26-05-2017
PHALLUS DEI
"Black Dawn"
(Dark Vinyl)
Time: CD (70:22)
Rating : 8
A distanza di circa cinque anni dall'ultimo lavoro, il progetto teutonico Phallus Dei torna con un album che vede modificate alcune peculiarità del passato, segnando un'evoluzione stilistica importante e una maggiore consapevolezza delle proprie capacità realizzative. Pur mantenendo un approccio tematico irriverente, sebbene mitigato nel corso degli anni, nonché una mescolanza tra elementi post-industriali e partiture sinfoniche, si ha un avvicinamento a strutture di marca doom-drone e un uso anomalo della strumentazione, spesso usata a contrasto con l'elettronica. I cinque brani del disco hanno basi dense e poderose, giocate su toni bassi e riverberi con minime varianti rumoristiche di pura rifinitura ("Slewed"), fatto che avvicina l'act di Oliver Strahl Lingam al doom più recente (Sunn O))) su tutti). Le percussività larghe strizzano l'occhio al rock anni '70, così come alcuni inserimenti di sax che oppongono moderno e retrò in ricordo di certe soluzioni floydiane ("Starman", con evidente rimando a David Bowie). Tutti i brani sono costruiti in un crescendo tonale basato sull'aumento dell'intensità e sull'accumulo audio, sorretto anche da iniezioni mirate di archi ("Zauberwald") e di andamenti ritmici in linea con un'evoluzione radicata nella new wave più sperimentale. Le stesse derive doom tendono a tratti a mescolarsi con una space-music aggiornata ai tempi attuali, ancora una volta unendo intelligentemente presente e passato collegati anche nei finali più trionfali ("Krieger"). La summa sonora dell'album giunge con la conclusiva "Stigmata", che accorpa sax, echi sinfonici, basi droniche rotonde e percussioni in stile prog-rock con il supporto rumoristico di Masami Akita (Merzbow), gestito al meglio nell'economia stilistica del brano; il tutto portato lentamente ai massimi livelli di intensità, con un perfetto equilibrio delle parti. Pubblicato sia in CD, con bella confezione digisleeve a 6 pannelli, che in doppio LP, edito sia in vinile nero che colorato (quest'ultimo limitato a un numero irrisorio di copie), con "Stigmata" rimpiazzata da "Corpus" nelle due versioni in LP. Album maiuscolo che testimonia uno dei momenti migliori nella lunga carriera del progetto.
Michele Viali