13-10-2017
RAPOON
"Rhiz"
(Zoharum)
Time: CD (69:26)
Rating : 6.5
Ennesimo recupero targato Zoharum nella vastissima discografia del blasonato Rapoon, "Rhiz" risale al 2002, anno in cui fu pubblicato per i tipi dell'austriaca Klanggalerie e mai più ristampato. Ai tempi Robin Storey lavorò molto sulle ritmiche, cambiando almeno in parte i canoni classici del suo stile: in particolare questo lavoro assume le forme di un grande affresco dub basato su linee percussive spezzate, perpetuate in maniera univoca per tutta la durata di ognuno dei sei brani. Sullo sfondo scorrono suoni e rumori, vocalizzi e coralità, a volte seguendo logiche precise (gli echi gregoriani di "Last Stop" uniti ai loop sonori), altre senza un preciso riferimento, quasi si assistesse ad una sfilata più o meno densa di toni svariati. Nulla di più per un disco che si riallaccia ad altri lavori del compositore inglese soprattutto per l'insistenza ipnotica degli schemi, di norma elaborati con suoni loopati ed ora affidata unicamente alla circolarità ritmica, costruita con una perizia a dir poco barocca. La matrice ambientale e i riferimenti a luoghi e scenari esotici, che tanta parte ebbero e avranno in seguito, vengono pressoché annullati in una reductio ad unum che accende i riflettori su specifici elementi. Sicuramente non il periodo artistico più apprezzato dai fans di Rapoon, abituati ad alchimie decisamente diverse. Rimane comunque evidente il gusto per la ricerca sonora, esibito come sempre con buona raffinatezza ma con una complessiva sensazione di freddo e un pizzico di autoreferenzialità. Bella confezione in digipak a sei pannelli che recupera l'artwork originale.
Michele Viali