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16-12-2013
AUSTRALASIA
Estremismo senza confini
di Max Firinu
Non sono solo uno straordinario esempio di connubio tra musica estrema ed oscura, ma sconfinano anche tra influenze che il black metal ha abbracciato solo negli ultimi anni. Australasia è un nome di cui essere fieri, per la loro pragmatica proposta in grado di riunire pubblici così lontani tra di loro, in una veste strumentale dall'estetica sinfonica e intellettuale. Il loro leader Gian ci illumina sulla natura del progetto, lontano dai palchi per scelta, ma più vivo che mai nel sottobosco italiano.
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Per cominciare, raccontateci un po' tutto quello che c'è da sapere sulla vostra breve ma vincente carriera. Quando, come e con quali finalità è nato il progetto?
"Il progetto nasce con l'intento di ricreare in musica delle sensazioni e delle emozioni che fanno parte del mondo interiore, trasferendo ad un livello sonoro delle immagini mentali che solitamente restano relegate nel flusso dei pensieri, e che in questa maniera vengono alla luce rivelando un potenziale evocativo inaspettato."
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Avete debuttato con un mini: quale il vostro personale bilancio di quella release?
"L'EP "Sin4tr4" è servito da rampa di lancio. La forma dell'extended play è stata preferita in quanto ha premesso di focalizzare maggiore attenzione su un numero ristretto di brani, consentendo di definire meglio le coordinate del progetto nascente."
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Qual è il vostro modo di lavorare in fase di composizione?
"Mi occupo personalmente della stesura di tutti brani e della registrazione di buona parte di essi. Le tracce nascono solitamente da linee di chitarra o pianoforte, che servono a definire la loro ossatura. A questa base vengono man mano aggiunti tutti gli strumenti: basso, batteria, sintetizzatori, voci...
Può capitare però che questo processo venga stravolto. Ad esempio, "Scenario" è stato costruito attorno al campione vocale (registrato nella metropolitana di Kyoto) che si sente alla fine del brano."
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Shoegaze, black metal, gothic. Tante influenze mescolate assieme. Ma voi a quale scena vi sentite di appartenere? Ed a quale tipo di pubblico vi rivolgete?
"Musicalmente Australasia si ricollega all'universo post (rock, dark wave o metal che sia) nella sua accezione canonica, ovvero nell'utilizzo di una strumentazione tipica del rock per fare qualcosa che, con il rock, non ha nulla a che vedere. Ci rivolgiamo ad un pubblico di persone capaci di viaggiare con l'immaginazione, oltre che con il corpo: curiosi, sognatori, chiunque ami guardare oltre il confine delle banalità da cui siamo circondati."
"Musicalmente Australasia si ricollega all'universo 'post' nella sua accezione canonica, ovvero nell'utilizzo di una strumentazione tipica del rock per fare qualcosa che, con il rock, non ha nulla a che vedere. Ci rivolgiamo ad un pubblico di persone capaci di viaggiare con l'immaginazione, oltre che con il corpo: curiosi, sognatori, chiunque ami guardare oltre il confine delle banalità da cui siamo circondati..."
(Gian)
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Come sviluppate un pezzo? Come fate ad amalgamare così tante influenze?
"Dopo la definizione della struttura di un brano, solitamente stabilisco l'obiettivo che con quelle note desidero raggiungere. Spesso è la traccia che spontaneamente si dirige verso una determinata direzione, e allora basta seguire la sua inclinazione naturale. Altre volte è necessario compiere degli sforzi, magari rimaneggiando un arpeggio o una ritmica per dare la profondità o l'atmosfera che si ha in mente. Si tratta di un processo piuttosto lungo e... 'artigianale'."
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La vostra musica è molto filmica. C'è anche un brano intitolato "Cinema". Quali sono le vostre influenze culturali?
"Australasia è un contenitore onnivoro, ma se volessi rintracciare una radice comune per tutta la sua produzione, la identificherei sicuramente nel momento in cui, da bambino, ho ascoltato per la prima volta una colonna sonora di Ennio Morricone venir fuori dallo stereo di mio padre. Credo che tutta la musica che mi ritrovo a comporre abbia lo scopo di ricreare la meraviglia di quell'istante."
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Cosa ha determinato, invece, la scelta di un titolo come "Vertebra"? E come si ricollega all'artwork del disco?
"Cercavo una parola che esprimesse il concetto di importanza che ha per me questo disco, e che allo stesso tempo fosse facile da comprendere sia per un ascoltatore italiano che per uno straniero. La parola "Vertebra", infatti, si scrive ugualmente e ha lo stesso significato sia in italiano che in inglese. La gazza ladra ritratta sulla copertina è un altro ricordo d'infanzia ed è stata realizzata da Cumix 47, un artista indonesiano che collabora con Bring Me The Horizon, Suicide Silence, Skeletonwitch e altri artisti 'pesanti'."
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Perché la musica strumentale? Qual è il vostro rapporto con le vocals?
"Dal punto di vista di Australasia, un cantante in pianta stabile costituirebbe una limitazione. Significherebbe essere inquadrati in un determinato genere a seconda del suo stile e dover evitare quelle sperimentazioni in cui la voce non suonerebbe in maniera adeguata. L'uso sporadico del cantato che è invece presente su "Vertebra" permette di concentrare questo strumento solo nei momenti in cui è richiesto e in cui ha davvero un valore aggiunto."
"Australasia è un contenitore onnivoro, ma se volessi rintracciare una radice comune per tutta la sua produzione, la identificherei sicuramente nel momento in cui, da bambino, ho ascoltato per la prima volta una colonna sonora di Ennio Morricone venir fuori dallo stereo di mio padre. Credo che tutta la musica che mi ritrovo a comporre abbia lo scopo di ricreare la meraviglia di quell'istante..."
(Gian)
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Presentateci gli ospiti del disco, vale a dire la cantante e il chitarrista aggiunto, che insieme hanno anche un progetto comune...
"Giuseppe Argentiero (chitarra) e Mina Carlucci (voce) sono innanzitutto degli ottimi amici.
Assieme costituiscono i Vostok, un progetto che propone sonorità neofolk in maniera eterea e aperta a contaminazioni jazz, new wave e cantautoriali. Hanno pubblicato quest'anno un disco intitolato "Lo Spazio Dell'Assenza", che sta piacendo davvero a molti amanti dell'universo indipendente."
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Uscite per un'etichetta black metal. Temete di esser associati principalmente a questo genere? Come siete entrati in contatto con la Immortal Frost?
"Dopo l'uscita di "Sin4tr4" ho inviato alcune copie del disco a delle etichette che trattano materiale simile. Tra le label che si sono interessate, la Immortal Forst Productions è sembrata quella più concreta. "Vertebra" è stato infatti pubblicato pochissime settimane dopo il termine delle registrazioni, evitando la trafila che solitamente spetta a tanti dischi underground."
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Metal e musica oscura sono ormai facce della stessa medaglia. Perché secondo voi è avvenuta questa evoluzione?
"Il metal è sempre stato legato a delle sonorità cupe. Con il passare del tempo è cambiata la forma in cui questa alchimia si viene a creare, ma la sostanza credo sia rimasta pressoché la stessa sin dalla nascita del genere. Forse quello che si è perso è lo spirito goliardico e punk che caratterizzava tante metal band delle origini."
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Pensate che la vostra miscela sonora, così eclettica, possa fungere da 'ponte' fra le varie frange del pubblico black metal, gothic e shoegaze? Non temete la famosa 'impermeabilità' fra generi tipica del pubblico italico?
"Francamente la cosa non è importante. Australasia nasce come mezzo per dare forma all'immaginazione, e non per cercare consensi. Un ponte tra black metal e shoegaze esiste ormai da tempo grazie a realtà come Agalloch o Alcest, anche se personalmente ritengo che in questi casi la vena sperimentale dello shoegaze 'puro' venga spesso persa di vista."
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Avete concerti in programma? Come affrontereste l'esperienza live? In quali altri progetti futuri sarete impegnati?
"Per il momento non è prevista purtroppo alcuna attività live, a causa della peculiarità del progetto e dei troppi impegni della vita quotidiana. A breve si prevede la pubblicazione di una cover molto 'cinematografica' che è stata appena registrata, seguirà un EP con maggiore spazio per le sperimentazioni elettroniche e tanti amici/ospiti ad arricchire la formula musicale."
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Libere parole per farvi scoprire sul mercato...
"Consiglio di ascoltare "Vertebra" a chi cerca musica che nasce dall'universo delle emozioni senza essere banale. Si può ascoltare ed acquistare su www.australasiamusic.com aiutando a mantenere vitale il progetto Australasia. Grazie a Darkroom Magazine per questo spazio e ai lettori che hanno dedicato un po' del loro tempo a questa intervista, a presto!"
http://www.australasiamusic.com/
http://immortalfrostproductions.com/