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14-12-2009
THE M.E.M.O.R.Y. LAB
Memorie rispolverate
di Roberto Alessandro Filippozzi
Partito dall'Italia dieci anni or sono in cerca di miglior fortuna per il suo lavoro di produttore e tecnico del suono, Marc Urselli ce l'ha fatta, arrivando a vincere ben tre 'grammy awards' grazie al suo impegno a stretto contatto con nomi di spicco della musica mondiale. Ma prima di allora, e precisamente dall'inizio dei 90s fino alla sua partenza verso quella New York che non avrebbe più lasciato, il Nostro mise in piedi e portò avanti il progetto The M.E.M.O.R.Y. Lab, interessante ibrido fra l'electro/industrial più dura e chiare influenze di matrice metal, col quale fu davvero un precursore di quel fortunato crossover che avrebbe poi fatto le fortune di numerosi act (fra cui sicuramente figurano Fear Factory e Samael, giusto per citarne un paio). Sicuramente in Italia, e soprattutto al Sud, nessuno si era spinto così coraggiosamente in là, e Marc, completata la line-up a due col cantante 'the Old Nick' Curri, all'epoca già attivo nella black metal band Funeral Oration, registrò una manciata di tracce che, proprio perché troppo avanti coi tempi, non trovarono mai la via del mercato e finirono inevitabilmente in qualche cassetto a prender polvere... Il recente ritrovamento delle registrazioni originali da parte di Marc, nonché le sue comprovate abilità nelle vesti di produttore, hanno permesso (congiuntamente all'accordo raggiunto con la label canadese D-Trash) la riscoperta e la pubblicazione di materiale che oggi, a distanza di oltre dieci anni, suona ancora al passo coi tempi, segno indiscutibile di come i Nostri fossero realmente avanti all'epoca della creazione delle tracce in esame... Col disponibilissimo Marc, nostro gentile interlocutore, siamo andati ad approfondire la riscoperta di quell'importante materiale nella piacevolissima chiacchierata che segue...
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Il progetto The M.E.M.O.R.Y. Lab nasce nel lontano 1994 per mano tua: quali erano gli intenti alla base delle tue creazioni musicali all'epoca? Si è trattato della tua prima esperienza seria in assoluto nel mondo della musica?
"L'idea in realtá é partita attorno ai primi anni '90, e se ricordo bene nel '91/'92 stavo giá scrivendo i primi brani... Nel '94 il progetto ha assunto una forma piú definitiva e vari membri ne hanno fatto parte. Il vecchio Nick (the Old Nick) é entrato a far parte della band intorno a quegli anni, ma é difficile ricordare con esattezza tutte le date, dato che si tratta di 15 anni fa. L'intento alla base della mie creazioni musicali di allora era quello di fare musica elettronica industriale incorporando elementi rock/metal. L'electro-industrial e il rock/metal erano le mie principali influenze musicali allora, ed era mia intenzione creare un cross-over di questi generi che fosse quanto piú unico ed originale. In realtá non si trattava della mia prima esperienza. Ho militato in vari gruppi musicali in quegli anni. Oltre ad aver fatto parte per circa un anno dei Funeral Oration, l'unico altro progetto che merita di essere ricordato si chiamava General Store, che era il mio gruppo crossover/rock con tre demo all'attivo."
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All'atto di completare la line-up, the Old Nick si è aggiunto per il ruolo di cantante: come vi siete conosciuti e come siete giunti alla decisione di unire le forze nel progetto The M.E.M.O.R.Y. Lab?
"Nick ed io ci siamo conosciuti grazie al mondo delle fanzine. Lui aveva creato Metal Destruction, una famosa fanzine di metal estremo. Io avevo creato D.L.K. (che ancora esiste oggi sotto il nome Chain D.L.K. online al sito www.chaindlk.com), che era una fanzine per la scena elettronica, industrial, dark, ambient ecc. Un nostro amico comune, Roberto Liuzzi, aveva creato la fanzine di contro-cultura e musica punk/hardcore Contro!, e proprio lui ci ha fatti conoscere. Di lì a poco sono entrato a far parte dei Funeral Oration, il gruppo black metal del vecchio Nick e di Fabban (fondatore degli Aborym). Quando cercavo qualcuno che potesse entrare a far parte dei M.E.M.O.R.Y. Lab come cantante, Nick si offrí perché aveva un interesse nel genere dark, industrial, elettronico. Non ricordo se mi sembró una scelta ovvia all'epoca, ma fu di certo una delle migliori cose successe ai M.E.M.O.R.Y. Lab."
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All'epoca Nick era già attivo coi Funeral Oration, nome di culto della scena extreme metal italica, e come detto poc'anzi tu stesso hai fatto parte della band: cosa ricordi di quel periodo e cosa provi oggi ripensando alla tua militanza in quel gruppo?
"Ho bei ricordi dell'epoca... Luca alla chitarra, Rodolfo alla batteria, Fabrizio al basso e Nick alla voce sono stati compagni di viaggio in lunghe trasversate e ci siamo fatti un mucchio di risate ed esperienze... Ci sono tanti aneddoti interessanti (obiezioni di pubblico bigotto quasi sfociate in risse, arresti scampati per miracolo...) che ricordo volentieri e con un sorriso... Quello che ricordo é che loro erano dentro il genre a pieno, fino al punto che si dipingevano le facce in stile black metal... Ricordo che io mi sono sempre rifiutato di farlo e mi limitavo a pogare con i miei lunghi capelli da dietro le tastiere... eccetto che per il giorno del mio compleanno, quando mi hanno convinto a farmi truccare la faccia in occasione di un concerto in un capannone di Massafra, in provincia di Taranto... bei ricordi (detto sorridendo apertamente, nda)."
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Mi incuriosisce il monicker scelto all'epoca, The M.E.M.O.R.Y. Lab, dove M.E.M.O.R.Y. è l'acronimo per "Modern Expressing Machines Of Revolutionary Youth": cosa determinò tale scelta e qual era il significato principale del nome nella sua totalità?
"Acronimi e giochi di lettere e parole (come L7, I.D.K. ecc.) mi hanno sempre affascinato... Il nome 'Laboratorio delle Moderne Macchine Espressive della Gioventú Rivoluzionaria' sembrava calzare benissimo. Ero giovane, e di certo mi sentivo rivoluzionario dentro... facevamo musica in un laboratorio di moderne macchine digitali e analogiche che usavo per esprimere la mia rivoluzione culturale... oggi, a distanza di 15 anni, é un laboratorio di memorie!"
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Inevitabilmente The M.E.M.O.R.Y. Lab rifletteva quelle che erano le tue passioni dell'epoca: Front Line Assembly, Skinny Puppy, Die Krupps, Front 242 etc., ma anche molto metal, fra cui Sepultura, Pantera, Fear Factory... Ma quali erano i nomi che più ti appassionavano in assoluto e perché? Si tratta di artisti che segui ancora nelle loro attuali evoluzioni sonore?
"Li hai citati giá quasi tutti... i miei gruppi preferiti erano i Die Krupps, gli Young Gods, i Nine Inch Nails e i Ministry, proprio perché fondevano i generi dei gruppi che hai citato tu... C'erano ovviamente tanti altri gruppi che mi piacevano (Stabbing Westward, Orange 9mm, Helmet, Pitch Shifter, Swamp Terrorists, Soundgarden, Guns'n'Roses, Aerosmith ecc.), ma i nomi che hai citato erano fra le mie maggiori influenze. Ascolto ancora con piacere questi gruppi, anche se non li seguo piú tutti..."
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Veniamo finalmente all'album "Modern Expressing Machines Of Revolutionary Youth": come è nata l'idea di tirare fuori dal cassetto canzoni risalenti a 10-15 anni fa e di farne un album nel 2009?
"L'idea é nata quando ho ritrovato il vecchio master del disco che volevamo far uscire, ma che non siamo mai riusciti a far pubblicare. Mentre ero in vacanza a casa dei miei in Italia e guardavo fra le vecchie cose, ho scovato le registrazioni originali e le ho riascoltate... Sono rimasto abbastanza positivamente impressionato da come suonavano... Mi aspettavo fossero piú naive e piú datate, invece reggevano abbastanza bene il tempo trascorso e ne ero fiero... Certo mi sarebbe piaciuto cambiare qualcosa qui o lì, ma dato che avevo solo il master e non le tracce separate questo non era possibile, quindi ho deciso di farlo uscire esattamente come era stato concepito e creato allora... L'unica cosa che ho fatto é stata rimasterizzarlo in digitale al mio studio di New York per farlo suonare un pó piú pieno, forte e aggressivo."
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Ad occuparsi di stampare l'album è stata la canadese D-Trash: come siete giunti ad un accordo per questa release?
"Ho mandato il disco solo a tre etichette (la Tzadik di John Zorn, la Ipecac di Mike Patton e la D-Trash di Schizoid), semplicemente perché ne conoscevo i propietarti personalmente e mi piaceva la roba che fanno. D-Trash era quella piú interessata ma anche la piú piccola fra le tre, quindi abbiamo deciso di farlo uscire come una co-produzione al 50% fra me e loro. Loro si occupavano della promozione nelle Americhe e io di quella in Italia e in Germania... Io mi sono occupato della stampa, della grafica ecc. e abbiamo diviso le spese di produzione."
"Il fatto che avessimo influenze, voci o campionamenti metal non cambia il fatto che eravamo un duo electro-industrial e che la musica che facevamo era ispirata a gruppi elettronici ed era tutta elettronica... Altri gruppi, invece, hanno fatto un percorso inverso: sono partiti dal metal e poi, per vocazione o per trend, hanno deciso di inserire elementi industrial nel loro suono, ma rimangono essenzialmente gruppi metal..."
(Marc Urselli)
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L'artwork sembra riferirsi all'eterno dualismo uomo/macchina ed all'idea di impianti elettronici nel corpo umano: chi ha sviluppato il concept e quale peso hanno avuto eventuali vostre idee nella sua realizzazione?
"Il concetto l'ho sviluppato io ma l'ha realizzato Alessandro Santoro di Usopposto.com, un bravissimo grafico pubblicitario che ho conosciuto ai tempi del servizio civile in Italia e che vive nel paese dove vivevo allora. L'immagine interna invece é del vecchio Nick, che era ed é anche un grande artista visivo, scultore e pittore (infatti come lavoro oggi fa il restauratore d'arte e lo scenagrafo teatrale)!"
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A livello di testi, invece, quali erano le tematiche che vi premeva sviluppare nelle vostre canzoni?
"I testi sono stati scritti un po' da me e un po' da Nick... Difficile per me parlare dei suoi testi, che sono sempre stati misteriosi, personali e criptici... I miei testi erano invece piú sul socio-politico (la rivoluzione di cui parlavo prima...). All'epoca ero molto attivo politicamente con centri sociali ecc... Ho presto perso ogni speranza che in Italia la gente possa capire l'importanza della cultura contemporanea, ma all'epoca ero ancora naive e speranzoso..."
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Venendo agli aspetti prettamente musicali, la prima cosa da evidenziare è la tua brillante opera di rimasterizzazione: è stato facile rimettere mano a canzoni così datate?
"Ti ringrazio. Non é stato troppo difficile. In realtá le registrazioni non erano affatto male perché giá all'epoca lavoravo come fonico e avevo un mio studio molto ben attrezzato. Ho rimasterizzato il disco nel mio studio di New York usando un paio di plugin, fra cui l'ML4000 della McDSP, che é il mio plugin di masterizzazione preferito. Oltre al lavoro su dinamica ed qualizzazione, ho anche fatto un po' di lavoro di restauro (rimozione di vari click e pop) e pulizia (fruscii vari) con altri plugin."
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Parlando nello specifico delle canzoni, come vi siete divisi all'epoca i compiti nella fase di composizione e come avete interagito nel momento di rifinirle? C'è qualche aneddoto che merita di venire menzionato?
"Io e Nick vivevamo in paesi separati, quindi non abbiamo fatto molto assieme a livello compositivo... La maggior parte di quel lavoro é opera mia, anche perché ero quello con le macchine, la conoscienza delle macchine e lo studio... Ricordo che ci sono stati momenti in cui eravamo insieme a scrivere un brano, ma comporre musica elettronica con campionatori e sequencer richiede un po' di tempo, quindi lo facevo nel mio tempo libero, e poi quando con Nick ci incontravamo lavoravamo sui testi e su come integrarli con la musica."
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Nonostante un background spiccatamente metal, avete optato per la campionatura delle parti di chitarra, sfruttando anche materiale altrui (come peraltro fecero con successo anche i Front Line Assembly in "Millennium"): cosa determinò queste scelte?
"Si trattó di una scelta estetica e funzionale. Campionare chitarre (o altro), soprattutto in quegli anni, rappresentava una scelta artistica abbastanza precisa... Avremmo certo potuto aggiungere una chitarra vera (cosa che per alcuni concerti abbiamo anche fatto), ma usare campionamenti era piú in linea con le mie idee e influenze di allora."
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A conti fatti, il vostro ibrido ben bilanciato fra metal ed elettronica dura vi configurava quali precursori del mix fra i due stili, ed è doveroso sottolineare che se da una parte è vero che i Fear Factory sono arrivati (poco) prima, voi avete spinto ben più avanti la cosa, mostrando un coraggio notevole: qual è il tuo punto di vista al riguardo?
"Questo é uno dei complimenti piú grandi che abbiamo ricevuto ora che la gente ha (ri)scoperto questo disco. Mi lusinga non poco e mi fa molto piacere che la gente lo abbia notato e constatato. Ad onor del vero non eravamo precursori del genere in assoluto, ma probabilmente siamo stati fra i primi in Italia a mischiare i due generi."
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A differenza di altri, che non hanno saputo andare oltre qualche campionamento (penso anche ai Kreator di "Renewal"), voi avete avuto il coraggio e la capacità di inglobare anzitutto sonorità realmente industrial, e poi anche altre influenze fra le più disparate, forgiando di fatto un suono ben più sperimentale di altri osannati act del giro metal: cosa ritieni avessero in più degli altri i The M.E.M.O.R.Y. Lab?
"Credo che la differenza principale stia nel fatto che i M.E.M.O.R.Y. Lab siano prima di tutto un gruppo electro-industrial. Il fatto che avessimo influenze, voci o campionamenti metal non cambia il fatto che eravamo un duo electro-industrial e che la musica che facevamo era ispirata a gruppi elettronici ed era tutta elettronica... Altri gruppi a cui magari tu ti riferisci, invece, hanno fatto un percorso inverso: sono partiti dal metal e poi, per vocazione o per trend, hanno deciso di inserire elementi industrial nel loro suono, ma rimangono essenzialmente gruppi metal."
"Nick e la sua voce sono un grande punto di forza dei M.E.M.O.R.Y. Lab e me ne rendo conto piú oggi che allora... Credo che Nick abbia contribuito tantissimo all'originalitá del nostro suono, e se non fosse per qualche ingenuitá qua o là o qualche parola pronunciata non perfettamente, credo che il suo lavoro a posteriori sia di altissimo livello e continui ad essere unico... Che io sappia non c'é ancora stato un altro gruppo electro-industrial con una voce come quella di Nick!"
(Marc Urselli)
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Ritengo che uno dei vostri punti di forza sia stato proprio la voce di Nick, molto versatile rispetto a quelle di troppi altri 'screamer' della scena extreme metal: come lavorò all'epoca sulle tue canzoni, e come giudichi a posteriori il suo lavoro in studio?
"Sono assolutamente d'accordo con te. Nick e la sua voce sono un grande punto di forza dei M.E.M.O.R.Y. Lab e me ne rendo conto piú oggi che allora... Allora mi piacevano vari gruppi elettronici che, invece di usare urla e sospiri, utilizzavano un quasi-parlato distorto o un leggero cantato trattato con vari filtri... Oggi quella fase dell'EBM mi ha stancato non poco e sono contento che i M.E.M.O.R.Y. Lab non ne abbiano fatto parte, il che é grazie a Nick. Credo che Nick abbia contribuito tantissimo all'originalitá del nostro suono, e se non fosse per qualche ingenuitá qua o là o qualche parola pronunciata non perfettamente, credo che il suo lavoro a posteriori sia di altissimo livello e continui ad essere unico... Che io sappia non c'é ancora stato un altro gruppo electro-industrial con una voce come quella di Nick!"
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Nel ribadire che all'epoca il vostro sound era sicuramente avanti rispetto agli standard di quegli anni, è inevitabile chiederti di immaginare cosa sarebbe successo se l'album fosse uscito negli anni '90 e se questa cosa suscita in te qualche rimpianto...
"Certo mi sarebbe piaciuto se fosse uscito all'epoca, ma purtroppo non avevamo i mezzi per farlo uscire da soli e non abbiamo mai trovato un'etichetta interessata... credo che all'epoca eravamo troppo avanti ed anche difficilmente collocabili... All'epoca non esistevano ancora molte etichette dedite a ibridi e contaminazioni e i cataloghi delle label erano piú definiti e settari a livello di generi... Probabilmente la voce metal era un detraente per le etichette elettroniche di allora e l'assenza di chitarre e batteria vera erano un detraente per le etichette metal... é un po quello che succedeva quando suonavamo dal vivo... Abbiamo fatto concerti all'interno di rassegne metal e apparizioni all'interno dei pochissimi eventi electro-industrial che esistevano in quegli anni, ed inevitabilmente in entrambe le occasioni la gente era confusa e non capiva come collocarci... Ad un concerto nel Barese scoppió addirittura una rissa fra i metallari puristi, che non ci volevano sul palco perché non avevamo chitarre e batteria, e fra la gente piú aperta, che invece voleva che continuassimo a suonare..."
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A posteriori, quanto e come il vostro sound dell'epoca poteva essere visto come un'evoluzione/estremizzazione del vostro personale concetto di metal estremo? Pensi che possa rappresentare tutt'oggi un potenziale 'ponte' per traghettare quegli extreme-metallers che vogliono ascoltare elettronica 'cattiva'?
"Credo che oggi ci siano tanti ponti di quel tipo, e se gli extreme-metallers hanno ancora bisogno di un Caronte, evidentemente hanno deciso di rimanere isolati. Oggi la parola d'ordine per tutto quello che c'é di interessante é 'contaminazione'... il purismo non trova piú tanto spazio, almeno non nei miei ascolti... Dato che oggigiorno non c'é praticamente niente di nuovo, rimanere puristi equivale a rimanere ancorati al passato, a non volersi spingere oltre... chi invece progredisce nei propri ascolti ed amplia i propri orizzonti inevitabilmente finisce per ascoltare cose ibride."
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Il progetto The M.E.M.O.R.Y. Lab è durato cinque anni, ed inevitabilmente è stato abbandonato a seguito del tuo trasloco negli States: anche qui, mi chiedo se la cosa ti abbia causato qualche rimpianto, specie se si pensa che in questo terzo millennio lavorare a distanza non è più così difficile grazie alla tecnologia...
"All'epoca queste tecnologie non erano ancora molto sviluppate e la veritá é che quando mi trasferii in America, la mia intenzione era quella di tornare in Italia a breve, quindi non ho avevo considerato che il gruppo avrebbe cessato di esistere, pensavo semplicemente che sarebbe stato messo in pausa fino a quando non fossi tornato... Poi ho deciso di rimanere e quindi di fatto ci siamo sciolti, ma non é stata tanto una scelta, quanto semplicemente una conseguenza logistica."
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Nei cinque anni di vita di The M.E.M.O.R.Y. Lab hanno fatto parte del progetto anche Fabban degli Aborym ed il critico musicale Dario Campeggio: che tipo di aiuto vi fornirono all'epoca, e perché non parteciparono attivamente alle registrazioni?
"Dario 'Lo Snorkio' fu il primo che coinvolsi quando cercavo un cantante per il progetto. Abbiamo fatto varie prove, ma la cosa non é mai decollata. L'ho citato nel disco per dovere di cronaca, ma non sono mai riuscito a riallacciare i contatti con lui. Non so che fine abbia fatto. Fabban ha fatto parte del gruppo verso la fine ed ha partecipato a vari concerti. Non ricordo esattamente, ma credo che le registrazioni erano giá state tutte fatte quando lui cominció a suonare con noi, il che spiegherebbe perché non é sul disco. Fabban comunque era molto impegnato fra Aborym, Funeral Oration, Metal Shock e varie altre cose, quindi non aveva tantissimo tempo a disposizione."
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Nella loro relativamente breve esistenza i The M.E.M.O.R.Y. Lab tennero alcuni concerti: cosa ricordi di quelle esperienze?
"Abbiamo fatto tanti concerti... Non ricordo quanti, ma abbiamo suonato praticamente in ogni buco che facesse musica live in quegli anni in Puglia... Abbiamo anche fatto qualche concerto fuori, come per esempio di spalla ai CP/01 (Contropotere) a Napoli. Ricordo con piacere quegli anni, anche se i ricordi sono offuscati... Il mio amico Diego Loporcaro dei Kebabtraume (altro gruppo elettronico pugliese di quegli anni) sembra ricordarsi certe cose meglio di me e mi ha aiutato a ricordare vari aneddoti circa i concerti fatti allora..."
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Veniamo ai giorni nostri: attualmente Nick sembra essere totalmente fuori dal giro musicale ed è divenuto uno stimato restauratore/pittore/scultore... Segui il suo lavoro e, soprattutto, siete ancora in contatto?
"Siamo ancora in contatto... Dopo non esserci visti per vari anni abbiamo riallacciato i contatti due anni fa, quando io ero in Sicilia e lui stava lavorando al restauro della Cappella Palatina di Palermo, e poi ci siamo rivisti l'anno scorso. Nick ha anche contribuito con idee ed opinioni all'uscita del disco. Lui é un grande e continua ad essere interessato alla musica in generale, anche se al momento non ha un proggetto musicale da portare avanti. Continua comunque a fare arte visiva (scenografie per teatro, scultura, pittura) e i lavori che ho visto sono molto belli, interessanti ed originali! Cercatelo su myspace, dove ha un bel po' di foto dei suoi restauri e delle sue opere d'arte."
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Venendo a te, sei diventato uno stimato produttore e tecnico del suono ed hai avuto il privilegio di lavorare con grandi nomi della musica quali Sting, Eric Clapton, Lou Reed etc., sia dal vivo che in studio: qual è stato il percorso che ti ha portato sino a questi traguardi e quanto conta in tutto ciò l'esperienza fatta nei 90s coi The M.E.M.O.R.Y. Lab?
"I M.E.M.O.R.Y. Lab sono stati uno dei tanti tasselli che hanno contribuito alla mia formazione artistica, professionale e personale. Nel '99 avevo giá uno studio di registrazione in Italia e facevo tante registrazioni (soprattutto punk, hardcore e rock), ma volevo spingermi oltre, crescere ed imparare altro, quindi decisi di partire per New York e cercare un studio dove poter fare un tirocinio. Trovai l'EastSide Sound grazie ai miei contatti con Federico Panero e Paolo Favati dei Pankow. Iniziai pulendo cessi e versando caffé per i clienti, e oggi praticamente gestisco lo studio."
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Come dicevo, hai lavorato con alcuni fra i più grandi musicisti della scena mondiale: qualche ricordo particolare e/o aneddoti che ti legano a qualche nome in particolare?
"Ce ne sono tanti... Sono diventato molto amico di John Zorn, Lou Reed e Laurie Anderson... Potrei raccontarti della volta in cui ho portato Lou e Laurie a casa dei miei in Puglia per un po' delle super-meritevoli lasagne di mia madre o delle decine di sessioni in studio con Zorn, dove di cose ne succedono veramente di tutti i colori... Ho anche lavorato con il grande Les Paul, il che é stato un onore..."
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La tua abilità ti ha portato addirittura a vincere ben tre 'grammy awards': cosa puoi dirci riguardo ad un simile risultato?
"Ho lavorato seriamente e duramente per anni... Ho fatto tanta gavetta e tanti sacrifici... All'inizio vivevo in un sotterraneo di una casa, lontano dal centro, umido (quando pioveva si allagava), e vivevo veramente tirando la cinta al massimo perché sapevo che era l'unico modo per sopravvivere in una cittá come New York... Ho vissuto qui per quasi due anni senza percepire un dollaro di stipendio e lavorando fino a 18 ore al giorno... Spesso non tornavo neanche a casa e rimanevo a dormire sul divano dello studio per poter imparare il piú possibile... L'ho fatto perché sapevo che in America, a differenza che in Italia, chi lavora duro puó farcela... L'America ha di buono che é una societá molto piú meritocratica rispetto all'Italia, dove magari conta ancora di piú la raccomandazione o il pezzo di carta. Qui sono riuscito a farmi notare e farmi valere senza né l'una né l'altro, ma ci sono voluti tanti sacrifici. Oramai sono 10 anni che vivo qui, e continuo a dover lavorare sodo per stare al passo con i tempi e l'ardua competizione."
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Avendo toccato con mano il mondo del pop ai massimi livelli, ti chiedo un'analisi delle maggiori differenze e distanze fra il mondo spesso patinato delle major e quello della musica indipendente...
"Entrambi hanno i pro e i contro... É bello poter contare sul meglio del meglio e su tanta gente con esperienza quando ci sono i soldi che girano intorno ai grandi artisti. D'altra parte con gli artisti indipendenti c'é molta meno politica e ci si puó concentrare di piú sull'arte, sulla musica, sul processo creativo, senza farsi distrarre dalle richieste dei vip, dalla politica delle major ecc... L'ideale é poter lavorare con gente come John Zorn, che é del tutto indipendente ma é anche abbastanza famoso da non doversi preoccupare troppo dei problemi che affliggono gli artisti indipendenti."
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A te che sei un produttore non posso non chiedere cosa pensi di Timbaland, che viene osannato come 'il produttore del momento', ma che personalmente detesto in primis perché non mi piacciono per nulla i suoi suoni, e poi perché mi sembra più una specie di clown da MTV che un uomo da studio...
"Non lo conosco di persona e non conosco bene il suo lavoro, quindi non mi permetto di criticare. Ci sono sempre i produttori del momento, e chi piú chi meno riescono ad imporsi sulla scena internazionale con le loro produzioni, le loro apparizioni, i loro contatti e la loro politica... Si tratta di un delicato rapporto fra musica e business che a quei livelli é difficile gestire... Che a uno piaccia o meno é una questione di gusti... Se mi piacesse di piú quel genere suppongo che Timbaland piacerebbe anche a me, ma poiché non seguo tanto l'R&B/urban/hip hop preferisco concentrarmi su altri produttori..."
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Cosa ti piace ascoltare al momento? Da produttore, immagino sarai molto critico nei confronti dei tuoi colleghi, e mi piacerebbe sapere quali nomi stimi di più nel tuo campo...
"Fra i produttori preferisco Rick Rubin, T-Bone Burnett, Brian Eno, Steve Albini, Eddie Kramer, Ahmet Ertegun, Daniel Lanois e Bob Rock, ma a livello musicale ascolto di tutto... Oltre al rock e all'industrial, che seguo tutt'oggi, mi interessano molto l'avantgarde-jazz, roba asiatica, la world music... Sono in un periodo in cui mi piace scoprire musiche dalle varie parti del mondo e mi ispirano tantissimo le contaminazioni fra quei generi e la musica occidentale moderna..."
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Vista la tua passione per metal ed elettronica dura negli anni '90, non posso non chiederti se hai seguito l'evoluzione di questi due filoni sino ai giorni nostri e cosa ne pensi...
"Continuo, dal 1994, a gestire insieme a Maurizio 'Gerstein' Pustianaz, la webzine Chain D.L.K. (www.chaindlk.com) per musica elettronica, industrial, ambient, synthpop, dark, quindi seguo ancora quel filone... Seguo anche il rock e il metal, anche se con maggior attenzione al rock... I gruppi metal di una volta che mi piacevano o si sono sciolti, o non esistono piú o fanno roba pessima, ma alcune band rock di allora continuano a fare cose interessanti, anche se magari sotto altri nomi."
"Abbiamo fatto concerti all'interno di rassegne metal e apparizioni all'interno dei pochissimi eventi electro-industrial che esistevano in quegli anni, ed inevitabilmente in entrambe le occasioni la gente era confusa e non capiva come collocarci... Ad un concerto nel Barese scoppió addirittura una rissa fra i metallari puristi, che non ci volevano sul palco perché non avevamo chitarre e batteria, e fra la gente piú aperta, che invece voleva che continuassimo a suonare..."
(Marc Urselli)
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Quali sono i tuoi progetti futuri come produttore e tecnico del suono? E a livello personale ti diletti ancora nella composizione di musica tua?
"Come fonico ho tantissimi progetti in pentola... Sto lavorando a due nuovi dischi di John Zorn, sto facendo registrazioni per il disco solista del grande suonatore di viola Eyvind Kang, sto facendo il nuovo disco di Jim Thirlwell (Foetus, Manorexia) e vari altri progetti, sto mixando alcuni brani per il nuovo disco del gruppo rock losangelino del chitarrista italiano Robbie Angelucci... A livello personale continuo a provare a trovare il tempo di fare musica... Sto lavorando ad un progetto con il chitarrista italiano Vincenzo Pastano che ingloba influenze elettroniche (drum'n'bass, ambient ecc.) con chitarre rock e pop (un misto fra Jeff Beck, Brian Eno, Joe Satriani e Daniel Lanois) che dovrebbe uscire spero entro la prima metá del 2010... Poi ho giá altre idee per nuovi progetti. Il problema per me é sempre trovare il tempo fra i mille lavori in studio e i tour..."
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L'inevitabile domanda conclusiva: in tempi in cui le reunion sono all'ordine del giorno, anche le più impensate, ci potrà mai essere spazio per un ritorno dei The M.E.M.O.R.Y. Lab, oppure è solo un riflesso del passato che è stato bello tirare fuori dal cassetto, anche se solo per un fugace attimo?
"Ho imparato dalla vita a dire "mai dire mai"... Certo sará difficile con la distanza e la mancanza di tempo ecc., ma non escludo che un giorno ci possa essere un'altra collaborazione fra me e Nick a nome M.E.M.O.R.Y. Lab... Chi vivrá, vedrá (lo dice sorridendo in modo sincero, nda)..."
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