07-02-2017
STEVE ROACH
"Shadow Of Time"
(Projekt)
Time: CD (73:52)
Rating : 7
Il 2016 oramai lasciato alle spalle consta di almeno nove lavori a nome Steve Roach, alcuni dei quali hanno trovato posto su queste pagine a suo tempo con largo consenso. Il trentacinquesimo anno di attività del pioniere californiano continua ad essere celebrato con uscite su uscite, che vanno ad accatastarsi sulla marea di quelle precedenti. Tra queste anche "Shadow Of Time", ovviamente sempre prodotto dalla Projekt di Rosenthal, lavoro uscito ad agosto e composto da tre lunghe tracce crepuscolari e sospese, un ritorno al classico stilema di Roach fatto di synth allungati e creatori di mondi sonori astratti che elevano i sensi sino ad aprirci ogni porta di percezione possibile. In questo caso si tratta di un lavoro incentrato appunto sulla dicotomia luce-ombra vissuta ogni giorno dal nostro mondo, resa possibile nel suo rincorrersi e fondersi dall'onnipresente ombra del Tempo, vera ispirazione per i soundscapes inizialmente luminescenti ed ondeggianti della title-track che apre l'album, trasformati in seguito in più oscuri afflati dronici ("Night Ascends") ed impalpabili sospensioni nel finale ("Cloud Of Knowing"). Mondi onirici ed evocativi, che astraggono il tempo dilatandolo e sondandolo - emblematica la versione per la release digitale della già citata "Night Ascends" che arriva ad estendersi a ben 78 minuti di durata, portando la totalità effettiva dell'album a più di due ore -, luoghi meditativi dove rifugiarsi ed estraniarsi quando si vuole fuggire dalla realtà quotidiana, architetture aliene e fluttuanti alle quali Roach torna spesso a lavorare con piacere sono la formula che sta dietro a questo lavoro, tra ossessione per ciò che scorre lento ed inesorabile e ciò che di misterioso e sconosciuto sta tra il palpabile e l'impalpabile.
Lorenzo Nobili