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Room 108

29-12-2014

SIMON BALESTRAZZI

Impercettibili collisioni cristallizzate

SIMON BALESTRAZZI

di Michele Viali

É sempre stimolante entrare in contatto con un decano della musica elettronica come Simon Balestrazzi. L'incontro nasce dalla necessità di far luce sul piccolo gioiello perduto "Chaosphere", uscito a firma Tomografia Assiale Computerizzata. Un album rimasto 'nel cassetto' e rispolverato dopo circa 15 anni grazie all'interessamento della Old Europa Café. L'occasione è stata ghiotta per scandagliare il passato e il futuro di un musicista dotato di forte personalità, sempre alla ricerca di un percorso nuovo che sia il più possibile unico. Ancora una volta l'esperienza e la versatilità ci fanno capire come le novità nascano spesso dai grandi del passato, capaci di rivedere e superare quanto hanno già fatto in precedenza. Consigliando nuovamente la magia solitaria e sintetica di "Chaosphere", vi lasciamo alle parole di Simon, che suonano come un pezzo di storia dell'elettronica italiana.

SIMON BALESTRAZZI

"Quando uscì "Pre-Millenium Tension" di Tricky, mi costrinse a rendermi conto in modo indiscutibile e irreversibile che questo inglese, d'estrazione trip-hop e collaboratore di Massive Attack, era molto più oscuro e apocalittico, nonché genuinamente 'sperimentale', di un buon 90% degli artisti della scena dark-gothic-industrial europea... Una piccolissima epifania, che però mi costrinse a fare qualche ragionamento..."
(Simon Balestrazzi)

 

SIMON BALESTRAZZI

"Mi è sempre interessato confrontarmi con linguaggi diversi e con musicisti dalle più svariate estrazioni. Quando ho preso la decisione di abbandonare la comoda ma noiosa nicchia gothic-industrial, mi sono sentito finalmente libero di sperimentare a 360 gradi. Se però c'è una cosa che evito sono gli 'stili': cerco, anche se magari non sempre ci riesco, di averne uno mio..."
(Simon Balestrazzi)

 

SIMON BALESTRAZZI

"Da quando la storia e il senso del tempo si sono 'fermati', il futuro è scomparso lasciando un indistinto eterno presente in cui l'unico prodotto che funziona ancora è la 'nostalgia'... Quello che manca in molti giovani musicisti è proprio lo stile, nel senso di quei tratti che caratterizzano il linguaggio esclusivo di un artista, finendo per appiattirsi invece sul genere dominante, di maniera, privo di ricerca e di urgenza..."
(Simon Balestrazzi)

 

 

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