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09-04-2014
FIRST BLACK POPE
Furente apostasia
di Roberto Alessandro Filippozzi
L'attesa per il successore di "Spiritual/Spiral", eccellente debutto dei veneti First Black Pope, è stata piuttosto lunga, specie se paragonata all'iperattività tipica di molti (troppi...) gruppi di area electro, ma alla fine le aspettative sono state ampiamente ripagate dal nuovo "Excommunication", album con cui il trio nostrano ha mostrato una crescita esponenziale a tutti i livelli. Non un disco che stravolge i canoni ben definiti di quell'elettronica dura e spietata per la quale usiamo spesso e volentieri il termine 'harsh', ma senza dubbio un lavoro che a livello di compattezza, credibilità ed efficacia, in questo specifico frangente storico, non è secondo a nessuno nel genere di riferimento. Con "Excommunication" la band capitanata dal frontman Scar si è definitivamente guadagnata una dimensione internazionale, e noi, certi di come tali sforzi possano dare ulteriore lustro alla scena nazionale, non potevamo esimerci dall'approfondire assieme allo stesso leader del progetto i contenuti sonori e tematici di un lavoro così ben riuscito...
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Il vostro nuovo album è il primo con Giorgio Ricci, musicista d'esperienza il cui arrivo in formazione ha coinciso con un grande salto di qualità in termini di songwriting, produzione e maturità in generale: quanto è stato importante il suo ingresso nella line-up per conseguire tale risultato e cosa ritieni abbia portato in seno al gruppo?
"In realtà al momento dell'arrivo di Giorgio l'album era praticamente pronto, il suo aiuto è stato fondamentale in fase di mastering e sicuramente ci ha fatto fare un grosso passo in avanti nei live grazie alla sua grande esperienza. È un 'esperto' che stimo e ammiro da anni e che mi influenza da sempre. Il Papanero tuttavia è una mia creatura: è sempre stato così, temo che troppe teste e troppi pareri possano intaccarne il carattere ormai ben definito."
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Avete lavorato senza fretta per dare un seguito a "Spiritual/Spiral", tanto che l'attesa per il nuovo album si è protratta per circa tre anni e mezzo: una sincera volontà di prendersi il tempo necessario per crescere concretamente anziché ripetersi, oppure la necessità di integrare al meglio Giorgio nei vostri meccanismi ha giocato un suo ruolo nella tempistica?
"Sì, abbiamo avuto come al solito ritardi al momento della stampa del CD, l'album era pronto da un anno... L'entrata di Giorgio non è stata un problema, siamo amici da anni, e comunque sono dell'idea che se fai uscire un disco è perché hai fatto qualcosa che ti piace e che vuoi condividere: non bado a quanto ci metto, non ho contratti a tempo e soprattutto non faccio uscire nulla prima di esserne straconvinto."
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Il nuovo album ha un titolo forte e diretto: qual è la vostra idea di 'scomunica', e cosa vi porta a trattare un tema che nell'immaginario collettivo appartiene a secoli ormai perduti? È vostra intenzione suggerire una visione a suo modo contemporanea dell'atto della scomunica?
"Tutto il progetto relativo a questo disco è un omaggio all'esperienza di 'sbattezzo' che Macho (il nostro percussionista) ha portato a termine poco prima della scrittura del medesimo. La sua volontà di uscire dalla Chiesa Cattolica è stata così forte che ne ha fatto espressamente richiesta alla Santa Sede. Dopo un breve periodo gli è arrivata la lettera di scomunica, in quanto apostata, che ribadiva comunque che il battesimo, in quanto sacramento, rimarrà sempre presente e indelebile. L'indignazione per la costrizione di rimanere indelebilmente marchiati mi ha spinto a scrivere questo disco."
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Musicalmente parlando, "Excommunication" colpisce subito per risultare non solo più maturo, ma anche più moderno e meno debitore della scuola electro dei 90s rispetto al suo predecessore: cosa vi ha spinti in tale direzione?
"Cerco di stare al passo con i tempi, seguo la scena, ascolto con curiosità chi cerca di innovare ma non disprezzo la vecchia scuola, e soprattutto rido un sacco di chi si scontra per sostenere l'una o l'altra... squadra."
"Questo disco è un omaggio all'esperienza di 'sbattezzo' che Macho ha portato a termine poco prima della scrittura del medesimo, facendone espressamente richiesta alla Santa Sede. Dopo un breve periodo gli è arrivata la lettera di scomunica, che ribadiva comunque che il battesimo, in quanto sacramento, rimarrà sempre presente e indelebile. L'indignazione per la costrizione di rimanere indelebilmente marchiati mi ha spinto a scrivere questo disco..."
(Scar)
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Oltre a suonare più moderno, "Excommunication" si rivolge con successo ai club grazie ad un suono più commerciabile, pur nella vostra ottica dura e tutt'altro che mainstream: era un obiettivo concreto che sentivate di dovervi porre?
"No, non un obiettivo: semplicemente mi son ritrovato con in mano un album diverso dal precedente, più maturo e diretto, meno retrò e sicuramente più facile all'ascolto. Mi sembra un'ottima evoluzione."
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Pur risultando più diretto e meglio fruibile, "Excommunication" non si esime dal proporre le ottime varianti di cui siete capaci, soprattutto nella seconda metà e con picchi qualitativi altissimi: quali sono stati i brani più impegnativi nella creazione, e quali quelli che vi soddisfano di più a posteriori?
"Le mie preferite sono "Plastic Nursery", "Artificial Void" e "Repentant", la più impegnativa sicuramente "Black Body Radiation": è un pezzo scritto parecchio tempo fa e mai usato, avevo perso tutto e ci ho messo un po' a ricostruirlo."
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Ciò che colpisce in positivo del vostro sound è la credibilità delle sue atmosfere mortifere e 'sick', che centrano il bersaglio senza mai suonare artefatte sia nei frangenti da club che nei momenti più ricercati: è questa l'arma in più dei First Black Pope?
"Sì, quella è la firma del Papanero: quelle melodie malate, ipnotiche, che fanno da atmosfera ai colpi di cassa... nel momento della creazione mi ci perdo dentro letteralmente, in loop."
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Di pari passo, credo che le vocals risultino determinanti per la compattezza a tutti i livelli di un concept che rema in una direzione ben precisa con tutte le sue componenti, e plaudo ad un risultato che si distingue dagli strilli standardizzati di molti vostri colleghi: come hai lavorato per giungere ad un risultato così efficace?
"Ho cercato da subito di usare sia un effetto diverso sulla voce, sia di interpretare in maniera meno standard, appunto: libero da pitchshifter, libero di urlare o di sussurrare... libero di entrarti in testa non per forza a pugni..."
"Il Papanero è un format completo: audio e video vanno assieme. Ci piace pensare ad una sorta di spettacolo totale, ad una specie di opera d'arte che non possa slegarsi da ogni sua parte. Il concept evolve come evolve la nostra urgenza, sempre in crescita, di libertà dai dogmi oscurantisti..."
(Scar)
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Penso sia importante sottolineare la completezza del vostro concept e la forza con cui tutte le sue componenti fanno la propria parte, da quella visiva a tutti i vari risvolti sonori: in tal senso, come si è evoluto il concept del Papanero a livello di immagine e testi, che paiono sempre più estremi?
"Il Papanero è un format completo: audio e video vanno assieme. Ogni nostro brano fa riferimento al concept dell'album, e questo è valso per ogni nostra uscita. Ci piace pensare ad una sorta di spettacolo totale, ad una specie di opera d'arte che non possa slegarsi da ogni sua parte. Il concept evolve come evolve la nostra urgenza, sempre in crescita, di libertà dai dogmi oscurantisti."
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A proposito di immagini, in rete sono reperibili tre video tratti dal nuovo album, fra cui quello ufficiale per "Baptized In Blood", molto ben curato e di grande impatto. Molto interessante quello di "Psychic Secretions", ma ho particolarmente apprezzato l'uso delle immagini in "Plastic Nursery": cosa puoi dirci riguardo a questi tre video ed alla loro realizzazione? Quanto pensi vi aiutino le immagini a completare un concept come il vostro, dove l'aspetto visivo è senza dubbio importantissimo?
"I primi due video sono stati pensati, girati e montati da noi grazie al contributo di amici, che si sono prestati a collaborare nelle varie scene. Il terzo video invece è composto da immagini di repertorio, scarti rubati, cut up, ecc.: è un lavoro di montaggio più che di scrittura, rispetto ai due video precedenti. Le immagini, in una società dell'immagine come la nostra, sono inevitabilmente parte determinante."
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Tornando ai contenuti musicali, una delle tracce più devastanti di un album che non lesina certo quanto a durezza è senza dubbio "War Party", che vi ha visti collaborare col progetto Ira-K Organization: come si è sviluppata questa collaborazione e quanto siete soddisfatti del risultato finale?
"È stato un lavoro a distanza, nato grazie all'essersi conosciuti al concerto degli Hocico a Milano. Una collaborazione spontanea e decisamente fruttuosa. Giorgio ha recentemente collaborato con Ira-K Organization in veste di TempleZone, remixando un suo brano in uscita."
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"Excommunication" vi vede proseguire assieme alla Advoxya, etichetta che ebbe fiducia in voi ai tempi del debut album: quale il bilancio dell'esperienza fatta con loro sin qui?
"L'Advoxya Records crede in noi fin dall'inizio, è un'etichetta giovane che cresce velocemente, e che conta diversi gruppi validi al suo interno. Ci piace."
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Penso che abbiate raggiunto un livello importante come band e che siate senza alcun dubbio un act di caratura internazionale, ma tuttavia la mia impressione è che sin qui abbiate raccolto molto meno di molti colleghi senza idee, ma forse meglio supportati dai media di settore: in tutta sincerità, che bilancio traccereste della vostra carriera nel music-biz e cosa pensate vi sia mancato per trovarvi oggi ad un livello di esposizione più consono?
"Sicuramente un maggior supporto dagli addetti ai lavori, il fatto di non aver mai puntato tutto solo sul dancefloor (che nel genere sembra andare per la maggiore), ma anche il non riuscire sempre per svariati motivi (di vita) a rimanere sul 'focus' del music biz - che poi nel nostro genere il 'biz' lo si intravede appena ad altissimi livelli... Il resto (la maggior parte) è gente che fa dischi e va in vacanza all'estero, dove è riuscito a fissare due date per pagarsi le spese."
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Sperando che l'attività concertistica vi aiuti a fare proseliti, volevo chiedervi come sono andati i nuovi brani in sede live, visto che avete già avuto modo di testarli...
"Il live è senza ombra di dubbio la nostra dimensione preferita. Tutto è pensato nei minimi dettagli, dalla scaletta al visual. Ogni brano ha un suo video sincronizzato, composto di immagini e parti di testo. Curiamo continuamente ed aggiorniamo i nostri costumi di scena, in modo che ci rappresentino al meglio nel concept. La musica elettronica live solitamente dal punto visivo è una palla, si limita ad un paio di ragazzi dietro a due portatili, immobili, ogni tanto si alza un braccio e lo si alterna con un "sì" con la testa, a tempo. Probabilmente la nostra 'teatralità' è il valore aggiunto, anche se in realtà è una cosa che non abbiamo mai 'provato'... avviene semplicemente, è sempre stato così."
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A proposito di live, c'è qualcosa di programmato per il futuro? Mi è parso di capire che Giorgio sia intenzionato a sospendere l'attività live, e volevo chiedervi cosa ci sia di vero e quali conseguenze potrebbe avere la cosa per voi...
"Stiamo cominciando ora a mettere la testa fuori dall'Italia, stiamo valutando alcune richieste. Per quanto riguarda Giorgio non dobbiamo dimenticare che, essendo posseduto da diverse legioni di demoni, la menzogna sia per lui una simpatica consuetudine."
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Sembrate molto attivi nel campo dei remix attualmente: cosa riuscite a trarre di positivo da tale attività?
"I remix sono attività di scambio con musicisti dei quali ho stima. Mi diverto moltissimo e mi metto alla prova, stravolgendo i brani su cui lavoro."
"La musica elettronica live solitamente dal punto visivo è una palla, si limita ad un paio di ragazzi dietro a due portatili, immobili, ogni tanto si alza un braccio e lo si alterna con un "sì" con la testa, a tempo. Probabilmente la nostra 'teatralità' è il valore aggiunto, anche se in realtà è una cosa che non abbiamo mai 'cercato': avviene semplicemente, è sempre stato così..."
(Scar)
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Cos'altro bolle in pentola per i First Black Pope e/o per gli altri progetti che eventualmente coinvolgono i suoi membri? La speranza concreta è anche quella di vedervi più presenti sul mercato, e in tal senso vorrei chiedervi che intenzioni avete circa le tempistiche per le prossime pubblicazioni...
"Siamo presentissimi in questo momento sul mercato: il pubblico può trovare il CD fisico, può acquistare i brani su iTunes, Bandcamp, oppure può ascoltarci gratuitamente su Spotify. Per quanto riguarda un nuovo disco, ci sto già lavorando e spero di farlo uscire per la primavera dell'anno prossimo. Con i Black Beat (l'altro nostro progetto musicale) proponiamo per ora uno spettacolo rigorosamente live: un mix di ambient e pop apocalittico, dove comunque l'unione tra il suono e la componente visual risulta trascinante ed ipnotica."
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Quali aree geografiche hanno sin qui risposto meglio alla vostra proposta artistica? E cosa pensi di quelle frange di pubblico, presenti anche e soprattutto qui da noi, che denigrano le band di area electro accusandole di "non suonare" o "di schiacciare un tasto e basta"? A te lo spazio per controbattere a visioni così semplicistiche...
"Per qualche strano motivo la risposta migliore arriva dai Paesi più caldi, quelli latini: Messico, Cile, Spagna, Venezuela, come se riconoscessero la nostra provenienza, o forse in quanto nazioni che sentono maggiormente il legame con la religione cristiana. Per quanto riguarda l'annosa diatriba tra suonare o non suonare, lo consideriamo un non-problema. Siamo tutti e tre polistrumentisti e non dobbiamo dimostrare niente a nessuno."
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Chiudiamo spostandoci sui 'massimi sistemi'. Non è un mistero che vi sia un gesuita quale attuale Papa, così come è noto a chi segue certi intrecci che il 'Papa Nero' sia la figura guida dell'ordine dei Gesuiti, che da sempre viene accostato a trame oscure: avete seguito tali teorie, e quale parallelo si potrebbe fare col vostro personale concept di Papanero?
"Il tuo ragionamento da un punto di vista filologico è precisissimo: stiamo infatti aspettando l'Anticristo. Il parallelo è il cambiamento, l'ipnosi di massa e il potere che ne deriva."
https://www.facebook.com/FIRSTBLACKPOPE
http://www.advoxya-records.com/