25-02-2008
ANIMA MORTE
"Face The Sea Of Darkness"
(Dead Beat Media)
Time: (38:35)
Rating : 7.5
Avevamo fatto conoscenza col progetto Anima Morte lo scorso anno, allorquando l'ennesima creazione sonora curata dal capace e versatile artista svedese Fredrik Klingwall (già attivo come solista, con gli ottimi Rising Shadows e con svariati altri act, anche in campo metal) rilasciò il buon vinile 7" di debutto "Viva Morte!". Oggi ritroviamo il progetto allargato a quartetto (attorno a Fredrik si sono infatti riuniti i connazionali Stefan Granberg e quei Daniel Cannerfelt e Teddy Möller già attivi in passato assieme allo stesso Klingwall in gruppi metal quali Flagellation, In Grey e Loch Vostok) ed alle prese con ben altre sonorità rispetto al succitato vinile, sebbene la definizione 'vintage italian horror music' fosse perfettamente calzante tanto allora quanto oggi, in questo esordio sulla lunga distanza che è anche la prima pubblicazione ufficiale per l'americana Dead Beat Media. Se nel vinile di cui sopra le sonorità, curate dal solo Fredrik, erano ovviamente più synth-oriented, grazie alla nuova line-up il sound si è avvicinato più che mai alle creazioni di maestri delle colonne sonore horror quali Goblin, Fabio Frizzi, Morte Macabre ed ai temi che hanno contribuito alla riuscita di pellicole nazionali imprescindibili come "Suspiria", "Profondo Rosso", "Buio Omega" etc... Le sonorità di "Face The Sea Of Darkness", infatti, sposano in tutto e per tutto quel prog-rock di stampo 70s sapientemente adornato di synth tanto caro soprattutto ai Goblin, ed anche se qualcuno potrebbe dire che queste cose sono già state fatte trent'anni prima e meglio di così, resta il fatto che gli Anima Morte ne sono oggi fra gli interpreti migliori in assoluto, e questo in virtù non solo di una padronanza strumentale di alto livello, ma anche per l'efficacia delle trame ordite e per la riuscita di frangenti davvero splendidi quali, ad esempio, "He Who Dwells In Darkness", la sensazionale "Devoid Of A Soul" e via dicendo, fino al sontuoso e funebre finale con "Funeral March", in un crescendo di sensazioni ed emozioni degno dei numi tutelari di cui sopra. La band svedese è riuscita a recuperare alla perfezione e con ricchezza di contenuti la lezione dei maestri della 'horror music', realizzando un'opera capace di soddisfare anche il più fine e nostalgico dei palati: pertanto, se avete amato quel tipo di colonne sonore e quelle particolari ed intramontabili sonorità, questo breve ma intenso album non potrà mancare alla vostra collezione.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.livingdeadbeat.net/