27-11-2019
UNA SHAMAA & OBLIVION GUEST
"The Light In The Black Hole"
(Retina II Records)
Time: CD (54:30)
Rating : 7.5
Per chi non la conoscesse, Una Shamaa è una danzatrice di origini brasiliane - residente a Dresda - i cui talenti includono varie forme di danza (orientale, gotica, espressiva, con giochi di fuoco e di luce), già portate su diversi palchi europei in contesti differenti. È facile rintracciare in rete alcune sue performance in cui danza sulle note di celebri brani a tinte scure, così come la si può vedere all'opera al fianco del veterano Hunter Barr (Black Light Ascension, Altered States, Knifeladder, Naevus, This Is Radio Silence etc...), sia con gli AntiValium - in coppia col sodale di lunga data Andrew Trail - che soprattutto con Oblivion Guest, solo-project di recente formazione per il navigato musicista inglese, con all'attivo una sola pubblicazione in digitale (dalla quale sono state riprese in nuovi mix alcune tracce per l'album in esame). "The Light In The Black Hole", realizzato in un essenziale digipack per una tiratura di sole 100 copie, è la colonna sonora originale realizzata da Barr per la performance tenuta assieme ad Una Shamaa al Theaterhaus Rudi di Dresda nello scorso mese di aprile, sulle cui musiche si è appunto esibita la danzatrice. Trattandosi di una release nel solo formato audio, non è possibile assistere alla suddetta performance, che senza dubbio completerebbe la concettualità dell'opera, ma la notizia è che non siamo di fronte a meri esercizi di stile atti alla sola funzione di supporto per la fisicità di Una, bensì ad un disco che sta assolutamente in piedi da solo, ed anche bene. Quella elaborata da Hunter è un'elettronica fascinosa a tinte dark ed industrial ad ampio raggio che non vive di solo groove, convincendo con la forza dei suoi contenuti e senza sbagliare un colpo dall'intensità tribale della title-track, posta in apertura, fino alle più morbide pulsioni della melodiosa ed ariosa "Strangled Beauty", che chiude l'opera. Gustose trame dark-electro ("Mind Awake, Body Asleep", "If We Should Fail...") si alternano a fasi più dure ed industriali ("Faster Than Deception", una "Rapture" che echeggia i migliori Das Ich, la severa "Into Chaos"), tra suoni carichi di enorme fascino (la notturna "Digital Duress", la pulsante "Bazille Murder" ed una "Fallen Men" squisitamente ottantiana) che sul loro cammino incontrano l'enfasi filmica di "After The Fire", la malinconia di "We Need To Go" e l'asprezza in odore di death-industrial di "Last Gasp". Un tessuto sonoro molto ricco e variegato ma sempre attento a non perdere di vista il filo conduttore, per un risultato di indiscutibile qualità e, soprattutto, forte di un'invidiabile compattezza che un'infinità di album "veri e propri" possono solo sognarsi. Una release altamente appetibile non soltanto per chi da sempre segue il lavoro musicale dell'esperto Barr, ma anche per chiunque apprezzi l'elettronica più espressiva e comunicativa (oltre che ben prodotta), aspettando che la performance di cui sopra possa trovare anche una dimensione video per tutti quelli impossibilitati ad assistere alla sua rappresentazione live. Da sentire, senza esitazioni.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://oblivionguest.bandcamp.com/