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27-06-2021
CORAZZATA VALDEMONE
La volontà e l'azione
di Roberto Alessandro Filippozzi
Se avessimo voluto aderire alle sterili e puerili dispute "ideologiche" dei nostri tempi, basate su termini e definizioni che non hanno praticamente più alcuna ragion d'essere, non ci saremmo certo occupati di fare divulgazione musicale in ambito "dark". Già, perché sebbene un certo ex-fenomeno della scena nazionale (le cui sparate non mancano a nessuno) sia riuscito ad appiopparci l'etichetta di "sito d'area" per il solo fatto di aver recensito, nel 2008, un album di SottoFasciaSemplice, nei fatti non abbiamo mai operato alcuna selezione che andasse oltre l'attinenza del genere musicale proposto con lo spettro sonoro che da sempre intendiamo trattare, e mai abbiamo preteso di dire agli altri cosa possano o non possano dire o pensare, come con arroganza e finanche violenza fa chi vuole imporre agli altri la propria visione manichea del mondo e delle cose (finendo poi col risultare miseramente il vero "totalitarista" fra le parti in causa). Le "liste di proscrizione" le lasciamo ad altri, e su queste pagine, fintanto che i contenuti musicali rientrano fra quelli di nostro interesse, ci sarà sempre spazio per qualsiasi tipo di idea o convinzione l'artista di turno intenda esprimere. Di "liste di proscrizione", essendoci finito dentro suo malgrado più volte, se ne intende di certo il buon Gabriele Fagnani, comandante in capo di quella Corazzata Valdemone che sulle nostre pagine ha sempre avuto il giusto spazio, anche quando l'ostracismo nei confronti del progetto era più pesante. Noi abbiamo preferito fare ciò che ci compete: occuparci della musica, analizzandone il concept senza puntare il ditino e scuotere la testa come fanno certuni, nel pieno rispetto delle idee altrui come sempre garantiamo. Nell'arco di un decennio, abbiamo avuto il piacere di testimoniare della mirabile crescita artistica di un act che, contro ogni avversità, è andato avanti fieramente col proprio discorso, trovando la propria dimensione ed il meritato rispetto. Siamo ben consapevoli di quali controversie possano scatenare i contenuti del nuovo album "Marcia E Canta, Combatti E Taci" e di quali subdole forme di censura stiano già venendo attuate, ma ci guardiamo bene dall'allinearci al coro di quelli che si credono "nel giusto", celebrando con una doverosa ed esaustiva intervista l'ottimo lavoro realizzato dal musicista siciliano, che potrà anche far storcere il naso a qualcuno che proprio non riesce a passare oltre, ma sul cui valore artistico non vi sono dubbi.
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Con la Corazzata ci eravamo lasciati tre anni fa, quando usciva il "Canzoniere Strafottente", e nel mezzo c'è stato un album per l'altro tuo progetto Solco Chiuso. Come riassumeresti questi ultimi tre anni sul piano artistico e quanto di questo tempo è servito per preparare il nuovo album?
"Dopo il "Canzoniere Strafottente" ed il singolo "Bel Laccio", usciti nel 2018 su SPQR, la Corazzata ha pubblicato nello stesso anno il vinile 5" intitolato "Sacra, Gagliarda, Fulgidissima Vittoria" per l'etichetta capitolina Circolo 23. Il dischetto è uscito in edizione limitatissima di 23 copie in occasione del centenario della vittoria della Grande Guerra. Dopo questa tripletta discografica mi sono dedicato alla realizzazione del terzo lavoro di Solco Chiuso, intitolato "Slanci Tremori Schianti" ed uscito per la Steinklang nel 2019. Riguardo all'ultimo lavoro, ho iniziato a lavorarci all'indomani della pubblicazione del "Canzoniere", ma riscrivere tutte le partiture e registrare separatamente tutti gli strumenti per me è stata un'esperienza nuova che ha richiesto molto tempo."
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A proposito di Solco Chiuso, appare ormai evidente come esso ti sia servito per incanalare il tuo lato prettamente industriale e noise, liberando la Corazzata da un fardello che rischiava di limitare il definitivo sbocciare di una vera e propria "seconda fase" del tuo progetto principale: quanto è stato importante compiere questo passo?
"Diciamo che Solco Chiuso è nato come alter ego apolitico della Corazzata, infatti con questo nome ho collaborato con diverse realtà che mal volentieri avrebbero messo il loro nome di fianco a quello della Corazzata. Fatta questa doverosa premessa, mi fa piacere che tu abbia colto l'altro aspetto fondante del progetto. Convogliare la mia anima industriale e le sonorità più estreme, mentre la Corazzata prendeva una piega più "musicale". È stato un passaggio quasi obbligato perché non volevo rinunciare a nessuna delle mie due passioni, ma non aveva più senso continuare con il noise schierato di dieci anni fa."
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Restando su questa "seconda fase" della Corazzata, ritengo che col "Canzoniere Strafottente" abbia preso definitivamente corpo un nuovo percorso, ossia quello del recupero storico dei canti di guerra relativi alle due Guerre Mondiali: da dove è nata quella che a tutti gli effetti appare come una tua sincera esigenza artistica, quale stabilità intendi darle nel prosieguo del tuo percorso e quanto ritieni sia importante tramandare canzoni che rischiano di perire sotto i colpi della cosiddetta "cultura della cancellazione"?
"L'amore per i canti di guerra nasce in tempi assai lontani. Nella "prima fase" ero più avvezzo a campionarli, mentre su "Avanguardia Rumorista" ho realizzato la cover di "Gorizia", che ufficialmente segnò l'inizio di questa seconda fase. Ritengo questa attività di recupero storico di grande importanza, perché quando non ci saranno più gli ultimi testimoni di quel periodo storico, molti di questi canti andranno persi irrimediabilmente. Per il futuro ho in mente una raccolta con molti altri canti, ma non credo che continuerò ad oltranza. Sarei il primo musicista che nasce facendo brani propri e finisce a suonare cover!"
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Parallelamente all'onorevole opera di recupero di brani storici, ritengo che il "Canzoniere Strafottente" abbia segnato un punto di svolta importante in termini di maturità artistica, specie nei brani autografi: come è cambiato lo scenario per la Corazzata con l'avvento di quest'album?
"Il processo di raffinazione dalla materia grezza del noise a quella raffinata della cosiddetta forma-canzone era iniziato già qualche anno prima, seppure in forme ancora molto grezze, mentre con il "Canzoniere Strafottente" la trasformazione si è completata e si possono ascoltare dei veri e propri brani musicali convenzionali. Il nuovo album si differenzia dai precedenti lavori per l'utilizzo di diversi strumenti reali anziché dei classici virtual instruments, e questa cosa ha influito anche nella composizione dei brani, alla quale hanno partecipato attivamente i musicisti coinvolti. Spero che questo fattore sia sempre più marcato nei lavori che verranno."
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Questa tua rinnovata maturità artistica ti ha portato a realizzare quella che è senza dubbio la tua opera migliore, ossia l'ultimissimo "Marcia E Canta, Combatti E Taci". Addentrandoci nei contenuti, vorrei partire dal titolo dell'album, ideale manifesto di due generazioni le cui gesta hanno segnato la storia del "secolo breve": perché lo hai scelto e cosa ispirano in te i suoi significati più profondi?
"Il titolo del nuovo album è preso a prestito dal distintivo della 17° legione d'assalto di Cremona, che rappresentava il loro motto. Ritengo che in queste sei parole sia racchiuso un intero stile di vita nel quale ognuno di noi dovrebbe rispecchiarsi. Riguardo ai contenuti dell'album non posso dire che ci sia un filo conduttore, essendo composto prevalentemente da cover, ma un elemento predominante è sicuramente l'influenza D'Annunziana che ritroviamo in primis nella cover di "Fiamme Nere", successivamente nell'"Inno Al Poeta Notturno Dei Mille", che è una versione riadattata di una poesia che Gabriele D'Annunzio dedicò all'eroe milazzese Luigi Rizzo, ed in "Me Ne Strafotto", che sin dal titolo e da alcuni versi interni omaggia il Vate."
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La veste grafica del sontuoso digipack, che peraltro è opera tua, è davvero suggestiva: come hai lavorato per ottenere un risultato così efficace nel supportare degnamente i contenuti musicali?
"Sin dagli esordi ho sempre ritenuto che musiche e grafiche debbano andare di pari passo. Deve essere un retaggio di quando andavo nei negozi di musica, vedevo delle belle copertine e, affascinato da queste, prendevo l'album a scatola chiusa, per poi rimanere deluso dall'ascolto. Io credo che chi veda le mie grafiche debba avere immediatamente chiaro cosa andrà ad ascoltare. Riguardo all'immagine di copertina, l'avevo vista su un manifesto dell'epoca e l'avevo trovata semplicemente geniale, dunque è stata la mia prima scelta per questo lavoro."
"Credo che la maggior parte dei motti e delle frasi pronunciate in tempo di guerra, oggi, siano ancora attualissime e ci possano continuare a guidare. Mi riferisco a motti come "Memento Audere Semper", "Marciare non marcire" o la bellissima "Necessario vincere. Ancora più necessario combattere". Questi motti, apparentemente truci, racchiudono messaggi di positività e di coraggio che oggi possono ancora dare forza a chi vorrà andare oltre l'apparenza."
(Gabriele Fagnani)
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Veniamo ora ai contenuti musicali dell'opera, nella quale ben dieci delle tredici tracce incluse sono recuperi di brani storici legati alle due Guerre Mondiali: come hai selezionato i pezzi che hai inteso riproporre? Oltretutto, dalla scaletta sembra emergere un filo logico e temporale in questa tua accurata selezione, nonché la voglia di sottolineare quei moti di fierezza, unione, cameratismo ed appartenenza che soprattutto il Fascismo intendeva instillare e cementare nei cuori degli italiani...
"La scelta dei canti da coverizzare è stata fatta insieme all'amico Pier Giorgio Angioni dell'Associazione Riscossa Europea, che mi ha mandato molto materiale su cui lavorare, e poi ho scelto quelle che maggiormente si avvicinavano al mio stile. Non c'è molta premeditazione nella scelta dei brani o nella scaletta. I primi due pezzi effettivamente sono in successione temporale, mentre gli altri hanno una successione dettata dal solo gusto musicale. Inizialmente erano presenti in scaletta altri tre brani se possibile ancora più "scomodi" di quelli presenti, ma che abbiamo deciso di scartare e che vedranno la luce sulla prossima imminente pubblicazione."
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In questa tua preziosa opera di recupero storico, hai trovato l'altrettanto prezioso aiuto dell'Associazione Riscossa Europea, cui hai accennato nella precedente domanda: quanto è stato importante questo loro contributo per il risultato finale, che peraltro ha permesso anche di fissare su supporto fonografico brani mai registrati ufficialmente prima d'ora?
"Pier Giorgio è stato il vero ispiratore di questo lavoro. Ci siamo conosciuti dopo l'uscita del "Canzoniere Strafottente", e dopo aver ascoltato il lavoro di recupero storico che avevo fatto su quell'album, mi ha proposto di fare diversi altri canti ben più rari e sconosciuti. L'importanza di poter tramandare ai posteri delle registrazioni di questi canti è stata il vero obiettivo di questo lavoro."
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Altro inestimabile contributo è quello dei musicisti che ti hanno accompagnato in questo nuovo capitolo, con chitarre, violino, fisarmonica, tromba e voci. Quanto sei soddisfatto del loro apporto e, a questo punto, quante sono le possibilità che la Corazzata venga allargata a vera e propria band, pur rimanendo il comando saldamente fra le tue mani?
"Lavorare con dei musicisti professionisti è stato fantastico, soprattutto per un non-musicista come me. Durante le prove, mi sentivo come un cavernicolo che deve spiegare ad un elettricista come accendere la luce... Il loro apporto è stato fondamentale e sono davvero molto soddisfatto del loro lavoro. Con Luigi (fisarmonica) abbiamo anche lavorato insieme al brano "Recluso" dei L'Amara, e spero che faremo insieme molte altre cose in futuro.
Sul fatto che la line-up possa estendersi ad una vera e propria band sarebbe indubbiamente un gran salto di qualità, stiamo cercando di organizzare un concerto dal vivo e solo il tempo potrà dirci se questo matrimonio s'ha da fà!
È sempre molto difficile trovare musicisti bravi, ispirati e con una visione della musica aperta a nuove collaborazioni, ma ho trovato un manipolo di collaboratori molto in gamba che ci tengo a ringraziare pubblicamente."
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Scendendo nel dettaglio di certi brani, ho notato che hai scelto di riprendere la prima versione di "Me Ne Frego", preferendola a quella ben più celebre che i più conoscono, mentre in altri punti dell'album hai inteso italianizzare canzoni sia tedesche che spagnole: quali intenzioni hanno motivato queste tue scelte artistiche?
"Ho scelto di rifare la versione di "Me Ne Frego" del 1920 perché è uno dei pochissimi brani nei quali si cita esplicitamente Gabriele D'Annunzio, mentre riguardo alle versioni Italiane di "Die Fahne Hoch", "Cara Al Sol" etc., fanno parte di quella miriade di canti arrangiati su arie di canzoni esistenti, e queste erano tra quelle fondamentali che si sono sempre cantate anche dopo la guerra."
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La centralità del recupero storico dei canti di guerra si evince anche dal fatto che i brani autografi, stavolta, sono soltanto tre. Nonostante tale netta sproporzione, questi ultimi testimoniano della ulteriore crescita, della maggior completezza e dell'efficacia della tua scrittura: quanto ritieni di essere cresciuto come musicista e compositore?
"Sì, esatto! Basta scorrere la scaletta dei brani per capire quanto il recupero storico sia importante nell'economia di questo lavoro. Riguardo ai brani autografi, ritengo che le mie capacità di compositore crescano insieme a me e dagli errori commessi in precedenza. Non so dire se questi brani siano migliori o peggiori di quelli dei precedenti lavori, l'unica cosa di cui sono sicuro è che rappresentano bene quello che è la Corazzata nel 2021."
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Il primo dei tre brani autografi è "Inno Al Poeta Nottvrno Dei Mille", ispirato ad una poesia che Gabriele D'Annunzio dedicò all'Ammiraglio Luigi Rizzo, tuo compaesano. Per quali aspetti la figura dell'Ammiraglio Rizzo ti ha ispirato?
"Luigi Rizzo, insieme a Gabriele D'Annunzio, è stato uno dei protagonisti della celebre beffa di Buccari e di tante altre memorabili azioni di guerra che lo hanno reso un eroe immortale. Il suo coraggio, le capacità innate, unite al totale sprezzo del pericolo e ad una umiltà tipica della gente che viene dalla gavetta, lo hanno reso per me una figura da prendere a esempio. Milazzo è molto legata alla sua storia ed io fieramente non potevo non tributargli un simile omaggio."
"Riguardo all'affermazione di Italianità, credo che oggi sia quanto mai necessario sottolinearla. Non mi spingo in dichiarazioni alla Burzum, ma sinceramente trovo ridicolo che un popolo con una storia millenaria come la nostra, ed in particolar modo con la tradizione musicale che ci invidia tutto il mondo, oggi sia supino alle mode americane e omologhi tutti in uno pseudo-rap dalle movenze scimmiesche."
(Gabriele Fagnani)
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"Caro Nipote" è un doloroso e struggente tributo ai combattenti della Seconda Guerra Mondiale, in onore ai sacrifici ed agli insegnamenti di quegli anziani per i quali oggi non vi è ormai più rispetto: quali sentimenti ti hanno spinto a render loro questo sentito e sincero omaggio?
"Mi è capitato di assistere ad un episodio in cui un uomo dalle palle d'acciaio, ma ormai vecchio, veniva deriso da un gruppo di ragazzini. Che loro fossero del tutto ignari di chi avessero di fronte penso sia del tutto irrilevante, visto che i ragazzi di oggi non hanno alcun tipo di rispetto o di sensibilità verso certi valori. Quell'uomo, con la dignità tipica dei grandi uomini, rimase in silenzio e non batté un ciglio, e la questione finì in pochi secondi. Per qualche secondo mi sono immedesimato in un vecchio combattente che ha vissuto la guerra, i sacrifici e le pene più dure, e che oggi vede ragazzi che hanno la stessa età di quando lui combatteva che invece si preoccupano solo di cellulari, aperitivi o frivolezze varie. Questo brano è dedicato a loro!"
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Veniamo a "Me Ne Strafotto", potentissima, dura e battagliera traccia di minaccioso impeto sinfonico/marziale che è non soltanto il momento trainante dell'album, tanto da diventare la prescelta per il primo videoclip, ma anche e soprattutto un manifesto programmatico in ossequio al Futurismo che ha tutto ciò che serve per diventare un punto fermo nella tua discografia, al pari - facendo le dovute proporzioni - di quanto fatto da "Tanz Mit Laibach" per i Laibach, tanto per fare un esempio calzante. E poi c'è G/ab Volgar dei Deviate Damaen, più volte fiancheggiatore della Corazzata, che con la sua tipica e tagliente teatralità eleva la caratura di quello che è un vero e proprio gioiello marziale. Cosa puoi dirci in merito ad un episodio che pare avere una importanza capillare nella tua visione artistica?
"Le tue parole mi riempiono il petto di orgoglio. Quel brano rappresenta l'overture dell'album, sia musicalmente che liricamente. Il testo è un riadattamento di versi di Marinetti, l'immancabile D'Annunzio ed il Maresciallo Graziani. Insomma, un sunto di grandiosità che ho voluto affidare alla formidabile interpretazione dell'ormai immancabile G/ab Volgar dei Deviate Damaen. Musicalmente, credo che il crescendo wagneriano della musica sposi perfettamente il testo."
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Non possiamo esimerci dallo spendere qualche parola per il videoclip di "Me Ne Strafotto", e poi quella vettura d'epoca è davvero favolosa! Cosa puoi dirci sulla realizzazione del bel video che accompagna il brano?
"Il video è stato realizzato dallo stesso regista che ha curato quello per "Il Canto Del Deserto", che ringrazio pubblicamente senza mai nominarlo. Come nel video precedente, ci tengo a ringraziare anche i ragazzi dell'Associazione Storico Culturale Historica Ventesimo Secolo, che sono sempre disponibili ed impeccabili nelle loro uniformi. Riguardo all'autovettura, si tratta di un favoloso esemplare di Fiat 522 del 1931 in perfetto stato. Le riprese sono state effettuate in un paesino della provincia di Messina in un normalissimo martedì pomeriggio, tra lo sconcerto dei presenti... ti lascio immaginare le facce delle persone che hanno assistito alle riprese!"
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Abbiamo citato il Futurismo, e di conseguenza i Futuristi, che assieme a D'Annunzio e Mussolini sono figure prominenti nella tua ultima fatica: cosa ispirano in te e nella tua opera di musicista queste figure storiche?
"Il Futurismo, Gabriele D'Annunzio e Benito Mussolini sono per me punti di riferimento saldissimi che da sempre hanno ispirato le mie scelte artistiche e non. Era gente che non si limitava a dare lezioni, ma si sono battuti in prima persona dando l'esempio. Molte delle loro celebri frasi sono talmente radicate nella nostra cultura che in un'epoca come la nostra, dove si vive di citazioni senza verificare le fonti, mi è capitato di vedere attribuito a Papa Giovanni Paolo II la frase del Duce "Non abbiate paura di avere coraggio". Credo che la maggior parte dei motti e delle frasi pronunciate in tempo di guerra, oggi, siano ancora attualissime e ci possano continuare a guidare. Mi riferisco a motti come "Memento Audere Semper", "Marciare non marcire" o la bellissima "Necessario vincere. Ancora più necessario combattere". Questi motti, apparentemente truci, racchiudono messaggi di positività e di coraggio che oggi possono ancora dare forza a chi vorrà andare oltre l'apparenza."
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Volendo chiosare su "Marcia E Canta...", potremmo tranquillamente affermare che questo tuo album parla di una Storia che non è fatta di soli vincitori, e che proprio agli sconfitti intende rendere giustizia, oltre all'onore delle armi. Era effettivamente questa la tua intenzione, oltre ad una evidente affermazione di italianità che traspare dalle scelte di scaletta ed all'omaggio alla bellezza di una musicalità perduta e tipicamente italiana?
"Le canzoni del tempo non parlavano mai di facili vittorie, di vite agiate o di strade sicure. Si cantava di sacrifici, della bella morte e di caduti, dunque "Marcia E Canta..." non poteva che parlare dei vinti e dei perseguitati. Riguardo all'affermazione di Italianità, credo che oggi sia quanto mai necessario sottolinearla. Non mi spingo in dichiarazioni alla Burzum, ma sinceramente trovo ridicolo che un popolo con una storia millenaria come la nostra, ed in particolar modo con la tradizione musicale che ci invidia tutto il mondo, oggi sia supino alle mode americane e omologhi tutti in uno pseudo-rap dalle movenze scimmiesche."
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Assieme alle prime copie di "Marcia E Canta...", chi ha acquistato l'album ha ricevuto anche il limitatissimo CDr "Diari Di Guerra", che appare come il degno compendio della seconda fase della carriera della Corazzata: come hai inteso riassumerla con la scelta dei brani inclusi?
"I "Diari di Guerra" sono nati come raccolta dei migliori brani del periodo "musicale" della Corazzata, che abbiamo pubblicato nel periodo del primo lockdown tramite la SPQR ed è tutt'ora scaricabile gratuitamente dal sito della casa discografica. In un momento in cui tutti i cantanti famosi non facevano altro che ripetere "Andrà tutto bene", io pensai di regalare qualcosa alle persone che mi seguono. In occasione dell'uscita del nuovo album, la SPQR ha deciso di premiare la fedeltà dei primi fans con questo regalo."
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Fra i pezzi inclusi nei "Diari Di Guerra" figurano anche i due del 7" "Bel Laccio": la title-track, in cui rivisiti beffardamente un celebre canto partigiano, ed "Il Buon Barolo", goliardica rilettura de "Il Bombarolo" di De Andrè. Due esempi di come l'ironia, tagliente e sferzante, sia a più riprese una componente essenziale per la Corazzata, o mi sbaglio?
"Quel 7" è una delle mie pubblicazioni preferite, perché entrambi i brani sono pervasi da un'ironia abbastanza marcata. Tutte le mie pubblicazioni sono caratterizzate da una buona dose di umorismo che alle volte diventa humour nero, o ancor peggio sfiora il cinismo, ma tutte le mie uscite discografiche sono accompagnate dal sorriso e dallo spirito goliardico di un tempo."
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Veniamo alle "note dolenti", partendo dal fatto che, all'interno del digipack, hai dovuto inserire un "avvertimento" preventivo atto a specificare la natura dei contenuti del nuovo album: in tutta sincerità, ti è pesato doverlo fare?
"No, figurati! In un periodo di caccia alle streghe come quello che stiamo vivendo, era doveroso specificare che i brani che ho riproposto sono delle riletture nelle quali non crediamo sia necessario aggiungere nessun commento... parlano da soli!"
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Anche stavolta, indubbiamente, non mancherà chi storcerà il naso di fronte alla tua opera ed alla tua estetica, bollandola come "roba fascista" senza analizzarne l'essenza: di certo sei preparato al ripetersi di tale eventualità, ma qual è il tuo punto di vista di fronte a tali semplificazioni proprie dei tuoi detrattori?
"Sono abituato a subire attacchi per la mia estetica, per la mia musica e per le mie idee sin dal 2007, quando uscì il mio primo album. In tutti questi anni ho notato come il pensiero unico si sia sempre più radicato e consolidato nella mente delle persone, sino ad arrivare ad estirpare in tanta gente qualsiasi forma di trasgressione o di volontà di dire qualcosa che non sia intonata al coro. Le censure negli anni sono diventate sempre più stringenti e violente, e la cosa preoccupante è notare che le accettiamo supinamente. La censura ha tante forme. Molte ce le impongono i media, ma molte altre ce le autoimponiamo per essere accettati dalla società. Censura è non mettere un like per paura che i propri contatti possano pensare male. Censura è non prendere le difese di una persona che manifesta idee scomode per paura di immischiarsi. Censura è non recensire un album per timore di essere catalogati. Su quest'ultimo argomento voglio ringraziarti pubblicamente, mentre molti tuoi colleghi hanno tirato i remi in barca, blaterando di linee editoriali inesistenti."
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A proposito di Fascismo, tale termine è stato negli ultimi anni svuotato di ogni suo reale ed originario significato, al punto che una certa parte dell'opinione pubblica lo usa a sproposito per bollare con accezione negativa qualsiasi cosa non incontri i propri favori: qual è il tuo punto di vista al riguardo?
"Oggi si tende a definire "fascista" qualsiasi atteggiamento censorio o violento, riducendo tutto ad una squallida equazione "fascismo = violenza". Trovo abbastanza semplicistico ridurre tutto in questi termini. Il Fascismo era innanzitutto un ideale, era etica, era ordine e volontà. La lingua Italiana è tra le più belle al mondo anche per la sua ricchezza e varietà, dunque suggerisco a questa gente di scegliersi un termine meno importante per descrivere cose così brutte."
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Come conseguenza di quella moltitudine che vede il "fascismo" ovunque, ti sei ritrovato a subire censure spietate, dapprima dai social network (tipo Facebook), e poi finanche dalla piattaforma di diffusione musicale Bandcamp: quanto ti ha lasciato l'amaro in bocca tutto ciò, e come hai inteso reagire? Penso ci voglia reale coraggio, sia da parte tua che della SPQR, a pubblicare un album come "Marcia E Canta..." in tempi come quelli che stiamo vivendo...
"Ricollegandomi alla domanda precedente, potrei tranquillamente definire il modus operandi di Facebook come "fascista", visto che si prende la libertà di violare senza alcun contenzioso gli accordi che l'utente sottoscrive in fase di registrazione. Io ho subìto diverse chiusure di account senza avere alcuna spiegazione e senza avere la possibilità di recuperare nemmeno i miei dati. Per Bandcamp il discorso è ancora più grave, perché si tratta di una piattaforma nella quale è possibile vendere dischi e merchandising. Premesso che si tratta sempre e solo di musica e non di politica, su questa piattaforma - anche volendo - sarebbe impossibile fare propaganda o manifestare idee scorrette, dunque la loro censura è del tutto arbitraria ed ingiustificata. È una lotta contro i mulini a vento, ma con Vinz della SPQR siamo andati avanti, nonostante tutto, e siamo ancora in piedi."
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A proposito di censura, hai partecipato alla nota compilation "...O Sarai Ribelle O Non Sarai!", che per l'appunto è stata anch'essa censurata da Bandcamp. Se non vado errato, c'è stata qualche polemica in relazione alla tua partecipazione, forse dovuta a qualche fraintendimento nelle intenzioni stesse della compilation: cosa puoi dirci al riguardo? E, al netto di ciò, personalmente come stai vivendo questi tempi di esasperazione del cosiddetto "politicamente corretto"?
"L'idea che stava alla base della compilation era quanto di più nobile si potesse concepire, peccato che la gestione ambigua della comunicazione abbia alimentato un tutti contro tutti che è sfociato nella guerriglia che abbiamo visto. Riguardo alla mia partecipazione non ricordo particolari polemiche, ma oggi nemmeno mi interessano più.
Relativamente alla seconda parte della tua domanda, credo che la nostra società stia piombando in un periodo di oscurantismo molto preoccupante. Assistiamo quotidianamente ad attacchi alla famiglia, alle istituzioni, ai valori tradizionali, e nessuno dice niente per evitare di essere etichettato. Si blatera di libertà di espressione, ma, come aveva profetizzato Pasolini, il nuovo ordine mondiale sta usando parole libertarie per rinchiudere tutti sotto un nuovo mondialismo sfrenato."
"In tutti questi anni ho notato come il pensiero unico si sia sempre più radicato e consolidato nella mente delle persone, sino ad arrivare ad estirpare in tanta gente qualsiasi forma di trasgressione o di volontà di dire qualcosa che non sia intonata al coro. Molte censure ce le impongono i media, ma molte altre ce le autoimponiamo per essere accettati dalla società. Censura è non mettere un like per paura che i propri contatti possano pensare male. Censura è non prendere le difese di una persona che manifesta idee scomode per paura di immischiarsi. Censura è non recensire un album per timore di essere catalogati."
(Gabriele Fagnani)
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Ci avviamo verso la fine dell'intervista, quindi colgo l'occasione per chiederti quali saranno i tuoi progetti futuri: dalla Corazzata possiamo aspettarci qualche apparizione dal vivo, e magari anche un nuovo videoclip? E cosa bolle in pentola per Solco Chiuso?
"La pentola è sempre sul fuoco, ed entro fine anno dovrebbe vedere la luce una raccolta di canti a carattere divulgativo che racchiuderà molti brani editi, nuove versioni ed anche diversi inediti. Riguardo al mio progetto Solco Chiuso, mi piacerebbe mettermi al lavoro sul quarto album quanto prima, mentre tra le novità più interessanti mi compiaccio nel comunicare a tutte le persone che mi seguono da più tempo che abbiamo rimesso in piedi i Kannonau, e che entro fine anno dovrebbe uscire la ristampa su vinile del primo EP omonimo, con l'aggiunta di 2 bonus-track inedite.
Per quanto riguarda l'attività dal vivo sto cercando di pianificare un live acustico a Messina, ma ancora è tutto in itinere. Altri live in giro per l'Italia in questo momento sarebbero troppo difficili da organizzare."
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Siamo all'ultima domanda. Ricordo l'ostracismo nei confronti tuoi e della Corazzata durante la prima fase della tua carriera, tanto che persino io, per il solo fatto di aver ospitato le recensioni dei tuoi dischi, mi sentii dire cose del tipo "non ti mando più i dischi perché non li voglio vedere recensiti di fianco a quella (censura)!"... Ma il tempo è stato galantuomo, come si suol dire, ed alla fine la Corazzata, sebbene sempre ostracizzata, ha trovato la sua legittimazione nella scena, oltre ad una dimensione artistica personale e per molti versi unica, alla faccia di chi ti voleva (e probabilmente ancora ti vuole) male. Un tempo dicevi, con sferzante ironia, che "La Corazzata Valdemone Ha Sempre Ragione!", ed alla fine sembra proprio che abbia avuto ragione tu...
"Ricordo bene quel periodo! La gente non capiva ancora le mie intenzioni e si scagliava con tutta la propria violenza contro di me, e - purtroppo - anche contro coloro che erano intorno a me. Nel frattempo non sono diventato famoso, non mi sono arricchito con la musica ma sono ancora qui, anzi, siamo ancora qui, a differenza di molti altri che hanno fatto tanta polvere all'inizio e poi nella polvere ci sono finiti. Voglio concludere questa bella intervista ringraziando te per il supporto ed il coraggio che hai sempre dimostrato e dedicando una sonora risata a tutta quella piccola gente che non riesce a far altro che criticare. Il domani appartiene a noi! Fatevene una ragione."
https://myspace.com/corazzatavaldemone
https://www.spqrlabel.com/