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28-09-2013
HAUTVILLE
Simboli e tradizioni
di Michele Viali
Leonardo e Francesco, i due terzi di Hautville insieme alla cantante Simona, rispondono alle nostre domande presentandoci uno dei progetti attualmente più trasversali del panorama indipendente italiano. Dopo aver mosso i primi passi facendo leva su sonorità acustiche che incrociavano folk e tradizione locale, con l'ultimo lavoro "Le Moire" i Nostri hanno aggiunto un tocco prog-rock tutt'altro che velato, creando una commistione sonora singolare amplificata da un interesse costante per i simboli, che segnano sia i testi che parte delle tonalità. Superare i soliti schemi per approdare a 'discorsi' musicali nuovi è da sempre l'aspetto più stimolante di un act in continua evoluzione, che non mancherà di regalarci nuove sorprese...
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Ciao Leonardo. Ciao Francesco. Iniziamo il nostro incontro parlando del vostro nuovo lavoro "Le Moire", un EP che vi ha portato ad arricchire le sonorità folk e acustiche con una carica che guarda al prog-rock. A cosa è dovuta questa evoluzione stilistica?
Leonardo: "Ciao Michele, un saluto a tutti i lettori di Darkroom. Le esperienze musicali che negli anni ho condiviso con Francesco erano orientate verso il prog-rock, c'è quindi una consolidata predisposizione verso questo genere. Le novità del progetto Hautville rispetto al nostro passato musicale sono due: interpretare la musica progressiva in chiave acustica/folk e l'incontro con Simona, la nostra voce. Sicuramente c'è stata un'evoluzione stilistica, ma credo sia naturale, considerando che i brani del nostro primo album sono stati composti tra il 2007 e il 2009; le premesse fondamentali del progetto non sono cambiate."
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Trattate sempre argomenti relativi alla mitologia e al passato, i vostri temi sono ricchi di un calore artistico e paesaggistico tutto mediterraneo. Come nasce questo interesse e in che modo viene coniugato con i suoni?
Leonardo: "Non siamo interessati all'attualità, al sociale, né tantomeno alla politica! Ci interessano le Tradizioni, principalmente quelle della nostra terra, ma non solo: coniugare tutto questo con i suoni è molto facile per chi, come noi, è riuscito a non perdere del tutto la propria identità culturale."
"Non siamo interessati all'attualità, al sociale, né tantomeno alla politica! Ci interessano le Tradizioni, principalmente quelle della nostra terra, ma non solo: coniugare tutto questo con i suoni è molto facile per chi, come noi, è riuscito a non perdere del tutto la propria identità culturale..."
(Leonardo)
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"Le Moire" è caratterizzato dalla presenza del musicista Arturo Stalteri. Come nasce questa collaborazione?
Francesco: "Ho conosciuto Arturo durante alcune sessioni di registrazione nello studio del nostro fonico (David Bisetti); sono rimasto incantato dalla facilità con cui riesce a 'risolvere' un pezzo pur non avendolo mai ascoltato in precedenza. Il suo tocco, poi, è veramente unico. Nel momento in cui abbiamo deciso di riarrangiare un nostro vecchio pezzo ("In Superficie"), ho pensato immediatamente a lui. È stato tutto molto facile; credo che non ci siano parole per descrivere la sua grandezza, e allo stesso tempo la sua umiltà: è bastato chiederglielo, gli abbiamo mandato un provino fatto con la chitarra e lui ne ha fatto la versione per piano. Quando ci siamo visti per la registrazione gli abbiamo chiesto di suonare anche in "Caelum Et Terra" e, come dicevo prima, non ci ha messo molto a trovare le note giuste. Sottolineo poi che, oltre alla presenza di Stalteri, "Le Moire" è caratterizzato anche da una cover a cui teniamo molto, che è "Non Mi Rompete" del Banco Del Mutuo Soccorso: l'intero lavoro per noi è quindi un vero omaggio al prog-rock italiano."
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I vostri album guardano sempre al passato, fotografano fatti, miti e idee antiche. In tutto ciò c'è una volontà di critica ai tempi attuali? In altri termini, esiste una contrapposizione voluta tra passato e presente nella vostra musica?
Leonardo: "Quando parliamo di miti o idee antiche non guardiamo al passato, guardare al passato fa pensare alla nostalgia e a noi non piace. I miti sfuggono al tempo perché hanno carattere simbolico e, come i simboli, trasmettono conoscenza. Certo, esiste una contrapposizione tra passato e presente perché l'uomo moderno li storicizza, privandoli così del loro vero significato; questa è sicuramente una critica ai tempi attuali: attraverso la musica li riportiamo alla luce, perché anche la musica utilizza lo stesso linguaggio simbolico e può diventare, per chi ovviamente ha il giusto orientamento, strumento per la propria evoluzione interiore."
"Sottolineo che "Le Moire" è caratterizzato anche da una cover a cui teniamo molto, che è "Non Mi Rompete" del Banco Del Mutuo Soccorso: l'intero lavoro per noi è quindi un vero omaggio al prog-rock italiano..."
(Francesco)
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Cosa recuperereste del mondo passato per modificare il presente?
Leonardo: "È in atto un processo di involuzione tale da far pensare alla fine di un ciclo, pertanto non credo nella possibilità di modificare il presente. Possiamo solo cercare di migliorare noi stessi facendo vivere, come dicevo prima, ciò che può essere utile in tal senso."
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Siete stati in parte accostati al neofolk: quanto vi sentite vicini a questa etichetta?
Francesco: "Se guardiamo il termine da un punto di vista etimologico, direi che la nostra musica è senz'altro neofolk: come succedeva nella musica popolare, anche noi raccontiamo le nostre tradizioni, ma lo facciamo utilizzando gli strumenti del nostro tempo. Rispetto alla scena neofolk, per come la conosciamo noi, ci sentiamo, passami il termine, un po' più 'sperimentali': le nostre radici prog riemergono continuamente!"
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Quali band e musicisti vi hanno maggiormente influenzato nel vostro percorso formativo? A chi vi siete ispirati per le partiture più acustiche degli inizi? E a chi per le ultime prove compositive segnate da una maggiore vena rock?
Francesco: "Sarebbe lungo l'elenco dei gruppi e dei musicisti che ci hanno influenzato, anche perché siamo in tre ed abbiamo gusti diversi. Ne cito solo uno su tutti: i King Crimson. Un grande gruppo che ha saputo coniugare come pochi capacità tecniche e creatività. Come dicevo prima, con "Le Moire" abbiamo voluto omaggiare il prog-rock italiano, ed era quindi inevitabile che le partiture assumessero una vena più rock."
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Di recente vi siete esibiti a Vienna insieme ai Changes. Cosa potete raccontarci di questa esperienza? E che impressioni vi hanno fatto Tesluk e Taylor?
Francesco: "È stata una grossa emozione: fare da supporto ad un grande duo come loro, attivi da prima ancora che noi nascessimo, è un'esperienza che lascia sicuramente il segno. È impressionante vedere come riescano ancora a divertirsi girando il mondo come due ragazzini, tenendo il pubblico incollato lì fino all'ultima nota del loro concerto. Queste persone ci insegnano che la semplicità e l'umiltà non invecchiano mai."
"I miti sfuggono al tempo perché hanno carattere simbolico e, come i simboli, trasmettono conoscenza. Certo, esiste una contrapposizione tra passato e presente perché l'uomo moderno li storicizza, privandoli così del loro vero significato: questa è sicuramente una critica ai tempi attuali..."
(Leonardo)
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Venite da un piccola zona della Basilicata dove si sono formate in tempi relativamente recenti anche altre band interessanti, come gli Hidden Place e Lupi Gladius. Credi sia il caso di parlare di una 'scena lucana'?
Leonardo: "Nonostante l'impegno nostro e degli amici Hidden Place/Lupi Gladius non si può parlare di una 'scena lucana', ma sono sicuro che i nostri progetti apriranno un varco, anche in una piccola zona come la nostra."
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Nella vostra discografia figura un solo album: "No Milk For Babies", che uscì per la Invisible Eye. A quando un nuovo lavoro di lunga durata? Avete in programma anche altre pubblicazioni, partecipazioni a compilation o performance dal vivo?
Francesco: "In realtà, oltre a "Le Moire" e "No Milk For Babies", abbiamo all'attivo un altro album chiamato "Numen Lumen", uscito per la HR!SPQR; quest'ultimo contiene una selezione di brani tratti da "No Milk For Babies" in versione rimasterizzata e 3 inediti: "Apparizione", "In Lode All'Asino"e "Memoria Di Felicità"..."
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Ricordo bene quest'ottima produzione ma, contenendo soprattutto materiale già edito, l'avevo considerata una ristampa con delle tracce bonus...
Francesco: "Come ben sai, la situazione discografica odierna è piuttosto disastrosa; fare un disco di lunga durata è un lavoro molto impegnativo, e spesso ci chiediamo se abbia ancora senso farlo. Ovviamente stiamo lavorando a nuovi brani, ma per adesso andranno solo ad arricchire la scaletta delle nostre esibizioni dal vivo. Riteniamo fondamentale far crescere i pezzi e vedere come 'rendono' in concerto prima ancora di fissarli su un qualsiasi supporto. Con questo non voglio dire che escludiamo la possibilità, anche a breve, di realizzare un album di lunga durata, ma al momento non abbiamo in programma pubblicazioni di nessun tipo."
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