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30-07-2020
THE LUST SYNDICATE
I non allineati
di Roberto Alessandro Filippozzi
Eravamo arrivati tardi già a recensire "Capitalism Is Cannibalism", ed ancor più tardi siamo giunti ad intervistare Simone Salvatori, ben noto leader dei blasonati Spiritual Front e fondatore anche del nuovo progetto The Lust Syndicate. Tuttavia l'importante era arrivare, non soltanto perché l'album di debutto del trio capitolino ha dato un importante scossone alla scena industrial nazionale e internazionale con la bontà dei propri contenuti musicali, ma anche perché, a livello di contenuti lirico/tematici, "Capitalism..." ha rappresentato una profonda sferzata, prendendo le distanze da quella vulgata liberal/progressista e petalosa con grande coraggio ed immane forza per raccontare un'altra verità, ossia quella di chi non si ferma alle "versioni ufficiali", consapevole di come ogni aspetto della vita pubblica, informazione in primis, venga manipolato per indirizzare consensi e sentimenti delle masse. Un progetto nato per esternare dure verità, rifuggendo quei facili consensi di cui le star della musica fanno incetta per darsi un tono da "anime belle", desiderosi come sono di compiacere la narrazione globalista che vive di slogan vuoti in grado di far leva su facili pietismi. Non poteva che conseguirne un'intervista in cui Simone, senza peli sulla lingua, suona la sveglia non tanto per chi ha già compreso determinate dinamiche, ma piuttosto per quelli che hanno subodorato come ci siano troppe cose che non quadrano, e che avevano bisogno di qualche pezzo del mosaico in più per comprendere logiche e piani di coloro i quali "muovono i fili". Tanti preziosi spunti di riflessione in questa lunga intervista, grazie alla disponibilità di un artista la cui consapevolezza riguardo alle più subdole dinamiche sociopolitiche andava assolutamente condivisa.
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Partiamo dalla genesi del progetto TLS. Avendo il privilegio di esserti amico anche sui social, avevo notato da tempo il tuo crescente interesse per certe tematiche care anche a me, e ti confesso di aver pensato più di una volta "Simone dovrebbe proprio mettere su un bel side-project per dare voce a queste sue lucide riflessioni sul mondo globalizzato di oggi!". Per fortuna ciò è avvenuto: l'idea di creare i TLS è effettivamente nata dalla tua necessità/impellenza di esprimere concetti che sentivi di dover condividere col tuo pubblico e che non avresti potuto trattare con SF?
"Esattamente! Mi piace pensare ai due progetti come endogeno/esogeno. Con il Fronte credo di avere parlato quasi sempre di me stesso a me stesso, per poi riprodurlo in musica, mentre con i Lust ho sentito l'esigenza di rapportarmi con il mondo esterno e con i suoi perversi meccanismi. Ovviamente sono tematiche che avevano bisogno di essere sostenute da una colonna sonora differente, più affine ai sentimenti che suscitavano in me, e che in un modo o nell'altro avrebbero suscitato anche nell'ascoltatore."
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Mi incuriosisce la scelta di un nome come TLS, anche perché la parola "lust" l'avrei vista bene associata alle tematiche di SF, piuttosto che in un progetto così diverso a livello lirico... Cosa è nei fatti questo "Sindacato della Lussuria"?
"Anche la nostra sessualità, i nostri desideri, sono influenzati dai diktat della politica e della finanza: sembra assurdo, ma è così. La nostra società ci insegna come e quando amare, chi amare e dove, i nostri desideri sono indotti, come indotte sono le nostre scelte nel consumare, nel vivere e nel sentire. Siamo assuefatti a questo meccanismo, ed anche solo l'idea di metterlo in discussione provoca in noi un immenso disagio. Impazzire è dunque naturale quando si esce dai binari. Riappropriarsi dei propri sentimenti e dei propri desideri naturali, scevri da ingerenze esterne, sarebbe già una conquista. Pensiamo, a volte, di trasgredire, di essere ribelli, ma tutto viene fatto per concessione superiore. Trasgredisci in base al copione, in base a quello che ti è stato classificato come trasgressione. Tutto qua. Finzione. Conformismo della ribellione."
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Stilisticamente parlando, hai saggiamente inteso prendere le distanze da SF, proponendo un sound molto personale che incarna una tua particolare visione del suono industrial, squisitamente percussiva e capace di conservare certi tratti cantautorali - specie per la tua inconfondibile vocalità - del tuo progetto principale, nonché più accessibile del tipico noise e ideale anche per la riproposizione live. Come sei giunto a questa sintesi sonora e quanta voglia c'era in te di cimentarti con sonorità differenti?
"Ti confesso che all'inizio volevo fare qualcosa di molto più estremo, ma poi, mettendo su la mia voce e le mie linee vocali, il tutto si è ammorbidito. Essendo un grande fan della forma-canzone, il percorso è stato quasi obbligato, e chiaramente non ne sono dispiaciuto. Amo il rumore e l'industrial, ma solo quando una sorta di "melodia", magari sui generis, deve esserci. A cosa sarebbe servito rischiare di fare un altro disco di rumore fine a sé stesso, con qualche strillacchiata qua e là? No, non era per me, troppo anacronistico. Troppo codificato. Un minimo di senso logico, uno straccio di melodia, deve pure far capolino."
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In effetti, penso che sarebbe stato relativamente facile per te sfruttare stilemi noise arcinoti sui quali limitarsi ad installare poi il discorso lirico, ma sebbene le tematiche siano quanto mai importanti in TLS, hai saggiamente spinto per arrivare ad una formula che differenziasse il tuo progetto dalla piattezza di certa scena industriale...
"L'attuale scena industrial è satura di gruppi inutili, basici, noiosi; anche qui, come accennavamo prima, è una ribellione di facciata, una ribellione sonora conforme a regole trite e ritrite, senza coraggio e soprattutto senza competenza alcuna. Certi schemi avevano senso agli albori di questo fenomeno, ma ora fare industrial dietro ad un pc, seduti a casa, non credo che abbia nulla di eccitante."
"Le grandi dinastie, come i Rothschild, i Rockefeller etc., sono le stesse che governano da secoli. Se devi fare cassa e non hai nessun contatto con il mondo reale, che muoiano cento o mille poveracci, poco ti importa. Le persone che operano a quei livelli non sono alieni venuti dall'iperspazio per conquistare la terra, ma sono solo persone più infami e pragmatiche di noi che, messe di fronte alla scelta fra giustizia e denaro, scelgono il denaro. Punto. Nessuno complotto, come molti idioti amano chiamarlo. Solo esclusivamente profitto."
(Simone Salvatori)
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Per dare vita a TLS, hai chiamato al tuo fianco quel Fabio Colucci che già aveva collaborato con SF, mentre dal vivo la line-up si allarga a terzetto: come hai selezionato il personale che doveva accompagnarti in un'avventura artistica che è tutt'altro che banale intrattenimento o un mero svago? L'eventuale affinità di vedute circa i temi trattati ha giocato in questo senso un ruolo importante?
"Fabio è stato fondamentale negli arrangiamenti e nell'organizzazione musicale del progetto, con lui ho fatto tutti i dischi di SF. Dal vivo avevo bisogno però di percussionisti capaci: il live set deve avere più dinamismo, deve essere solido e trasformare il contenuto del disco in una realtà concreta. Sarebbe stato troppo facile ed ipocrita spingere play e sedermi dietro il pc. Per quanto riguarda i contenuti, bisogna trovare un compromesso, questo è ovvio; non credo, però, che avrei mai trovato yuppies con la puzza sotto il naso che avrebbero voluto prendere parte ai nostri eventi..."
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Veniamo finalmente agli aspetti tematici dell'album, partendo dal suo titolo, che individua senza esitazioni o dubbi quale sia il vero nemico comune: il capitalismo. Non tanto quello di sovietica memoria, quanto piuttosto la sua più nefasta evoluzione: pochi potentati (famiglie quali Rothschild, Rockefeller etc.) che, giunti ad essere persino più facoltosi di monarchi e nazioni stesse, hanno deciso da qualche secolo di fare del pianeta il loro mercato globale, influenzando in maniera subdola ogni aspetto delle nostre vite e, di fatto, rendendoci docili consumatori impermeabili alla ribellione. Miliardi di persone che lasciano il vero potere nelle mani di pochi plutocrati, come suggerisce lo statement "Consenting Victims": una massa che, se risvegliata dal torpore indotto dalle "armi di distrAzione di massa", potrebbe schiacciare come se niente fosse - o per lo meno ridurre all'impotenza - questi tiranni che si nascondono nell'ombra. A tuo dire, fino a che punto dovremo arrivare affinché questo risveglio porti con sé un'auspicata ribellione contro queste "catene invisibili" che ci rendono schiavi?
"Credo che negli ultimi anni ci sia stato una sorta di vaghissimo risveglio da parte di una piccola fetta di popolazione, vuoi per la possibilità di scambiare informazioni, vuoi per l'utilizzo di internet, ma cambiare le regole del gioco è ancora difficile. La maggior parte del pianeta vive nella miseria, nell'ignoranza e soprattutto nell'egoismo e nel cinismo, e queste ultime due sono le piaghe più grandi: l'egoismo soprattutto, ingrediente necessario alla frammentazione della lotta, ed in più, mettici anche che il nemico che vorremmo combattere arriva sempre prima di noi. Le grandi dinastie che tu hai citato sono le stesse che governano da secoli, quasi sempre imparentate tra loro. I poveri si combattono, i ricchi si alleano, ed è per questo che i secondi vincono: hanno più capacità di adattamento, sembra strano ma è così, sono lungimiranti e spietati perché mossi dal mero interesse, senza empatia, senza pietà, qualità che solo noi poveracci imbevuti di cristianesimo e blando buonismo, di tanto in tanto, proviamo. Per quanto riguarda i "potenti": zero. Se devi fare cassa e non hai nessun contatto con il mondo reale, che muoiano cento o mille poveracci, poco ti importa, e questo, secondo le loro logiche del profitto, è regolare e lineare. Le persone che operano a quei livelli non sono alieni venuti dall'iperspazio per conquistare la terra, ma sono solo persone più infami e pragmatiche di noi che, messe di fronte alla scelta fra giustizia e denaro, scelgono il denaro. Punto. Nessuno complotto, come molti idioti amano chiamarlo. Solo esclusivamente profitto."
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Siamo nell'era di internet e, come suggerivi tu poc'anzi, il numero di persone che hanno compreso come funzionino le dinamiche del capitalismo globalista è già ampio ed in aumento. A ben vedere, con un po' di coraggio, ce ne sarebbe già abbastanza per rovesciare certi potentati... Eppure ancora non succede, anzi: i signori della globalizzazione hanno alzato la posta, sfruttando i media per ridicolizzare chiunque creda all'esistenza dei poteri forti e creando una massa priva di capacità critica che crede che il mondo sia veramente governato da politici goffi che ce la mettono tutta per farci stare bene, ma - bontà loro - proprio non ci riescono nonostante gli sforzi, quando invece è evidente che costoro sono solo i maggiordomi del vero potere. Il tutto usando i metodi più subdoli: dapprima ridicolizzando le teorie "non allineate" associandole a personaggi ridicoli alla Adam Kadmon o i "terrapiattisti", poi coniando termini come "complottaro" per mettere in burla argomenti seri, e infine esplodendo in risatine scomposte non appena uno nomina Soros (nonostante vi siano le prove documentate di come si tratti di uno dei peggiori globalisti della Storia). Un meccanismo perfettamente oliato: l'inganno più grande che il Diavolo abbia mai fatto è stato il far credere che non esiste?
"Credo che esista una sorta di primordiale meccanismo di difesa per cui rifiuti di accettare il fatto che ti stiano inculando, poiché, come si dice, è più facile ingannare un uomo che convincerlo del fatto che sia stato ingannato, ed il succo è proprio questo. I media controllati dai padroni riescono ad indirizzare le scelte delle persone nell'accettare il bene o il male, la percezione della realtà della maggior parte della popolazione è tragicamente influenzata da media corrotti e parziali. Se io fossi proprietario di emittenti televisive, con le mani in pasta in politica e nell'industria farmaceutica, avrei tutto l'interesse a indirizzare consensi e influenzare le scelte dei miei concittadini. La cosa più triste è che, di fronte alla realtà dei fatti, si neghi l'evidenza. La maggior parte delle persone preferisce pensare con la testa altrui, seguendo la massa dei "buoni e dei giusti" nel timore che il proprio dissenso o la propria idea possano essere contestati o ridicolizzati: si vive nel terrore di essere etichettati come complottisti, razzisti, fascisti o stalinisti se solo si prova ad elaborare una tesi che si discosti dal mainstream ufficialmente riconosciuto, ed in questo i padroni dell'informazione hanno fatto un eccellente lavoro di lavaggio del cervello. Un altro cancro che ha distrutto la critica è il politically correct, un'arma usata per silenziare ogni possibile dissenso e critica non gradita: prova a guardarti intorno, soprattutto sui social, dove pochi sollevano dubbi, timorati di essere bollati come estremisti ottusi (ed ovviamente i veri estremisti ottusi e gli infami agiscono senza remore grazie ai complessati politically correct, che sistematicamente, pur di non muovere critiche "tendenziose", si rendono spiritualmente complici). Hai citato Soros, un classico esempio di manipolatore e speculatore che, dietro una decadente facciata di squallida filantropia, ha nel frattempo mandato sul lastrico milioni di persone, ne ha sfruttate altrettante, ed è dietro a molte delle finte rivoluzioni degli ultimi anni, ha montato ad arte le storie false delle ONG e tutta quella farsa delle vite salvate. È davvero ridicolo: la finta di salvarne 10 per distruggerne 1000 nello stesso istante."
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A tuo dire, perché la maggioranza sceglie deliberatamente di non vedere certe cose e di non riconoscere quale sia il nemico? Come è possibile che questo processo non si arresti, nonostante ormai, oltre a docufilm quali "Zeitgeist" o "Endgame", persino Hollywood (forse proprio per il suddetto inganno del Diavolo?) ci sbatta in faccia crude realtà con film a loro modo onesti quali "Leoni Per Agnelli" e "Green Zone"? Se certe cose ce le gridava già Sydney Lumet nel 1976 col suo immortale "Quinto Potere", come è possibile che il processo di risveglio non sia ancora giunto per lo meno a buon punto?
"Anche Hollywood (gestita per lo più dalle grandi dinastie di cui sopra) è servita a spettacolarizzare ed anche ridicolizzare questo processo di instupidimento delle masse: eccetto qualche caso di "suggerimento", la restante fabbrica delle illusioni ha fatto sì che per anni si fecondasse la mistificazione della realtà. Il cinema hollywoodiano ha per esempio falsato l'idea degli stessi USA, mostrandoli sempre come la Mecca della libertà, illudendo milioni di persone: è il Paese che ha invaso e distrutto più di chiunque altro, che ha commissionato attentati direttamente e indirettamente, che ha rovesciato più governi legittimi al mondo, che ancora alimenta guerre, che ha avuto leggi razziali fino all'altro ieri, che millanta diritti e libertà ma dimentica di dirti che hai diritti solo se riesci a comprarne. Reagan stesso negli anni '80 stilò un programma di cambio di rotta che prevedeva l'uso massiccio dello spettacolo e del cinema per cambiare l'opinione pubblica rispetto alle scelte e nei confronti del governo. E poi la cultura della visibilità massmediatica, il boom edonistico degli anni '80, il consumismo sfrenato, tutte cose che servivano a smobilitare gli animi, le lotte sociali e politiche, a far calare l'interesse delle persone per l'impegno civile e nella lotta di classe..."
"Andai a vedere Roger Waters un paio di estati fa: tutto bello, tutto mastodontico, ma tutto terribilmente patetico e ridondante... ricordo questo intervallo di 20/30 minuti con un no-stop di immagini che ridicolizzavano Trump, Putin e tutti quelli non allineati con il mainstream, un'alternanza tra "dittatori" (secondo i media) e volti di bambini africani. Perché, se c'era tutta questa voglia di giustizia, non venivano criticati i grossi colossi della finanza, quelli farmaceutici, quelli degli armamenti? Questi finti ribelli hanno bisogno di questi facili bersagli per cercare di creare una sorta di patetica unione temporanea con altrettanti finti indignati. Reductio ad hitlerum ad ogni costo. Tipica dei servi del sistema."
(Simone Salvatori)
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Lo statement "Flattering Of Humanity" punta il dito contro il pensiero unico globalizzato, che ha come finalità quella di uniformare le società più diverse nel nome del consumismo e per meri fini commerciali. Quello che taluni progettano per noi è un mondo tutto uguale, possibilmente con una sola lingua, una sola religione e nessuna identità a legare le persone ad un territorio, e la cosa tragica è che i fanatici della "diversità" a tutti i costi (che nel loro caso si riduce solo a slogan vuoti come "welcome refugees" ed all'invenzione di decine di presunti "generi sessuali") finiscono per sposare queste teorie, facendo il gioco di chi ridurrà il pianeta ad una macchia informe. Come può reggere un inganno così mostruoso?
"È un vero e proprio inganno, sozzo di buonismo spicciolo a tutti i costi. La crescita e l'armonia nasce nel rispettare le reali differenze e le differenti culture, il "no borders" tanto sbandierato da certi illusi non è altro che un patetico slogan privo di senso, ed è soprattutto pericoloso, poiché liquidare le nazioni, la storia e le differenze non fa altro che alimentare terreno fertile per una eventuale dittatura. La dittatura prolifera dove i popoli non hanno identità né volontà, dove il lavaggio del cervello ha fatto il suo decorso. La vomitevole filastrocca del "welcome refugees", inno dell'ipocrisia borghese occidentale, la dice lunga sul grado di degrado morale che affligge il nostro continente. Falsità al suo apice: tutti sono gli altri ma nessuno è se stesso, si finge di aiutare l'altro a migliaia di Km per scaricare le responsabilità per quelli che ti muoiono a pochi metri, magari nello stesso palazzo, lavandosi la coscienza con due post su Facebook, una donazione da mille lire o cinque minuti di piazza con un scarabocchio arcobaleno. Deportare dei disperati che non troveranno sollievo né ricchezza, solo per sollazzare i pruriti benpensanti di annoiati finti intellettuali, o strappare dalle terre natie, sfruttate da multinazionali , giovani che s'illudono di trovare il paradiso con un paio di Nike, o magari sposando qualche giovane sovrappeso figlia di avvocati con il pallino dell'esotico. È il trucco di questo sistema marcio che finge d'integrare quei disperati, un'integrazione che fallirà perché non c'è volontà di integrare nessuno: una volta sbarcati ed usati per foto rituali da rotocalco, saranno lasciati al loro destino, saranno utilizzati come armi da ricatto nella guerra tra poveri, non avranno mai posti di rilievo, ma al contrario serviranno per abbassare il costo del lavoro dei lavoratori autoctoni, in un mondo sempre più globalizzato e votato all'autodistruzione. Questo è il piano vile del capitalismo globalizzato, a cui non interessa il destino di quei poveracci, ma a cui interessa solo ottenere più forza lavoro a prezzo più basso, il famoso esercito di riserva di marxiana memoria, cosa che purtroppo molti wannabe finto-filosovietici di oggi hanno dimenticato."
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Con SF hai esplorato in lungo e in largo la sfera sessuale, e chi ti conosce sa bene che in tal senso nessuno potrebbe mai accusarti di bigottismo, sessismo e tutte le altre scemenze che strillano quelli che parlano a vanvera di "Medioevo". Proprio per questo, ci tengo a chiederti se la folle escalation delle "teorie gender", giunta ormai a formulare l'esistenza di decine e decine di "generi sessuali" (sic!), con gente che si professa "non-binaria" e altre assurdità assortite, non sia solo una testa di ponte per continuare a scardinare la società, per confondere ancor più le acque e nei fatti dividere ulteriormente le genti in ossequio ai desiderata dei poteri forti...
"Chi conosce SF, me e le mie abitudini sessuali, sa quali siano le mie idee al riguardo. Detto questo, trovo le teorie gender solo una squallida pagliacciata retorica e falsa: le persone dovrebbero rispettare le proprie scelte sessuali senza bisogno di etichette create ad hoc da un sistema che tutto vuole tranne che le differenti identità, è un gioco subdolo e terribilmente ipocrita. Cancellare identità per poi crearne delle altre fake con il risultato di creare ancora più danni, più divisione e confusione. La questione delle identità sessuali è una cosa che va avanti da millenni e dalle culture tribali ancestrali fino ad arrivare a noi, non abbiamo bisogno di spauracchi boldriniani per capire se ci piace il cazzo o no. I carrozzoni da circo sono subdolamente sovvenzionati da lobby che hanno interessi specifici distanti anni luce da quelli dell'integrazione, della giustizia e via discorrendo. Viviamo in un sistema che ti priva giorno dopo giorno dei diritti sociali, che ti toglie tutto senza possibilità di replica, ma che ti concede di sposarti il tuo amico a Copenhangen, che ti toglie la casa e ti licenzia senza spiegazioni, ma ti permette di scrivere a tutte/i, sindaco/sindaca... e tutte queste altre cazzate di facciata. Una società che crea attriti tra gli ultimi, che crea divisioni negli animi, conflitti, ma che si nasconde dietro le affabulazioni di possibili decine di gender... è un totale paradosso, ti costringe a mettere mille etichette, ma non ti insegna la solidarietà ed il rispetto per il prossimo. La trovo una vera assurdità. Dovremmo imparare ad amare, invece di preoccuparci di quale etichetta dare alla nostra "derivata" sessualità."
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A parte l'auspicabile ma ancora lontano risveglio delle masse, quali soluzioni intravedi per cercare di salvare il pianeta da questa subdola tirannia? E sebbene di gente ormai conscia ve ne sia parecchia, varrebbe la pena lottare contro il Sistema quando la maggioranza dormiente non solo non accorrerebbe a dare man forte, ma addirittura finirebbe per lottare al fine di preservare lo status quo?
"Come nella caverna di Platone, non solo non spezzeranno le catene, non solo non sceglieranno la libertà, ma cercheranno di uccidere coloro che tenteranno di portare la salvezza. Una comoda schiavitù vale più di un rischiosa libertà."
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È sempre sorprendente vedere quali e quanti mezzi schieri il Sistema, ma ancor più incredibile è vedere come spesso siano certi personaggi famosi - che dei problemi di noi comuni mortali non sanno nulla - ad aderire più o meno spontaneamente alle dinamiche che fanno gioco ai poteri forti, e oltre a "Mr. Monsanto" Bono, penso a gente come Richard Gere o Roger Waters, solo per citare gli ultimi esempi in ordine di tempo. Non posso quindi esimermi dal chiederti cosa pensi di questi ricchi "pontificatori", nonché di fenomeni creati ad arte per spostare l'attenzione della gente come Greta Thunberg...
"Sono personaggi finto-ribelli che spianano la strada ad altri finti ribelli. C'è un sentiero, dei binari da seguire anche quando ci si vuole "rivoltare", abbiamo la possibilità di alzare la testa e starnazzare, ma solo secondo precisi dettami e secondo specifiche formule consentite. Greta, Carola etc. sono solo pedine utilizzate per sviare l'attenzione da problematiche molto più gravi e complesse, caratteri costruiti a tavolino, congegni ben studiati per ipnosi collettiva. Greta sponsor del nuovo corso economico della cosiddetta "green economy", Carola sponsor ufficiale dei nuovi schiavisti, che fingono di integrare i migranti per poi darli in pasto a grandi gruppi di sfruttatori negrieri che li metteranno nelle loro fabbriche e nei loro campi a due euro al giorno, rovinando la loro vita e quella dei lavoratori autoctoni, innescando una feroce guerra tra poveri ed una successiva spirale d'odio che gioverà solo ai padroni."
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Soprattutto i cosiddetti "social network" ci stanno mostrando come il dissenso venga sedato con la censura per chi non è allineato, e proprio qui da noi abbiamo appena avuto chiari esempi di ciò, con la cancellazione senza diritto di replica di chi non era gradito a certuni. E visto che molte "anime belle" tacciono o fanno finta di non vedere i rischi di certe derive censorie, quando non addirittura gongolano, ti chiedo: come siamo arrivati a subire epurazioni degne dei peggiori regimi comunisti asiatici?
"Il manganello e le fucilazioni non vanno più di moda, creerebbero malcontento, risentimento, vendetta: il nuovo regime ha bisogno di catene dorate, di boia coi lustrini, di kapò permissivi e lascivi. Il nuovo regime ridicolizza, silenzia, ostracizza chiunque provi a dissentire: la libertà è concessa, ma solo se ti muovi il quel piccolo fazzoletto di terreno che ti è stato concesso, ed avrai tanti diritti, ma solo se possiedi abbastanza denaro per acquistarne. Ti viene concessa un po' d'aria, quel poco che ti basta per convincerti d'essere libero. I social vanno controllati e se possibile censurati laddove chi alza la voce, o semplicemente chi prova a dissentire, viene fatto fuori."
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A proposito di social, non ho potuto fare a meno di notare come, ogni volta che esprimi legittimamente le tue idee sui tuoi profili personali, puntualmente arrivi qualcuno che non viene a esprimere dissenso o a proporre una diversa chiave di lettura, ma che viene piuttosto a prendersi gioco delle tue parole e a darti del visionario: come siamo giunti ad una simile miseria dialettica?
"Ognuno è libero di esprimere le proprie idee, possono anche prendersi gioco dell'altro, ma poi la realtà viene a galla. Ricordo quando esposi le mie opinioni, ad inizio lockdown, su OMS e compagnia bella, e tutti mi criticarono; poche settimane fa, su Report, dissero la stessa cosa, ma nessuno ebbe il coraggio di contestarlo o di venirmi a dire "forse avevi ragione", ed anche gli ultimi fatti hanno smascherato le truffe di questa organizzazione al soldo delle grandi multinazionali. Credimi, avrei preferito aver torto. Ma bastava fare qualche passo indietro per capire come sarebbe andata questa storia. Dispiace tanto per quelli che hanno perso la vita inutilmente, per colpa delle negligenze, dell'impreparazione e per l'indolenza di certi soggetti. La verità fa sempre paura. Non che io abbia la verità in tasca, tutt'altro: provo solo a sollevare dubbi, riporto l'altra faccia della medaglia, e molto spesso questo viene mal digerito, soprattutto quando si parla di EU, dove è più facile dare del pazzo o del complottista a chi la critica, piuttosto che approfondire e accettare il fatto che siamo stato presi in giro, derubati, impoveriti e schiavizzati. Aprire gli occhi può far male, quindi meglio rimanere nelle tenebre e voltarsi quando la luce ci acceca."
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Come ben sappiamo, la scena alternativa ha subito un duro colpo con l'avvento della musica digitale, ed ha resistito a fatica. Personalmente, ritengo che l'avvento del cosiddetto "politically correct" possa rappresentare la pietra tombale per la scena alternativa, che si sta riducendo a rincorrere i succitati Bono e Waters sposando posizioni globaliste e, appunto, "politicamente corrette" sui soliti temi che ben conosciamo. Come vivi l'avvento del "politically correct" nelle nicchie alternative?
"Andai a vedere Waters un paio di estati fa: tutto bello, tutto mastodontico, ma tutto terribilmente patetico e ridondante... ricordo questo intervallo di 20/30 minuti con un no-stop di immagini che ridicolizzavano Trump, Putin e tutti quelli non allineati con il mainstream, un'alternanza tra "dittatori" (secondo i media) e volti di bambini africani. Un montaggio perfetto strappalacrime, una messinscena che di sicuro ha toccato il cuore di tutti gli astanti, ma nessuno di questi concetti veniva approfondito, non c'era nessuna spiegazione: perché, se c'era tutta questa voglia di giustizia, non venivano criticati i grossi colossi della finanza, quelli farmaceutici, quelli degli armamenti? Non venivano citati la Trilateral Commission, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, la Vanguard, la State Street o la Blackrock, gruppi che veramente hanno un'influenza reale e letale nella vita di miliardi di persone ogni giorno, tant'è che, da soli, questi ultimi tre colossi muovono più capitali di USA e Cina messi insieme. Questi finti ribelli hanno bisogno di questi facili bersagli per cercare di creare una sorta di patetica unione temporanea con altrettanti finti indignati. Reductio ad hitlerum ad ogni costo. Tipica dei servi del sistema. Non ho mai avuto un particolare feeling né per Trump, né per Putin o per chiunque altro, non me ne fotte una sega, ma dopo quel concerto ho davvero capito che quegli Hitler da vaudeville erano nulla in confronto a coloro che detengono il vero potere, quelli che muovono i fili del teatro delle marionette."
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Un altro tema che di sicuro ti sta a cuore è questa "Europa", intesa come Unione Europea, che altro non è se non un moloch utile ai potentati per meglio controllarci, e che agita lo spauracchio del cosiddetto "populismo" per spaventare il popolino, quando basterebbe chiedersi quale sia il contrario del populismo (forse parlare e lavorare in favore dei poteri forti?) per capire chi sia il vero nemico. Come si scardina questa macchina mortale?
"È un costrutto imperialista della peggiore risma, antidemocratica in ogni suo aspetto, imposta senza il consenso del popolo, istituita con raggiri e truffe, creata ad hoc per indebolire gli Stati e concedere tutto ai grandi gruppi finanziari, banche e multinazionali. Ti basti vedere il gioco di specchi con cui questa macchina infima si tiene in vita: gli uomini imposti ai governi sono gli stessi dei grandi gruppi come JP Morgan, Goldman Sachs etc., che a loro volta fanno parte della sacra triade Vanguard/Blackrock/Statestreet, che da sola detiene circa un quarto della ricchezza mondiale effettiva. Come può l'interesse di questi personaggi coincidere con quello del popolo? Il parlamento non può fare leggi, le leggi le fa la commissione europea che è un organo non eletto da nessuno, mentre gli stati membri (i polli, tipo noi, che hanno accettato) non possono stampare moneta ma devono chiederla in prestito a banche private, che poi a tassi da usura chiederanno il conto (con tutto quello che ne consegue). Ovvio che in 20 anni di propaganda hanno fatto il lavaggio del cervello a milioni di persone, sbandierando stronzate tipo solidarietà, fraternità, bla bla bla... Solo stronzate, le parole chiavi sono state altre: austerità, disoccupazione, delocalizzazione, disparità sociale ed economica, con l'Italia che da quarta potenza mondiale è diventata la Repubblica delle banane (marce), derubata di tutta la sua ricchezza. Europa è l'esatto contrario dell'EU, Europa è ricchezza nella sue differenze, nelle sue storie e nella sua Storia, nel suo essere sfaccettata, multiculturale nella sua stessa essenza, mentre EU invece è l'appiattimento, l'umiliazione, la dittatura della conformità."
"L'UE è un costrutto imperialista della peggiore risma, antidemocratica in ogni suo aspetto, imposta senza il consenso del popolo, istituita con raggiri e truffe, creata ad hoc per indebolire gli Stati e concedere tutto ai grandi gruppi finanziari, banche e multinazionali. Gli uomini imposti ai governi sono gli stessi dei grandi gruppi come JP Morgan, Goldman Sachs etc., che a loro volta fanno parte della sacra triade Vanguard/Blackrock/Statestreet, che da sola detiene circa un quarto della ricchezza mondiale effettiva. Come può l'interesse di questi personaggi coincidere con quello del popolo? Europa è l'esatto contrario dell'EU, Europa è ricchezza nella sue differenze, nelle sue storie e nella sua Storia, nel suo essere sfaccettata, multiculturale nella sua stessa essenza, mentre EU invece è l'appiattimento, l'umiliazione, la dittatura della conformità."
(Simone Salvatori)
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Gli statements sparsi fra i brani rappresentano sicuramente una parte fondamentale dell'album, e non vanno confusi con banali intermezzi. Perché hai scelto di farli recitare proprio a Mark Thompson Ashworth e Michael De Victor?
"Volevo che fossero ben chiari e molto english, mentre stilisticamente c'era un chiaro richiamo a certe cose di Test Dept e PIL."
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Una curiosità: vedendo come oggigiorno anche gli artisti di nicchia si prodighino a fare i petalosi, dipingendo la Brexit come un'apocalisse nucleare, blaterando di fascismo, strillando un giorno sì e l'altro pure contro Trump mentre magari cercano di "ripulire" un proprio passato che nessuno gli imputa più da secoli etc., come è stato accolto fra i tuoi colleghi musicisti della scena "Capitalism Is Cannibalism"? Più in generale, ti è capitato di scontrarti con qualche collega che fosse totalmente in dissenso con te soltanto per via delle tematiche trattate?
"Certo che sì, ma io sono aperto al dialogo, e sono anche contento di potere confrontare le mie opinioni con quelle degli altri, in più posso anche dirti che certi miei colleghi hanno rifiutato di collaborare perché in disaccordo con le idee espresse nel disco. Purtroppo i fatti parlano da soli: i petalosi devono fare i conti con la loro difesa aprioristica degli immigrati, che purtroppo dopo le foto di rito con i loro difensori vengono abbandonati al loro destino ed alla loro miseria, e devono fare i conti con gli operai rimpiazzati dall'esercito di riserva che li sostituirà per un paga da fame, dimenticando le battaglie e il sangue versato per arrivare a conquistare quei famosi diritti. Quelli che combattono il "fascismo", morto nel '45, si dimenticano di combattere contro un regime glamour che li sta privando dei diritti fondamentali, delle banche che possono portarti via la casa da un giorno all'altro, del fatto che possono essere licenziati senza troppe manfrine, che mangeranno merda cancerogena perché questo è il volere del mercato, che moriranno di cancro ed altre malattie merdose perché così vuole il mercato. Brexit? Non mi sembra d'aver visto nessuna apocalisse, anzi. Trump? Sì, ok, pazzo, maiale, ok, ma sta smantellando un sistema che decideva su vita e morte di milioni di cittadini: lo starà facendo di sicuro nel suo interesse, non credo sia un chierichetto boyscout, ma di certo i suoi interessi cozzano con quelli del deep state. Staremo a vedere cosa succederà, non mi sta simpatico affatto, ma di sicuro nei mesi a venire ci saranno tante divertenti novità."
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Ci avviamo verso la fine dell'intervista, e quindi colgo l'occasione per chiederti quali saranno le tue prossime mosse, sia per TLS, anche per capire se ci sarà un seguito (come spero), sia per SF, ma eventualmente anche per altri progetti che ti coinvolgeranno in un modo o nell'altro...
"Sto preparando il nuovo TLS dal titolo "We Are You Enemies", che sarà un po' più "andante" con meno spoken words, mentre con SF stiamo facendo un doppio album dedicato agli Smiths "The Queen Is Not Dead", ed in più sta per uscire un oscuro progetto chiamato Morgue Ensemble, un concept sulla morte, con tutte foto mie tra morgue ed obitori, musicalmente a metà strada tra horror soundtracks (rigorosamente 80s), death ambient ed ethno."
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Per finire, una domanda secca alla quale ti chiedo però una risposta argomentata: Orwell (o Huxley, se preferisci) aveva ragione?
"Chiaramente sì, ma non per particolari doti vaticinanti: semplicemente, aveva perfettamente intuito l'essenza dell'essere umano, e cioè preferire servire piuttosto che capire e combattere. L'essere umano si adatta a tutte le condizioni, nel bene e nel male, ma soprattutto alla schiavitù. Mi piace molto il passaggio "Ogni disco è stato distrutto o falsificato, ogni libro è stato riscritto, ogni immagine è stata ridipinta, ogni statua e ogni edificio è stato rinominato, ogni data è stata modificata. E il processo continua giorno per giorno e minuto per minuto. La storia si è fermata. Nulla esiste tranne il presente senza fine in cui il Partito ha sempre ragione.". È esattamente quello che sta succedendo oggi: la Storia si è fermata e tutto sta per essere riscritto, le statue distrutte, ogni dio è sostituito con l'adorazione del nulla, nessuna radice, nessun sesso, nessuna nazione, l'appiattimento più totale per servire il dio denaro, il dio del capitale che non accetta nessuna ribellione, nessun dissenso, né differenza alcuna. Un popolo senza storia, senza radici, senza senso di comunità è facile da sottomettere."
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