SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO
Mailing-List:
Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista
16-07-2007
SYRIAN
Pragmaticamente alienati
di Roberto Alessandro Filippozzi
Se c'è una band italiana in ambito elettronico che negli ultimi anni è riuscita ad imporsi all'attenzione del pubblico (estero e non) senza architettare stratagemmi di alcun tipo, bensì basandosi solo e soltanto sulla bontà della propria proposta musicale, quella band si chiama Syrian. Il duo del Nord Italia, nonostante l'ampio numero di consensi ottenuti coi precedenti lavori (complici in ciò i due proficui deal, l'uno per l'Europa con la Infacted e l'altro per gli States con la A Different Drum), non si è certo seduto sugli allori, conscio del fatto che il terzo album rappresenta un appuntamento di quelli importanti per qualsiasi band: il risultato è un nuovo full-length decisamente più completo e maturo rispetto ai già apprezzati predecessori, segno di come la strada intrapresa dai Syrian sia - e sarà senz'altro anche in futuro - all'insegna di una maggiore esplorazione artistica e della ricerca di songwriting più completo. Il duo non si è certo curato dello stato attuale di quella deficitaria scena future-pop dove si tende spesso ad inserire il nome Syrian, preferendo muoversi anzitutto verso sonorità che soddisfano le esigenze personali dei suoi creatori ed evitando accuratamente la sterile ripetizione di schemi ormai abusatissimi, sebbene questi ultimi continuino a tenere banco nell'inflazionato panorama europeo... "Alien Nation" si rivela quindi un lavoro ben più variegato ed interessante della stragrande maggioranza delle uscite odierne in ambito elettronico/melodico, e sono proprio queste le armi che i Syrian hanno a disposizione per far breccia presso quel pubblico più interessato ai contenuti che non al look (o ad altri aspetti marginali). Tanta sostanza e pochi fronzoli per il duo italico, dunque, come dimostrano le risposte forniteci dagli stessi Andylab e Voyager in questa piacevole chiacchierata...
-
Tra l'ottimo secondo album "Kosmonauta" ed il recente "Alien Nation" sono trascorsi all'incirca due anni, durante i quali avete senza dubbio incrementato la vostra popolarità un po' in tutto il mondo, America ed Asia compresi... Come sono trascorsi per voi questi ultimi due anni, anche e soprattutto a livello emotivo e motivazionale?
Andylab: "Personalmente molto bene, i risultati lusinghieri e positivi riscontrati fin qui mi hanno reso più sicuro e convinto di quello che sto facendo (non che non lo fossi prima, peraltro...): continuo a divertirmi!"
-
"Alien Nation" è il vostro terzo lavoro sulla lunga distanza, e solitamente il terzo album rappresenta il disco della maturità per la maggior parte dei gruppi: pensate sia così anche per i Syrian? Ritenete di aver effettivamente compiuto un salto di qualità?
Andylab: "Sicuramente si tende sempre a migliorare, o comunque si eliminano certe ingenuità... Per quanto mi riguarda sono contento del risultato finale, ma credo ci siano ancora grossi margini di miglioramento."
-
Personalmente ho trovato "Alien Nation" senza dubbio il vostro lavoro più vario e completo, grazie a soluzioni nuove ed intuizioni interessanti: avete effettivamente lavorato in questo senso, cercando di ampliare (e non solo di migliorare) il discorso intrapreso coi due precedenti album?
Andylab: "Era necessario dare una 'sterzata' per ciò che concerne i suoni ed il songwriting: fossilizzarsi è sbagliato, lo è altrettanto rinnegare il passato. Il percorso ideale è trovare un ragionevole compromesso tra il mettere in atto sempre e soltanto ciò che piace e che riesce meglio e il provare il brivido di avventurarsi in sonorità e tematiche inedite rispetto alla produzione precedente e/o alla 'scena' di cui molti sostengono facciamo parte. In più, Voyager migliora di giorno in giorno dal punto di vista della produzione, per cui molto presto ci saranno altri passi avanti, ne sono sicuro!"
-
Dall'ascolto dell'album si nota la vostra volontà di includere maggiormente la chitarra, sebbene essa non figuri nei vostri concerti: per quale motivo tale strumento, pur prendendo via via sempre più piede nel vostro sound, viene relegato al solo utilizzo in studio? C'è in programma un maggiore utilizzo della chitarra in futuro, magari anche in sede live?
Andylab: "Effettivamente c'è anche chi ha obiettato che la chitarra ha preso un po' troppo piede in alcuni brani. Credo sia stato un esperimento soddisfacente, ma estemporaneo. Allo stato attuale delle cose, credo che in sede live sarà difficile includere una chitarra, mentre invece in studio credo possano ancora coesistere elementi elettronici e acustici."
-
Venendo ai brani inclusi nel nuovo album, ho notato una solidità ancor maggiore rispetto al precedente lavoro soprattutto in frangenti quali "Orion Shall Rise", "Helium", "Hypercube" e "Speed Of Light", sebbene alcuni di questi (assieme a certi altri) siano anche gli episodi che vi mantengono in qualche modo 'ancorati' alla traballante scena future-pop europea, sempre più povera di nomi emergenti capaci di dire qualcosa di significativo... Da dove nasce la necessità di irrobustire ulteriormente il vostro sound, e quanto vi sentite ancora legati alla scena future-pop?
Voyager: "Io non mi sento legato a nessuna scena... di musica dark/electro ne ascolto davvero poca, e penso si capisca dai nostri album. 'Alien Nation' ha come caratteristica una maggior 'durezza' rispetto agli altri due album, ma non è detto che ciò si ripeta in futuro. Attualmente, infatti, prediligo molto di più il lato melodico della musica, e nelle mie intenzioni il prossimo disco sarà il più melodico e pop di tutti. Voglio dare più risalto alla canzone, piuttosto che alla cassa o all'arpeggio distorto."
-
La nuova 'hit' che emerge prepotentemente dall'ascolto di "Alien Nation" è senza dubbio "Supernova", che vanta la superlativa partecipazione vocale di Marian Gold dei grandi Alphaville: come siete riusciti ad ottenere una collaborazione così prestigiosa, e com'è stato lavorare assieme a Marian?
Voyager: "Gli ho mandato la base, e dopo un po' mi ha fatto avere le voci... che dire... per un musicista produrre un brano insieme al proprio gruppo preferito è un traguardo, una grandissima soddisfazione..."
"Il percorso ideale è trovare un ragionevole compromesso tra il mettere in atto sempre e soltanto ciò che piace e che riesce meglio e il provare il brivido di avventurarsi in sonorità e tematiche inedite rispetto alla produzione precedente e/o alla 'scena' di cui molti sostengono facciamo parte."
(Andylab)
-
Fra l'altro, l'intero album è pieno di ospiti che figurano in varie vesti: dalla produzione alle chitarre, ai cori etc... Che importanza date alle collaborazioni esterne, e quanto si rivelano utili per raggiungere il risultato che avete in mente?
Andylab: "La collaborazione serve a crescere e a maturare, e non credo possa in alcun modo limitare o snaturare la propria indole. Nel caso specifico, ogni 'ospitata' è stata un valore aggiunto a ciò che volevamo raggiungere. Se sarà possibile, ripeteremo l'esperienza in futuro!"
-
A proposito di "Supernova", che è verosimilmente il potenziale singolo da estrarre per primo, avete intenzione di farne un EP, come da vostra tradizione? E perché stavolta non siete usciti con un EP apripista per "Alien Nation"?
Andylab: "Non era nostra intenzione uscire con un EP prima dell'album per non distogliere l'attenzione dall'album stesso. Può essere che possa uscire prima o poi un 'Supernova EP', ma è ancora tutto a livello di ipotesi..."
-
Tornando all'analisi dei brani di "Alien Nation", uno dei pezzi che mi ha colpito di più è senza dubbio la title-track, decisamente rock-oriented: come è nato questo brano? Si tratta forse di una strada che intendete esplorare maggiormente in futuro?
Andylab: "È stato un esperimento... sicuramente soddisfacente!"
Voyager: "Sono partito dal loop di basso, e poi ci ho costruito intorno il resto del brano. Per il futuro, come dicevo prima, non è in programma niente di simile, ma non si può mai dire."
-
Ho letto da qualche parte che "Musika Atomika" rappresenta per voi una sorta di tributo ai Rockets, storica band da voi già omaggiata ai tempi del vostro debut-album: da dove deriva questa sorta di 'amore incondizionato' per i Rockets?
Andylab: "Sono stati dei pionieri, con un suono cristallino, una verve compositiva invidiabile e una tecnica superba. In più trattano temi a noi cari, legati al futuro, ma anche a una certa struggente e malinconica visione del presente."
Voyager: "Semplicemente la loro musica mi piace parecchio, sono tra le mie band preferite."
-
Un altro brano che mi ha colpito è senza dubbio "Speed Of Light", dove nel refrain riprendete il tema portante di "Now Is Forever" (dal vostro debut): perché questa sorta di 'autocitazione'?
Andylab: "Il brano 'Now Is Forever' era potente, ma forse troppo legato ai clichè future-pop... Aveva bisogno di una 'riverniciata', così abbiamo deciso di variare leggermente il testo e la musica, e alla fine buona parte della produzione finale è stata demandata agli Endanger, che, tra l'altro, hanno aggiunto un tocco 'industrial' per noi inedito, ma a mio modo di vedere geniale."
Voyager: "Tra l'altro, di questo brano esiste un remix fatto da Skott Mazend dei T3chn0ph0b1a... aspettiamo l'occasione giusta per farlo uscire, merita davvero!"
-
Ancora una volta non avete mancato di esprimere la vostra vena più propriamente 'pop', e mi riferisco a brani come "Solarchaser" e "Destiny Sunrise": quanto è importante per voi coltivare tale vena all'interno del vostro sound?
Andylab: "La melodia ci piace e ci attira, non c'è nulla da fare..."
"Il più sfigato dei gruppi metal avrà sempre più pubblico di un gruppo di successo EBM. Che la scena italica cresca o no non ha nessuna importanza per me: probabilmente finora è rimasta limitata perché mancavano i gruppi meritevoli di attenzione, e non per improbabili motivi geografici."
(Voyager)
-
Veniamo ora ai contenuti concettuali di "Alien Nation": da cosa deriva la scelta del titolo per l'album? "Alien Nation" sembra anche un gioco di parole fra 'alieno' e 'nazione', volto a rivelarsi complessivamente come 'alienazione': qual è la verità al riguardo? State forse parlando di autentica alienazione?
Voyager: "Il testo del brano 'Alien Nation' parla del sentirsi estranei (appunto alieni) dalla realtà che ci circonda. La parola 'Nation' l'ho infilata dentro perché è uno di quei termini che piacciono al popolo EBM... sai, come 'King' o 'Power' per l'heavy metal (risate generali, nda)... Comunque mi piace come suona, mi sembra un titolo accattivante."
-
Quali temi avete inteso trattare stavolta con i testi? Taluni brani sembrano andare ben oltre i temi che hanno caratterizzato le vostre liriche sinora, o mi sbaglio?
Voyager: "I testi possono avere una doppia chiave di lettura: possono essere riferiti al futuro, ma, ad una lettura più attenta, è possibile cogliere riferimenti alla vita e al mondo odierni."
-
Ovviamente non mancano i richiami allo spazio ed all'immaginario legato all'esistenza di altre forme di vita aliene, da sempre un punto fermo nel vostro concept di base: quali motivazioni vi portano, eventualmente, a sperare nell'esistenza di altre forme di vita nel cosmo?
Andylab: "Probabilmente il desiderio di confrontarsi e di migliorare, abbandonando quell'egoismo che ci sta portando verso orizzonti interlocutori."
-
Come si ricollega l'artwork di copertina ai temi trattati nell'album? Mi sembra piuttosto criptico, in effetti...
Andylab: "Confesso che a me piace soprattutto graficamente! Anche stavolta Userdx ha fatto un ottimo lavoro..."
Voyager: "Non penso che le immagini abbiano un significato particolare... l'unica mia richiesta è stata quella di avere un artwork un po' più cupo del solito, per rispecchiare le atmosfere dell'album."
-
Con due soli album alle spalle, avete comunque già fatto parecchia strada: sinceramente, cosa vi augurate di ottenere con "Alien Nation" a livello internazionale?
Voyager: "Sinceramente non ci ho nemmeno pensato. Quanto raggiunto finora mi va bene: mi basta la soddisfazione di pubblicare album facendo la musica che più mi piace, di avere un po' di fans sparsi per il mondo... ho avuto l'occasione di viaggiare in nazioni che non avrei mai visto grazie alla musica dei Syrian, ho pure guadagnato qualcosina... no, non posso proprio lamentarmi. Se arriverà qualcosa di più ben venga, altrimenti pazienza, non me ne farò un cruccio."
-
Qual è il vostro rapporto con la scena 'dark' italiana, fermo restando che il vostro sound ha le carte in regola per riscuotere consensi presso un pubblico ben più ampio? Siccome avete avuto la fortuna di non essere fra quei gruppi costantemente presi di mira sui vari forum da detrattori estemporanei, mi chiedevo quanta importanza avrebbe per voi diventare anche 'profeti in patria'...
Voyager: "Siamo sempre stati accolti bene in Italia, ogni volta che abbiamo suonato... specialmente a Milano. La gente ci apprezza quanto basta, e va bene così. Come dicevo prima, non sono ossessionato dalla gloria e lascio volentieri ad altri il ruolo di profeta."
-
Rimanendo sulla scena italica, rammento che negli anni '90 taluni gruppi metal italiani iniziavano a siglare contratti prestigiosi con rinomate etichette estere, cosa che ora sta avvenendo anche nel vostro ambito (vedi Babylonia, Spiritual Front, nomi più affermati come Kirlian Camera ed Ataraxia etc...): la cosa, almeno per il settore metal, coincise con una crescita esponenziale dell'intera scena nostrana, mentre le cose procedono a rilento per quanto concerne la scena 'dark'... Voi come giudicate l'intera faccenda, e cosa vi aspettate in termini di crescita dalla scena 'dark' nostrana?
Voyager: "Va detto che il metal ha un bacino d'utenza ben più ampio... cosa che la scena dark non ha, quindi le potenzialità di crescita sono più limitate. Il più sfigato dei gruppi metal avrà sempre più pubblico di un gruppo di successo EBM. Ripeto ancora: che la scena italica cresca o no non ha nessuna importanza per me, probabilmente finora è rimasta limitata perché mancavano i gruppi meritevoli di attenzione, e non per improbabili motivi geografici."
-
Quali progetti vi attendono nell'immediato futuro? Metterete in commercio un EP, remixerete qualcuno o altro? E sul versante live, cosa bolle in pentola?
Voyager: "Siamo appena tornati da una trasferta in Brasile, in autunno andremo in Russia. Altre date sono in via di definizione. Dal punto di vista discografico, probabilmente faremo uscire un digital-only EP con un paio di canzoni nuove e qualche remix. Remix per altri gruppi ho smesso di farne, tranne in rare occasioni: mi sono stancato."
-
Nella mia recensione di "Alien Nation" ho scritto che "...se la strada per un'interessante evoluzione è stata intrapresa con successo, è anche vero che va percorsa fino in fondo." Siete d'accordo, e come intendete muovervi per portare ad un livello superiore i Syrian con le prossime uscite discografiche?
Voyager: "Niente di pianificato, spero che l'esperienza e i miglioramenti siano udibili qualsiasi sia la strada che decideremo di imboccare. L'unica cosa a cui ho già provveduto è stata rinnovare lo studio."
-
Ho notato che, a differenza del precedente album, stavolta per "Alien Nation" non è stata prevista alcuna edizione doppia: vi siete proprio stufati dell'abusatissima pratica dei remix, oppure la scelta è stata dettata da altre motivazioni?
Andylab: "Non è stato estratto alcun singolo, ed è stato deciso di non diversificare il layout. Mai ripetersi, se possibile..."
Voyager: "Mi sono decisamente stancato dei remix... sarà sempre più raro in futuro che i Syrian vengano remixati."
-
Che fine ha fatto il side-project Phaser Kontrol?
Voyager: "Ci sto ancora lavorando, c'è voluto un po' di tempo per inquadrare il genere più congeniale al progetto, ma ora ci siamo. Prima o poi uscirà qualcosa: per ora abbiamo fatto un paio di concerti."
-
So della vostra partecipazione al nuovo disco di Virtual Server: che ci potete dire al riguardo?
Andylab: "Ho scritto il testo di 'My Dimension' su base inviataci da DJ Ram e ho avuto la possibilità e il privilegio di far parte del suo progetto come singer, anche se solo con questo brano. Il risultato finale mi piace, anche se si discosta abbastanza dallo stile-Syrian classico: proprio per questo, forse, è stata un'esperienza positiva."
-
Siamo in chiusura: vi offro la possibilità di fare a voi stessi la domanda che avreste sempre voluto sentirvi porre, anche uno alla volta se volete, ed ovviamente lo spazio per l'adeguata risposta.
Andylab: Avrei voluto sentirmi domandare: "Ti saresti mai immaginato di poter calcare un palco 'vero' e di fare su di esso esattamente ciò che ti piace di più?", e a questa domanda, forse retorica, avrei risposto con un altrettanto retorico ma sincero "No!"!!!"
http://www.spacetalk.net/
http://www.adifferentdrum.com/