25-08-2008
OBJEKT4
"Shades Of Night"
(Sabbathid/Regimental/Basilisk/Bugs Crawling Out Of People/Masterpiece)
Time: (56:27)
Rating : 6.5
Prolifico progetto svedese creato nel 2003 da Anders Peterson, Objekt4 ha terminato la sua missione artistica nel 2007. Il presente full-lentgh "Shades Of Night" risale all'ultima ondata produttiva dell'autore, e vede la luce grazie all'azione incrociata di ben quattro etichette. Le modalità compositive si fondano su field recordings, ovvero su rumori raccolti dal mondo circostante e rielaborati in studio, un approccio alla materia che è stato alquanto gettonato negli ultimi anni da tanti autori. D'altro canto non mancano i suoni strumentali, sebbene resi irriconoscibili: sia la chitarra che le percussioni sono totalmente epurate da ogni vena melodica. Da tali presupposti deriva un album riflessivo e rilassante, molto distante dai lidi di ciò che di norma intendiamo come dark ambient. Sembra piuttosto che l'autore miri a toccare le corde dell'anima facendo sopire i lati più negativi dell'essere umano: il lavoro si va così a collocare, a mio dire, nei meandri della musicoterapia e delle tecniche di rilassamento associate alle frequenze audio. Senza dubbio "Shades Of Night" può trovare la sua piena ragion d'essere anche in relazione a colonne sonore, video installazioni o come commento a immagini di vario tipo: le atmosfere create sono tutt'altro che prevedibili e godono di un buon livello d'inventiva, collocandosi ben distanti da quanto proposto di norma dal panorama alternativo. Solo la lunghissima "Moth Haven" prende una piega cupa, ma silenziosa e mai frenetica, regalando sprazzi di oscurità che non cadono nel macabro o nell'ossessivo. I moti di Anders ci trasportano in atmosfere pacate, quasi ci trovassimo in un rifugio tibetano a riconquistare un'interiorità persa tra la frenesia moderna. Dal punto di vista creativo rimane interessante vedere come le registrazioni sul campo riescano a cullare l'ascoltatore con esiti più che rilassanti, laddove troppo spesso si mira solo a sfoggiare matasse di confusione che aggrediscono l'udito. "Shades Of Night" rimane comunque un titolo di non facilissima fruibilità ed indirizzato unicamente ad un pubblico motivato, o che quanto meno conosca bene e apprezzi l'operato artistico di Anders Peterson.
Michele Viali
http://www.sabbathidrecords.cjb.net/