28-07-2009
LIA FAIL
Bologna, Cà De Mandorli
17/07/2009
di Nicola Tenani
foto Valentina Bonisoli
Setlist LIA FAIL:
Wake Of The Wolf (Sol Invictus cover)
Loney Anguish
Restess Eyes
A Soldier Delays
In This Square
Leipzig
Like Star
New Dimension
Just A Breath
Lost In The Wind
Geordie (Traditional sec. XV)
Stop Crying
Una sede anomala ed esteriormente fuori dai circuiti underground, Cà De Mandorli, famosa location storica dell'indie e metal bolognese; nel proporre i LIA FAIL riporta il concetto di 'apertura mentale' al suo originale e prerogativo volere: dare opportunità non solo alle tendenze del momento, che a Bologna sono garage, funky e suoni heavy. Nico Solito e la sua band, dopo il momento in cui hanno dovuto ricostruirsi in seguito alla divisione del proprio percorso artistico (ne abbiamo ampiamente parlato in sede di recensione dell'EP "Leipzig"), stanno raccogliendo i frutti del loro lavoro comparendo in molte piccole location della propria zona. È sempre fondamentale per una band radicarsi nel territorio, creare il proprio bacino di estimatori, alternandosi con le esibizioni estemporanee in altre città. Nel tempo questa condotta darà ai cinque membri la soddisfazione di uscire da circuiti stereotipati, creandosi un pubblico alternativo a chi presenzia solo perché 'deve'. Difatti la latitanza in questo senso del pubblico bolognese 'dark' è oramai preoccupante su tutti i fronti; nel caso venga a mancare il dj di richiamo, la musica dal vivo diventa superflua. Noi che invece crediamo nel fondamentale ruolo del musicista sul palco, polemica (o rassegnazione?) a parte, ci consoliamo nel vedere persone 'normali' intorno al palco, ma entusiaste della musica che i Lia Fail hanno proposto: si ricomincia anche da qui... Il passato ed il futuro nell'ora di esibizione ed il destino delle nuove tracce sono estremamente interessanti: ora i Nostri devono assolutamente concretizzare la loro evoluzione, la loro crescita e la ricerca di equilibri a volte difficili da trovare in un album intero. "Leipzig" ha raccolto vari pareri favorevoli anche tra le nostre pagine, ma ascoltando attentamente gli inediti proposti, il passato lentamente deve lasciare posto a questa ottima versione della loro musica, distante da quel neofolk che non convinceva del tutto forse per primi i componenti stessi. Background culturale diverso, che però si affina in un dark-sound esaltato dalla tecnica al basso di Nico Solito e dalla batteria di Giuseppe Sansolino, sincopata ed ossessiva come nei primi lavori dei Cure, da "Three Imaginary Boys" fino a "Faith". Il fatto che al microfono si alternino una voce femminile, Elisa Norelli, ed una maschile, Andrea Carboni, non suscita il ricordo dell'ennesimo Smith-clone, ed anzi, in "A Soldier Delays" e "New Dimension" proprio le due voci 'infiammano' il suono, determinandone il fascino che la wave scura esercita da sempre. E se ciò non bastasse, il flauto in cui Andrea 'soffia' con delicata tecnica crea quel piccolo alone di personalità costruita nel lavoro quotidiano. In tutto ciò il neo è la chitarra di Edoardo Franco, perfetta nella sua seduzione 'acustica' quando i Lia Fail prospettano la loro anima neofolk, ma con perdite di personalità nei brani nuovi, morendo tra gli accordi di basso della tecnica sopraffina di Nico e delle percussioni, sempre ritmate e presenti nel sound. In questo caso la sei corde elettrica chiuderebbe un ottimo cerchio in costruzione, e sempre con Edoardo ed il suo plettro immagino un suono più completo. Idealizzo una "Just A Breath", ennesimo momento inedito proposto nel live con questa 'aggiustatura' di line-up, e mi stuzzica il pensiero di Lia Fail protagonisti in casa Italia di una 'renaissance' darkwave esponenziale in Europa, e non solo, ancora debole sul nostro suolo. Mi sono volutamente dilungato su questa fase del live perché il fascino di vedere la trasformazione minuziosa e costante di una band fa capire quanto fragili siano le simmetrie tra cinque musicisti. Tra le dodici song della serata, più momenti hanno colpito i presenti: aggressivo e virtuoso il basso nella cover dei Sol Invictus "Wake Of The Wolf", Nico è quasi 'fisico' nel suo rapporto con le quattro corde, tendenzialmente sempre su ottimi toni le due voci, semi-lirica Elisa, baritonale Andrea, giocando 'amorosamente' tra loro nei momenti in cui coesistono insieme; Andrea dovrebbe sfruttare la sua ottima tecnica per perseguire toni non impostati, lasciandosi andare al di là del proprio studio: un Veljanov 'locale' che ha però le carte in regola per potere esplorare anche territori emotivi. Una serata, quindi, di ottimi spunti che cercano conferme future; non me ne voglia il buon Edoardo, le mie affettuose critiche saranno un sicuro sprone verso quel suono che stanno con forza cercando in loro stessi, pretendendo che ogni singolo reparto strumentale sia inserito e valorizzato al meglio, ed in questo caso il vigore elettrico di una sei corde aumenterebbe il pregio dell'insieme.