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29-09-2010
ARGINE
Le parole, i suoni, i colori, i sapori dell'autunno
di Nicola Tenani
Non era scontato che tornando in studio, pubblicando un nuovo album inedito, gli Argine si giocassero carte pericolosamente gestite in un gioco difficile come quello discografico odierno. Un buon 'bluffare' avrebbe dato la sicurezza di fondo per continuare la lunga partita dell'arte, senza timore di trovarsi estromessi dal tavolo verde ipotetico che vogliamo idealizzare in questa parafrasi. Invece Corrado Videtta, se deve vincere, lo fa scegliendo la via più impervia, percorrendo i sentieri tortuosi della poesia come testo, cercando di dare un senso ed uno spunto per riflettere in ogni canzone dell'album. Il risultato è "Umori D'Autunno", carico di tutto ciò che ti aspetti da un dischetto così titolato: malinconia, leggerezza che richiama le foglie, le nuvole, la pioggia tra le fronde di ottobre, la voce discreta e profonda di Corrado, le virtuose presenze di Alfredo Notarloberti, le sontuose ma non invadenti performance di Michele De Finis ed Alessio De Sica. Testi intrisi di poesia, non astratta ma, anche quando ermetica, dotata di significati sostanziali ed alla portata dell'ascoltatore, di quell'ascoltatore che non si limita a 'subire' le tracce ma che, all'interno di esse, cerca lo spunto per riflettere, 'stoppare' l'esistenza anche solamente per il tempo di un album, dando ad essa il significato che merita ma alla quale sempre meno tempo è dedicato. Essere, esistere, vivere, capire o cercare di capire: questo è il filo dorato come l'autunno che Corrado usa per tessere l'album, e noi cerchiamo di essere l'ago che unisce questa serie di domande per confermare ancora una volta che gli Argine sono tornati, anche se in verità sono sempre stati ben vivi nei nostri cuori.
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Corrado, anzitutto bentornato. Sei anni dopo "Le Luci Di Hessdalen" stai vivendo quell'emozione sottile che determina l'immediato periodo di uscita di un nuovo full-lenght. È ancora forte?
"Sono molto contento e soddisfatto dell'uscita di questo nuovo lavoro, che rispecchia in pieno le emozioni vissute in questi anni di silenzio. L'eccitazione c'è sempre, ed oggi forse ancor più di prima, altrimenti non avrebbe senso continuare... magari è cambiato il modo di gestire le sensazioni."
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Descrivici cosa si prova in questi istanti: rivalsa, paura, commozione...
"Grande soddisfazione e molta curiosità di vedere come viene accolto il nuovo lavoro, che trasuda momenti di grande intimismo personale. È un album molto sentito questo, ogni brano è impregnato di stati d'animo personali, quasi privati. La voglia di raccontarmi è stata forte, e farlo adesso con più maturità e consapevolezza è stato molto piacevole. Credo di essere riuscito a gestire molto bene il calibro delle parole sulla musica. Presentare l'album a Lipsia è stato magnifico perché si respirava una grandissima attesa da parte del pubblico, per cui suonare i brani nuovi era come condividere la gioia della creazione con tutti loro (numerosissimi, tra l'altro)."
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Prova a pensare ai colori di "Umori D'Autunno": quali prevalgono? Io ci vedo forti tinte di ocra rossa...
"I colori sono quelli dell'autunno, quindi il castano, il grigio, ma anche il blu elettrico, che ho 'battezzato' con il titolo di un brano, "Blu Luce". Alla fine ogni persona può vederci i colori che crede. La musica stuzzica la fantasia, è uno degli aspetti che più mi affascina: ciascuno può chiudere gli occhi e vedere ciò che vuole. Per le arti visive questo non si può dire. La musica ci avvolge con le onde sonore, ma ci lascia liberi di cavalcare le note e di proiettare la nostra sensibilità verso punti di fuga inaspettati e sempre diversi."
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Quali i profumi, invece?
"I profumi sono quelli della terra appena bagnata, della spremitura dell'uva, di grappa, ma anche del chiuso degli appartamenti, all'interno dei quali, quando magari fuori piove, facciamo progetti e diamo vita alle nostre azioni future, odore di cucinato e di cucina da riassettare."
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Quando nasce "Umori D'Autunno"?
"Il nuovo album nasce circa quattro o cinque anni fa, quando dopo l'anno appena successivo al precedente "Le Luci Di Hessdalen", passato a suonare in giro per l'Italia e l'Europa, ho iniziato a fissare le mie ispirazioni su di un registratore per conferenze, di quelli con le musicassette. Un motivo fischiato, un giro di accordi, una frase che mi frullava per la testa. Centinaia di spunti, fino a che, circa l'anno scorso, mi sono reso conto che c'era tanto materiale. Ho messo le idee in ordine e in quest'ultimo anno i brani hanno preso forma definitivamente. Mi è sembrato chiarissimo che il tono generale dei brani era assolutamente autunnale, maturo, consapevole anche nella sua istintività."
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Parliamo dell'album: sento eredità collegate al classico neofolk che riportano a "Luctamina In Rebus" e altre più dreamy in sintonia con "Le Luci Di Hessdalen", eppure nessuno dei due album del passato incide e marca il presente musicale così in profondità. Definisci tu il mood globale di "Umori D'Autunno".
"Un incedere lento e costante, un rotolare di emozioni, un mood scarno ed essenziale che può riportare alla mente atmosfere di dischi precedenti, ma è solo il frutto di un'evoluzione musicale che trascina con sé le esperienze del passato per rielaborarle in un linguaggio nuovo e riconoscibile al tempo stesso."
"La musica stuzzica la fantasia, è uno degli aspetti che più mi affascina: ciascuno può chiudere gli occhi e vedere ciò che vuole. Per le arti visive questo non si può dire. La musica ci avvolge con le onde sonore, ma ci lascia liberi di cavalcare le note e di proiettare la nostra sensibilità verso punti di fuga inaspettati e sempre diversi..."
(Corrado Videtta)
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Come sempre le liriche sono fondamentali negli Argine, ora come non mai. Come nascono le poesie che poi trasformi in canto, come ad esempio "Nell'aria profumo di nuovo, le idee come polline ai fiori, riempiono i fogli di carta di mille colori. Se fermi un istante di vita, ti volti a guardare all'indietro, percorri i binari di un treno che è appena passato..."? È "Novecento", e mi chiedo il significato del percorrere i binari di un treno appena passato...
"I testi sono sempre stati fondamentali nella musica degli Argine. Oggi sono più consapevole del calibro espressivo che voglio raggiungere quando racconto le emozioni che provo. Mi sono guardato dentro come allo specchio, ho fatto ancor più approfonditamente la conoscenza con me stesso. Ragioniamo troppo su ciò che ci circonda, dimenticandoci dell'universo che abbiamo dentro. Il "Novecento" è stato il secolo dei grandi cambiamenti, per cui si è guardato sempre avanti e, forse, è giusto così: il messaggio della frase che hai citato è proprio quello di indurre a non guardare troppo al nostro trascorso, dal momento che è qualcosa che non ci porterà che al punto dove siamo già arrivati, anche se a volte è utile studiare il passato per non incorrere in errori pregressi."
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Il quadro raffigurato sulla copertina del disco si lega all'umore dell'album? Parlaci della scelta di questa immagine.
"L'immagine di copertina è un ritratto di mia madre da piccola. Mia madre è di Firenze e mio nonno (Giulio Salti, di cui parte dei quadri furono inseriti nel progetto grafico di "Rifrazioni") viveva di pittura, il suo maestro era Giuseppe Amisani di Milano. Un giorno mio nonno volle portare la sua figlioletta nel capoluogo lombardo per farla ritrarre dal suo maestro. Mia madre evidentemente si annoiava all'idea di stare seduta per ore su di uno sgabello, ed allora appena arrivati a Milano, mio nonno per lenire la noia la accompagnò ai giardini pubblici dove c'erano le macchinine per i bambini: mia madre scelse la numero 17 e fu così fotografata alla guida di un'automobilina, ormai d'epoca a vederla oggi, prima di andare a farsi ritrarre. Quel quadro è appeso a casa mia, trovai la foto in un cassetto a casa di mia madre, allora Rossana di Ark Records pensò che sarebbe venuto fuori un bel progetto grafico, utilizzando sia l'immagine del quadro che la foto. In effetti è molto magnetica la figura in copertina. Inoltre c'è anche un'altra particolarità, del tutto casuale: il numero 17 della macchinina coincide con il numero progressivo di catalogo della Ark Records, ma questo è del tutto casuale, ci abbiamo fatto caso solo quando il disco è stato stampato."
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E nel sottotitolo "Il Filo Spinato E Le Bolle Di Sapone" cosa si cela?
"Il filo spinato segna confini invalicabili, impone un'idea di forza e predominio, mentre le bolle di sapone sono fragili e hanno vita breve, durano poco ma hanno la capacità di volare, superando i confini imposti per poi annullarsi nell'aria: è un po' come dire il corpo (il filo spinato) e l'anima (le bolle di sapone)."
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C'è una frase in "Distesa" che dice: "se il rumore si è rarefatto, non evocare ciò che non sei". Al di là della bellezza lirica, cosa esiste dentro questa frase così apparentemente soffice, ma in realtà di una forza prorompente?
"Con la parola 'rumore' ho voluto simboleggiare l'umanità chiassosa ed invadente, al cospetto della quale spesso ci si trova a dover indossare una maschera, evocando una parte di noi immaginaria o quantomeno artefatta, ma quando restiamo da soli dobbiamo far cadere la maschera ed essere genuini con noi stessi, almeno nella solitudine di una stanza, altrimenti rischiamo di spersonalizzarci e di credere in qualcosa che non esiste."
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Chi ancora non ha ascoltato l'album si aspetterà un largo impiego di Alfredo Notarloberti, invece il violino di Edo è quali centellinato, ora come non mai al servizio del suono globale ed all'emotività che richiede ogni tipo di colore dagli strumenti. Come nasce il ruolo di Alfredo in "Umori D'Autunno"? Avete maturato insieme questo suo nuovo ruolo?
"Ti faccio i complimenti, evidentemente sei un attento ascoltatore di musica. L'utilizzo del violino in questo nuovo lavoro doveva essere ridotto, in quanto i brani dovevano dare un'impressione di riflessione che sarebbe stata disattesa dalle acrobatiche melodie di Edo. Ma attenzione, ho ridotto il violino a pochi interventi, ma ho coinvolto Edo in altre vesti: oltre che violinista, infatti, è anche fisarmonicista e mandolinista in studio e chitarrista elettrico e pianista dal vivo. Infatti Edo suonerà tre strumenti nel live: violino, chitarra elettrica e tastiere. In poche parole, meno violino, più Edo. Davvero, la bravura di questo musicista è incommensurabile, e tale è la mia stima nei suoi confronti."
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Edo ha avuto parte nella composizione della musica: c'è ad esempio una traccia in cui il parere o la scrittura di Alfredo sono stati determinanti? E come nasce in generale una song degli Argine?
"Il parere di Edo, così come degli altri componenti del gruppo, è molto importante. Il confronto è fondamentale. Il modus è quello di sempre: io porto il brano in accordi, testi e linea guida degli strumenti, poi loro, con la sensibilità e la creatività che li contraddistingue, propongono delle alternative o appoggiano la linea guida da me proposta in partenza, ma io lascio libero sfogo alla loro inventiva, essendo ben conscio della loro assoluta capacità di immedesimazione nei brani che rende possibile la genesi di un suono unico ed ormai assolutamente riconoscibile negli anni."
"Oggi sono più consapevole del calibro espressivo che voglio raggiungere quando racconto le emozioni che provo. Mi sono guardato dentro come allo specchio, ho fatto ancor più approfonditamente la conoscenza con me stesso. Ragioniamo troppo su ciò che ci circonda, dimenticandoci dell'universo che abbiamo dentro..."
(Corrado Videtta)
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Una caratteristica degli Argine è sempre stata la fusione raffinata del neofolk con sonorità classiche; nel nuovo album si avverte una gradevole virata vero una direzione più minimale. In questo ti hanno influenzato artisti che hai ascoltato negli ultimi anni?
"Ascolto di tutto, dalla musica classica al minimalismo contemporaneo, dalla new wave anni '80 alle frange più sperimentali della scena dark in genere. L'esigenza di un suono più essenziale è solo dovuta al fatto di dover rappresentare degli stati d'animo molto personali ed intimisti. Tutto l'album risente di questa esigenza."
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Tra le 'nuove leve' ci sono progetti su cui punteresti e che produrresti con Ark Records? Immagino poi che l'etichetta risenta della crisi generale: colpe da attribuire al web, alla crisi economica o che altro? Quale politica, anche distributiva, essa affronterà nel futuro?
"Non saprei dirti, ci sono tante cose belle ma anche troppa domanda, dal momento che registrare un disco che abbia una qualità minima è diventato oggi più facile ed economico. In contemporanea il mercato tende all'annullamento dei supporti materiali, e non tutte le realtà sono pronte per pensare alle nuove frontiere del commercio della musica. In ambito di musica indipendente questa situazione è tutta amplificata in peggio. Comunque le produzioni le decide Rossana, ormai già da qualche anno: è totalmente padrona del campo in cui si muove."
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A proposito della Ark, puoi anticiparci i suoi prossimi movimenti?
"Di certo abbiamo il debutto di un progetto nuovo che nasce dalle ceneri dei Trees, i Candya, i cui membri facevano parte della band partenopea. Io ho scritto un testo e l'ho cantato su di una base registrata da loro precedentemente, poi ci saranno altri ospiti illustri della scena in quest'album, ma non voglio anticiparti altro. Poi uscirà la tanto attesa ristampa di "Luctamina In Rebus" degli Argine."
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Devo e voglio complimentarmi con il tuo staff per la velocità con cui hanno collaborato nel fornirmi il materiale (soprattutto i testi) per capire meglio "Umori D'Autunno": in quanti lavorate alla Ark Records?
"Rossana lavora a tempo pieno e con una professionalità assoluta, mentre io sono sempre più al margine di questa bella realtà, più per necessità che per volontà. Siamo in due, ma resta il fatto che Ark Records è Rossana al 99%."
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Nel brano "Lontano" Alfredo suona il violino apportando un suono quasi industriale, simile ai loop di Sieben: avete studiato insieme questo arrangiamento? Per il futuro Edo sta preparando qualcosa di suo?
"Quando portai ad ascoltare i brani nuovi agli altri componenti del gruppo, Alfredo iniziò ad improvvisare mentre suonavo la chitarra. Ci piacque, e siccome avevamo ripreso le prove con la telecamera, non avemmo problemi a riproporre quel tipo di suono in studio. Lavoriamo da una vita in questo modo, ed è bellissimo ritrovarci in sala ed avere la conferma della nostra sinergia, che si rinnova anno dopo anno. Questo devo dire succede con tutti i componenti del gruppo, ed è molto confortante. Alfredo sta preparando delle sorprese incredibili per i suoi fans. Ha allestito un'orchestra, ma non vi anticipo null'altro: sarà lui a decidere quando presentare ufficialmente questo progetto, che non escludo possa coinvolgere in una collaborazione anche gli Argine."
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Parliamo un po' degli Argine live: la vostra line-up da palco è attualmente stabile?
"Di solito siamo noi quattro: io, Edo Notarloberti, Michele De Finis ed Alessio Sica, ma per esempio a Lipsia avevamo l'esigenza di cantare il brano "Memorie", così abbiamo chiesto ad una nostra amica, Eleonora Amato (bravissima violinista), di cantare i ritornelli del pezzo ed è andata molto bene, poi trovandoci l'abbiamo coinvolta anche alle testiere. Potranno esserci altre occasioni in cui Eleonora ci darà una mano. Inoltre c'è Rossana Rossi di Ark Records, che può essere considerata a tutti gli effetti il quinto elemento degli Argine: non compare sul palco, ma la sua presenza nelle fasi organizzative di un live o di un lavoro in studio è costante e preziosa".
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Ho notato con piacere che il Sud si sta aprendo alla tua musica, e vedo dal web una buona attività live nelle tue zone: qual è il pubblico degli Argine nel meridione?
"Non noto grandi differenze tra il pubblico del Nord e quello del Sud. Chi segue la scena lo fa ed è riconoscibile indipendentemente. Forse l'unica differenza è nel numero di persone che vediamo ai concerti. Al nord abbiamo probabilmente più seguito".
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Parlando invece del Nord, l'ultima volta che ci vedemmo fu in occasione di quella stupenda serata che, nel ruolo di Ark Records, organizzasti a Rovigo: triplo live con voi, gli Autunna Et Sa Rose e i Lily's Puff. Che ricordi hai di quella serata? Spero non ti sia rimasto come ricordo solo il vergognoso afflusso di pubblico...
"No, anzi ... da quella sera mi sono reso conto che potevamo girare live anche senza voce femminile e che il sound era più asciutto, più essenziale. Forse il nuovo ciclo, che ha dato vita al suono di "Umori D'Autunno", è nato proprio durante la preparazione di quel concerto. Infatti la title-track dell'album era presente già nello split in vinile verde con i gruppi da te citati. Non guardo all'affluenza del pubblico: se c'è almeno una persona presente, chiudo gli occhi ed entro comunque nella dimensione del live. Certo, se c'è molta partecipazione fa più piacere."
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Tornando al presente, "Umori D'Autunno" racchiude in sé perle elegiache nate in un animo sensibile: chi sei oggi, Corrado? Cosa rimane di quell'adolescente con cui ho in comune il fatto che alla fine degli anni '80 entrambi 'pogavamo' ai concerti dei Contropotere?
"Sono una persona che ha concentrato le proprie attenzioni su tematiche di vita quotidiana, focalizzando meglio le cose che contano veramente. Resto anche un sognatore, ma assolutamente disilluso in ambito di determinate tematiche. Credo nell'energia che investo in ciò che faccio e nel miglioramento possibile di me stesso e del mondo, anche se c'è chi fa di tutto per peggiorare le cose. Io vado avanti per la mia strada, il testo di "Pioggia" è esemplificativo del mio modo di pensare oggi e del mio attuale stato d'animo. Il periodo in cui pogavo davanti al palco dei Contropotere è lontano dal punto di vista degli anni trascorsi, ma è ancora vicino come intensità e aspirazioni."
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A proposito, Lucia (ex-voce della punk band partenopea) che ruolo ha oggi nel tuo entourage?
"Lucia ha soltanto collaborato in tre brani, mettendo la voce nel primo album "Mundana Humana Instrumentalis": "Le Rose", "Solitudo" e "La Lunga Strada Per Tule", poi undici anni dopo ci fu il primo concerto in cui cantava con noi, in occasione di un festival a Napoli. Non parlerei di entourage, ma solo di un'amicizia che ci lega e di cui vado molto orgoglioso."
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Avviandoci alla conclusione vorrei chiederti una riflessione sulla scena goth di oggi, tu che negli anni l'hai vista crescere contribuendo culturalmente alla sua maturazione. È cambiata?
"Sì, in parte è cambiata, perché ci sono oggi commistioni con il genere metal che in qualche modo si è insinuato nella scena goth. Questo secondo me non è bello, ma del resto l'evoluzione musicale o dei contesti culturali in genere è imprevedibile. Rimane un movimento stimolante e molto piacevole e, ad ogni buon conto, mi sento ancora di farne parte per le emozioni che mi dà camminare per Lipsia e vedere fiumi di persone di nero vestite. Quella forza che mi ha trasmesso negli anni questa cultura la porto dietro come fosse un'eredità genetica."
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In tutta Europa, Argine è un piccolo culto del neofolk: è ancora affine a tali sonorità lo spirito che regna nel tuo sound? Cos'è per te il neofolk e quale delle sue sfaccettature senti più vicina?
"Il nostro background è la new wave ed il post-punk anni '80. Quando debuttammo le recensioni parlavano di neofolk, e così siamo stati inseriti in questo contesto. È anche vero che io ascoltavo già i Sol Invictus, i Death In June ed i Current 93. Cosa posso dirti? Musicalmente ci possono essere dei legami, benché, per esempio, Alfredo non abbia mai ascoltato i tre gruppi appena citati, perciò non so cosa possiamo aver assorbito del neofolk, né cosa posso o non posso condividere concettualmente con questa cultura, entreremmo in discorsi di cui non saprei tracciarti i confini... Comunque, se i giornali ci inseriscono in questa scena musicale, un filo di congiunzione c'è senza dubbio, e devo dire che non mi dispiace."
"La scena goth rimane un movimento stimolante e molto piacevole e, ad ogni buon conto, mi sento ancora di farne parte per le emozioni che mi dà camminare per Lipsia e vedere fiumi di persone di nero vestite. Quella forza che mi ha trasmesso negli anni questa cultura la porto dietro come fosse un'eredità genetica..."
(Corrado Videtta)
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Nel rigraziarti per il tempo dedicatoci ti concedo il finale d'intervista per un'ultima, incisiva frase rivolta al nostro pubblico, invitandolo ad avvicinare "Umori D'Autunno" se non lo avesse ancora fatto...
"Il nuovo album tratta di quella materia impalpabile che è l'anima, con le paure, le gioie, le titubanze che segnano la sua esistenza, e quindi quella di ognuno di noi. Ascoltare il disco significa in qualche modo riconoscersi nelle sfumature dell'autunno e non sentirsi per questo stanchi, bensì vivi più che mai, in quanto ritengo che tale stagione sia una fonte di energie, da cui poter ripartire senza timore."
http://www.myspace.com/theofficialarginespace
http://www.arkrecords.net/