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Room 107

26-09-2021

ARCHAIC SILENCE

"The Land Of No Regrets"

Cover ARCHAIC SILENCE

(Der Schwarze Tod/COD Music)

Time: CD (78:07)

Rating : 6.5

Esiste veramente un gruppo russo dedito a una sorta di rock sinfonico decadente e compassato volto ad omaggiare la mitologia nordica? Ebbene sì, e si chiamano Archaic Silence. Uscito lo scorso novembre in 500 copie, "The Land Of No Regrets" è un disco voluto fortemente dal cantate d'opera Evgeny Nikitin, baritono dalla voce profondissima che avvolge praticamente ogni singola nota del prodotto. L'album appare fondamentalmente come una sorta di concept non dichiarato sul folklore vichingo, quasi una sorta di viaggio epico e oscuro verso le terre innevate dei mitici Aesir, il tutto caratterizzato da brani piuttosto lunghi (spesso si superano abbondantemente i dieci minuti di durata): effettivamente, non c'è da stupirsi se, tra le poche informazioni sull'opera, si faccia riferimento ad una gestazione compositiva lunga quasi un decennio. Le composizioni qui presenti, a livello di mixaggio e impasto sonoro, appaiono pulite - forse troppo - e levigate in maniera certosina, soluzione, questa, che alla lunga tende però ad appiattire il sound sciorinato dai musicisti, i quali, peraltro, dimostrano buona perizia strumentale. La pulizia sonora fa capolino già nell'iniziale "The Sword", lunga traccia nella quale la tastiera si prodiga in note dal suono enfatico e piuttosto edulcorato. Questi tappeti di synth paiono svolgere un'oggettiva funzione di accompagnamento alle melodie possenti e grevi di Nikitin, vocalist che, grazie anche all'uso della lingua russa, ammanta di surrealismo il flusso strumentale che sta alla base del pezzo. Le restanti canzoni non spostano di una virgola il discorso, presentando quasi sempre trame di sintetizzatori volutamente pompose e di ampio respiro, cambi di tempo dignitosi e funzionali (come in "Valhalla"), riff e assoli di chitarra debitori di certo progressive sinfonico d'inizio millennio e, ultima ma non ultima, un'onnipresente atmosfera tipicamente neo-progressive. Sebbene sia evidente lo sforzo dei singoli musicisti, il prodotto è purtroppo inficiato da una leggera piattezza generale - causata senza dubbio dal già citato mixaggio - e da una ripetitività di fondo a livello vocale e compositivo che alla lunga va ad minare il risultato finale. Difetti a parte, "The Land..." rimane comunque un discreto omaggio all'affascinante mondo degli dèi nordici.

Denis Di Nicolò

 

https://codmusicdistro.bandcamp.com/

https://www.facebook.com/codmusicdistro