SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO
Mailing-List:
Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista
27-03-2011
HEXPEROS
Oltre il velo
di Roberto Alessandro Filippozzi
Se penso ad Alessandra Santovito, meravigliosa voce un tempo dei Gothica ed ora degli Hexperos, il primo ricordo ad affiorare si riferisce all'unica volta in cui ho avuto il piacere di incontrarla di persona: doveva essere il 2003 o giù di lì, e con il vecchio progetto la Nostra era impegnata in un concerto al fu Transilvania Live di Milano... Nonostante un biglietto irrisorio (8 euro per vedersi i Gothica ed i Crying Orchards di supporto), i paganti credo non siano arrivati alle 40 unità: un vero peccato, vista la caratura del concerto... A seguire sarebbe arrivata, come da copione, la seratina danzante, e piuttosto che vedersi un buon live a poco prezzo, la solita legione di 'discotecari versione simil-dark' è rimasta fuori ad attendere sotto i colpi di un ventaccio memorabile, irrompendo sul finale (chi è quel genio che non ce la fa mai ad aspettare che un concerto finisca per davvero prima di aprire le porte?) per guastare la festa a chi voleva regalare l'ultimo sentito applauso... Aneddoti che danno la misura di una Italietta che è rimasta indietro non a causa dei suoi gruppi, ma di un pubblico estemporaneo, di una schiera di personaggi interessati solo all'aspetto estetico della faccenda e di sedicenti 'grandi vecchi' che non hanno mai compreso l'importanza della cosiddetta 'evangelizzazione'. No, non a causa dei gruppi, perché dal sottobosco del nostro underground escono in continuazione artisti di spessore, ed anche a livello internazionale l'Italia dice la sua con orgoglio. Uno dei motivi di massimo vanto di una scena musicale qualitativa come la nostra è senza dubbio Hexperos, act dove Alessandra fa coppia con Francesco Forgione per andare, artisticamente parlando, infinitamente oltre il sentiero tracciato ormai diversi anni fa coi Gothica: è proprio l'adorabile voce dell'ensemble nostrano a raccontarci l'ultimo gioiello, "The Veil Of Queen Mab"...
-
Sono trascorsi 3 anni tra il vostro debutto ed il nuovo album: cosa ci potete raccontare riguardo al processo di creazione di "The Veil..." e quanto è stato difficile lavorarvi, sapendo che le aspettative erano sicuramente molto alte dopo il vostro positivo esordio?
"I critici più severi siamo proprio noi stessi, appena completato lo scorso album puntavamo già a migliorarci ed a scrivere qualcosa di diverso. "The Garden Of The Hesperides" è un album volutamente minimale, questa volta con "The Veil Of Queen Mab" abbiamo voluto creare dei brani un po' più ritmati e con arrangiamenti più ricchi. Certo, il fattore tempo ci è pesato molto. A noi piace lavorare con calma, cercando i momenti più appropriati per dare sfogo all'ispirazione. Gli impegni lavorativi occupano spesso buona parte della giornata e non sempre nella vena artistica scorrono tumultuose le idee. I nostri fedeli estimatori ci hanno pungolato per far uscire l'album il prima possibile, questo ci ha spronato ed allo stesso tempo stressato un po', probabilmente uno stress positivo. Alcuni colleghi fanno della quantità un pregio, provano vanto per il numero di album prodotti. Noi siamo sempre per il motto 'pochi, ma buoni', cercando di curare il più possibile i brani."
-
Anche per il nuovo lavoro vi siete avvalsi delle cure della portoghese Equilibrium: quali sono gli aspetti più positivi nel vostro rapporto con l'etichetta lusitana?
"Della Equilibrium ci piace la dedizione che impiega nell'artwork, ogni volta abbiamo svolto insieme una ricerca fino a trovare una copertina che potesse essere parte integrante del nostro lavoro. Nell'era dei lettori Mp3, noi crediamo ancora fermamente nella qualità del 'disco fisico', nella bellezza e nel messaggio ulteriore che la copertina ed il booklet possono dare. Mi vengono subito alla mente le copertine dei Pink Floyd, ad esempio, che li identificano tanto quanto la loro musica. Quest'etichetta ci piace anche per le scelte artistiche che compie, stimiamo quasi tutte le band del suo roster ed è nato anche un certo rapporto di amicizia fra di noi. Certo, come con tutte le etichette, a volte ci sono problemi, lentezze varie, ma finora li abbiamo sempre risolti."
-
Addentriamoci ora nel nuovo album: avete posto al centro dell'attenzione la figura della Regina Mab nelle sue vesti di ispiratrice, o 'musa' se vogliamo, ed avete dedicato il disco all'arte e agli artisti, ai loro viaggi fisici e spirituali, ai loro sforzi... In tal senso la figura della 'musa' sembra ricorrere, quindi sarebbe corretto individuare la Regina Mab come tale nei vostri confronti?
"L'idea di dedicare l'album alla Regina Mab è nata in un momento di sconforto. Non sempre gli sforzi vengono premiati. Siamo in un mondo fatto di apparenze, dove la musica non conta quasi più, di essa prevalere l'aspetto ludico, di intrattenimento, e soprattutto è l'immagine esteriore dell'artista che conta, la sua quotidiana invadenza. In tali ambasce mi è tornato in mente il racconto "Azul" di Ruben Darío, ed ho cercato consolazione rileggendolo. Da qui l'idea di dedicare l'album all'arte ed agli artisti. All'arte, sperando che continui ad essere amata e non inquinata dall'aspetto commerciale. Agli artisti, perché devono continuamente affrontare sforzi spirituali nell'atto della creazione, nell'affermare le proprie idee, e spesso sforzi anche fisici per poter sopravvivere, magari svolgendo lavori che con l'arte non hanno nulla a che fare, come è accaduto anche a me per un certo periodo di tempo e come accade tuttora a tanti amici. Sembra che la Regina Mab abbia accolto le nostre preghiere, donandoci l'ispirazione, ma anche un periodo più sereno."
"Non sempre gli sforzi vengono premiati. Siamo in un mondo fatto di apparenze, dove la musica non conta quasi più, di essa prevalere l'aspetto ludico, di intrattenimento, e soprattutto è l'immagine esteriore dell'artista che conta, la sua quotidiana invadenza..."
(Alessandra Santovito)
-
L'album è inoltre ricco di riferimenti letterari, e so quanto vi appassioni la letteratura. Personalmente, però, fatico a digerire quei boriosi divoratori di libri che li ritengono (magari assieme ai quadri) l'unica 'vera cultura', non valutando come opere di valore culturale un disco o un film. Voi, che conoscete bene la letteratura ma siete in primo luogo ottimi musicisti, e che sicuramente non vi dedicate all'intrattenimento leggero, cosa vorreste rispondere a chi vorrebbe che musica e cinema venissero ridotti al ruolo di 'intrattenimento' anziché considerarli cultura a tutti gli effetti?
"È stato un divertimento intellettuale, ma pur sempre un divertimento, cercare i vari riferimenti letterari alla Regina Mab, e non solo. Per noi la musica, la letteratura, il cinema, la pittura sono un mezzo per alimentare la nostra anima, per non sentire il vuoto della vita, per coltivare anche l'aspetto spirituale del nostro essere, non solo quello di animale consumista. I riferimenti letterari che adoperiamo sono quelli che più ci toccano personalmente, ci commuovono o raccontano una parte di noi. Chi non ritiene la musica ed il cinema vera arte, a dire il vero, è un po' ignorante. Al centro di molte rappresentazioni pittoriche dell'Olimpo è posto proprio Apollo con la sua lira. Le grandi opere letterarie del passato, inoltre, si tramandavano oralmente ed erano cantate: di qui nasce la rima, il sonetto. Spesso la musica si avvale di testi importanti, di autori quali Goethe, D'Annunzio, Metastasio... Tra i manoscritti più importanti del medioevo, ci sono pervenute molte raccolte musicali. Il Re Alfonso el Sabio in persona si è scomodato per realizzare una di queste raccolte: le "Cantigas De Santa María". Gli esempi sono davvero infiniti. Sicuramente la musica si è sviluppata in vari modi, ma tranne per il pop commerciale, anche nel rock troviamo spesso citazioni colte, passaggi di chitarra che richiamano i violini di Vivaldi, citazioni letterarie come in "The Rime Of The Ancient Mariner" degli Iron Maiden; anche Kate Bush riuscì in modo molto 'leggero' a trasmettere le atmosfere di un grande libro come "Wuthering Heights". Le arti si legano continuamente, musiche che ispirano libri, quadri che si ispirano alla musica, che ritraggono strumenti musicali e viceversa. Stesso discorso per il cinema. Naturalmente, come in ogni dove, anche lì sono state prodotte molteplici stupidaggini, ma in che modo non ritenere un capolavoro artistico, di inestimabile bellezza ed interesse "Il Settimo Sigillo" di Ingmar Bergman, ad esempio? Non va sottovalutato, inoltre, il potere dell'intrattenimento leggero: ogni tanto ci vuole anche quello, che può comunque essere cultura, non a caso lo stesso Italo Calvino riteneva di fondamentale importanza fare pure divertire il lettore. È davvero una querelle senza senso, per di più pericolosa, considerando che anche la pittura e la letteratura stanno scadendo nel puro intrattenimento vacuo, nelle mode, nel commerciale. Bisognerebbe difendere ogni forma di vera arte in questo arido periodo di tagli economici al settore, a tutto ciò che è di nutrimento per l'anima e per la mente."
-
Ancora una volta avete reso omaggio al compositore Manuel De Falla: cosa delle sue opere vi appassiona a tal punto?
"Ho dedicato la mia tesi di II livello in Canto Lirico proprio a Manuel De Falla, a come la musica colta interpreta e riscopre quella popolare. Di De Falla mi piacciono i ritmi spagnoli che adopera ed il modo di usare le voci, così selvaggio. L'arrangiamento dei suoi brani è sempre molto particolare e moderno, spesso non semplice da eseguire. Quando interpreta l'animo triste della Spagna (un aspetto ai più sconosciuto, ma molto presente nella letteratura e nel folklore spagnolo), riesce a struggerti il cuore. In entrambi i CD ho deciso di riproporre un brano delle "Siete Canciones Populares Españolas" che potesse legare con il resto dell'album. Entrambe le volte, però, abbiamo usato uno strumento diverso dal previsto, ovvero dal pianoforte. Con "Nana" abbiamo adoperato l'arpa e in "Asturiana" la chitarra. Il testo tradizionale dell'Asturiana ha un tema naturalistico che ben si sposa con la seconda parte dell'album, incentrata proprio sulla natura e sulle sue suggestioni."
-
Cosa ti ha spinta a rispolverare un brano ("Diadem Of The Night") dal demotape del tuo vecchio progetto Gothica? E, visto che siamo in tema, dopo tanti anni qual è la lezione più importante che pensi ti abbia insegnato quella prima importante esperienza?
"Sono molto legata a "Diadem Of The Night", mi piace molto. Spesso ripenso al momento magico in cui ho scritto il testo: ero in treno, ad un tratto mi sono assorta e intorno a me non c'era più nulla, ma solo la magia della Luna. Durante le mie passeggiate al mare, pensando al più e al meno, mi ero ripromessa di rendere giustizia a questo brano, rimasto sconosciuto, che nel demotape ha una struttura molto semplice e non esaustiva. Con Francesco sono riuscita finalmente a creare il brano che volevo, praticamente una nuova composizione con lo stesso testo, che dal vivo spesso assume altre sfaccettature, ugualmente affascinanti, ad esempio quando lo proponiamo col quartetto in acustico. Con i Gothica ho capito quale può essere la mia strada, il mio stile, cosa posso migliorare (anche se non si finisce mai) e cosa mi può rappresentare di più; ho iniziato a scrivere non più solo poesie, ma testi per le canzoni, e ho iniziato a cimentarmi con la composizione, cercando uno stile vocale che mi caratterizzasse, sempre con un piede nella lirica e nella musica classica. È stata una bella esperienza, un punto di partenza importante."
"Per noi la musica, la letteratura, il cinema, la pittura sono un mezzo per alimentare la nostra anima, per non sentire il vuoto della vita, per coltivare anche l'aspetto spirituale del nostro essere, non solo quello di animale consumista..."
(Alessandra Santovito)
-
Nel vostro suono avete mescolato con grande maestria partiture neoclassiche, musica da camera ed influenze celtiche, mediterranee, barocche e medievali: qual è stata la vostra personale 'chiave' per riuscire a riunire queste importanti eredità musicali all'interno di un sound assolutamente personale?
"Credo che la 'chiave' stia nel fatto che noi ascoltiamo con passione questi generi quotidianamente e riceviamo un forte condizionamento da essi, che si fondono in noi ed emergono nei nostri brani, rielaborati in modo personale per via della nostra individualità e della componente moderna che è in noi."
-
Non a caso ho definito importanti eredità musicali i generi di cui sopra, poiché recuperarli, preservarli e dar loro anche nuova vita sfruttandone metodi e strumenti è un atto doveroso, sia verso l'Arte che verso la Tradizione. In Italia abbiamo molti bravi esponenti nel settore del gotico/neoclassico, e voi siete indubbiamente fra i migliori rappresentanti di questa scena: vi sentite mai 'investiti da un compito', visto il vostro talento nel dare nuova vita a tradizioni musicali di inestimabile valore?
"Nella fase compositiva cerchiamo prima di tutto di soddisfare le nostre esigenze, di raggiungere gli obbiettivi che ci siamo imposti per essere paghi del nostro lavoro, del nostro piccolo lascito. A volte, pensando al fruitore della nostra musica, avvertiamo il senso di responsabilità che ci sprona a dare il meglio, a trasmettere la nostra parte migliore."
-
Ciò che amo maggiormente della vostra Arte è la vostra innata capacità nel calarvi appieno in un immaginario di secoli passati, sprigionandone con forza le più vivide immagini per le anime che vi ascoltano con la giusta sensibilità: la vostra musica è quindi in qualche modo il vostro viatico per esplorare tempi e luoghi così lontani da ciò che è diventato oggi il mondo?
"Nell'arte del passato ritroviamo, con immagini diverse, molti temi attuali, perché l'uomo in fondo è rimasto sempre lo stesso e così i suoi problemi, i soprusi, le gioie dell'amore, la libertà che la mente trova nel fantastico. Certo, il mondo odierno si è allontanato tanto da alcune cose che in realtà restano importanti, direi vitali. Effettivamente la nostra musica è un modo per comunicare esigenze profonde di riscoperta della natura, della sua magia, del nostro mondo interiore, della fantasia."
-
Non è difficile immaginare che vi sareste ben adattati ad epoche e luoghi ormai cancellati dai secoli, tempi in cui arte e sentimenti avevano ben altri sapori: se poteste scegliere dove e quando vivere, ovviamente rimanendo gli artisti che siete, dove vi localizzereste a livello geografico e temporale?
"Molte sono le epoche che ci affascinano, per me come donna è più difficile scegliere: ci sono epoche che mi piacciono tanto, come il medioevo, dove però non vorrei mai aver vissuto, perché avrei rischiato la vita oppure avrei trascorso un'esistenza piena di stenti. Alla fine credo sceglierei l'Inghilterra, abbastanza liberale, ai tempi di Mary Wollstonecraft, antesignana del femminismo, del filosofo e politico William Godwin, della figlia Mary Shelley e del poeta di lei marito, di Polidori, Lord Byron ecc., un periodo pieno di fervore intellettuale, di nuove scoperte scientifiche, dove le donne iniziavano ad imporsi con l'arte, soprattutto con la scrittura. Requisito indispensabile, però, quello di appartenere almeno alla buona borghesia. A Francesco, invece, piacerebbe vivere il primo rinascimento a Firenze, anche questo un periodo di grande fermento artistico."
-
Tornando alla musica, in nucleo di base di Hexperos siete sempre voi due, ma la line-up da studio è stata praticamente un quintetto: una situazione in cui vi trovate pienamente a vostro agio, oppure avete considerato eventuali allargamenti?
"Ci piacerebbe aumentare la line-up da studio, e probabilmente lo faremo. Ci piace suonare da noi la maggior parte degli strumenti e non stressarci a trovare musicisti ospiti, ma appena abbiamo un amico musicista desideroso di collaborare lo coinvolgiamo sempre volentieri. Inutile dire che i nostri arrangiamenti necessiterebbero di un'orchestra, in questo caso la modernità ci viene molto incontro con la possibilità di adoperare alcuni suoni campionati. In sede live spesso utilizziamo delle basi con gli strumenti mancanti, ma riusciamo anche ad arrangiare alcuni brani in acustico. La scorsa estate, ad esempio, abbiamo eseguito un concerto in un piccolo anfiteatro all'aperto, tutto in acustico, in quartetto e senza amplificazione: arpa, violino, violoncello, voce e flauto traverso. Certo l'effetto è diverso, più intimo, ma secondo il pubblico, ed anche secondo noi, regala sensazioni magiche. Il 22 Gennaio abbiamo suonato nella nostra città, in un piccolo ma incantevole locale con mura romane, I Due Archi. Questa volta la formazione è stata di quattro elementi, ma invece dell'arpa c'era un pianoforte a mezza coda, ed anche questa volta siamo riusciti a proporre molti brani in versione totalmente acustica, sebbene, lo ripeto, non disdegno le nostre performance con ausilio di parti pre-registrate."
-
A proposito di live, avete in programma di intensificare la vostra attività concertistica, oppure avete altri progetti di cui vorreste parlarci?
"Noi in realtà suoniamo molto dal vivo, ma non sempre come Hexperos. Facciamo parte, ad esempio, di un ensemble di musica medievale chiamato Stella Nova, dove proponiamo brani dell'epoca con strumenti particolari, fedeli riproduzioni create da liutai esperti su base iconografica. Spesso canto in piccoli concerti di musica da camera o nel coro di stagioni liriche, ecc. Certo con Hexperos è sempre una grande soddisfazione riuscire a fare un bel concerto dal vivo, visto che lì eseguiamo nostre creazioni, ma non è semplice. È un genere di difficile collocazione, che poco si sposa con ambienti quali pub e locali dove il chiacchiericcio è sempre troppo, ed allo stesso tempo non possiamo pretendere di fare troppe date nei teatri, soprattutto in questo periodo di crisi dove i soldi per altre attività magari ci sono, ma per la cultura mancano sempre più. Per questo alla fine siamo più che soddisfatti quando riusciamo a fare poche date, ma di qualità."
http://www.hexperos.com/
http://www.equilibriummusic.com/