10-01-2015
RAPOON
"Fall Of Drums"
(Zoharum)
Time: (64:48)
Rating : 7
Lo storico progetto Rapoon, capitanato dall'inglese Robin Storey (ex Zoviet France), torna con un album che guarda al passato, libero dalle strutture circolari e loopate di alcuni lavori recenti e costruito tramite un'improvvisazione basata su una manciata di elementi chiave e sulla volontà unilaterale di evocare la purezza di terre lontane, perse in un Oriente fantastico e senza tempo, sviluppata utilizzando esclusivamente fonti analogiche. Diviso in sole quattro tracce, "Fall Of Drums" trova linfa vitale in tribalismi e strumenti a fiato di chiara matrice etnica, normalmente supportati da una soffice linea dronica. Le architetture sonore sono improntate su uno scorrere continuo non precostituito con effetti ipnotico-rilassanti. Scie vocali che assumono sembianze di litanie popolano tutto l'album ricreando perdizioni sensoriali in territori forse immaginati o sognati, immersi in una natura sconosciuta tra profili umani che ricalcano il folklore mediorientale. Se i primi due brani sono dominati da una spiritualità misticheggiante, la successiva "Upstairs And Sheep" segna il picco funereo del disco, costellato da atmosfere torbide, rumori afoni estratti da un'ignota quotidianità ed una fredda carica post-industriale. Mentre la conclusiva "The Heat Beguiles" si presenta come un'enorme elaborazione di oltre trenta minuti in cui confluiscono tonalità diverse: forse il momento più indefinito dell'opera, un muro del pianto in cui è possibile riconoscere stratificazioni tonali che attraversano spazi e luoghi in una grande allucinazione corale. Lavoro raffinato in cui si fanno sentire sia il mestiere del vecchio leone che alcune idee, frutto di una mente che non si è fossilizzata su schemi emotivamente prevedibili. Custodia come sempre curata con digisleeve apribile e copertina interna, per un'edizione limitata a 500 esemplari.
Michele Viali
http://www.the-edge.ca/pretentious/rapoon/home.html