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16-06-2008
GODYVA
Intimità planetaria
di Marco Belafatti
I Godyva si sono segnalati alla nostra attenzione grazie a "Planetarium", un album piacevole ed interessante in grado di sintetizzare brillantemente tutte le caratteristiche peculiari del gothic metal del nuovo millennio: eleganza, sensualità, passione ed intimità. Lontani dal proporsi al pubblico come l'ennesimo clone di una scena portata avanti dai soliti 'grandi nomi' e spesso avara di proposte realmente originali, i Nostri si incammino a testa alta sulla strada per il successo, forti della grande vitalità che anima l'intero gruppo e della carica di una frontwoman che sa il fatto suo. Darkroom Magazine ha deciso di incontrare Lady Godyva e Botys Beezart, rispettivamente voce e tastiere della band barese, per conoscere meglio questo astro nascente del panorama oscuro italiano. Lasciamo dunque la parola a questi simpatici e disponibili musicisti...
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Attorno alla figura di Lady Godiva, nobildonna inglese che attraversò a cavallo e completamente nuda la città di Conventry, ruota una leggenda che assume connotati erotici e nazionalpopolari (essa è diventata nei secoli una sorta di mascotte delle facoltà di ingegneria britanniche, ed esiste perfino una processione annuale che rammenta la sua famosa escursione a cavallo in favore del popolo). Il vostro nome ha a che fare con questo personaggio? Cosa vi ha affascinato dell'intera storia, spingendovi a scegliere questo monicker per la vostra band?
Lady Godyva: "Certamente, il nostro monicker è legato alla leggenda della bella Contessa che cavalcò nuda per le strade di Coventry per ottenere la soppressione di ulteriori tasse e tributi, sempre più alti, che il conte Leofric (suo marito) imponeva al suo popolo. Che lei abbia cavalcato nuda dei suoi vestiti o dei suoi gioielli, che sia storia o leggenda, il conte ha comunque sfidato una donna che ha dimostrato di avere carattere, una donna emancipata, che non si è fatta intimidire dall'idea del proprio corpo nudo alla portata degli occhi di tutti. Un atto da parte di una nobildonna decisamente eroico, sfacciato e coraggioso per l'epoca: questo è quello che mi ha sempre affascinato, io avrei fatto lo stesso... Non temo la mia natura, non ho paura del mio corpo e della mia sessualità, anzi, sono aspetti che vivo con molta naturalezza. In secondo luogo ho un amore e devozione per l'arte erotica in generale, dall'arte figurativa (pittura, scultura, fumetto) all'arte letteraria, e credo che Lady Godiva ne sia diventata, ormai da secoli, l'icona rappresentativa. Tengo a precisare che la 'i' del nostro monicker, e del mio nome di conseguenza, è stata sostituita dalla 'y': questo perché volevo recuperare la lettera presente nel suo nome anglosassone di origine, ovvero Godgyfu (che significa 'regalo di dio'), e anche per differenziarci un po' da colleghi italiani e svizzeri... anche se la differenza già c'è... siamo l'unica band con questo nome che è capitanata da una 'cantantessa', decisamente più appropriato, no (ride, nda)?"
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Ripercorriamo ora le origini e la storia della vostra formazione. Come sono nati i Godyva e quali sono le passioni, musicali ed extramusicali, che accomunano i vari membri del gruppo?
Lady Godyva: "I Godyva sono nati nel 2000 da un progetto messo su inizialmente da me e da Nick; successivamente si sono uniti a noi Enyo e Frahn, e all'epoca avevamo un tastierista provvisorio. Nel 2001 entra in squadra Botys e da quel momento iniziamo a giocare seriamente, infatti nel 2002 registriamo 'Advent', il nostro primo demo autoprodotto che ci permette nel 2005 di conoscere la Razar Ice Records e di firmare un contratto per due album. Nel 2006 vede la luce 'In Good And Evil', il primo full-lenght dei Godyva, e ora abbiamo appena fatto nascere 'Planetarium', il nostro secondo album, di cui andiamo orgogliosissimi. L'unica passione che ci accomuna è la musica, ma siamo tutti amici, quindi capita di condividere anche l'amore per la birra e le grigliate di carne (ride, nda)."
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'Intimate Gothic Metal' è l'etichetta con la quale avete presentato la vostra musica al pubblico in occasione dell'uscita del vostro primo disco, "In Good And Evil". Vi ritrovate ancora in questa definizione? Cosa significa per voi suonare una musica dai caratteri intimisti?
Lady Godyva: "Ci siamo impiantati addosso questa etichetta come un microchip e la inseriamo ovunque ci risulta possibile. Su 'In Good and Evil' la canzone 'Intimate' dice tutto, da quando abbiamo composto quel brano ci siamo impartiti un modus operandi obbligatorio nella composizione, nello stile, nell'humus emotivo che dobbiamo respirare in ogni brano. Le nostre song parlano molto di noi e delle nostre esperienze personali, anche quelle più intime: la musica, i testi, il sound, tutto parla di noi... intimamente. Intimista è la musica che arriva al cuore, che, con semplici accordi e senza mille parti di chitarra e tastiera, arriva al punto mirato, nel profondo di ognuno di noi, e ci accomuna."
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In qualche maniera, dichiarate di far parte di quel vasto e sfaccettato filone musicale chiamato gothic metal, uno dei generi musicali spesso più bistrattati dalla critica specializzata che invece, dall'altra parte, riceve consensi di pubblico sempre più ampi. Come vi spiegate questa particolare situazione?
Botys Beezart: "Critica specializzata? Beh, oramai nelle riviste e nelle webzine i critici specializzati e professionali sono in tutto il 2%!!! Spesso webzine e magazine si ritrovano a dover recensire dischi anche se non hanno una rosa di giornalisti che possa recensire tutto il metal nelle sue varie sfaccettature. Questo è una delle motivazioni primarie per cui il gothic metal con vocalist femminile è bistrattato! Per l'esattezza, questo genere è MAL RECENSITO! È anche vero che ci sono delle band giovani che magari non ci mettono proprio nessuna personalità, ma è comprensibile perché, essendo nuove formazioni, si lasciano ispirare dai loro miti musicali, però questo avviene per tutti i generi. Definire il panorama gothic metal in questione un panorama piatto è un sacrilegio! Dire questo significa non essere attenti alla scena e non ascoltare in genere: io potrei dire lo stesso del power, del death, dell'hard rock, dell'heavy eccetera... Per me i gruppi che suonano quei generi risultano tutti UGUALI! Ma certamente non mi definisco un 'true metaller', e non mi permetto addirittura di fingermi un giornalista."
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So che vi chiedo qualcosa di complicato, ma mi piacerebbe che delineaste una parabola dell'intero genere musicale. È interessante vedere quali sono i differenti approcci al gothic metal da parte dei musicisti intervistati e confrontare tra di loro le diverse opinioni in merito alla questione...
Lady Godyva: "Una parabola? Ne conosco solo una ed è quella del figliol prodigo, te la racconto (ride, nda)? Noi ci siamo avvicinati a questo genere non per una volontà ben definita, abbiamo incominciato a suonare allo stesso tempo rock, dark e metal: ci piacevano i Rammstein e i Cocteau Twins, i Korn e i Dead Can Dance, i Depeche Mode e i Paradise Lost e arrangiavamo i pezzi un po' in un modo, un po' in un altro, ma mai abbiamo pensato di unirli, non ce l'avremmo mai fatta. Tutto poi è nato lentamente, con la maturità conquistata negli anni, e con l'esperienza musicale sui palchi e in studio abbiamo compreso quale fosse la nostra strada, quali erano i territori musicali da esplorare e quali quelli da tralasciare. Devo dire che è davvero una domanda difficile, perché non è stato nulla di costruito, anzi, è venuto in maniera spontanea, e quindi non saprei davvero da dove incominciare. Forse è stato come il grande caos, come il big bang... chi lo sa..."
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Anche voi, come parecchi altri vostri colleghi, avrete probabilmente risentito delle scarse possibilità offerte dalla scena musicale nazionale, che privilegia soltanto i 'grandi nomi' e relega tutti gli artisti emergenti ad una posizione marginale, salvo alcune rare eccezioni. L'Italia, purtroppo, è un paese nel quale la musica oscura ha sempre fatto fatica a trovare dei seri appoggi, soprattutto a livello di organizzazione: i dati, in questo senso, parlano chiaro. Quanta strada deve ancora essere percorsa per portare la scena ad un livello qualitativo perlomeno accettabile nel nostro paese?
Botys Beezart: "La scena metal in genere in Italia è una scena PILOTATA! La gente ascolta quello che riesce a reperire online, nei negozi o tramite alcuni programmi in radio; l'Italia non ha mai investito sui propri grandi nomi del metal, perché di grandi nomi ce ne sono, e cito alcuni esempi: Lacuna Coil, Necrodeath, Vision Divine, Labyrinth, Novembre, Natron, Sadist... gruppi che l'estero ci invidia, mentre noi invece non li apprezziamo perché abbiamo sempre subito la scena metal internazionale, e nessuna radio in Italia ha mai trasmesso a carattere nazionale un programma metal! Quindi tutti questi grandi nomi nostrani hanno dovuto compiere un percorso faticoso, conquistando prima l'estero per poi essere riconosciuti dai loro connazionali! Col passare degli anni mi sono sempre più reso conto di quanto i 'metallers' italiani siano incantati da band estere con una proposta musicale a dir poco imbarazzante, solo perché le grandi label li hanno presentati come dei nuovi talenti! Una grande label può permettersi una pubblicità mastodontica, ma questo non significa che un gruppo valga davvero. Se i Buggles negli 80's cantavano 'Video Killed The Radio Stars', io nel 2008 dico 'video killed the music'! La musica non si vede, si ascolta! La proposta metal italiana underground è una delle migliori al mondo, l'unico problema è che è 'troppa'! Con l'aumentare delle possibilità di farsi ascoltare, è aumentato ovviamente anche il numero delle band: questo comporta la presenza di gruppi più o meno di talento, più o meno professionali, più o meno convinti... di band più o meno BAND! Anni fa riuscire a registrare un demo era un traguardo eccezionale ed era sintomo della volontà forte della band di far ascoltare la propria musica, di intraprendere un cammino professionale, anche perché la strada che si doveva percorrere, per poi riuscire anche solo minimamente a far arrivare la propria musica da qualche parte, era un strada lunghissima, difficile e tortuosa. Adesso - fortunatamente o sfortunatamente - non è più così, e tutto ciò che ruota attorno alla musica è entrato in un business sfrenato per cui, con l'aumentare dell'offerta musicale, sono nate le 'finte' label e le 'finte' agenzie di promozione (che non fanno altro che NON SELEZIONARE tutta la musica che arriva a voi giornalisti, perché la cosa più importante è intascare i soldi che la band paga pur di avere un minimo di notorietà, anche se magari poi quella band non è ancora professionalmente pronta ad esibirsi nel panorama musicale). Molte altre cose potremmo continuare a dire su questo argomento, ma credo che una sola conti davvero: ITALIANS DO IT BETTER! Questo lo dice tutto il mondo!"
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Passiamo ora agli aspetti peculiari della musica dei Godyva... L'elettronica e gli arrangiamenti orchestrali sono ormai una componente predominante nel vostro sound, e non poteva andare diversamente visto che Botys ha proprio l'aria di essere un 'maghetto' delle tastiere! Sembra che molte band facciano tante peripezie su disco, ricorrendo all'ausilio di spettacolari arrangiamenti orchestrali, perdendo poi parecchio mordente ed impatto durante i concerti, a causa della presenza massiccia di basi orchestrali pre-registrate. Voi come vi ponete da questo punto di vista?
Botys Beezart: "Un maghetto? Ahahahah, sei troppo buono! Nei live noi riproponiamo il nostro sound, fatto di elettronica ed arrangiamenti orchestrali, perché chi ci ascolta ha il diritto di godersi un concerto il più simile possibile al CD acquistato, e se a questo intento può servire l'utilizzo di basi pre-registrate, ben venga! Io personalmente lascio al Cubase il compito di eseguire le parti elettroniche, perché le ritengo parti certo importanti, ma fredde dal punto di vista esecutivo ed emozionale, e quindi suono dal vivo le parti che prediligo in assoluto, ovvero le orchestrazioni d'archi."
"Non temo la mia natura, non ho paura del mio corpo e della mia sessualità, anzi, sono aspetti che vivo con molta naturalezza. Ho un amore e devozione per l'arte erotica in generale, dall'arte figurativa (pittura, scultura, fumetto) all'arte letteraria, e credo che Lady Godiva ne sia diventata, ormai da secoli, l'icona rappresentativa."
(Lady Godyva)
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Un'altra prerogativa della band è senza ombra di dubbio la voce di Lady Godyva, che molti miei colleghi continuano a paragonare a quella di Cristina Scabbia dei Lacuna Coil. Senza badare troppo alle similitudine vocali, ritengo che la vostra cantante sia stata in grado di sviluppare un'interpretazione molto profonda ed un timbro vigoroso e caratteristico: nei vari brani il cambio di registro avviene in maniera spontanea e naturale, e la voce contribuisce in maniera decisiva ad infondere pathos e calore alle melodie ricreate dagli strumenti. Qual è il percorso che ha portato la vostra singer ad ottenere questi ottimi risultati?
Botys Beezart: "Lady Godyva, e adesso parlo da ascoltatore più che da componente della band, ha una voce che mi ha sempre colpito fin da quando poi decisi di entrare a far parte dei Godyva nel 2001. Lei ha la capacità di cambiare range di frequenza e padroneggia livelli di interpretazione molteplici, e questo ti permette di ascoltarla senza mai stancarti, al contrario di molte sue colleghe. Inoltre la sua voce possiede un'altra caratteristica importantissima: è riconoscibile! E di questo ne ho preso pieno atto ascoltando il pezzo che l'ha vista collaborare nell'ultimo disco dei Necrodeath. Lascio a lei la descrizione del suo background musicale."
Lady Godyva: "Parliamo dei Necrodeath sempre con orgoglio e ammirazione perché conosciamo Peso e crediamo che sia davvero una persona umile, un professionista, e che abbia una grande anima. Lavorare con lui per la canzone di chiusura del loro ultimo album 'Draculea' è stato un onore per me. Ritengo sia una stupenda canzone, romantica e decadente a tutti gli effetti, un capolavoro di poesia."
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Lady, quali sono le cantanti che apprezzi maggiormente?
Lady Godyva: "Kate Bush, Lisa Gerrard, Sarah Brightman, Diamanda Galás e la Callas."
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Quale ruolo riveste la componente femminile, musicalmente e visivamente, nella band?
Lady Godyva: "Un ruolo fondamentale direi, come tutti i leader e i frontmen: il fatto che al microfono ci sia donna non significa nulla... Le donne sanno fare bene anche questo, fidati! Un tempo governavano il mondo ed erano considerate esseri divini... tempi che furono (lo dice tra un sospiro ed una risata, nda)!"
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Sulla copertina del vostro ultimo album appare una spettrale silhouette femminile di fronte ad una sorta di tempio, un'immagine ricorrente e spesso abusata nel mondo gotico (ricordate la cover di "Beyond The Veil" dei Tristania?): qual è il suo significato?
Lady Godyva: "Non potevamo parlare di Planetari e non considerare l'opera magnifica del Pantheon romano, dedicato alle sette divinità planetarie. Se ci fai caso, è questo 'l'edificio' sullo sfondo. Certo, l'angelo è più che abusato, ma noi non lo volevamo di fronte, bensì di spalle, col sedere bene in vista, quasi come atto di ripudio nei confronti del pubblico, ma non verso il tempio sacro. L'arte dell'uomo è un continuo cercare di unirsi al concetto di divinità e all'infinito: costruisce, crea, immagina, e l'angelo non fa altro che riportare al terreno un immaginario celeste, irreale, al di là della vita. Ognuno di noi costruisce dentro di se un 'Planetarium' immaginario, per sentirsi meno piccolo, più vicino all'infinito (qualcuno a Dio), ma è pur sempre un artifizio, nulla di concreto e tangibile per noi. Claudio Grilli della Cool Graphics ha fatto un ottimo lavoro in questo senso, e mi ha seguito in ogni idea e pensiero a riguardo. L'intero artwork è concettuale, direi una piccola opera d'arte."
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Cosa ne pensate di questo continuo paragone tra le band italiane emergenti ed i pluripremiati Lacuna Coil?
Botys Beezart: "Questa domanda richiede una triplice risposta: A) è assolutamente naturale e scientifico associare un qualcosa che non si conosce, o si conosce meno, a qualcosa che magari si conosce maggiormente; B) a volte si fanno questi paragoni per una superficialità di fondo di chi non vuole sforzarsi di capire il sound di una band, o forse solo per eccessiva pigrizia nell'ascolto; C) a volte i paragoni in questione si fanno solo per dimostrare quel filo di sapienza che permette alcuni di considerarsi al di sopra degli altri, ridicolizzando e minimizzando il lavoro altrui, nascondendo dietro il paragone una possibilità di FORTE ispirazione, se non proprio di plagio. Personalmente non impazzisco di gioia quando leggo o sento che i Godyva somigliano ad altri, perchè noi facciamo la nostra musica e, confrontando i gruppi con i quali ci paragonano, non trovo nessuna somiglianza; a volte mi sento in dovere di ascoltare le band a cui ci paragonano, che prima di allora non avevo mai sentito neanche nominare! Il nostro background musicale è vasto e non comprende il gothic metal, perché quando la scena gothic metal al femminile stava sempre più prendendo piede, noi tutti già avevamo i nostri riferimenti musicali ben precisi e già suonavamo in altri progetti: questo garantisce l'integrità compositiva dei Godyva. Però, se il riferimento è fatto in maniera sincera e non maliziosa, sono comunque contento, perché significa che la band possiede la maturità e la professionalità di band blasonate."
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Personalmente, non trovo molti punti in comune tra la voce di Lady Godyva e quella della Scabbia; semmai un vago rimando alla band milanese è distinguibile in alcuni passaggi liquidi ed atmosferici dei vostri brani, che rimandano ai loro primi lavori. Cosa ne pensate?
Lady Godyva: "Non credo di avere la stessa voce della Scabbia, anzi, credo che sia molto diversa. Non mi piace essere monotematica, mi piace cambiare e giocare con la mia voce. Lei è una brava cantante ed ha la sua voce, e per quanto io ne sappia (dalle mie ricerche scientifiche) ogni voce ha un proprio DNA, è una cosa unica, come le impronte digitali e l'iride dell'occhio. E quindi sono perfettamente d'accordo con te: semmai dovesse esserci similarità è proprio in alcuni passaggi musicali, ma nulla di più."
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Nella mia recensione di "Planetarium" ho ricollegato il vostro discorso musicale a quello lasciato a metà dai Paradise Lost più sperimentali, per i quali melodia ed elettronica erano diventati concetti-cardine, pur sottolineando l'eterogeneità della musica dei Godyva... Vi ritrovate in questo paragone e, dal canto vostro, cosa ne pensate della band britannica, ritornata anch'essa sui propri passi, come molte altre formazioni storiche, dopo un'accoglienza piuttosto fredda da parte dell'audience metallica nei confronti delle loro opere più sperimentali?
Lady Godyva: "Questo ci ha fatto molto piacere, i Paradise Lost sono una delle nostre band preferite da sempre. Con il loro ultimo album 'In Requiem' hanno realizzato un ennesimo capolavoro, come lo è stato 'Draconian Times', ma da fan non mi sento di dover recriminare nulla a Nick Holmes e soci. Mi piacciono tutti i loro album e credo che ogni band, prima o poi, debba mettersi in gioco, sperimentare, tornare sui proprio passi o andare avanti."
"Critica specializzata? Oramai nelle riviste e nelle webzine i critici specializzati e professionali sono in tutto il 2%!!! Spesso webzine e magazine si ritrovano a dover recensire dischi anche se non hanno una rosa di giornalisti che possa recensire tutto il metal nelle sue varie sfaccettature. Questo è una delle motivazioni primarie per cui il gothic metal con vocalist femminile è bistrattato! Per l'esattezza, questo genere è MAL RECENSITO!"
(Botys Beezart)
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Un'altra band con la quale ho riscontrato alcune similarità sono i Theatres Des Vampires del periodo post-black metal (da "Nightbreed Of Macabria" in poi), un'altra formazione che ha ricevuto in questi anni numerose ed aspre critiche a causa della sua attitudine fortemente scenografica e già in principio lontana dai canoni metallici originari. Il loro nuovissimo album "Anima Noir" ed il vostro "Planetarium" escono praticamente in contemporanea... Cosa ne pensate della band capitolina, del loro ultimo lavoro in studio e di questo paragone? Se non sbaglio, avete anche un legame d'amicizia con i vampiri romani, con i quali avete già diviso lo stesso palco in passato...
Botys Beezart: "I Theatres Des Vampires sono una band che ci piace! Ci piace il loro approccio alla musica, sempre in costante mutazione, e ci piace la loro teatralità sul palco. 'Anima Noir' è un gran bel disco: ancora una volta hanno osato e hanno esplorato un nuovo territorio, quello elettronico. Ci siamo conosciuti nel 2004 in occasione del Gothic Rave, il primo raduno gothic del meridione, dove abbiamo condiviso lo stesso palco, e lì abbiamo avuto l'opportunità di goderceli anche live. Sul palco riescono a catturare l'attenzione del pubblico, loro vivono il palcoscenico e lo fanno vivere allo spettatore creando un legame forte, come un'esibizione live dovrebbe sempre fare. Se ci sono similarità con loro, possiamo solo esserne orgogliosi."
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Non temete anche voi di essere poco apprezzati o addirittura rigettati dal metallaro oltranzista? L'audience alla quale vi proponete di che genere è?
Lady Godyva: "E chi se ne importa! So benissimo che anche loro hanno un cuore caldo, quindi prima o poi cederanno (ride, nda)! L'audience è eterogenea: ci ascolta il pubblico più variegato possibile e di questo siamo contenti, perché non vogliamo arrivare solo ad una tipologia di target, ma alla gente in generale."
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Per quale motivo avete scelto per il vostro secondo full-length il titolo "Planetarium"? Quali sono i temi che ricorrono nelle liriche del disco?
Lady Godyva: "Semplicemente perché 'Planetarium' era la canzone più quotata tra di noi (intendo gruppo e label) e perché, concettualmente, lasciava più spazio all'immaginazione per l'artwork del disco. Adoro scrutare il cielo, e l'universo è il mio credo: le tematiche affrontate nei nostri testi riguardano spesso la decadenza, l'abbandono, l'amore che illude e che fa male, ma sono cariche anche di tanta speranza, di voglia di riemergere dagli abissi, di ritornare alla vita."
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Il brano "Mary In Blood" si riferisce a qualche personaggio in particolare? Di chi è la voce narrante che si sente in sottofondo e che cosa interpreta?
Lady Godyva: "Il brano 'Mary in Blood' è la canzone di Maria Maddalena che canta al suo amore morente, composta da me e Frahn, e interpretata in prima persona come in un atto teatrale, dove Luca Bellanova, il cantante dei nostri amici romani Starkiller Sound, ha recitato una parte dei vangeli gnostici della Maddalena."
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"Innocent", uno dei migliori episodi di tutto il disco, ci viene presentato in una doppia veste: devo confessare di avere apprezzato questo brano in entrambe le versioni, ma quella acustica mi ha colpito particolarmente per la sua carica emotiva. Avete intenzione di sviluppare un discorso sonoro simile nei prossimi dischi?
Lady Godyva: "Abbiamo intenzione di mettere un brano acustico in ogni disco che faremo. Per 'Planetarium' è andata così; per 'In Good and Evil' non facemmo in tempo a registrare il brano, e quindi dopo l'uscita dell'album io e Botys realizzammo la versione acustica per voce, piano ed archi della canzone 'In Good and Evil', presente sulla compilation della Razar Ice 'Songs From The Crypt' (chi volesse ascoltarla la può scaricare dal nostro sito nella sezione media)."
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"Black Door" è un titolo intrigante e sinistro, che richiama l'immaginario gotico letterario ottocentesco e quello più recente di stampo cinematografico/espressionista. Vi sentite anche voi, come altri vostri colleghi, legati a queste rappresentazioni romantico-decadenti delle passioni umane più oscure ed inconsce?
Lady Godyva: "Direi che tutti ne siamo attratti: l'uomo è sempre stato affascinato da ciò che non conosce, da quello che è il mistero, l'oscurità del mondo e quella presente in ognuno di noi. 'Black Door' è semplicemente la canzone dei codardi, di chi non ha mai preso la situazione in mano e ha reagito facendo finta di nulla e uscendo dalla porta sul retro, piuttosto che affrontare i problemi in maniera diretta, rinnegando i propri sentimenti."
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Quali elementi della sensibilità e dell'estetica romantica vorreste riportare in auge nei vostri brani?
Lady Godyva: "Credo nessuno: vogliamo andare avanti, sperimentare e mai ripeterci."
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"God's Fallen" fa presagire una caduta degli ideali: quali sono per i Godyva le certezze ed i modelli che resistono alla decadenza ed alla confusione che quotidianamente assale le nostre esistenze?
Lady Godyva: "È esattamente questo quello che 'God's Fallen' deve trasmettere, quella sensazione di abbattimento e di angoscia, di bisogno che si prova quando il tuo idolo cade nel fango e tu non hai più ragione di esistere, e perdi la testa. La forza sta nel ritrovare di nuovo la propria luce. La speranza, la fedeltà, il rispetto tra gli uomini deve per me resistere alla decadenza che ci circonda."
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In alcuni brani figurano due voci maschili, che definiscono i margini più estremi della vostra musica. Volete approfondire questo aspetto, praticamente assente nel vostro primo disco?
Lady Godyva: "In 'Innocent' e 'No Fault' presiede il grande Mike Tarantino, leader storico dei Natron, mentre in 'Mary In Blood' recita Luca Bellanova dei romani Starkiller Sound. Non è detto che un disco debba essere in tutto e per tutto uguale ad un altro: su 'Planetarium' abbiamo sentito la necessità di aggiungere una parte vocale maschile per 'No Fault', nel dialogo tra un uomo e una donna, mentre per quanto riguarda 'Innocent' avevo già trovato le parti di growling da incidere, ma alla fine abbiamo pensato che avere la voce di Mike anche su quella song avrebbe avuto un grande effetto."
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Sapreste illustrare le differenze che intercorrono tra i vostri ultimi due lavori? Vi sentite in un certo qual modo maturati per quanto concerne la coesione all'interno del gruppo, la fase compositiva e l'attività live?
Lady Godyva: "Siamo maturati in tutto da quando è uscito 'In Good And Evil', dal punto di vista artistico e compositivo fino a quello live, e devo ammettere che una band cresce molto suonando dal vivo e confrontandosi con le altre grandi band."
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"On The Floor Of Ice" presenta rimandi ad artisti molto apprezzati nella scena dark, come Cocteau Twins e Depeche Mode. È innegabile, per quanto riguarda i Godyva, la presenza di alcune componenti che chiamano alla mente la musica degli anni 80, già ravvisabili nel vostro debut. Che ricordo serbate di quel periodo d'intensa creatività?
Lady Godyva: "Il ricordo è presente. La creatività è ancora attiva. Gli anni 80 e la musica di quei tempi, dai Depeche Mode ai Cocteau Twins, dai Dead Can Dance a David Bowie, sono nel cuore di tutti noi. Speriamo di trasferire nella nostra musica un ricordo vivo di quegli anni, perché resteranno per sempre irripetibili e nostalgici."
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"In Good And Evil", il vostro primo full-length, ha cominciato a far parlare di sé in Italia soltanto nell'estate del 2007, quando Masterpiece ha ufficializzato la sua distribuzione. In realtà l'album fu pubblicato già l'anno precedente dall'etichetta americana Razar Ice Records. Ora che anche "Planetarium" è stato rilasciato: dovremo attendere ancora lo stesso tempo per vederlo arrivare nei negozi italiani?
Lady Godyva: "Questo dipende molto dalla label e dai distributori, ma speriamo questa volta di accorciare i tempi. Intanto il CD si può acquistare su internet dal nostro sito ufficiale o dalla pagina Myspace, e per questo menziono l'eccellente lavoro svolto dal nostro nuovo webmaster Shadowchild: grazie a lui abbiamo un website ed una pagina Myspace da invidia."
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Come siete giunti al contratto con questa label e quali sono i vostri rapporti con essa?
Lady Godyva: "Come ti dicevo prima, nel 2005 la Razar Ice Records ci contattò chiedendoci di spedire loro del materiale, dopo aver ascoltato qualche sample sul nostro sito internet. Spedito il pacco, dopo pochi mesi ci contattarono, chiedendoci di firmare un contratto e di entrare in studio quanto prima per un full-lenght. E così, nel 2006, uscì 'In Good And Evil'. I rapporti con le indie sono sempre penalizzanti, ora da una parte, ora dall'altra, poi in america hanno un modo di vendere la musica completamente differente rispetto al mercato europeo. Stiamo cercando quindi di farli entrare nell'ottica nostrana, vedremo..."
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In passato avete realizzato un video per il vostro brano "In Good And Evil". Quali sono i vantaggi di un'operazione di questo genere? Avete intenzione di ripetere l'esperienza del videoclip?
Lady Godyva: "I videoclip sono la musica in immagine, ed è un'esperienza da fare sempre, a volte vorresti girarne uno per ogni canzone! Stiamo preparando il nostro prossimo video, le riprese partiranno a breve. Al momento posso solo dire che la canzone in questione è 'Innocent'."
"Una grande label può permettersi una pubblicità mastodontica, ma questo non significa che un gruppo valga davvero. Se i Buggles negli 80's cantavano 'Video Killed The Radio Stars', io nel 2008 dico 'video killed the music'! La musica non si vede, si ascolta!"
(Botys Beezart)
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Vi siete già messi all'opera per promuovere "Planetarium"? Raccontateci tutto a proposito delle vostre prossime mosse, sia per quanto riguarda l'attività live che quella in studio.
Lady Godyva: "Oltre all'attività live che ci vedrà impegnati in alcuni festival e la nuova stagione nei locali italiani, greci ed inglesi, ovviamente anche il video sarà una delle nostre mosse per la promozione di 'Planetarium': canali come Rock TV manderanno in onda il clip, come è già accaduto per 'Broken Angel'. In studio al momento non è previsto ancora nulla, magari ci rientreremo nel 2009 per un miniCD!"
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Osservare le stelle era per gli antichi un via per conoscere il futuro... Ora sta a voi mettere in pratica l'arte della divinazione: cosa intravedono i Godyva attraverso il loro planetario personale?
Lady Godyva: "Non siamo dei veggenti o dei divinatori, ci piace solo guardare il cielo ed essere degli osservatori attenti e meravigliati. Ce la godiamo e vorremmo continuare a farlo, suonando e producendo."
http://www.godyva.it/
http://www.razaricerecords.com/