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29-03-2020
AMBER TEASER
Luci ambrate nelle notti tarantine
di Roberto Alessandro Filippozzi
Tra le tante proposte di un'etichetta sempre attiva ed attenta a cos'abbia da offrire il sottobosco electro come la russa ScentAir, negli ultimi tempi non sono mancati anche progetti nostrani: dapprima gli Outpost Of Progress, e in tempi più recenti i tarantini Amber Teaser. Proprio questi ultimi hanno catturato la nostra attenzione in virtù di un debutto maturo e ricco di spunti succulenti come "Human Ritual", primo passo di assoluto rilievo per il trio composto da Mimmo Modeo (voce e testi), Teo De Cillis (synth/basso/programming) ed Antonio Iacca (synth/chitarre/programming). Una proposta che gli estimatori del synthpop di più ampio respiro apprezzeranno di certo, e che a nostro avviso meritava un doveroso approfondimento, per il quale si sono resi disponibili Teo ed Antonio, nostri interlocutori in questa piacevole intervista...
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Vi siete formati solo nel 2017, quindi siete una band ancora giovane: quali sono le vostre esperienze pregresse in ambito musicale, come vi siete incontrati e quali motivazioni e finalità vi hanno spinto a dare vita ad Amber Teaser?
Teo: "Ci siamo conosciuti parecchio tempo fa nei circuiti metal e punk del tarantino, dove, tra le varie formazioni (Antonio con The Sovran, io con Cosmic Heresy e Mimmo con Bellalingua), ci siamo confrontati più volte, scoprendo affinità musicali che non potevano non sfociare in un nuovo progetto, stavolta più orientato verso lo stile synthpop ed il suono elettronico in generale."
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Il nome che avete scelto per il vostro progetto è aperto a diverse interpretazioni, anche perché "Amber" può essere sia l'ambra che un nome di donna: quali concetti si celano dietro al monicker e cosa vi ha fatto decidere per adottarlo in via definitiva?
Teo: "Non ci sono importanti significati, è un nome evocativo e ci piaceva il suono delle parole. In particolare, il binomio Amber Teaser indica il preludio audiovisivo di qualcosa di inedito, rappresentato visivamente attraverso una luce dai toni ambrati, proprio come il bagliore generato nell'atmosfera notturna dai lampioni della città di Taranto."
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Nonostante la vostra recente formazione, siete giunti in tempi relativamente brevi al contratto con la ScentAir Records, nome di tutto rispetto in ambito electro che tra l'altro pare avere il radar puntato anche sul nostro Paese, visto che prima di voi è toccato agli Outpost Of Progress incidere per l'etichetta russa. Come siete arrivati a questo accordo e quanto ne siete soddisfatti sin qui?
Antonio: "Il contatto con Vladimir Romanov della ScentAir è arrivato subito dopo aver terminato le registrazioni ed è avvenuto nel più classico dei modi, ossia con l'invio del materiale on-line. Vladimir si è mostrato sin da subito soddisfatto e il tutto è stato concluso in tempi abbastanza brevi. La label sta facendo un buon lavoro di promozione e il CD è disponibile, oltre che in formato fisico, su tutte le piattaforme digitali (Spotify, Deezer, Google Music, Beatport ecc.)."
"Il binomio Amber Teaser indica il preludio audiovisivo di qualcosa di inedito, rappresentato visivamente attraverso una luce dai toni ambrati, proprio come il bagliore generato nell'atmosfera notturna dai lampioni della città di Taranto..."
(Teo De Cillis)
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Avete descritto il vostro sound come "industrial-pop", sottolineando come esso "mescoli synthpop ed italo-disco con un tocco di Kraftwerk e chitarre tremolanti e sfocate che forniscono un elegante mood industrial" e specificando che il termine "industrial" non si riferisce a stilemi noise, bensì al settore industriale della vostra Taranto. Al netto delle suddette influenze e delle definizioni, come avete lavorato per forgiarlo?
Teo: "Nel concreto, io e Antonio, sulla base di una sua idea di sound e qualche traccia, abbiamo cominciato a lavorare organizzandoci nel mio studio (229 Studio), dove, utilizzando macchine analogiche e digitali, ha avuto luogo tutta la produzione."
Antonio: "L'intento è stato sin dall'inizio quello di ottenere un suono che fosse orecchiabile, legato a certi stilemi del pop sintetico primordiale (Human League, New Order, Silicon Teens, Depeche Mode, Kraftwerk), ma a tratti anche ostico e visionario, ispirato alle sensazioni che puoi ottenere "vivendo" una città metropolitana e industrializzata come la nostra."
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Senza dubbio certe importanti lezioni degli anni '80 hanno lasciato il segno nella vostra scrittura, avvicinandovi a quei progetti odierni che meglio interpretano un'eredità musicale così preziosa, come Kite, Alien Skin ed Agent Side Grinder, mantenendo tuttavia un sound attuale e mai pretestuosamente retrò. In che modo un certo passato ha segnato il vostro lavoro compositivo e come avete lavorato per non rischiare di suonare anacronistici?
Teo: "Sicuramente il synthpop degli anni '80 di gruppi come New Order, Depeche Mode e Human League ha influenzato parecchio la scrittura di "Human Ritual", tuttavia abbiamo cercato di rendere il sound attuale e personale, innanzitutto programmando da noi ogni singolo suono e inserendo nell'arrangiamento elementi estranei al genere. Penso al finale di "Dioxine", in cui delle chitarre di matrice black metal norvegese suonano insieme a dei synth sequencers di ispirazione Klaus Schulze, o alle chitarre "al contrario" di "Mistery"."
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Veniamo ai contenuti del vostro riuscito esordio, partendo dal suo titolo: cos'è il "rituale umano" a cui fate riferimento e quali concetti vengono sviluppati in relazione ad esso?
Teo: "Il rituale umano è quell'insieme di pratiche "umane" mosse dai sentimenti, buoni o cattivi che siano. Potresti sostituirlo tranquillamente con "vita umana". Le azioni, emozioni e quant'altro l'individuo compie e subisce nel corso della propria vita."
"L'intento è stato sin dall'inizio quello di ottenere un suono che fosse orecchiabile, legato a certi stilemi del pop sintetico primordiale, ma a tratti anche ostico e visionario, ispirato alle sensazioni che puoi ottenere "vivendo" una città metropolitana e industrializzata come la nostra..."
(Antonio Iacca)
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Anche l'artwork segue dinamiche vintage: una semplice scelta estetica, oppure vi sono dei concetti dietro ad esso?
Antonio: "No, volevamo un'estetica vintage e basta, senza particolari concetti."
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Non essendo presenti i testi nel booklet, vorrei cogliere l'occasione per lasciarvi lo spazio necessario per parlare dei contenuti lirici dell'album, nonché dell'eventuale comune denominatore che ne lega i temi...
Teo: "Le canzoni, in forma non propriamente esplicita, suggeriscono immagini e idee, storie e sentimenti "umani"; parlano di partenze, ritorni, nostalgie, senso di appartenenza... altre volte parlano di Taranto e dei suoi mari... altre ancora è come se parlassero le macchine e le bocche dei forni della fabbrica, a zittire tutto il resto."
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Determinate caratteristiche emergono chiaramente dalla vostra scrittura, e si tratta di quell'estro proprio dei più audaci, di personalità, di carisma, di eleganza e di raffinatezza: qual è il segreto del funzionamento della vostra formula?
Teo: "Ti ringrazio per i complimenti! Non c'è un segreto nella formula, ma siamo contenti che funzioni."
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In una scaletta molto ben assortita come quella dell'album non mancano potenziali hit, non soltanto come il brano scelto per il primo videoclip "Here", ma anche come "Go Out From This Chaos" o quel momento così affine ai Depeche Mode di "Songs Of Faith & Devotion" qual è "Animal Ritual". Quanto è importante per voi, anche in un album intelligentemente privo di filler, avere quelle tracce dal potenziale più trasversale?
Teo: "La trasversalità delle composizioni non è una cosa studiata a tavolino, probabilmente è frutto dei nostri ascolti e delle nostre esperienze, fattori questi che sono venuti a galla quando, con Antonio, ci siamo messi a scrivere le canzoni. Certo c'è da dire che quelle canzoni più orecchiabili hanno un forte impatto in ambito live, creano un'atmosfera da dancefloor e servono in un certo senso da apripista, con lo scopo di catturare l'attenzione del pubblico e destare la sua attenzione anche nei momenti in cui suoniamo delle canzoni più "sperimentali"."
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A proposito di trasversalità, sebbene sia legittimo ambire ad essa nell'ottica del raggiungere un bacino d'utenza sempre più ampio, per molti versi è evidente che sia quello d'estrazione "dark" ad essere più ricettivo verso la vostra proposta. Quanto vi sentite effettivamente legati a questo tipo di pubblico rispetto ad uno potenzialmente più ampio?
Antonio: "Parlo per me, ma credo che il discorso valga anche per gli altri. Personalmente non mi sento legato a nessun tipo di pubblico, dato che io stesso spazio dal metal ai Pet Shop Boys ai Sisters Of Mercy, e tanto altro. Il fatto di non "militare" in nessuna scena può essere un'arma a doppio taglio però, dato che l'ascoltatore medio, almeno quando si parla di underground, tende a cercare qualcosa di definito. Noi cerchiamo di "fregarcene" e facciamo ciò che ci piace, e, come hai accennato tu prima, lo facciamo cercando di metterci eleganza e raffinatezza."
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Nei mesi precedenti siete stati piuttosto attivi sul versante live: come cambia dal vivo il vostro sound e, quando il momento difficile a livello sanitario sarà terminato, cosa potremo aspettarci da un vostro concerto?
Teo: "Quando finirà, spero presto, l'emergenza sanitaria, ricominceremo da dove avevamo lasciato, ossia continuare la promozione del CD con i concerti. Il set attuale del nostro live comprende l'intero album, un paio di cover e un paio di improvvisazioni strumentali. Stiamo lavorando per rendere l'effetto visivo più accattivante con l'ausilio di luci, e stiamo pensando a dei visual. Intanto, per quello che possiamo, approfittiamo del periodo per scrivere nuovo materiale."
"Il fatto di non "militare" in nessuna scena può essere un'arma a doppio taglio, dato che l'ascoltatore medio tende a cercare qualcosa di definito. Noi cerchiamo di "fregarcene" e facciamo ciò che ci piace, cercando di metterci eleganza e raffinatezza..."
(Antonio Iacca)
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Per concludere, vorrei chiedervi quali sono i vostri progetti futuri come band e, infine, qual è il messaggio che volete mandare a chi ancora dovesse avvicinarsi alla vostra musica...
Antonio: "Stiamo lavorando a nuovo materiale per un eventuale seguito di "Human Ritual". Per il resto, nel ringraziarti dell'intervista, invito i lettori a leggere la tua recensione su Darkroom Magazine, che a mio avviso descrive dettagliatamente il contenuto sonoro del CD."
https://www.facebook.com/amberteaser099/
http://www.scent-air.com/