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Room 108

13-04-2010

BABYLONIA

Splendida solitudine

BABYLONIA

di Roberto Alessandro Filippozzi (foto: Jürgen Schwietering)

Chi dedica i propri ascolti prevalentemente ai gruppi del settore electro, siano essi EBM piuttosto che harsh, synthpop o IDM, si sarà certamente accorto di come gran parte di essi si preoccupi accuratamente di ottenere una continuativa esposizione mediatica attraverso un cospicuo numero di uscite discografiche, spesso e volentieri tutt'altro che indispensabili. Che si tratti del remix-album di turno privo di motivi d'interesse anche per il fan più incallito o delle 57 uscite annuali di Leæther Strip fra raccolte, rarità, EP, side-project etc., poco importa: è un segno di questi tempi, i nostri, che ci piaccia o meno. Il motivo? Verosimilmente le 'colpe' si possono rintracciare in un pubblico odierno che, sprofondato nei propri agi e con tutto e subito a portata di click, finisce per consumare ogni cosa - arte inclusa - alla velocità della luce, ed altrettanto in fretta dimentica, sopraffatto da milioni di input che l'esorbitante numero di media del ventunesimo secolo ci vomita addosso senza tregua alcuna. E allora ecco che se ti 'permetti' di startene fuori dal giro anche solo per un paio d'anni, o ti chiami Depeche Mode e te ne puoi altamente infischiare, o sono guai, perché ormai le metodologie di consumo delle masse hanno spinto persino il mondo dorato e patinato del pop verso l'exposure estremo, coi nuovi sedicenti 'artisti' che nemmeno stando in cima alle charts possono permettersi di non essere sempre e comunque sulla bocca di tutti, al punto da rimpinguare la propria popolarità con cadenza settimanale attraverso un sempre più patetico gossip sessuale, sentimentale e/o scandalistico fomentato ad arte da media commerciali privi di reali contenuti. L'inevitabile conseguenza di tutto ciò, che nel nostro settore fortunatamente non si traduce nel chiacchiericcio di cui sopra, quanto piuttosto in una massa immane di uscite impossibili da seguire come si conviene (ma qui stiamo parlando per quelli che la musica l'ascoltano davvero, mica per quelli che comprano un disco all'anno), è l'abbassamento della qualità, coi gruppi che si fanno spremere - o spremono sé stessi scientemente - come limoni pur di tirare fuori qualcosa per esserci sempre e comunque, magari ricorrendo alla coadiuvante pratica del remix, piuttosto che al DVD live o alla raccolta di inediti e via dicendo... Non che la scena synthpop sia esentata da questi discorsi, ma è stato altresì dimostrato negli anni che parecchi dei suoi artisti migliori sanno prendersi il tempo che necessita per tornare in pista senza deludere le aspettative, a costo di farsi attendere a lungo, e gli esempi in tal senso non mancano, a partire da quegli Iris e quegli Statemachine dai quali attendiamo trepidanti un qualche segno di vita. Questo è stato anche il caso dei milanesi Babylonia, il cui debut album "Later Tonight" usciva nel 2005: un disco eccellente che gettava basi interessanti, creando grandi aspettative per un follow-up dal quale era più che lecito attendersi moltissimo. E questo ritorno lo abbiamo atteso per cinque anni, un lunghissimo lasso di tempo che rischiava di far scordare ad una grossa fetta di pubblico quanto di buono espresso col disco d'esordio dalla band lombarda, ma credeteci se vi diciamo che è davvero valsa la pena di attendere così tanto: i Nostri sono infatti tornati con un lavoro, "Motel La Solitude", che non soltanto ce li ripresenta in piena forma, forti di una maturità semplicemente invidiabile, ma che li pone senza 'se' e senza 'ma' al top della scena synthpop nazionale, pronti a giocarsela alla pari coi migliori act del panorama internazionale. Di un superbo ritorno che - salvo eventuali sproloqui del bastian contrario di turno - non potrà che mettere tutti d'accordo, del lungo silenzio che lo ha preceduto e di molto altro ancora abbiamo amabilmente ed approfonditamente discusso col nucleo dei Babylonia, al secolo Max Giunta e Robbie Rox...

BABYLONIA

"In studio abbiamo lasciato scorrere il flusso creativo senza sapere dove ci avrebbe portati e senza puntare ad una meta precisa. In fondo, è proprio questo uno degli aspetti più belli dell'atto creativo: lasciarsi andare e fare in modo che l'opera ti conduca dove essa vuole portarti, tra l'altro sorprendendoti sempre..."
(Max Giunta)

 

BABYLONIA

"I Depeche Mode sono diventati praticamente gli unici titolari di un certo pop/rock elettronico, e questo getta purtroppo nell'ombra ottime band come Iris, Mesh, Statemachine, Lowe etc... Chiunque si muova in questo ambito musicale viene immediatamente considerato un loro epigono, ma ci si dimentica troppo spesso che ci sono stati altri grandissimi artisti synthpop come Propaganda, Alphaville, Tears For Fears ed A-ha, solo per citarne alcuni, e che gruppi seminali come Kraftwerk, Ultravox e Visage avevano già pubblicato i loro dischi più importanti prima che i Depeche Mode pubblicassero il loro primo album..."
(Robbie Rox)

 

BABYLONIA

"Cerchiamo di non costruire nessuna barriera attorno alla nostra musica, che nasce per noi stessi e per permetterci di entrare in contatto con le persone le cui anime battono all'unisono con le nostre. Per questo non riusciamo a pensare ad una sola tipologia di pubblico, ma accogliamo a braccia aperte tutti coloro che riescono a cogliere qualcosa nelle nostre canzoni..."
(Max Giunta)

 

 

http://www.babyloniamusic.com/

http://www.halidon.it/