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Room 107

14-05-2008

OUTOFSIGHT

"Vodka Likes Smoke (The Damned Poets)"

Cover OUTOFSIGHT

(Rage In Eden)

Time: (41:21)

Rating : 7

Primo lavoro per il progetto del polacco Tom K, dopo gli split con il connazionale Krepulec e con il nostro Raffaele Cerroni/Mushroom's Patience. L'album è ispirato dai testi di alcuni poeti polacchi (come ci suggerisce anche il sottotitolo), i quali hanno vissuto e agito in un periodo storico difficile per chi non era allineato con il regime e si collocava in una condizione di 'dannato', ben diversa da come possiamo intenderla noi occidentali. Un'ampia parte del lavoro risente molto di sessioni ritmiche elettroniche molto potenti che in varia misura possono essere ricollegate al passato (ad esempio ai Laibach degli anni '80): queste percussioni vengono adattate però ad esigenze diverse, più vicine agli stili dei nostri tempi. La varietà proposta nasce con l'apertura di "The Hang-Over", che si attesta su movenze downtempo da colonna sonora thriller, mentre "I Have Nothing Any More" è un classico pezzo neofolk con arrangiamenti di piano, collegabile al sound degli Ordo Rosarius Equilibrio; l'insistenza ritmica di "White Rooms" si mescola invece ad un tema di tastiera semplice ma incisivo. Per contro, alcuni brani si accostano alle sonorità folk-cabaret tanto in voga di questi tempi e percorse con estro dal nostro Outofsight: in "Dead Base" i colori solari degli arrangiamenti vengono infatti mescolati ad una ritmica sbarazzina e ad una inaspettata chiusa con tema di organo campionato, mentre appare più classica "Bonfires Die Out", interpretata da voce femminile su sottofondo di chitarra e arrangiamenti che vertono verso ambienti mediterranei. Ma non mancano momenti più vicini al recente passato del progetto e segnati da una marzialità orgogliosa, come in "1996", pezzo in cui la matrice neofolk si fonde con motivi bellici di tromba, strumento che arricchisce anche la succitata "The Terrified Ground". Oltremodo curiosa "Drink Or Die", un pezzo strutturato su una esilissima sessione ritmica elettronica post-punk e un motivetto tipo 'pianola Casio'. Outofsight (coadiuvato da membri del progetto Rukkanor) fa della semplicità il suo tema trainante: gli arrangiamenti sono minimali (sarà lo stile o la carenza di mezzi? Il dubbio rimane!), ma l'album scorre via piacevole e, pur lasciando a tratti il senso di una certa precarietà esecutiva, riesce a convincere in pieno.

Michele Viali

 

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