13-04-2015
FORREST FANG
"Letters To The Farthest Star"
(Projekt/Audioglobe)
Time: (68:55)
Rating : 7.5
Ambizioso come non mai il progetto giapponese Forrest Fang, nato nei lontani anni '80, che prosegue il suo personale discorso all'interno dell'ambient music con un lavoro che unisce ancora una volta elettronica e strumentazione. L'approccio compositivo mantiene intatto lo stampo primigenio della scena minimal americana (La Monte Young, Terry Riley), basata su cascate sonore e flussi di tonalità continue che creano un ipnotico e sconfinato mare audio, solo variato dall'uso di distese sintetiche che ricordano in parte le ultime composizioni di Steve Roach. Le tele vengono poi dipinte con una pluralità sterminata di strumenti classici (violino, mandolino, chitarra) e soprattutto etnici: mezzi ideali per trasportare l'ascoltatore in luoghi lontani, verso un oriente che non vive di cenni sonori campionati ma di melodie reali e suoni palpabili. Il risultato è una collezione di dieci audio-cartoline che fotografano il lato più tenue e mistico di un mondo sognato nella sua tangibile bellezza. In parte legato alla scena ambient, in parte alla world music, "Letters To The Farthest Star" rientra in un discorso artistico personale in cui la spinta verso l'immaginario procede di pari passo con la necessità di esprimere l'infinito. Interpretabile da un lato come un documentario dell'anima e dall'altro come un antidoto per depurare la mente, l'album è un trionfo di spiritualità caleidoscopica in cui la pioggia di profumi e iridescenze stordisce fino ad annullare piacevolmente l'ascoltatore in un oceano di pace. Chi già conosce questo autore troverà nell'album un appagamento totale alle proprie aspettative; tutti gli altri sono invitati a scoprire questa incredibile oasi di tranquillità.
Michele Viali