31-05-2014
ERIK WØLLO
"Timelines"
(Projekt)
Time: (54:35)
Rating : 8
Nel 18esimo album solista di una carriera ormai ultratrentennale (l'esordio "Where It All Begins" usciva nel lontano 1983), l'esperto e stimato sound designer norvegese torna alla maggior ricchezza sonora del lavoro del 2010 "Gateway", dopo che con "Airborne" (2012) l'influenza dei due dischi realizzati con l'altro nume tutelare Steve Roach si era fatta sentire in un sound molto più dilatato e lineare. Come da copione alle prese con svariate chitarre (acustica, elettrica, guitar synth, slide/fretless/Ebow), basso, tastiere, campionatori, percussioni e programming, l'artista scandinavo esplora stavolta gli svariati aspetti del concetto di tempo, anche applicati a come ascoltiamo la musica ed a come esperienze e ricordi, così come le attuali circostanze, influenzino il nostro modo di ascoltarla. Temi sempre assolutamente intriganti, così come il consueto stimolante artwork che adorna l'essenziale digipack: punti di partenza ideali per lasciare che il suono si libri leggero e rasserenante, fra linee ambientali che si intrecciano magicamente alle trame di chitarra, ritmi percussivi organici pienamente funzionali ad un groove leggero ma palpabile, melodie di piano che con poche note catturano all'istante, bassi vividi ed i consueti magnetici crescendo d'intensità guidati dalla Ebow. Suoni cristallini ed arrangiamenti preziosi permettono alle composizioni di scorrere in piena armonia, come nella cullante opener "Inception", o nella dolce e pregiata "Visions", o nelle movenze 'liquide' della conclusiva "Ocean", o ancora in una "Pathfinder" più carica di groove, dove i suoni sanno farsi pregnanti anche nella loro estrema leggerezza. La classe e la maestria del compositore scandinavo non sono minimamente in discussione, così come non lo è il suo immane talento nel rifinire alla perfezione gemme sonore in bilico fra ambient, new age e downtempo con un pathos evocativo che in pochi sanno catturare con tale forza e ispirazione: tutti fattori che rendono le sue opere sempre degne della massima attenzione e mai dispersive, il che vale ovviamente anche per questo "Timelines", altro tassello pregiato in una discografia tutta da scoprire ed assaporare.
Roberto Alessandro Filippozzi