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01-09-2007
OUROBOROS
Sentieri occulti
di Michele Viali
Marco Grosso rappresenta una realtà fortemente anomala nel panorama dark ambient: se da un lato proviene da studi riguardanti l'esoterismo, dall'altro la sua musica non è assolutamente derivata dal filone esoterico-industriale. Infatti il progetto Ouroboros si sviluppa in lidi molto distanti dai nomi totemici della scena, tanto che lo stesso Marco nega apertamente la conoscenza di progetti come Current 93 e Ain Soph. I legami che potrebbero esserci con i capostipiti della dark ambient (pensiamo a molti nomi usciti per i tipi della Cold Meat Industry) sono a tutti gli effetti puramente casuali, poiché la musica di Marco cresce lontana da tutto ciò che potremmo ritenere prevedibile. I componimenti di "Lux Arcana" scaturiscono dal contatto di due fattori: lo studio dell'esoterismo, affrontato in maniera tecnica e assolutamente estraneo a luoghi comuni come il cosiddetto satanismo, e una smodata passione per la scena degli anni '80 (di cui è testimonianza la cover di "Russians" di Sting), mista ad autori estremi e non allineati come Franco Battiato o Paul Chain. Tutto ciò non può che dar vita ad un interessante progetto anomalo che giunge ad accostarsi all'ambient più oscura passando per vie traverse, tortuose, evitando di pagare pegno a nomi importanti. Il risultato finale è dato da un album, "Lux Arcana", che riesce a proporre soluzioni forse finora ignote, in cui elementi apparentemente discordanti vengono assemblati insieme in modo raffinato, e da questo punto di vista un brano come "Artifex II" rappresenta la quadratura del cerchio, gettando le basi per gustose nuove sperimentazioni. Ci spiega tutto nei dettagli lo stesso Marco in questa generosa intervista...
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Allora Marco, finalmente è arrivata una release assistita dalla produzione di un'etichetta, mi riferisco ovviamente all'album "Lux Arcana". La tua carriera è costellata di auto-produzioni: oltre a Ouroboros hai messo a punto vari side-project (se così si possono chiamare) come Apotheke, Mannequin, Mind Infinity e Alhambra. Quali differenze intercorrono tra Ouroboros e gli altri tuoi progetti, e perché hai deciso di dare più spazio ad Ouroboros?
"Ciao, e grazie per lo spazio messomi a disposizione. Ouroboros è e sarà sempre la priorità perché mi permette di unire le due grandi passioni della mia vita, ossia musica ed esoterismo. In Ouroboros posso applicare in pratica alcune esperienze e studi teorici, posso aprire realmente una porta verso una dimensione altra per l'ascoltatore (se sarà ricettivo) e posso unire un messaggio spirituale ad un'azione concreta, nonché veicolare negli altri la possibilità di accedere a cose poco conosciute, ma davvero importanti. Come una tavolozza fatta di molti colori, gli altri progetti, non meno importanti, mi permettono di esprimere sensazioni ed emozioni diverse: Alhambra per l'allegria, Mind Infinity per la serenità, Apotheke per l'energia e la rabbia, Mannequin per la sperimentazione, e così via. Pensare di fare musica in un solo stile è per me impossibile, è come volere mangiare pastasciutta tutti i giorni: poi ti stufi presto."
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Il tuo interesse per l'esoterismo è ormai cosa nota. Vuoi spiegarci come nasce e quali attività e studi hai portato avanti in relazione a questa particolare materia?
"Ho cominciato ad interessarmi di esoterismo intorno ai 13-14 anni, per cercare di dare una spiegazione ad alcuni fenomeni che accadevano nella mia vita quotidiana e che non riuscivo a spiegarmi, tanto che ho cominciato gli studi da autodidatta. Da lì in poi è stato un percorso lungo, tortuoso ma affascinante, finché non ho incontrato una persona che mi ha introdotto veramente fino in fondo nel mondo dell'occulto, permettendomi di potere accedere a studi di livello superiore. Continuo a studiare e ad applicare i miei studi in modo concreto ogni giorno, specialmente in relazione a materie come ad esempio Tarocchi, Astrologia, Cabala, Magia, Medianità e Reiki, oltre ad occuparmi di filosofia ermetica e metodi divinatori. Come giornalista e scrittore ho pubblicato un libro, tengo conferenze e seminari, scrivo articoli e mi occupo in modo attivo e pratico di molte discipline esoteriche."
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In riferimento al tuo caso particolare, ma cercando di toccare l'argomento anche in modo più panoramico, vorrei chiederti in che modo sei riuscito a riversare studi ed interessi di ambito esoterico in una forma espressiva come la musica... Qual è, secondo te, il ponte che riesce a legare le tematiche dell'arcano alle note musicali?
"La musica è la cosa più misteriosa che tu possa pensare esista, una vibrazione ed una lunghezza d'onda che, combinata ad arte, produce in te un'emozione: è davvero un'alchimia tra la materia (onda sonora) e lo spirito (l'ascoltatore), e per ogni diversa persona l'effetto causato dalla stessa melodia sarà sempre diverso. Le proporzioni matematiche tra le note, la ciclicità di alcuni suoni e l'uso di mantra sono tra le applicazioni pratiche del bagaglio esoterico che uso nella musica, senza dimenticare l'uso dei suoni subliminali, che inducono stati alterati di coscienza relativi al tipo di onda utilizzato."
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L'Ouroboros è un simbolo legato all'alchimia. Quale particolare importanza riveste per te, tanto da averlo scelto come nome per il tuo progetto musicale?
"A parte l'immagine e la fonetica, che sono molto affascinanti, il concetto dell'Ouroboros è perfetto per il tipo di musica che compongo: il concetto di ciclicità, di morte e di rinascita ad un livello superiore, oltre ad essere usato in ambito alchemico, in musica ben rappresenta il susseguirsi di composizioni e di dischi, che di volta in volta cercano di migliorare e di ampliare la gamma di sensazioni e di messaggi. Un percorso preciso che, partendo da elementi che si ripetono (apparentemente in modo eguale), evolve invece in modo sempre diverso, e spero superiore al precedente passo."
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Leggendo i crediti del tuo album sono rimasto colpito dal fatto che hai utilizzato 'suoni subliminali', un punto fortemente enigmatico. Di cosa si tratta esattamente? Da cosa scaturisce tale subliminalità?
"Utilizzo in molti brani onde subliminali di tipo Alpha e Theta, che sono prodotte nel sonno, nel dormiveglia, in stato meditativo o di esperienza estatica, e che permettono - grazie alla loro lunghezza - di accedere alle facoltà dell'emisfero destro del cervello, sincronizzandolo col sinistro. In questo modo è possibile 'elevare la frequenza di vibrazione': la parte spirituale può accedere a piani più sottili, ed in alcuni casi effettuare il distacco del corpo etereo da quello fisico, o fenomeni similari. Sarebbe lungo e complicato spiegare tutta la dinamica dei suoni subliminali, ma posso dire che fungono da 'diapason' per superare la limitatezza dello stato di veglia ordinario."
"La musica è la cosa più misteriosa che tu possa pensare esista, una vibrazione ed una lunghezza d'onda che, combinata ad arte, produce in te un'emozione: è davvero un'alchimia tra la materia (onda sonora) e lo spirito (l'ascoltatore), e per ogni diversa persona l'effetto causato dalla stessa melodia sarà sempre diverso."
(Marco Grosso)
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Perché hai scelto di usare il latino nel brano d'apertura "Lux Arcana", nonché nella maggior parte dei titoli del CD? Anche l'uso di questa lingua morta è riconducibile all'esoterismo?
"L'uso di litanie in latino è una scelta legata a diversi fattori: in primis perchè è il linguaggio relativo a molte delle discipline esoteriche, e poi perché i fonemi pronunciati in un certo modo contribuiscono a creare dei suoni nei suoni. Se pensi all'uso del latino nel canto gregoriano ed al suo potere calmante e meditativo, in Ouroboros l'intento è proprio questo, ossia modulare le frequenze delle litanie in modo che, combinate alla musica, possano aiutare ad entrare in uno stato meditativo o alterato in piani più sottili di quello fisico."
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I titoli dei brani contenuti in "Lux Arcana" hanno una forte valenza evocativa, ed in particolare le due tracce "Vitriol" e "Cauda Pavonis" riconducono direttamente alla materia esoterica. A tal proposito, vorrei chiederti di riassumere il significato alchemico delle due definizioni ed il modo in cui ne hai trasferito il senso nelle omonime tracce.
"La 'Cauda Pavonis', la coda del pavone, o il pavone stesso, simboleggia una fase in cui appaiono molti colori, relativi alle fasi della Grande Opera. La maggior parte degli alchimisti collocano questa fase prima dell'Albedo, la bianchezza. Può essere la raccolta e la totalità di tutti i colori nella luce bianca, ma anche il rischio di fallimento dell'Opera. Questo brano vuole rappresentare la fase di lavorazione dell'Opera, con il dubbio che potrà o non potrà realizzarsi. V.I.T.R.I.O.L è l'acronimo di 'Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem', e invita l'uomo a guardare nelle tenebre di sé stesso, a morire per rinascere in una vita superiore attraverso l'unione del conscio e dell'inconscio (maschile e femminile), ed a depurarsi delle scorie per cominciare un viaggio iniziatico che produrrà la Grande Opera, ossia la perfezione di Sé stesso. In musica ho cercato di riprodurre questo 'viaggio nell'Ade' e relativa risalita, con alternanza di atmosfere cupe ad altre più mistiche e meno opprimenti."
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In ambito dark ambient e industrial si incontrano spesso progetti che fanno riferimento a vario livello all'esoterismo (forse iniziò tutto con i Current 93, magari anticipati dai meno celebri Ain Soph): quali band ritieni siano arrivate a trasporre con successo la materia esoterica in musica?
"Anche se in modo non esplicito, sono due gli artisti davvero esoterici che ritengo superiori a tutti: Paul Chain e Franco Battiato, capaci di trascendere la musica e il messaggio che essa veicola. Entrambi riescono, almeno per me, a fare dei loro dischi 'porte per i mondi altri', cosa che nessun altro riesce ad ottenere. Su Current 93 e Ain Soph non posso dire nulla, poiché non conosco la loro musica ed i loro testi. Nella dark ambient in generale trovo che in molti casi l'esoterismo sia usato in modo superficiale e per stupire, più che in modo serio e approfondito."
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Quando si parla di esoterismo nel mondo musicale si tende spesso a menzionare l'opera di Crowley, nonché a farne a volte un uso approssimativo. Qual è la tua opinione su questo ambiguo personaggio del passato? Quanto ritieni importanti gli studi di Crowley, alla luce del fatto che il titolo di un tuo brano ("Azoth") può ricondurci alla sua opera?
"Se si analizza il modo in cui l'esoterismo è usato in musica, troverai che il 50% si rifà al satanismo, e l'altro 50% a Crowley: naturalmente il 99% di costoro parla di queste due tematiche in modo molto superficiale e le sfrutta per 'darsi un tono', perché stupire, appunto, conta più di essere. I veri seguaci di Crowley sono altri, persone che non si mettono in mostra e pensano a studiare, anziché mettere qualche titolo e qualche disegnino nei dischi. Su Crowley ho un'opinione neutra: la sua materia presenta alcune contraddizioni ed ingenuità, mentre in altri frangenti è davvero pregna di una visione superiore delle cose. Personalmente seguo altre strade, ma Crowley rimane un vero esoterista, qualcuno che ha aperto un varco sulle cose altre."
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Discorsi di Crowley sono stati trasposti su supporti fonografici (ricordo ad esempio il celebre LP "The Hastings Archive" messo a punto da David Tibet nel 1986): pensi che stampe di questo genere possano avere ancora un senso nel mercato discografico alternativo?
"Un ennesimo disco su Crowley, fatto da chicchessia, sarebbe inutile, e non aggiungerebbe né toglierebbe nulla al personaggio e alla sua disciplina. Ho alcune registrazioni delle Chiavi Enochiane pronunciate da Crowley, ma non appariranno mai su alcun disco di Ouroboros."
"Anche se in modo non esplicito, sono due gli artisti davvero esoterici che ritengo superiori a tutti: Paul Chain e Franco Battiato, capaci di trascendere la musica e il messaggio che essa veicola. Entrambi riescono, almeno per me, a fare dei loro dischi 'porte per i mondi altri', cosa che nessun altro riesce ad ottenere."
(Marco Grosso)
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Personalmente nel tuo album ho ritrovato alcuni punti in comune col celebre disco degli Ain Soph "Ars Regia". Quanto pensi siano stati importanti gli Ain Soph per l'apertura verso un 'esoterismo musicale'?
"Spiacente di dirti che non conosco la musica e le tematiche degli Ain Soph, ma provvederò ad approfondire la cosa."
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Nel tuo album appaiono collaboratori illustri come Claudio Dondo di Runes Order e Aleph Zero e mAlice di Deviated Sister T.V.: come si è sviluppato il connubio tra te e questi noti personaggi della scena oscura italica, ed in che modo gli 'ospiti' sono riusciti ad arricchire il risultato finale di "Lux Arcana"?
"Innanzitutto Claudio, mAlice e Aleph sono carissimi amici: ci frequentiamo da molti anni e, nonostante oggi viva lontano da loro, almeno 5 o 6 volte l'anno ci vediamo, complici spaghettate apocalittiche, raid alle sagre paesane e serate intere a chiacchierare, ridere e scherzare, nonché a guardare film dell'orrore degli anni 70. L'intesa musicale con loro è spontanea e naturale: quando collaboriamo ad un pezzo tutto scorre in modo quasi magico, e quindi l'apporto finale è incisivo, in quanto completa una trama già sentita dentro, già insita in quello che proviamo. Loro hanno la massima libertà di inserire in Ouroboros quello che vogliono, perché comunque sarà giusto e adatto: fino ad ora è stato così, e credo lo sarò sempre."
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Il tuo album è di alto livello, ma nonostante ciò è stato forse snobbato dalle etichette italiane e prodotto da una label giapponese, fatto a dir poco strano se consideriamo che in Italia ci sono produttori piuttosto attenti. Come mai hai deciso di rivolgerti ad una label giapponese (la Sabbathid Records), dedita per lo più a release di stampo black metal? Non hai avuto nessun contatto con case di produzione italiane prima di allontanarti dallo stivale?
"Devo dire con rammarico che in Italia ho trovato poco interesse in generale: Ouroboros non è stato mai considerato molto, a parte alcune eccezioni, e sia nel pubblico che nelle label all'estero ho molto più rispetto e riscontro, tant'è che ricevo molti apprezzamenti dall'Est Europa, dal Sudamerica, dagli Stati Uniti e dall'Australia. È triste dirlo, ma in Italia c'è una tendenza tutta nostrana, fatta di cricche, circoli e 'scene', per cui 'sempre gli stessi e sempre nello stesso modo': vedrai alcuni nomi girare come la cacca nei tubi nonostante la pochezza effettiva, mentre molti progetti validi ma 'non allineati' in certe combriccole non riusciranno mai a farsi spazio. La Sabbathid mi ha contattato e ha creduto nel progetto, mi ha messo in condizione di poter fare un buon lavoro: pur con mezzi non stratosferici e con un piccolo budget è stata seria, precisa ed attenta. In Italia ora ho trovato un grande aiuto in Cecco di Creative Fields, che distribuisce il disco e mi ha dato una grossa mano, specie nella produzione dei suoni di masterizzazione. Spero di poter fare qualcosa con lui, anche se ora è impegnato con molti progetti, ma chissà... in futuro, forse."
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Come avevo specificato nella recensione di "Lux Arcana", ritengo che il brano più riuscito sia "Artifex II", in cui recuperi alcuni suoni elettronici del passato. Inoltre, ascoltando i tuoi side-project, emerge un feeling importante con la scena electro degli anni '80. Cosa puoi dirci al riguardo?
"Mi piace un certo tipo di electro 'retrò', e se possibile metterò sempre un pezzo, che sarà denominato 'Artifex' (numerato in progressione), che si discosta un po' dall'ambient: ciò serve anche per dare una disomogeneità parziale ai miei dischi, per fare un break temporaneo tra un brano ambient e l'altro. In alcuni miei side-project emerge una vena melodica e pop, mutuata dal mio grande amore per gli anni 80, (anche quelli tamarri e pecorecci di Gazebo, Den Harrow e Falco), che cerco di introdurre in strutture musicali molto ritmiche. Non posso pensare di suonare qualcosa che sia solo ambient, sarebbe davvero riduttivo."
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Normalmente, parlando di dark ambient, si fa riferimento agli act della Cold Meat Industry, soprattutto i primi. Ma, ascoltando "Lux Arcana", non sembra che le tue sonorità discendano esattamente da quel filone... A quali autori del passato ti sei maggiormente ispirato e perché?
"Guarda, le mie influenze maggiori sono derivate da Franco Battiato e da Paul Chain, soprattutto per la struttura concettuale dei brani, ma anche dai Pink Floyd per l'uso visionario di atmosfere derivate da suoni 'cosmici', dal canto gregoriano per le litanie, e dalle atmosfere medievali e senza tempo dei Dead Can Dance. Se altre influenze ci sono, allora sono involontarie, e poi cerco - anche se non sempre ci riesco - di essere il più possibile originale, nei limiti che il genere mi permette."
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La cover di "Russians" di Sting mi ha colpito: è un brano anomalo nella discografia dell'autore britannico, ha suoni cupi e una resa non così pop come ci si potrebbe aspettare. Perché lo hai scelto? Secondo te la canzone di Sting conteneva già 'in nuce' alcuni aspetti relazionabili all'arcano? In che modo hai lavorato su "Russians" per modificarla ed, in un certo senso, esotericizzarla?
"Amo moltissimo Sting ed in particolare i Police, e 'Russians' ha davvero un incipit così inquietante che potrebbe oscurare il 90% della paccottiglia dark che circola nel mondo: il brano ha un andamento quasi doom, liturgico, e poi l'inserimento del pezzo classico di Prokofiev lo rende ancora più drammatico e maestoso al contempo. Il testo, in cui la speranza e la luce si intravedono in uno scenario apocalittico, ben si sposa con il concetto che 'Lux Arcana' vuole esprimere, ossia una luce nell'oscurità, fievole ma salda, una guida che condurrà alla salvezza, nonostante le tenebre intorno. Non so se Sting riscriverà mai più un pezzo così... Per modificarla ho lavorato a quattro mani con Claudio Dondo, cercando di 'doomizzare la sequenza di accordi', rallentarla, inserire le frasi melodiche come una specie di carillon, e usare porzioni di testo rendendolo quasi fonetico, lontano, irriconoscibile, sia con la mia voce che con quella di Carla Fanetti, in modo da avere un contrasto-accordo tra il maschile e il femminile, rendendo il brano una liturgia, come una specie di celebrazione simile ad una messa. Ritengo il risultato finale buono, e spero sia apprezzata da chi la ascolterà."
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I tuoi studi hanno toccato anche l'argomento rune, un tema di cui forse ormai si abusa in ambito musicale (dal neofolk al black metal, passando per l'industrial marziale). Qual è la tua opinione al riguardo? Da addetto ai lavori, puoi dirci che tipo di studi hai condotto sulle rune e in che modo possono rientrare nel tuo album?
"La conoscenza seria delle rune è così difficile che pochissime persone al mondo possono fregiarsi di tale onore. Io non ho mai usato nei miei dischi riferimenti alle rune per due motivi: uno, non sono in grado di potere usare il loro corretto significato esoterico con una certa sicurezza, e due, l'abuso che vedo di questa iconografia mi dà molta noia, e non voglio sembrare l'ennesimo copione che mette rune nei dischi. Ho cominciato lo studio delle rune da qualche anno, e per ora l'applicazione teorica e pratica è stata limitata ad alcune operazioni: la mia strada è ancora lunga da percorrere, e quindi non mi ritengo un esperto, anzi, un principiante in fase di apprendimento."
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Alcuni dei tuoi progetti spaziano verso sonorità dance, dal synthpop all'EBM (penso ad Apotheke e Mannequin): da cosa nasce questo tuo interesse per una scena apparentemente così distante dalla tua formazione di studioso?
"Semplicemente dall'amore per la musica: è un piacere suonare cose diverse, e quindi è un modo per esprimere emozioni e sentimenti più solari, per scaricare la rabbia o per divertirmi, un modo di esprimere cose magari più 'superficiali' ma comunque facenti parte della mia persona."
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Mi è giunta recentemente la notizia che hai avviato un nuovo progetto musicale a nome Dust Eater: vuoi presentarcelo? Siamo ancora nel filone dark ambient, oppure dobbiamo aspettarci qualcosa di totalmente diverso da Ouroboros?
"Dust Eater è un progetto molto distante da Ouroboros, forse il termine 'ambient' qui è preso alla lettera: suoni ambientali, della strada, della campagna, di un ufficio o di una stanza, macchine, moto, animali, ascensori e aerei, mescolati a voci, rare tastiere, inserti stralunati, pianoforti che suonano in una hall di un albergo. È una sorta di 'colonna sonora' di un qualcosa che potrebbe accadere tutti giorni... o forse mai."
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Pubblicherai prossimamente nuovi lavori anche coi tuoi side-project? E quali programmi ci sono per il futuro di Ouroboros? Conti di apparire in qualche compilation di genere o fare esibizioni dal vivo?
"Ouroboros è sempre la priorità nei miei pensieri: ho già scritto e registrato nuovo materiale con alcuni nuovi ospiti, almeno 7-8 nuovi brani potrebbero essere definiti pronti. Un brano (un remix inedito) fu inserito in una compilation della Far From Showbiz (net-label russa) tempo fa, ora un remix inedito l'ho dato a Cecco di Creative Fields per una compilation che forse uscirà a breve, ma per ora di più non so dirti. Una traccia inedita, 'Visita Interiora II', con ospite alle vocals Kenji Siratori, il noto scrittore cyberpunk giapponese, verrà inserita nel DVD + magazine inglese 'Bad
Acid', in uscita prossimamente. Per la dimensione live nulla, Ouroboros è e resterà sempre un progetto da studio: troppo complicato da riprodurre live, e francamente suonare una base preregistrata su un pc sopra un palco è disonesto nei confronti di un eventuale pubblico. Ho appena registrato un singolo di 5 pezzi come Apotheke, in cui appariranno come ospiti il già citato Kenji Siratori e i componenti dei Meatball Machine, Myra H. e Ian B, e dovrebbe uscire come CDr ufficiale a tiratura di 100 copie per una label straniera. Mind Infinity è in stallo, ed anche Mannequin e Alhambra per ora sono fermi, mentre per Dust Eater ho registrato una decina di nuovi brani, che per ora metterò in archivio."
"È triste dirlo, ma in Italia c'è una tendenza tutta nostrana, fatta di cricche, circoli e 'scene', per cui 'sempre gli stessi e sempre nello stesso modo': vedrai alcuni nomi girare come la cacca nei tubi nonostante la pochezza effettiva, mentre molti progetti validi ma 'non allineati' in certe combriccole non riusciranno mai a farsi spazio."
(Marco Grosso)
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Hai recentemente collaborato a "X: Final Solution", il disco che chiude la carriera di Runes Order. Cosa ti lega a Claudio Dondo e qual è la tua personale opinione sulla fine di un ensemble come Runes Order, capace di segnare a fondo la scena oscura italiana degli ultimi anni? Hai in programma altre collaborazioni esterne ai tuoi progetti?
"A Claudio mi lega una grande amicizia, una visione comune di alcuni temi della vita, una comune sensibilità musicale, e la fine di Runes Order non è che il principio di nuovi progetti che Claudio ha in cantiere. Se Runes Order ha dato tanto in questi anni, ora ha terminato il suo ciclo, e Claudio ora è dentro ad altre sonorità, non distanti da Runes Order, ma con una nuova espressività: il nuovo materiale, quando uscirà, sarà come sempre di un livello elevato. Collaborerò come remixer e autore di testi al progetto dei The Tenant, un duo che si rifà alle sonorità dei Depeche Mode e della new wave degli 80, e forse useranno alcune basi che ho suonato per loro. Ultimamente, poi, abbiamo suonato e registrato con loro due (batteria e voce) e con due chitarristi, oltre a me al basso, nove cover di Bauhaus, Depeche Mode, Joy Division, New Order e brani nostri, per un CDr esclusivamente ludico e 'cazzeggiante' in un pomeriggio d'estate in cui non si sapeva che fare."
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Tra i vari brani che hai pubblicato come Ouroboros o nei tuoi progetti paralleli, qual è quello che secondo te riassume al meglio l'essenza del tuo lavoro di musicista e di studioso e perché?
"È difficile dover scegliere un solo brano... Posso dirti che quello a cui sono più legato è forse 'Terribilis Est Locus Iste' da Nigredo, ma il mio lavoro di studioso e musicista si snoda in tutto il ciclo di brani e dischi, perché ognuno è un tassello di un insieme. In fondo il particolare è importante, se fa risaltare l'insieme."
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