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06-03-2007
DISMAL
Alma universale
di Roberto Alessandro Filippozzi
Quando si vive a stretto contatto col mondo della musica (e per il sottoscritto si tratta ormai di 10 anni di giornalismo nel settore indipendente/alternativo...), capita di farsi più d'un amico fra gli artisti incontrati sul proprio cammino. E non è raro che tali amicizie, alla fine, generino un clima di sospetto fra lettori ed addetti ai lavori, che molto maliziosamente si chiedono quanto ci sia di vero in una recensione nella quale si spendono ottime parole per l'amico di turno... Un sospetto più che legittimo, anche perché ad ognuno di noi sarà capitato di leggere qualche recensione volutamente 'esagerata' in virtù dell'amicizia che lega il recensore al gruppo recensito. Questa premessa, però, deve essere soggetta a dei distinguo, poiché quando un amico del recensore di turno realizza un disco realmente valido e degno di considerazione, detto recensore non dovrebbe sentirsi fischiare le orecchie per il solo fatto di aver promosso a pieni voti il lavoro di una band nella quale militano dei suoi amici. Con queste considerazioni il sottoscritto non intende certo 'discolparsi' per aver promosso a pieni voti il terzo album dei piemontesi Dismal, che per inciso ho il piacere di conoscere sin da quando la loro avventura artistica partì attraverso la registrazione casalinga dei fatidici demotape, ormai 12 anni or sono. Bradac ed Afelio, fondatori del progetto, sono quel tipo di amici dei quali conosco pressoché tutto e coi quali passo compleanni, capodanni etc., e della loro parabola artistica potrei raccontarvi vita, morte e miracoli... Ho visto nascere e crescere ogni loro release, e non ho mai mancato di esprimere le mie perplessità riguardo ad ogni aspetto di esse, auspicando che il terzo album rappresentasse la svolta definitiva verso un sound più maturo e non più prigioniero di certi stilemi tipicamente gothic metal che avevano caratterizzato le uscite precedenti. E così è stato: come già detto in sede di recensione, se vale la regola non scritta per cui - nella maggior parte dei casi - un gruppo raggiunge la maturità artistica col terzo album, allora "Miele Dal Salice" (terza prova sulla lunga distanza per i Dismal) ne è una delle più veritiere dimostrazioni pratiche. E, detto francamente, di questo non posso che felicitarmi, perché se è soddisfacente vedere una band crescere e conseguire nuovi ed importanti traguardi artistici, ancor di più lo è quando si tratta di persone alle quali ti lega un vincolo di profonda amicizia. Arruolata la cantante professionista d'estrazione jazz Rossana Landi, che incarna alla perfezione quella 'terza entità' che era sempre venuta nei fatti a mancare nel concept della band, il combo piemontese è riuscito a compiere il passo decisivo, liberandosi dei limiti passati attraverso la scoperta di nuovi suoni e forme espressive e consolidando il proprio inconfondibile stile. A tutti quelli che desiderano malignare ed accusare il sottoscritto di aver fatto una recensione 'di parte' consiglio l'ascolto del disco, che sicuramente fugherà ogni dubbio riguardo all'effettivo valore della nuova proposta di una band che, dopo tanta gavetta, è finalmente pronta per conquistarsi un posto di rilievo tanto in patria quanto nel resto dell'Europa, ed in tal senso i consensi stanno già arrivando da ogni dove, inclusa quella Germania alla quale tutto il movimento 'gotico' guarda come alla 'terra promessa'. Di questo - e di molto altro ancora - abbiamo discusso assieme a Bradac ed Afelio, nucleo fondante della gemma Dismal...
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Per dare un degno successore a "Rubino Liquido" vi ci sono voluti circa 3 anni e mezzo: come avete impiegato, artisticamente parlando, questo lasso di tempo?
Afelio: "Direi che abbiamo ascoltato un discreto numero di dischi, visionato un più che discreto numero di film, letto giusto un paio di libri, visitato mostre d'Arte e cercato, compatibilmente con impegni e finanze, di viaggiare il più possibile e di trarne il massimo nutrimento e la massima ispirazione. Abbiamo ascoltato molto jazz caldo e ci siamo riempiti dell'incommensurabile bellezza delle opere di Chopin. Personalmente, poi, penso di aver fatto alcune cose grandiose e qualche fantasiosa cazzata...ma una scelta assai furba è stata quella di acquistare una macchina fotografica piuttosto decente e di realizzare con essa una collezione di sensazioni che avrò presto piacere di mostrarvi. Altra cosa molto artistica è stata quella di 'tapparmi il naso', ingoiare qualche pillola e consultare uno psicologo che mi ha aiutato a contenere sensibilmente l'ossessione compulsiva di cui soffro. Per quanto riguarda il nostro 'Miele Dal Salice', posso dirti che ha indubbiamente sofferto una lunga e travagliata gestazione, durante la quale abbiamo spesso ed a stento trascinato il fardello della nostra maniacale e perversa meticolosità, pensando in diverse occasioni di abbandonare tutto e di darci seriamente all'ippica...ma alla fine pare sia andato tutto per il verso giusto... luna, t'immergi nel sole, rubino tramutato in miele."
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Avete scelto di pubblicare anche il nuovo album per la DreamCell 11: una scelta di continuità dettata dalla totale libertà artistica che tale etichetta vi ha sempre lasciato, oppure avreste voluto accasarvi presso una realtà più consolidata?
Bradac: "La DreamCell11 fa parte di Aural Music Group e posso confermare la sua professionalità. La DC11 può contare del supporto di grandi distributori come SPV, Audioglobe, EMI music ecc... In questo modo abbiamo la possibilità di portare e diffondere i nostri CD in tutti i negozi d'Europa e oltre: per un gruppo è di fondamentale importanza la reperibilità del proprio disco. Abbiamo anche totale libertà artistica e non abbiamo mai ricevuto pressioni di alcun tipo, possiamo ritenerci soddisfatti. Se comunque in futuro avremo la fortuna di vagliare proposte migliori, sicuramente valuteremo."
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Se vale la regola non scritta per cui un gruppo, solitamente, raggiunge la vera maturità solo col terzo album, "Miele Dal Salice" ne è una delle migliori dimostrazioni: cosa è cambiato all'interno di Dismal affinché si giungesse ad un simile traguardo artistico?
Afelio: "Hai perfettamente ragione. Penso che 'Miele Dal Salice' rappresenti non solo il raggiungimento della nostra maturità artistica, ma anche la definitiva espressione della nostra identità più pura ed incontaminata, lontana da qualunque catalogazione e da qualunque vincolo. Abbiamo comunque già in mente alcuni aspetti che dovranno essere inquisiti e perfezionati, ma questa è materia futura. Il cambiamento c'è indubbiamente stato e penso che questo sia sotto gli occhi di tutti, anche se si è trattato di un processo davvero troppo graduale per poter essere smascherato."
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Sicuramente l'ingresso in formazione della cantante Rossana Landi ha portato una ventata d'aria fresca all'interno di Dismal, e di certo vi ha permesso di esprimervi in maniera nuova e più completa: dopo una doverosa presentazione di Rossana, vorrei chiedervi quanta importanza ha avuto per voi il suo approdo nella band e cosa essa è stata in grado di portare in seno alla vostra creazione artistica.
Bradac: "Rossana è l'artista che ho sempre desiderato nei Dismal. Ha portato una forte energia, che è stata incanalata per conferire la giusta evoluzione al nostro progetto musicale. Ci ha permesso di liberarci definitivamente da quei limiti che iniziavano ad essere stretti, entrando subito in simbiosi con il nostro estro in modo dannatamente naturale. Sono molto soddisfatto della sua performance e molto fiducioso per il nostro futuro."
Afelio: "Rossana è stata la mia insegnate di canto e, in un certo senso, continua ad esserlo. Lei proviene dall'ambiente jazz e vive di musica, grazie ai seminari ed alle lezioni private che tiene. È a tutti gli effetti una professionista ed una persona portentosa. Si è venuto a formare un forte legame fra Dismal e lei. È così luminosa ed al tempo stesso oscura...così splendidamente viva e malinconica. Coesistono una grandissima forza ed una contraddittoria ambiguità dentro di lei che la rendono un vertice perfetto della nostra triade."
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Ora addentriamoci nella vostra nuova opera: a cosa fa riferimento un titolo suggestivo come "Miele Dal Salice"?
"Nel mondo mediterraneo era diffusa la credenza che il salice piangente si scrolli di dosso i frutti prima che essi maturino, ed è quindi stato spesso utilizzato per indicare sterilità. Noi ci siamo serviti di questo simbolo in modo improprio, riferendoci all'astinenza dagli influssi più nocivi dell'Io e della sua smisurata volontà. Il salice è anche sapienza e rinascita primaverile poiché, pur tagliando i suoi rami, pare che essi restino sempre verdi, quasi attingessero ad una sorgente che non si inaridisce mai. Per questo motivo viene a lui attribuita la capacità di allontanare i demoni e gli influssi più torbidi dell'animo umano. Il miele ha invece la capacità di purificare dai peccati, poiché prodotto dal puro dialogo con le corolle dei fiori. È inoltre la sostanza che accompagna la maturazione trascendentale dell'Anima e può essere utilizzato come metafora del piacere sessuale."
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Cosa vi ha ispirato durante la creazione dei brani dell'album, come vi siete divisi i compiti in fase compositiva e dove individuate i maggiori punti di contatto con le vostre esperienze passate?
Bradac: "A livello compositivo, io e Afelio abbiamo interagito intensamente alla creazione dei brani di 'Miele Dal Salice'. Gran parte delle scintille musicali sono partite dalla chitarra acustica-classica di Afelio e sono state riarrangiate con le tastiere, altre canzoni sono completamente costruite attorno al pianoforte ed alle tastiere, come ad esempio 'Mélisse', 'Anima Sciolta' e 'Mandiàla'. La 'creazione' è stata un'esperienza comunque magica e intensa, ma alquanto stressante, e cioè è dovuto alla nostra pignoleria cronica, che successivamente si è trasformata in pazzia al momento della nostra entrata in studio di registrazione..."
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I brani del disco si susseguono senza soste come in un flusso continuo, facendo pensare, in qualche modo, ad un concept: è effettivamente così, ed in ogni caso quali sono i temi trattati nei testi dell'opera?
Afelio: "Dismal narra, sin dalla sua lontana genesi, della nostra Alma e delle sue peregrinazioni. Per questo motivo è più corretto affermare che il nostro operato artistico appartiene complessivamente allo stesso concept. Analogamente, ogni nostra opera sviluppa una sorta di sotto-concept, descrivendo una specifica dimensione trascendentale paragonabile ad uno degli stadi metamorfici della farfalla. Anche se verrebbe da pensare ad un trattato sull'apicoltura, 'Miele Dal Salice' rappresenta sinuosamente gli ultimi istanti di passaggio (coda di pavone) fra la fase alchemica della nigredo e quella dell'albedo, per poi soffermarsi su questa ultima fase in cui la luce è divenuta abbagliante per il compiersi del miracolo. Saturno è ora ammaliato nella contemplazione di Giove."
"Esprimere la nostra identità è un diritto al quale non vogliamo in nessun modo rinunciare, anche se siamo soggetti ad una invincibile maggioranza, sempre la più becera, che è disposta a disprezzare e vendere l'Europa in nome di una stupida e finta morale rovesciata. Queste persone sono pericolose, ci fanno paura ed hanno tutto il nostro disprezzo. È davvero difficile continuare a pensare che ogni cultura celi in sé qualcosa di grandioso, quando ci vengono imposte delle culture che altro non sono se non l'assoluta negazione della Vita e dell'Amore."
Afelio
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L'uso delle metafore rappresenta una costante nella creazione artistica di Dismal: come le sviluppate, e quale importanza riveste tale scelta creativa nel contesto globale della vostra Arte?
"Non potrei definire le metafore di Dismal come nostre assolute creature. Molte di esse si manifestano a noi sotto forma di immagini ataviche sulle quali non abbiamo il completo controllo. Alcune volte scaturiscono dall'alterazione di coscienza e dall'assimilazione di odori, sapori e sensazioni tattili."
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Il nuovo album ha introdotto un massiccio uso della lingua italiana: cosa vi ha spinti verso una scelta che taluni, avventatamente, definirebbero azzardata, ma che in effetti si è rivelata assai funzionale per la vostra musica?
"Dall'ascolto del silenzio, si giunge al suono del proprio respiro. Sul proprio respiro si adagiano le prime, timide emissioni vocali...il canto è una disciplina davvero introspettiva, ed il doversi esprimere in una lingua che non ti appartiene intimamente era diventato un limite insostenibile. Allo stesso modo, l'utilizzo di un italiano totalmente corretto avrebbe presentato problemi metrici ed espressivi analoghi. Per questo motivo abbiamo scelto di partire dai suoni della lingua italiana per elaborare delle fonazioni completamente libere. In questo modo è stato possibile adottare un linguaggio espressivo universale, soggetto ad ogni genere di licenza e basato sulla semplice 'vibrazione'."
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L'ingresso di Rossana vi ha anche permesso di cimentarvi con cantati in lingua francese e tedesca, e l'impressione è che abbiate voluto giocare molto con il linguaggio: cosa si cela dietro alla scelta di utilizzare più lingue in un unico contesto?
"Ogni lingua cela in sé una infinita gamma di sensazioni e sfumature, che ci hanno permesso di esprime i nostri sentimenti e le nostre visioni in modo assai più variegato e completo, attraverso il raggiungimento di un linguaggio 'universale'."
Bradac: "Vogliamo che il canto sia un'espressione infinita di suoni, non lo limitiamo con delle semplici parole..."
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Fra l'altro, ho notato che sul booklet avete scelto di riportare i testi sia in inglese che in italiano: una scelta che denota sia la volontà di farli comprendere a più persone possibili, ma anche quella di esprimere la propria identità attraverso la propria lingua-madre. Quanta importanza date alla vostra identità, specialmente in tempi in cui cultura e tradizione vengono diluiti ad arte attraverso un multiculturalismo dissennato ed imposto dall'alto?
Afelio: "Esprimere la nostra identità è un diritto al quale non vogliamo in nessun modo rinunciare, anche se siamo soggetti ad una invincibile maggioranza, sempre la più becera, che è disposta a disprezzare e vendere l'Europa in nome di una stupida e finta morale rovesciata. Queste persone sono pericolose, ci fanno paura ed hanno tutto il nostro disprezzo. È davvero difficile continuare a pensare che ogni cultura celi in sé qualcosa di grandioso, quando ci vengono imposte delle culture che altro non sono se non l'assoluta negazione della Vita e dell'Amore."
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Restando in tema di booklet, ho molto apprezzato la veste grafica del nuovo album: quali concetti intendete esprimere con le immagini da voi selezionate per la parte grafica del disco?
"È l'alba di miele, nel tepore del niveare. Melisse riposa, piccola ninfea nel cotone, intrappolata in un sogno infinito...anche se in realtà il suo nome era Cherry Ripe. Dall'interno della tela, i suoi occhi incontrano spesso il nostro sguardo, negli istanti in cui rimproveriamo noi stessi. Infuso di malia e la sua infanzia vola via, come libellula dalle sue mani, quando i suoi occhi troppo giovani hanno assistito all'abbaglio del miracolo."
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La frase riportata sul booklet "Uno è il tutto, e da esso il Tutto e verso esso il Tutto; e, se il Tutto non contiene il tutto, il tutto è nulla" sembra racchiudere in sé concetti universali molto importanti: quali, in effetti?
Bradac: "Sono molto affezionato a questa iscrizione ermetica, è una sorta di piccolo omaggio che lascio a Hermes Trismegisto per la sua Arte Sacra: "All' alchimia o chimica primordiale". È la prima raffigurazione di Ouroboros nell'iscrizione di 'Crisopea' nella fabbricazione dell'oro di Cleopatra. Ouroboros alchemico (il drago che si morde la coda, simbolo dell'inevitabile procedere ciclico della Natura e dell'unità del tutto, incarna l'unità della materia), che seguendo il ciclo del tempo si dispiega in una molteplicità di forme, per poi ritornare ad essere assorbita in sé stessa. Riflessione universale..."
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Venendo all'aspetto puramente musicale, ho apprezzato il fatto che siate riusciti a limare un sound spigoloso e siate di fatto usciti dallo stretto recinto del gothic metal, riuscendo a creare una miscela sonora molto più fluida e compatta senza tuttavia rinunciare ai vostri marchi di fabbrica: come avete lavorato, in tal senso?
E' capitato sovente di dover descrivere o catalogare la nostra musica, ed ogni volta ci troviamo in seria difficoltà, poiché è difficile trovare una giusta collocazione e descrizione adeguata e/o precisa. Principalmente accostiamo la nostra musica al 'vero' movimento culturale gotico, in cui la forma diventa espressione rigorosa della struttura e dove nulla è lasciato al caso. Con la nostra Arte vogliamo condurre l'ascoltatore in un limbo aristocratico, in una sorta di bizzarro walzer della mente, dove ogni cosa apparentemente risulta al contrario di sé stessa ed i confini della follia sono in ogni istante sfiorati. Si tratta di una personale ed elegante interpretazione dell'arte gotica, soggetta a differenti e contraddittorie chiavi di lettura. Per quel suo sublime simbolismo e quelle sue ricche metafore, appare come espressione primitiva e maestosa, densa di silenziosi messaggi e sottili vibrazioni. Nella nostra musica non esiste logica strutturale, tutto appare molto folle, come ad esempio nel brano 'Anima Sciolta', in cui le strofe ed il ritornello non esistono, ma tutto si sussegue e si evolve senza mai ripetersi. Si tratta dell'annullamento delle regole proprie dell'Arte gotica: può spesso risultare affetta da incoerenza, proprio perché rispecchia la nostra bivalente e forse disturbata personalità. Un altro esempio significativo è la song 'Polvere D'Ireos', dove si rappresenta alla perfezione la visione di un ballo in maschera in un trascendente salone dall'architettura gotica, in cui le regole dello spazio e del tempo sembrano quasi annullarsi..."
"Principalmente accostiamo la nostra musica al 'vero' movimento culturale gotico, in cui la forma diventa espressione rigorosa della struttura e dove nulla è lasciato al caso. Con la nostra Arte vogliamo condurre l'ascoltatore in un limbo aristocratico, in una sorta di bizzarro walzer della mente, dove ogni cosa apparentemente risulta al contrario di sé stessa ed i confini della follia sono in ogni istante sfiorati."
Bradac
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Definire con una semplice etichetta il vostro sound odierno è pressoché impossibile: troviamo infatti elementi trip-hop e chillout, ma anche richiami alla musica indiana e persino al jazz. Cosa vi ha spinti ad allargare così tanto i vostri confini musicali?
"La voglia di innovazione e di spingersi oltre, mettendo alla prova le nostre capacità musicali e artistiche. Siamo sempre stati predisposti ad una completa libertà espressiva, lontana da ogni canone imposto o schema prefissato, cercando di lasciar libero sfogo ad ogni idea geniale ed innovativa. Abbiamo inevitabilmente allargato i nostri spazi stimolando le nostre sensazioni, sperimentando e studiando come alchimisti all'opera in un laboratorio. I nostri ingredienti sono ormai ben riconoscibili: il tempo del walzer e del tango, le influenze jazz e l'elettronica, dalla musica indiana alla musica classica. Il tutto è stato dosato come in una pozione micidiale, ben indovinata ed azzardata."
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Sono in particolare i richiami all'India ad avermi positivamente colpito: come siete entrati in contatto con questa particolare ed unica cultura, come vi siete relazionati ad essa, quali suoi aspetti vi hanno maggiormente affascinati e cosa di essa avete voluto portare con voi nel vostro percorso artistico?
Afelio: "Non abbiamo mai potuto visitare questo Paese, anche se, quasi sicuramente, sarà la meta di un prossimo viaggio. Siamo da sempre affascinati dalla sua cultura ed in generale da molte filosofie orientali, pur sapendo che l'India e l'Oriente, con le loro torbide realtà, non sono affatto il paese dei balocchi. In India persiste tuttavia un incantesimo di suono e fragranza, nel quale sopravvivono il Rituale, l'essenzialità ed il misticismo che sono il fondamento della nostra stessa Arte, valori che in Occidente stanno ormai morendo nella casa del grande fratello, nel consumismo materialista, nell'ateismo, nel culto del 'tamarro' e nella conseguente noia imperante che è la stessa malattia che ci porta a lanciare i massi dai cavalcavia."
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Ritengo che, per giungere al livello a cui siete oggi approdati, il maggior uso dell'elettronica si sia rivelato a dir poco fondamentale: come vi siete mossi in tal senso?
Bradac: "Studiando e sperimentando. Con l'uso dell'elettronica è molto semplice cadere nel banale: sovente si usano samples e i loop preimpostati, che risultano decisamente inflazionati e scontati. La bravura di un artista si evidenzia creando il suono da 'zero' e puntando a stupire l'ascoltatore. Ovviamente bisogna che ci sia un buon appoggio di sofisticate macchine in grado di elaborare suoni di alta qualità. Senza trascurare il meticoloso allenamento e impegno."
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Sono rimasto molto colpito dall'utilizzo dei campionamenti, taluni provenienti da pellicole cinematografiche: come li avete selezionati, e cosa pensate abbiano aggiunto alla vostra creazione artistica?
Afelio: "Si tratta di un altro degli aspetti inconsci che appartengono alla nostra Arte. Abbiamo affrontato il tutto in modo estremamente irresponsabile, selezionando i samples all'ultimo momento dalla nostra assai modesta collezione di DVD. La maggior parte dei campioni appartiene allo splendido "Il cielo sopra Berlino" di Wim Wenders ed è stata selezionata in base alla sua attinenza con le liriche scritte per 'Miele Dal Salice'. Come da dodici anni avviene in questi casi, i frammenti scelti apparentemente quasi a caso si riveleranno essere gli unici perfetti tasselli mancanti nel puzzle compositivo, in grado di fornire una nuova metaforica chiave di lettura ai nostri brani."
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Sebbene il vostro sound sia progredito a dismisura ed abbia letteralmente cambiato pelle, le caratteristiche pregnanti del suono-Dismal non sono svanite, su tutte quell'inconfondibile verve malinconico/fiabesca delle tastiere di Bradac: quanto è importante per voi mantenere il contatto con tutto ciò che è stato Dismal in passato, sia musicalmente che a livello di concept?
Bradac: "Il motivo principale del nostro miglioramento nel sound è dovuto ai grandi investimenti che abbiamo fatto, ricercando gli strumenti più avanzati e tecnologici. La strumentazione, accostata ad un duro allenamento musicale costante, gioca un ruolo importante per un musicista. Prendo sempre in considerazione il fatto che non si finisce mai di imparare... Ti ringrazio comunque, il fatto di riconoscere ed evidenziare uno stile proprio ritengo sia il massimo complimento che può ricevere un musicista. Bisogna sempre aver il coraggio di puntare all'innovazione, alla ricerca e alla perfezione: considero la radice rappresentativa della soglia 'all'originalità' o unicità artistica. Quella vena malinconica in Dismal ci sarà sempre, è la nostra inettitudine intrinseca nella nostra personalità, e con la musica la esprimiamo."
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Sono rimasto colpito dalla varietà degli arrangiamenti e dalla gamma di soluzioni ritmiche, melodiche e vocali che avete messo in atto: siete degli incontentabili perfezionisti, oppure tutto si è svolto nel modo più naturale?
Afelio: "Dismal suggella la nostra unione con l'Anima della Terra, quindi sembrerebbe che tutto ciò che è legato alla nostra Arte debba necessariamente essere naturale. In realtà, fintanto che la nostra ossessione ci farà immancabilmente ricercare la perfezione, nulla potrà essere realmente naturale. Sembrerebbe piuttosto che il pensiero artistico nasca corrotto e che successivamente le nostre menti tentino disperatamente di raggiungere un compromesso, eliminando tutto ciò che è superfluo, per poi giungere quanto più vicino ad un atto istintivo. Passione significa patire."
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A livello di produzione, l'album rappresenta un ulteriore enorme passo in avanti rispetto al passato, soprattutto per quanto concerne la chitarra: nel giungere ad un simile risultato, quanto è servita l'esperienza accumulata negli anni passati e cosa è effettivamente cambiato nel vostro modus operandi?
Afelio: "Non mi tentare...non te lo dico! (ride perché, se iniziassimo a parlarne, staremmo qui per delle ore, nda)"
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A proposito della chitarra, mi pare che stavolta abbiate voluto utilizzarla in misura minore ma calibrando meglio il suo apporto, di modo da farla diventare un veicolo per potenziare quelle parti che richiedevano maggior solidità: cosa potete dirci al riguardo?
Bradac: "Lo abbiamo fatto per necessità. Adoriamo le chitarre elettriche in primo piano, molto dure e con distorsioni imponenti, ma il problema è che chitarre usate con queste caratteristiche hanno la capacità di coprire ogni melodia. 'Miele Dal Salice' è ricco di temi musicali complessi e melodie che si intrecciano, quindi è per necessità e per scelta che abbiamo lasciato i temi del pianoforte e tastiere in primo piano, dosando la chitarra elettrica con sofisticata parsimonia."
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A quali brani del nuovo album vi sentite maggiormente legati e perché? C'è qualche brano al quale si lega qualche interessante aneddoto?
Afelio: "Mi sento particolarmente legato alla splendida 'Melisse', scritta da Bradac, ed alla introduzione 'La Conversione Di Shani', nata in un luogo bellissimo, da una mia improvvisazione vocale. Amo moltissimo anche la finale 'Mandiala', sulla quale Rossana ha interpretato Saturno ed io ho interpretato la 'Marionetta Funambola'."
Bradac: "Sono legato a quasi tutti brani di 'Miele Dal Salice'. Penso che 'Mélisse' e 'Anima Sciolta' siano le canzoni che sento più vicine, non solo a livello compositivo, ma anche perché in questi brani ho riversato emozioni molto forti..."
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Avete realizzato il videoclip per la canzone "Lana" (incluso come traccia video nel nuovo album): una scelta per lo meno bizzarra, vista la brevità di tale brano... Cosa ha motivato questa scelta, e quale tipo di concetti intendete esprimere attraverso le immagini del clip in questione?
Afelio: "Come hai potuto ascoltare, 'Lana' è un brano di un solo minuto che ho scritto per sola chitarra classica, al quale è stato poi aggiunto un sottile velo di tastiera. Nessun mistero, semplicemente mi è sembrata un'idea stimolante quella di vivere un'esperienza audio-visiva estremamente breve, ma che in sé racchiudesse un concetto ermetico ed al tempo stesso completo. Così ho preso la chitarra e sono partito per Lucca, portando con me solamente l'essenziale ed un maglione di lana, senza aver preparato alcunché. Ad attendermi c'era il nostro caro fratello spirituale - nonché regista privato - Duccio, con i suoi luculliani pranzi toscani. Soffriamo molto a causa della distanza che ci separa e così ci è bastato lasciarci andare ai ricordi, fra un bicchiere di Vinsanto ed una manciata di 'antuccini, per ritrovare, all'ombra di uno sfavillio di lana, la nostra tiepida oasi interiore."
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Restando in tema di video, ritengo che il vostro sound odierno ben si adatterebbe alla creazione di colonne sonore: siete effettivamente interessati ad un discorso di questo tipo?
Bradac: "Effettivamente le nostre nuove canzoni si prestano perfettamente per essere sentite e vissute sotto un contesto cinematografico, soprattutto per via delle molteplici emozioni che trasmette 'Miele Dal Salice' nella sua interezza. Come hai intuito, posso ritenermi comunque appagato, in quanto già in Dismal soddisfo questo mio interesse. Ogni nostro lavoro è immaginazione, l'immaginazione che si rigenera e genera sogni... e come in ogni sogno, germino la sua colonna sonora portante. Comunque, se capiterà qualcosa di più inerente alla cinematografia accetterò molto volentieri."
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Veniamo all'aspetto promozionale: sarà finalmente la volta buona per ammirare i Dismal sui palchi italiani ed esteri? State lavorando alla creazione di un appropriato live-set? Sembra esserci molta curiosità attorno al vostro auspicato debutto live, che come alcuni ricorderanno sarebbe dovuto avvenire già alcuni anni fa...
"Questa volta non voglio svelare nulla: posso solo dire che siamo in fase operativa, fra qualche mese saremo pronti!"
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Qual è il vostro rapporto con la scena 'dark' italiana ed estera, anche in considerazione del fatto che sinora sembra essere stata quella metal a rivelarsi più ricettiva nei confronti della vostra proposta musicale? Ed ,a tal proposito, come pensate verrà accolto "Miele Dal Salice" dal pubblico più metal-oriented?
Afelio: "Siamo in rapporti di profonda amicizia con alcuni simpatici personaggi della scena dark italiana ed estera e ci hanno detto che anche noi, in base alla nostra attitudine mistico-esoterica ed al nostro stile pomposamente oscuro, potremmo considerarci parte di tale specie. Così, in fin dei conti, lo pensiamo anche noi! Ci auguriamo, poi, che anche gli amici metallari possano apprezzare la nostra musica e scuotere le loro folte chiome al ritmo del nostro valzer della mente. In fondo sono anche loro dei bravi ragazzi!"
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Lo scorso anno vi siete tolti una bella soddisfazione a livello internazionale: mi riferisco al remix che Yendri, straordinaria artista molto quotata in ambito elettronico alternativo, aveva confezionato per il vostro brano "Esse" (da "Rubino Liquido"), e che infine è stato pubblicato proprio sul suo penultimo album "Playdoll". Che rapporto vi lega a quest'artista unica ed inconfondibile, e quanto vi ha soddisfatti il suo remix e l'inclusione su "Playdoll"?
Bradac: "Yendri è un'artista incredibile, nessuno suona come lei in ambito elettronico: ha un tocco unico, un senso del ritmo e della melodia inconfondibili, un sound che riconosci al primo istante e che sa emozionarti come nessun altro quando si parla di electro-acts. Quando uscì 'Rubino Liquido' ci premurammo di spedirgliene una copia, affinché conoscesse la nostra Arte: dopo alcuni scambi di mail, anche con l'aiuto di un 'intermediario di fiducia', nacque l'idea di sottoporle la proposta di remixare uno dei brani del disco, e fu lei stessa a scegliere 'Esse'. Da allora siamo inevitabilmente rimasti legati a questa persona così riservata e gentile, ed averla vista includere lo splendido remix che ci ha fatto nel suo album 'Playdoll' ci ha davvero lusingati molto, perché la dice lunga su quanto lei stessa apprezzi tale brano. Ora, a quanto ne so, sta già ascoltando la sua copia del nostro nuovo album, selezionando un brano che la ispiri per un ulteriore remix per i Dismal..."
"In India persiste un incantesimo di suono e fragranza, nel quale sopravvivono il Rituale, l'essenzialità ed il misticismo che sono il fondamento della nostra stessa Arte, valori che in Occidente stanno ormai morendo nella casa del grande fratello, nel consumismo materialista, nell'ateismo, nel culto del 'tamarro' e nella conseguente noia imperante che è la stessa malattia che ci porta a lanciare i massi dai cavalcavia."
Afelio
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Siamo in chiusura: a voi lo spazio per concludere degnamente questa lunga intervista...
Afelio: "Visto l'interminabile terzo grado che hai confezionato per noi, mi rimane la sola energia per ringraziarti di cuore e per chiederti se sei solo un incontentabile perfezionista, oppure se sei anche un dannato sadico! (risate generali, nda)"
Bradac: "...the waltz of mind..."
http://www.dismal.it/
http://www.dreamcell11.com/