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10-05-2007
SPIRITUAL FRONT
Da Roma a Las Vegas
di Michele Viali
Non poteva mancare l'incontro con Simone Salvatori, ormai autentico 'pezzo da novanta' del panorama musicale underground nostrano (e non). Anche se qualcuno stenterà a crederci, Simone è proprio così come lo si può intravedere dai suoi brani: una persona che non assume pose, o meglio, quelle che sembrano pose sono in realtà la vera ed unica identità di Spiritual Front, la sua naturale sfrontatezza. La descrizione che Simone fa in questa intervista di alcuni suoi brani ci fa capire come sia stato in grado di parlare con la musica e rendere con le sole note concetti per cui servirebbero fiumi di frasi. "Jesus Died In Las Vegas" o "Cruisin'" sono pezzi che non tramonteranno facilmente e che creano un indelebile immaginario. In attesa del nuovo lavoro (di cui Simone ci anticipa qualcosa), vi consiglio di immergervi nell'intervista con "Armageddon Gigolò" in sottofondo. A seguire è vivamente raccomandata la visione di "Via da Las Vegas"...
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Il tuo ultimo album "Armageddon Gigolò" ha avuto un successo enorme, riscontrabile sia nelle vendite che ai concerti, sia in Italia che all'estero. Prima che il disco uscisse eri cosciente di aver creato un piccolo capolavoro?
"Beh... sapevamo che stavamo lavorando nella direzione giusta e che i brani erano validi, anche se avrei fatto di più. È un bel disco, anche se ci è toccato faticare e soffrire non poco per realizzarlo. Stiamo raccogliendo i frutti un po' ovunque. Questo ci appaga totalmente."
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So che avevi contattato altre label prima di decidere di pubblicare "Armageddon Gigolò" per la Trisol. Come mai hai scelto la ben nota etichetta tedesca e scartato altre possibilità? Pensi che qualcuno stia dando le fatidiche 'testate contro il muro' per non aver prodotto il tuo disco?
"Ti assicuro che ci sono label che ci hanno completamente ignorato, forse non hanno nemmeno ascoltato il disco... altre avrebbero voluto, ecc. Non è sempre facile avere una buona relazione con le etichette: molte di esse sono gestite da teste di cazzo, incompetenti e truffaldini. La Trisol si è dimostrata disponibile e seria, almeno fino ad oggi, ed in più è una delle etichette migliori della scena. Non credere poi che si facciano tutti 'sti soldi... dalle mie ex-label non ho mai ricevuto un cazzo di centesimo."
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Le vecchie sonorità di Spiritual Front sono diventate meno dure grazie alla sessione di archi morriconiani. Come ti è venuta l'idea di aggiungere questi arrangiamenti? Pensi che siano stati fondamentali per la riuscita del disco?
"Sicuramente. Abbiamo lavorato in gruppo, arrangiando sempre tutti insieme. Sten è stato fondamentale, ha scritto tutte le parti d'archi del quartetto di Morricone. Sì, l'uso di veri archi ha cambiato totalmente l'aspetto dei brani, ma ovviamente il discorso vale quando hai degli ottimi pezzi su cui lavorare: puoi usare anche la filarmonica di Berlino, ma se le tue canzoni fanno schifo c'è poco da fare..."
"Non penso ci sia nulla di 'fake' in tutto quello che ruota intorno a Spiritual Front, anzi, potrei davvero curare questo aspetto di più, essere più falso, come fanno tanti miei colleghi..."
(Simone Salvatori)
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Secondo me un passo fondamentale rispetto alle tue produzioni passate è stato fatto con la voce: il canto è cambiato in positivo, trasformandosi in un elemento trascinante di "Armageddon Gigolò", laddove prima poteva anche risultare fastidioso. Qual è il segreto di questo cambiamento?
"Imparare a cantare e raccontare sé stessi, tutto qua. Non aveva senso continuare con quel
'cantato', era troppo noioso, adolescenziale..."
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Quanto pensi sia stata importante per Spiritual Front l'immagine che ti sei costruito nel corso degli anni? Mi riferisco alla fama di 'nihilist', al merchandise correlato ed al look curatissimo e impeccabile da 'gigolò apocalittico' che in breve ti ha reso riconoscibile in mezzo mondo. Roba da far invidia a maestri del genere...
"Ha ha, ti ringrazio... non me lo sono costruito, è stata una cosa naturale. Non penso ci sia nulla di 'fake' in tutto quello che ruota intorno a Spiritual Front, anzi, potrei davvero curare questo aspetto di più, essere più falso, come fanno tanti miei colleghi... ma non avrebbe senso, le persone intelligenti riconoscono la fregatura... magari non subito. Magari la prossima volta anche io userò trucchi e photoshop in maniera massiccia, ma per che cosa poi? Per nascondere la totale mancanza di canzoni e di stile, poi magari ti vedono dal vivo e ti dicono: "Ma sulle foto sembri più bello!"... ecco, questo non lo potrei sopportare."
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"Armageddon Gigolò" è forse il primo album di Spiritual Front realmente inclassificabile. È praticamente impossibile etichettarlo in un genere specifico (cosa poi non così importante), ma è anche difficile riconoscere le tue fonti di ispirazione, a parte il cantato alla Scott Walker. La mia curiosità è capire quali ascolti si nascondono dietro questo lavoro...
"Non posso che ringraziarti, Scott Walker è uno dei miei artisti preferiti. Devo molto a lui. I miei ascolti fondamentali? The Smiths, Johnny Cash, Swans, Popol Vuh, Joy Division, Dead Can Dance, tantissimo pop 80s, ma sono anche un grande amante dell'E.B.M, specialmente quella 'old school', poi country, wave, soundtracks... non sono mai stato uno fossilizzato su di un unico genere. L'unica cosa che penso di avere sempre odiato è l'hip-hop e un certo tipo di nuova R'n'B: quella è veramente merda."
"Se Cristo tornasse morirebbe a Las Vegas, in una riproduzione fedele e luccicante del Golgotha."
(Simone Salvatori)
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"My Kingdom For A Horse" è il brano che mette più in risalto la tua voce ed è completamente diverso dalle tue produzioni precedenti. Inoltre ci sono degli echi shakespeariani piuttosto importanti piegati alla volontà di Spiritual Front... Come nasce questo brano? Perché hai deciso di utilizzare come titolo la frase più celebre del Riccardo III?
"Sì, qui Sten ha scritto un'incredibile parte d'archi che enfatizza ancor di più il cantato. L'idea di scrivere una canzone per soli archi e voce era eccitante, qualcosa a metà tra una sfida e il test dell'aids. 'Il mio regno per un cavallo' rende benissimo quella sensazione di perdere tutto, di
rinunciare a tutto quello che si è costruito nella vita per un attimo di temporaneo, breve piacere: è quello che nelle nostre vite accade spesso per una singola scossa, il più delle volte carnale, in cui rischiamo di perdere qualcosa di più grande come la lucidità, la ricchezza, la fedeltà e l'onestà. Viviamo di miserabili emozioni, e su queste cerchiamo di costruire un inutile regno."
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"Jesus Died In Las Vegas" è per me il brano più riuscito del disco: una fusione perfetta di musica, testo e titolo, più una panoramica di Las Vegas in notturna (almeno così sembra) all'interno del booklet. Che significato ha per te questo pezzo che trasmette solitudine e distruzione?
"Las Vegas è una città incredibile nel bene e nel male: se ci arrivi con la convinzione che quella sarà la tua ultima meta allora ti divertirai, le tue eccitazioni lascive saranno appagate, e come diceva Elvis "La tua vita non sarà più la stessa". Ma se riacquisti lucidità ti accorgi di come puoi perdere tutto in un posto dove non sei altro che un pollo da spennare, un bambino down in un negozio di giocattoli, preda di inutili giochetti, del gioco d'azzardo, di puttane, ladri... dove Cristo è venduto tra i souvenir, dove anche la religione diventa merchandise. Là mi innamorai di una puttana cristiana... e forse, se Cristo tornasse, morirebbe a Las Vegas, in una riproduzione fedele e luccicante del Golgotha."
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Sebbene ammetto che i tre brani già editi (mi riferisco a "No Kisses On The Mouth", Ragged Bed" e "I Walk The (Dead) Line") si inseriscano perfettamente in "Armageddon Gigolò", mi chiedo come mai hai deciso di recuperarli, rischiando di far pensare che non avevi abbastanza idee per riempire il CD...
"Per carità, avrei potuto tranquillamente fare un doppio CD, le idee sono l'unica cosa che non mi manca. Erano tre brani che rappresentavano e rappresentano il suono e il concetto di Spiritual Front, se non fossero stati su questo album tanta gente non li avrebbe mai ascoltati. Uscirono solo per limitate edizioni in vinile, e non tutti, purtroppo, usano il vinile. Il CD è un formato più democratico."
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"Cruisin'" è un altro pezzo eccezionale, ma dalla vena insolitamente più elettronica. Dato il significato particolare del titolo, è lecito secondo te riscontrare qualche parentela con il film "Cruising" con Al Pacino? C'è effettivamente in questo pezzo un riferimento all'ambiente gay?
"Non proprio al film, ma a quel tipo di atmosfere gay: amo molto il cinema gay (ed anche 'Cruising') e gli ambienti gay più crudi e 'macho'. L'idea del 'cruising', della passeggiata al fine di fottere, era molto interessante: è quello che rappresenta al meglio la volontà di appagare l'improvvisa voglia di scopare e farsi scopare senza troppe regole, senza troppe formalità. Se ci pensi è quello che per il maschio medio etero è l'andare a troie, però magari lì devi pagare, mentre negli ambienti gay magari te la cavi solo con una pacca sul culo. Comunque sia il mondo gay è sempre stato una forte fonte d'ispirazione per Spiritual Front, come ti dicevo mi piace molto lo scenario portuale, quello oscuro di club s/m, ecc. Non mi piace invece la roba tipo glitter, checca sfranta, intellettuale impegnato... roba insopportabile..."
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I temi portanti di brani come "Slave" o "Bastard Angel", divisi tra tango e valzer, hanno un colore mediterraneo che li rende unici: pur divisi tra melodie calienti e passaggi malinconici, mi rimandano unicamente al nome di Spiritual Front... come sei riuscito a creare questa alchimia musicale? Da cosa o chi hai preso ispirazione?
"Da me stesso, dalla vita che faccio, dai posti in cui mi trovo. Tendo ad assorbire e rimaneggiare, vivo la musica e le parole dentro la mia carne, non mi interessa parlare o riprodurre cose che non sento, che non vivo: sarebbe solo un esercizio di forma, nulla a che vedere con la propria 'anima'. La musica 'pop'-olare fa parte della mia educazione: certi suoni, soprattutto quando applicati al cinema, mi hanno cresciuto. Penso sia solo questa la causa di 'certe canzoni'."
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Qual è il brano di "Armageddon Gigolò" che ti ha soddisfatto di più? Quello che secondo te è perfetto, immortale? Secondo me ce ne possono essere svariati...
"Mi piace molto 'Slave', penso che rappresenti al meglio lo spirito del disco."
"Puoi usare anche la filarmonica di Berlino, ma se le tue canzoni fanno schifo c'è poco da fare..."
(Simone Salvatori)
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Hai suonato dal vivo in varie parti d'Europa: Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, Portogallo ecc. Qual è il pubblico che ti ha accolto con più calore? Qual è stato il paese in cui, secondo te, "Armageddon Gigolò" ha avuto il maggior successo?
"Non saprei, in ogni posto siamo stati accolti con molto calore. L'altro sabato abbiamo suonato in Lituania, c'erano quasi mille persone totalmente in fissa con Spiritual Front... Non so, forse la Germania è il posto dove ci amano di più..."
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Mi domando se qualche importante (leggi: danaroso e influente) discografico italiano o internazionale si sia mosso per contattarti... Il tuo album è contagioso, dubito che non lo abbiano notato oltre la cortina delle etichette indipendenti...
"Sì, probabilmente sì... ma ti farebbero subito cambiare nome, levare i cazzi dalle copertine, cambiare i testi ecc. ecc... Al momento non mi interessa, finché posso essere onesto con me stesso ed avere libertà di fare i pezzi come e quando voglio mi sta bene così. Certo i soldi e la fama piacciono a tutti, ma non basta solo fare dei bei dischi: bisogna saper vendersi bene, leccare culi, piegarsi di fronte a discografici incompetenti, arroganti promoters, inutili 'esperti del settore', distratti ascoltatori, orribili posers... non è tutto bello come sembra... per adesso preferisco la gente vera e motivata, poi si vedrà."
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Per consolidare quanto hai fatto finora ti manca solo di bissare questo album: pubblicare un altro disco diverso da "Armageddon Gigolò", ma valido almeno quanto esso, se non di più. Perciò ti chiedo a che punto sono i lavori per un nuovo disco, dacci qualche anteprima...
"Stiamo lavorando al momento su un 12 pollici a tematiche gay appunto, con una copertina di un famoso disegnatore homo. Volevamo fare questo esperimento 'diverso'. Il prossimo album è ancora in fase di impalcatura, quindi bisogna stare attenti... un minimo sbaglio e tutto va giù (ride, nda)! Per adesso posso solo dirti il titolo: 'Exotika For Kommando'!"
http://www.spiritualfront.com/
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