30-03-2007
ATARAXIA
Bienvenue à l'Enfer!
di Roberto Alessandro Filippozzi
Qualcuno potrebbe più o meno lecitamente pensare che una band, tagliato il traguardo dei 20 anni di onorata carriera, sia in qualche modo legittimata a 'vivere di rendita', specialmente se si parla di gruppi che hanno detto qualcosa di significativo nel proprio ambito musicale. Noi, che proviamo a fare del nostro meglio nel ruolo di critici, ovviamente non sposiamo tale teoria (decisamente più accettata in altri ambiti), ed anzi, i gruppi che amiamo di più sono proprio quelli che, anche dopo moltissimi anni passati ai vertici del proprio settore musicale, trovano il coraggio per rimettersi in discussione e per affrontare nuove sfide. Fra questi gruppi ci sono sicuramente gli Ataraxia, che proprio dopo 20 anni di onoratissima carriera si ripresentano al pubblico con la loro opera più ambiziosa e rischiosa (in tutti i sensi!), della cui storia abbiamo già parlato ampiamente in sede di recensione. Stavolta i Cavalieri Erranti dell'Emilia hanno giocato una mano pericolosa, andandosi ad immischiare col mondo dei morti e lasciandosi coinvolgere in ogni tipo di losca vicenda da quegli spiriti maledetti, quei dannati del CircuZ KumP, gente di malaffare che speravamo avesse avuto quel che si meritava da almeno un secolo, e che invece in un passato molto recente è tornata dall'aldilà per compiere un'ultima, diabolica missione. Questo ensemble di miserabili, non pago di aver tormentato fino allo sfinimento un'anziana medium di Tolone e di aver usato gli Ataraxia a proprio piacimento per far rivivere le insane gesta di quell'unica maledetta rappresentazione teatrale, ci ha giocato l'ultima beffa: avevano giurato di sparire per sempre una volta terminato il compito che si erano prefissi, ed invece eccoli tornare per interferire - con fare villano e prepotente - in questa nostra conversazione con la band, sempre pronti ad avere l'ultima parola su tutto, quasi che il gruppo emiliano dovesse loro ancora qualcosa! Fra i commenti villani di questi sgradevoli personaggi e le attente osservazioni degli Ataraxia al gran completo, abbiamo cercato di fare luce fra i vicoli bui della Parigi d'inizio '900 e di trovare l'entrata di quel malfamato e sudicio cabaret a Montmartre, sapendo bene che solo una buona bevuta d'assenzio avrebbe potuto accompagnare degnamente il delirio nel quale quegli sciagurati fantasmi ci stavano conducendo...
"Ogni sera ci trovavamo a registrare alle ore più disparate, sembrava che ognuno di questi personaggi (facenti parte di CircuZ KumP, una compagnia teatral-circense che, insieme a noi, era là per riportare in vita 'Paris Spleen') si fosse legato ad uno di noi e gli facesse rivivere le gesta di quei fantomatici predecessori."
(Francesca Nicoli)
"Abbiamo seguito ed assecondato, notte dopo notte, i nostri alter ego di Tolone ed abbiamo fatto cose che non avremmo mai pensato di fare, soddisfatto pulsioni che non avremmo neanche lontanamente pensato di avere e sfiorato mondi vibranti e brulicanti di strani fenomeni."
(Riccardo Spaggiari)
"Tutto fluiva naturalmente sia negli stati di lucidità che in quelli dove diventavamo semplici canali, utilizzati per suonare strumenti 'materiali' da esseri che di materia non ne avevano più da tempo."
(Vittorio Vandelli)