13-01-2017
INDIA CZAJKOWSKA & KUBA LASOCKI
"Borderline"
(Audio Cave)
Time: CD (52:14)
Rating : 8.5
Il grande talento canoro e compositivo di India Czajkowska è cosa già nota ai nostri lettori, e questo grazie agli ultimi due magnifici lavori dell'artista polacca, creati rispettivamente con Mirrorman ("Secretia", 2013) e con Sebastian Madejski ("Tance Snu", 2014) e promossi a pieni voti su queste pagine. Anche in questa nuova occasione India firma l'album con un altro musicista, segnatamente Kuba Lasocki (chitarra, loop, campionamenti), per un disco che - come specificano le note interne del digipack a tre pannelli - è un vero e proprio epitaffio, dal momento che il musicista è prematuramente scomparso ormai da qualche anno. Trascorso un lustro da tale dipartita, India è infine riuscita a tornare su quel materiale per completarlo assieme ad un gruppo di altri preparati strumentisti, ed il risultato ha finalmente potuto vedere la luce grazie al supporto della polacca Audio Cave. Ed è un bene, per quanto triste sia la vicenda umana che l'accompagna, che l'album non sia rimasto nel cassetto dei ricordi, poiché anche stavolta siamo di fronte ad un'opera di altissimo livello artistico ed emozionale. India è l'indiscussa protagonista con la sua meravigliosa voce, e la sua estrazione jazz (ambito in cui si è distinta per le sue innate capacità d'improvvisazione) funziona alla perfezione in un lavoro dove il tessuto strumentale è sempre sottile, ma solo apparentemente minimale. Forte di un carattere sperimentale davvero intrigante (come mettono subito in chiaro sia l'opener "Being" che il groove nervoso e 'noisy' di "Extreme"), l'album vive di un superlativo eclettismo che se da un lato pesca doverosamente dal retaggio jazz della Czajkowska ("Slow Tango", "Definitely" e l'estroso gioiello "Joy"), dall'altro abbraccia con piena efficacia umori trip-hop (il seducente cadenzato "The Internal Sea") e chillout (la suadente "It Is. Love"), dimostrando sempre grande compattezza e lucidità nel mantenere un chiaro filo conduttore. Le trame sonore si colorano magicamente delle tinte di tromba, sax soprano e clarinetto, oltre ad una strumentazione dall'assetto più classico (che include anche piano e tastiere a cura della stessa India), ed al quadro si aggiungono ulteriori piccole gemme come la misteriosa e avvolgente "Surround Me", la sfuggente ed ambientale "Eternal Flowers", la triste "Seven Gates" ed una "The Orange Space" che chiude i giochi con la sua sublime leggerezza eterea. India, magistralmente coadiuvata in studio come in spirito, mette la propria firma su un altro lavoro di altissimo livello e dal potenziale ampio e trasversale che ammalierà chiunque apprezzi la più ispirata e sincera musica di qualità, a prescindere da generi ed etichette, e noi non possiamo che inchinarci di fronte a cotanta bellezza espressiva.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.indiaczajkowska.com/