraviglioso, e per un'ora la seduzione è stata bonariamente condotta dalla location insieme agli artisti, alla loro musica. Intorno a noi Villa Sorra, perché lentamente, mentre ne visiti il parco, essa ti si chiude intorno, ti soffoca deliziosamente come il romantico abbraccio di un amato, protettiva nel suo fascino esoterico. Il pomeriggio inizia con la visita, condotta da Elisabeth Mantovani (La Rose Noire), per capire meglio questo parco, la sua geomanzia, iniziando dall'Orangerie (sembra ieri, ma sono trascorsi cinque anni quando davanti a questo stupendo padiglione liberty si esibì Sieben) per poi omaggiare la statua beffarda di un fauno, la fontana e la sua entità femminile e silvana, fino all'ingresso del bosco. Stupende le rovine gotiche, il padiglione dei leziosi incontri, ma su tutto le piante. Tassi, edere, querce: le essenze arboree care agli antichi con il loro spirito irradiano il visitatore che vi s'addentra, energie preziose che come sempre la Natura dona agli umani, anche se non sempre sappiamo o vogliamo aprire i nostri recettori. Visita che continua fino al lago ed alle sue ninfee dal potente fascino estetico e dal potere di riunire il cielo con la terra affondando nell'acqua, e dal bel fiore con i petali di fiamma. Una pianta che in sé esprime i quattro elementi uniti, e trovandovi un nesso implicito riecco "Llyr", riecco gli Ataraxia: Francesca e Vittorio soli, ma sempre e comunque gli Ataraxia nel sito che rappresenta le terme nel giardino romantico di Villa Sorra. Tra i canti delle gazze o di qualche isolata tortora, nel piccolo spiazzo cementato delle terme inizia lo show con le plettrate di Vandelli sulle corde, Francesca che regge un tomo con i testi delle canzoni da interpretare, poi la voce: lieve, sempre lieve, note alte ma non forzate. In assenza di microfono, in silenzio, bisogna arrivare a quelle note che non escono da una soprano belcantista dell'ottocento, ma da una dama rinascimentale dal canto barocco. Tutto inizia con "The Bay Is White On Silent Night", tratta dal solo-project (se non altro per 'gestione' tecnica e mentale) di Vittorio sfociato nel bellissimo full-length "A Day Of Warm Rain In Heaven", una delle migliori certezze del 2004, ma durante questo piccolo viaggio acustico si torna indietro insieme al duo fino al 1994, anno in cui "Elevazione" era perla nello scrigno (uno dei tanti discografici) "Simphonia Sine Nomine". "Le Ore Rosa di Mazenderan", da "Il Fantasma Dell'Opera", è perfetta nel suo accordo iniziale di chitarra per essere portata dalle sei corde alle labbra di Francesca, e rimane stupenda anche senza le indimenticabili, pompose tastiere di Giovanni Pagliari. "Oduarpa" rappresenta "Lost Atlantis", "Kremasta Nera" si manifesta con la title-track e così vale anche per "Llyr", che oltre al brano che titola il disco ha visto anche "Envyssien" rivivere tra Vittorio e quel perfetto cambio di accordo che ne determina lo splendore, accogliendo non solo la voce di Madame Francesca, ma anche il flauto. Nel mezzo del piccolo show anche una nuova canzone: di nuovo un pezzo di un futuro già in costruzione, la garbata (in questa veste acustica) "May She Become". Alla fine è trascorsa un'ora, ma il tempo è sospeso nella sua metafisica: Villa Sorra, Vittorio Vandelli e Francesca Nicoli si chiamano fuori dalla tridimensionalità lineare del quotidiano, e salutando il sole che tramonta regalandoci gli ultimi giochi di luce sull'acqua del laghetto, torniamo alla realtà contenti che per una volta ancora, tendendo le nostre percezioni alla musica degli Ataraxia, insieme a loro ci siamo sentiti di nuovo speciali.