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23-07-2007
GREGORIO BARDINI
Confini sonori
di Michele Viali
"Sentinelle Del Mattino", il nuovo album di Gregorio Bardini, ha riportato in auge un grande nome della scena alternativa italiana: un personaggio che ha saputo farsi valere nel contesto musicale 'industrial' e 'wave' degli anni '80 e '90 sia a livello nazionale che internazionale, un autore che ha saputo fondere al massimo la sua formazione classica di fiatista con l'interesse per la musica elettronica, un genere, quest'ultimo, spesso definito di serie B dagli strumentisti di 'alto rango'. Gregorio (attualmente tra i più importanti flautisti italiani in attività) rappresenta forse un unicum, dato che difficilmente si sente parlare oggi di musicisti che riescono a dedicarsi e ad affermarsi parallelamente in due settori così distanti come la produzione classica e quella underground. Questo duplice interesse è stato nutrito sin dall'inizio della sua carriera, e "Sentinelle Del Mattino" segna (come ci spiegherà lo stesso Gregorio) un ritorno al passato, un connubio perfetto tra strumenti a fiato e soluzioni elettroniche, tra classicità e modernità, tra cultura e istinto. Il minimo che potevamo fare era dedicargli un'intervista per spiegare il passato e far luce sul presente e sul futuro...
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Per cominciare vorrei chiederti di spiegare il significato del titolo del tuo nuovo lavoro, "Sentinelle Del Mattino": a cosa si riferisce e da cosa nasce?
"Il titolo mi è stato ispirato da un bellissimo discorso che tenne Giovanni Paolo II davanti ad una sterminata folla di giovani a Tor Vergata durante le Giornate Mondiali della Gioventù. È un invito alla vigilanza e richiama una definizione veterotestamentaria del profeta Isaia (cfr Is 21, 11-12)."
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La copertina di "Sentinelle Del Mattino" è caratterizzata da molte foto d'epoca: da dove sono state tratte e quale significato hanno in relazione alla musica contenuta nell'album?
"Sono foto di luoghi poundiani d'elezione: Venezia e il Lago di Garda (si tratta di vecchie foto del Lombardo-Veneto, come, per esempio, quella di Limone sul Garda o quella dei due uomini col tabarro nella città lagunare)."
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Il poeta Ezra Pound riveste una grande importanza nel tuo ultimo lavoro, tanto che ne utilizzi la voce nel brano poundiano "With Usura", mentre la voce della figlia Mary De Rachewiltz è presente nella traccia "Ezra Pound in Mantua". Cosa ti lega a questo autore?
"Il suo amore per la cultura universale e la sua grande poesia."
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Nell'interno del disco si legge che hai registrato personalmente la voce di Mary De Rachewiltz nel 2004: cosa ricordi di questo incontro e cosa ha significato per te?
"L'incontro è stato veramente interessante, l'intesa perfetta. È stato emozionante registrare i Cantos riguardanti la città virgiliana dalla viva voce della figlia del grande poeta, tra cimeli egiziani (il marito di Mary De Rachewiltz fu Boris De Rachewiltz, egittologo di fama internazionale e studioso di ermetismo) nel castello di Brunnenburg. Da questa collaborazione è nata anche un'amicizia ed una successiva esperienza live presso il MART, museo d'arte contemporanea di Rovereto, dove abbiamo potuto esibirci nell'ambito di una mostra di Vallazza, dedicata a Pound e Dante."
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Il componimento "With Usura" di Pound ha in origine una forte valenza sociale: puoi riassumere il valore del tuo omonimo brano (il cui testo è recitato dallo stesso Pound) in relazione al contesto dell'album?
"Anche se mi sento più vicino alla scuola austriaca economica e al libertarismo (meglio paleo-libertarismo) dal punto di vista giuridico-economico, mi sembrano particolarmente interessanti le problematiche relative alla moneta di Pound, riprese anche dal Prof. Auriti (riferimento all'accusa del Pound economista secondo cui i veri usurai sono i creatori del denaro, ossia le banche universali; problema che Giacinto Auriti cercò di superare, rimanendo però inascoltato, nda)."
"Sono partito dall'elettronica colta e sono poi approdato a quella 'pop' perché secondo me la scena non accademica si è sviluppata in maniera più creativa rispetto alla prima, sfruttando meglio le possibilità offerte dalla tecnologia."
(Gregorio Bardini)
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Un'altra autrice che riveste un ruolo importante in "Sentinelle Del Mattino" è Christine Koschel, di cui utilizzi due poemi. Come nasce il tuo interesse per questa autrice, molto meno nota di Pound? E cosa ti ha spinto ad usare due suoi poemi nel tuo ultimo disco?
"Grazie a Cristina Campo sono arrivato a conoscere questa eccezionale poetessa tedesca. Ne sono rimasto totalmente affascinato. È stata infatti la Campo che ha tradotto le splendide poesie della Koschel dal tedesco all'italiano. Le due poetesse s'apprezzavano vicendevolmente ed hanno avuto un notevole scambio epistolare. Ho preferito recitare i due testi nella lingua originale per una questione esclusivamente musicale."
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Il brano "Batschka" vede la collaborazione di Stefan Rukavina, già noto per il progetto Bleiburg e per le iniziative della Thaglasz (concerti, compilation, fanzine). Ricordo che vari tuoi brani vennero inclusi nelle compilation della Thaglasz, mentre nel doppio CD "Pieces Of A Broken Dream" collabori ad un pezzo di Bleiburg... Raccontaci della tua ormai lunga collaborazione con Stefan: quando è cominciata e perché? Qual è la tua opinione sulle leggendarie release targate Thaglasz? E per quale motivo hai deciso di far partecipare Stefan al tuo nuovo album?
"Stefan, fan dei Death In June, fu colpito dalla mia collaborazione con Tony Wakeford. Mi contattò e mi chiese di partecipare ad alcune compilation. Così il nostro legame continua da anni in maniera positiva. Bleiburg mi piace molto: a parer mio, Stefan Rukavina si è evoluto parecchio a livello musicale, per cui sono molto contento di collaborare ai suoi progetti. La mia opinione sulle release Thaglasz è nel complesso positiva."
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I tuoi precedenti lavori ("Eurasia", Foehn", "Arx" e "Komitas") erano maggiormente incentrati sugli strumenti a fiato, mentre "Sentinelle Del Mattino" è un disco aperto a soluzioni molteplici, sia sul piano strumentale che su quello dell'elettronica. Siamo dinnanzi ad una svolta stilistica nella tua carriera solista?
"Più che altro un ritorno a 'certe origini'. Se senti bene il miniCD dei The Parts, alcuni brani dei T.A.C o dei Kino Glaz, ritrovi certamente questo mio lato elettronico-sperimentale ben espresso o in luce."
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"Atla-itla-lati" e "Laissez-faire City" sono due brani ambientali basati su una strumentazione elettronica, ma che racchiudono venature neoclassiche: un duetto piano-flauto nel primo pezzo e morbidi motivi di fiato nel secondo. Queste fusioni sonore segnano forse i momenti più alti del tuo nuovo lavoro. Come sei giunto alla costruzione di questi brani? E da cosa derivano i loro titoli?
"Nel primo caso ho voluto comporre un brano in stile dark-elettronico come base per un 'mantra'.
Mi sono ispirato a vari studi concernenti le origini atlantidee dell'Italia (vedi gli scritti di Mazzoldi, De Nardo, Ravioli ecc.): volevo sottolineare la continuità tra Atlantide, Roma e l'Italia. In 'Laissez-faire City' le fonti d'ispirazione sono le teorie libertarie o anarco-capitaliste di Rothbard, Hoppe, Block e simili."
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Per la prima volta sento inserzioni elettronico-rumoristiche in un tuo album costruite in fusione perfetta con sessioni di fiati: mi riferisco al brano "La Bottega Dell'Orefice", ma soprattutto a "Umani" e "Depeche" (quest'ultimo pezzo segnato da ritmiche roboanti). Come hai sviluppato questa idea di contrasto tra classicità e modernità, a metà strada tra quella sensazione fluttuante che danno gli strumenti a fiato e la scabrosità dell'elettronica?
"L'idea è stata quella di realizzare una sintesi tra i vari stili che ho sempre praticato. Una sorta di ricapitolazione delle mie esperienze precedenti."
"Con 'Credo In Unum Deum' abbiamo pensato di realizzare una compilation che contenesse brani di gruppi neo-folk e affini, legati dalla comune fede in Cristo. È stata solo una testimonianza, nessuno di noi è 'fondamentalista', teo-con o simili... siamo semplicemente tutti cristiani."
(Gregorio Bardini)
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Il brano "La Bottega Dell'Orefice" compare anche nella compilation "Credo In Unum Deum", release fortemente legata al cristianesimo. Come mai hai scelto di partecipare a questa compilation? E qual è oggi la tua opinione e il tuo rapporto con la religione cristiana?
"L'idea è nata da Josef Maria Klumb dei Von Thronstahl e da Damiano Mercuri dei Rose Rovine E Amanti. Insieme a Parzival, ai Kriegsfall-U e altri abbiamo pensato di realizzare una compilation che contenesse brani di gruppi neo-folk e affini, legati dalla comune fede in Cristo. È evidente che questa scena è praticamente zeppa di musicisti neo-pagani, satanisti o seguaci di occultismi di qualità molto dubbia. È stata solo una testimonianza, nessuno di noi è 'fondamentalista', teo-con o simili... siamo semplicemente tutti cristiani (cattolici o ortodossi). Da molti anni sono cristiano praticante e faccio parte della Chiesa cattolica."
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Tutti i tuoi precedenti lavori sono stati prodotti dall'etichetta italiana Arxcollana, mentre per questo nuovo lavoro hai optato per la produzione della label israeliana Eastern Front, pur registrando e mixando il disco negli studi della Arxcollana. Perché questa particolare scelta produttiva? Pensi che la Eastern Front possa darti una maggiore visibilità internazionale?
"Sicuramente quest'etichetta, che lavora benissimo, mi sta dando una maggiore visibilità internazionale."
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In passato hai preso parte vivamente alla scena new wave, neofolk e industrial. Come sei riuscito a conciliare la formazione di strumentista classico con il forte interesse nutrito per il circuito underground e sperimentale?
"Per me non ci sono mai stati problemi nel conciliare questi diversi interessi. Anzi, queste due strade si sono arricchite vicendevolmente, e talvolta sono confluite l'una nell'altra."
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Credi che esistano altri esempi analoghi al tuo, ovvero strumentisti che si dedicano sia alla musica da camera che alla 'grey area'?
"Al momento mi viene da pensare solo all'amico Damiano Mercuri dei Rose Rovine E Amanti, ma certamente esistono anche altri musicisti che possiedono una formazione accademica che spaziano anche nelle scene 'alternative', pur non trascurando il concertismo nell'ambito della musica classica."
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In che modo è cresciuto in te l'interesse per la musica elettronica e per il settore definibile a grandi linee come 'industrial'?
"Sono partito dall'elettronica colta e sono poi approdato a quella 'pop' perché secondo me la scena non accademica si è sviluppata in maniera più creativa rispetto alla prima, sfruttando meglio le possibilità offerte dalla tecnologia."
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Nel 1982 hai preso parte ad un tour con i Tuxedo Moon, che allora erano all'apice della loro carriera. Come nacque il connubio con questa poliedrica band?
"I Tuxedo Moon erano il mio gruppo preferito. Il connubio nacque in modo quasi miracoloso: un'amica punk di Milano mi telefonò e mi disse che sul Corriere Della Sera era apparso un annuncio dei Tuxedo Moon. In tale annuncio era richiesta, tramite audizione, la formazione di un'orchestra da camera che avrebbe dovuto accompagnare i Tuxedo Moon nel loro tour italiano. Mi sembrava un scherzo, invece era vero! Partecipai all'audizione e fui scelto. In seguito ebbi la possibilità di trascorrere un mese col gruppo americano (accompagnato dalle sorelle... avevo quindici anni) in Ancona e di suonare con loro nello spettacolo teatrale intitolato 'Ghost Sonata' (vedi Video e Live in Modena)."
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Nel tuo sito la prima foto che compare è con Tony Wakeford: come si è sviluppata la collaborazione tra te e il titolare del progetto Sol Invictus? In quale occasione avete suonato insieme?
"Con Tony ho trascorso una bella settimana dedicata allo studio e allo scambio d'idee sui Colli Albani. Correva l'anno 1997... Abbiamo suonato insieme a Roma e a Trieste."
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Il tuo nome è relazionato a molte realtà musicali italiane risalenti agli anni '80, mi riferisco ad esempio ai Thelema, Kino Glaz, T.A.C. e a molte compilation nostrane di musica industrial risalenti a quel periodo: cosa ti è rimasto delle partecipazioni di quegli anni e quanto sono state formative per te?
"Il periodo delle partecipazioni alle compilation e quello dei vecchi gruppi è stato importante perché mi ha permesso di sperimentare in studio e di suonare moltissimo dal vivo. Con i T.A.C. in versione live abbiamo eseguito un ottimo repertorio hardcore-punk sperimentale, tra Minutemen e Meat Puppets, che non è mai stato inciso. Sono entrato nel gruppo di Parma, che era già stabilmente formato, prima d'incidere il secondo LP a cui ho partecipato attivamente. Nei Thelema iniziali e nei Kino Glaz era più presente il mio tratto, cosa che si può ritrovare nei miei lavori solisti e nei The Parts (gruppo formato con l'ex-T.A.C. Andrea Azzali e con altri elementi, di cui sono stato cantante e fiatista)."
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Qual è la tua opinione riguardo alla scena 'alternativa' italiana di oggi, e come è cambiata rispetto agli anni '80?
"La scena alternativa italiana attuale in generale non mi piace: troppo modaiola e spocchiosa. A parte rare eccezioni, mi sembra decisamente inferiore rispetto a quella di vent'anni fa."
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Normalmente gli strumentisti classici non apprezzano la scena di cui tu, a più riprese, hai fatto parte: mi riferisco all'elettronica o, ad esempio, agli stili musicali racchiusi nelle compilation Thaglasz. Hai mai ricevuto critiche per questa tua 'doppia vita' artistica?
"Sì, ma queste critiche risalgono agli anni di studio in Conservatorio. In questo ambiente si pensa ancora che vi sono generi musicali di serie A e di serie B."
"È stato emozionante registrare i Cantos riguardanti la città virgiliana dalla viva voce della figlia del grande poeta Ezra Pound, tra cimeli egiziani nel castello di Brunnenburg."
(Gregorio Bardini)
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Quali sono i tuoi progetti futuri? Darai più spazio alla vena di strumentista classico o conti di aumentare la tua presenza nella scena underground?
"A breve uscirà un album che ho registrato assieme a Davide Bortolai e a Giuseppe Santini che s'intitolerà 'Ballate Arcadiche Lombarde (Arxcollana). Si tratta di un lavoro a cavallo tra la musica popolare e quella colta che presenta brani provenienti dalla 'Lombardia storica'. Con questi musicisti avevo già inciso l'album 'Ballate Arcadiche', un lavoro contenente canti e danze della tradizione celtica uscito anch'esso per Arxcollana. In seguito inizierò a raccogliere le idee per un nuovo lavoro..."
http://www.arxcollana.com/
http://www.theeasternfront.org/