31-05-2022
VV.AA.
"WC ei8ght: Zona Electronica"
(Zoharum)
Time: CD (68:27)
Rating : 7.5
La polacca Zoharum non smette di allietarci con le sue distinte pubblicazioni, ma dietro a questa invitante raccolta di esclusivi inediti del roster c'è un lavoro che si fonda su un'iniziativa culturale molto profonda e ambiziosa. Questa compilation, pubblicata nel bel digipack a sei pannelli in 500 esemplari, è stata creata dalla collaborazione dell'etichetta con il festival Wieza Cisnien ("La Torre d'Acqua", letteralmente) della città di Konin, sotto la direzione creativa di Rafal Iwanski (membro di Hati, X-NAVI:ET e Alameda 5), partendo dal concetto, anche filosofico e letterario, delle potenzialità che l'elettronica e il mondo della tecnologia possono offrire agli artisti contemporanei, portandoli verso lidi avanguardistici e sperimentali impensabili prima (non mancano, infatti, nello splendido digipack, citazioni di Stanislaw Lem e di Marcin Borchardt, argomentando su quell'equilibrio instaurato tra umanità artistica e creatività elettronica). Tutti gli act presenti sul disco si sono esibiti o si esibiranno al festival di Konin, ma l'iniziativa della Zoharum è promuovere esclusivamente artisti locali, molti dei quali sotto contratto, che si rispecchiano in questa estetica fonologica, intrecciata a storia, arte contemporanea, sociologia o antropologia. Obbligatoriamente vi rimandiamo a rileggere Lem (quello dei romanzi di "Solaris" o "The Congress"), ma non si può non consigliare caldamente anche questa ottima uscita. Le band in lista si conoscono un po' tutte per chi bazzica la label (Mammoth Ulthana, Ab Intra, Mike Majkowski, Aquavoice...), ma non mancano mai le soprese (la già recensita sulle nostre pagine DID sfoggia un inaspettato brano di decadente trip-hop acido in chiave britannica, completamente agli antipodi delle sue proposte ambient/experimental), e alla fine ci si gusta ancora una volta un viaggio tra synth liquidi e tappeti ambient che han reso famosa e vincente la casa discografica di stanza in Pomerania. Allo stesso tempo potrebbe essere l'occasione giusta per gli ascoltatori curiosi di avvicinarsi alla label, se non anche un acquisto obbligatorio per chi invece conta già in casa più release sotto il suo marchio. In entrambi i casi, non si può restare indifferenti e delusi di fronte a questa bellezza tecnologica, governata però da una visione assolutamente antropocentrica, a favore di questa grande arte che è la musica elettronica, la quale però, come la Zoharum tiene a ricordarci, non potrà mai esprimersi al meglio se dietro alla "macchina" non batterà un cuore umano.
Max Firinu