Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 107

14-05-2014

MATTIA COLETTI & OWN ROAD/POWERDOVE

"Split"

Cover MATTIA COLETTI & OWN ROAD/POWERDOVE

(Old Bicycle Records)

Time: (30:00)

Rating : 7

Continua la serie "tape crash" della Old Bicycle Records, giunta all'ottavo capitolo come sempre fissato su nastro e altamente curato, sia nella confezione vintage che nella resa audio. Stavolta a dividersi lo spazio ci sono da un lato la coppia italo-danese Mattia Coletti/Own Road, e dall'altro il duo anglosassone Powerdove. Entrambi i progetti fanno leva su dissonanze elettro-acustiche che vedono impegnati strumenti, mezzi elettronici e partiture rumoristiche immerse in ballate dal sapore sixties e vagamente 'on the road'. Coletti e Jensen ci propongono una lunga traccia registrata nel 2012, in odore di psych-folk polveroso e uggioso. La registrazione appare volutamente rozza, finalizzata a mettere in evidenza le asperità di un sound quasi catturato in presa diretta. L'andamento acustico di questa ballata notturna varia gradatamente verso la sperimentazione, con l'aggiunta progressiva di una chitarra elettrica secca e spigolosa e di rumori che ricordano il passo di un cavallo al trotto. Nel finale il costrutto della ballad viene curiosamente 'affogato' nella distorsione tonale. Ne esce un affresco perduto nel passato, in un panorama solitario, forse più ispirato dalle pellicole che dalla realtà. I Powerdove propongono tre brevi brani, alla cui base vi è il contrasto tra una voce melodica e delle partiture strumentali eseguite per lo più con modalità rumoristiche. Il livello di minimalismo è elevato e la resa audio lo-fi amplifica l'effetto stridente e improvvisato dei componimenti. Dal primo brano "When You're Near" e dal conclusivo "Under Awnings" emerge una vaga somiglianza con certi pezzi dei Sonic Youth, mentre "Storm Signals" è una ballata estemporanea che recupera l'immediatezza di un folk puro e antico. Nel complesso un nastro interessante, che raccoglie in sé (come tante altre release della OBR) il lato sperimentale e quello folk-acustico. Tra presente e passato.

Michele Viali

 

https://myspace.com/zenomattia

http://oldbicyclerecords.blogspot.it/