31-03-2008
ERDEM HELVACIOGLU
"Altered Realities"
(New Albion Records)
Time: (53:16)
Rating : 7.5
Dopo svariati sussulti musicali provenienti dall'Europa dell'est piacevolmente accolti dalla scena musicale a noi cara, ci giungono finalmente buone nuove anche dalla Turchia, e precisamente da Istanbul, città dov'è nato nel 1975 Erdem Helvacioglu, chitarrista, produttore e compositore di musica elettronica e di colonne sonore, il cui album "A Walk Through The Bazaar" del 2003 ha riscosso ampi consensi in ambiti d'essai come l'avant-garde ed il jazz. Questa seconda fatica sulla lunga distanza, pubblicata nel 2006 (e gentilmente fattaci pervenire dallo stesso artista nelle scorse settimane), si differenzia dal precedente lavoro per una fondamentale peculiarità: si tratta infatti di un disco plasmato unicamente attraverso l'uso di una chitarra acustica (più relativa pedaliera per gli effetti) ed un apporto di elettronica live, dove tutti i brani sono stati registrati in tempo reale direttamente su DAT, senza sovraincisioni, mixaggio, editing e qualsiasi altro processo a posteriori, nonché rigorosamente senza utilizzare materiale pre-registrato. Per i più curiosi, poi, il booklet segnala in dettaglio l'equipaggiamento utilizzato per l'occasione, e si tiene a sottolineare come quello che possiamo qui ascoltare è esattamente lo stesso momento artistico dell'esecuzione dei vari brani. Una premessa che di certo ingolosirà i seguaci delle sonorità più sperimentali e gli appassionati di tecniche di registrazione ricercate, ed a ciò si unisce l'effettiva qualità del materiale contenuto nell'album, ovvero sette brani che coniugano le sfuggenti e fluttuanti note della Ovation Custom Legend 1869 ad un'elettronica sottile ed evanescente che funge da perfetta cornice per le trame chitarristiche di cui sopra, opportunamente effettate. È musica che delinea scenari ed emozioni, da assaporare con attenzione e senza distrazione alcuna, possibilmente in penombra, il cui unico limite potrebbe risiedere nella ripetitività di certe soluzioni (fattore condizionato ovviamente dalla scelta delle modalità esecutive), ma che sa ammaliare con la delicatezza profusa da "Bridge To Horizon" e "Pearl Border", con la dolcezza delle melodie di "Frozen Resophonic", con gli ariosi temi ambientali di "Dreaming On A Blind Saddle", con le note sfuggenti di "Shadow My Dovetail", con la spigolosità di "Sliding On A Glacier" e con la crepuscolare mutevolezza di "Ebony Remains". Un lavoro estremamente particolare e di grande raffinatezza che saprà farsi apprezzare dal pubblico più open-minded e più genuinamente interessato alle sperimentazioni sonore.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.erdemhelvacioglu.com/