05-11-2019
THIEF
"Map Of Lost Keys"
(Prophecy Productions)
Time: CD (43:19)
Rating : 8
Non pago di essersi costruito una solida reputazione in seno ai black metallers avanguardistico-sperimentali Botanist, il californiano Dylan Neal ha stupito non poche persone nel 2016 col debutto della sua creatura Thief, ambizioso progetto dedito ad un'elettronica a tinte scure di ampio respiro che prende le mosse dalla musica sacra, unendo idealmente antico e moderno con estrema fluidità e credibilità. Se l'esordio "Thieves Hymn In D Minor" aveva dato ampie conferme circa l'eclettismo del musicista di L.A., questo suo ritorno - con annesso approdo alla corte della blasonata Prophecy - è destinato a lasciare il segno per merito di una scrittura realmente libera da limitazioni di sorta, personale e ricca di spunti avvincenti, che proietta con pieno merito Thief nel gotha degli act più originali ed estroversi. Confezionato in un pregevole digipack corredato da uno splendido booklet (realizzato in 250 copie, cui si uniscono le 700 complessive delle due edizioni in vinile), il nuovo album osa ancor più del suo ottimo predecessore, e dopo l'introduttiva "Vespers" tocca alla strisciante "Frost Breath" inquadrare le coordinate di un'elettronica giocata su ritmi avvolgenti e carichi di un groove ammaliante, base ideale per una vocalità suadente che ben si muove fra i richiami ad una sacralità antica. "Pyromancy", col suo incedere ipnotico ed un mirabile crescendo d'intensità, è senza dubbio uno dei momenti più alti dell'opera assieme alla sacrale, lenta e tetra "With Love, From Nihil", alla magnetica "Without A Master" ed al multiforme gioiello "Spirit Archery", degna chiusura di un lavoro ricco di sorprese, ed al contempo ben attento a non eccedere nel mettere carne sul fuoco. Bene anche gli intermezzi come "Gouging Out A Cave In Empty Sky" e "Spirit Box", non meno sacrali del restante materiale, così come funzionano a dovere la carismatica "Desert Djinn", la nervosa ed acida "Holy Regicide" ed una "Unsafe" piacevolmente appassionata, tutti tasselli indispensabili per la riuscita di un lavoro ricco di sfaccettature eppure compatto, poiché guidato da una solida visione d'insieme. Un ritorno di gran classe e ricchezza di contenuti per un artista che ha dalla sua tutto quel che serve non soltanto per eccellere, ma anche e soprattutto per distinguersi, in virtù di un'ispirazione superiore che, legata ad una concettualità particolarmente intrigante e ad inappuntabili abilità pratiche, è la carta vincente di Thief. Da sentire, senza indugi.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://thief-official.bandcamp.com/